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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: STELLE DI PIOMBO E COLTELLI DA CUCINA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: triktrektrak galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/11/2004 20:44:29 (ultimo inserimento: 03/12/04)

una nuova coppia su one piece(a farla breve uno dei miei troiai da me progettati.)
 
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CHIEDIMELO!
- Capitolo 1° -



POMERIGGIO
Nami, mio dolce zuccherino…che hai…piangi?” “Andatevene!” singhiozzò la rossa seduta all’estremità della polena della Going Merry. “Ti posso aiutare io…vuoi che ti prepari qualcosina?” “No…grazie Sanji, grazie lo stesso…” “Prova magari a dire cosa senti, potresti setirti meglio dopo esserti confidata con qualcuno…prova…” “Stupido nasone!” “Perché, aspett…” “Tu non sai niente di ciò che provo! NON HAI IDEA DI CIO’ CHE SI PROVA QUANDO SI PERDE QUALCOSA!!” “V-vuoi dire Bellemer?” azzardò Usop piano. “INSENSIBILE, VALLO A DIRE A TUA MADRE QUANDO TORNERAI A SHIROP, SEI TALMENTE INFANTILE…scometto che hai passato troppo tempo tra le sue braccia! Non te lo meriti! Ti ha reso insensibile!Ecco il motivo per chi non hai affrontato il mondo da solo e sei rimasto pauroso e cagasotto!” “No, io volevo solo…” CIAFF
Usop si rialzò “HO DETTO VATTENE!Voglio stare da sola…”
“V-va bene…allora…vado.” Usop rientrò sotto coperta. “MEGLIO PER TE!” gli gridò dietro Nami. Aferrò il Clima Talk e con tutta la sua forza lo scaraventò nelle acque tranquille del tramonto formando cerchi tra le onde. “Quell’inutile gingillo…non mi serve più!” si disse tra se e se. I tre bastoni ritornarono a galla mentre venivano trasportati via dalla corrente.


SERA
Sanji sminuzzò con cura le cipolle e pelò i cetrioli sotto olio. La pentola sbuffava sopra la fiammella del forno. Si girò tenendo stretto il mano il coltello sporco di sugo.
“E’ PRONTOOO!”
Si sentì un rumore di frastuono provenire da fuori. Rufy si fiondò a raffica dentro la cucina.
“Il tuo posto è a capotavola…INGORDO!!” Rufy aveva addentato un crostino al fegato e adesso se lo stava godendo con lentezza e gusto. “Puoi perlomeno aspettare che arrivino gli altri? Piuttosto, và a svegliare Zoro, è ancora sul ponte a poltrire.” “Uffaaaa!!!!” di malavoglia, il ragazzo si diresse a passo moscio verso la porta. Sanji torno a rimescolate il sugo per impedire che questo si attaccasse sul fondo.
Prese il mestolo e sollevò una piccola porzione di sugo alla carbonara. Fece in tempo a levare la pancetta dal fornello per non bruciarla. Poco dopo avvertì i passi di Zoro che scendeva in cucina scortato da Rufy. “Vuoi che bruci la pancetta oppure vieni a prendere i piatti a darmi una mano?” chiese con aria scocciata Sanji “Eh…” Zoro sembrava alienato dalla situazione. “Uff….SE NON E’ DI TROPPO DISTURBO VORREI CHE TU MI AIUTASSI AD APPARECCHIARE!!!” Ma zoro rimase fermo sulla sedia.
“Hem non lo aiuti…?” mormorò Rufy incerto.
“No.” rispose questo “Ho deciso che è di troppo distorbo.” Continuò tranqillamente Zoro. “BUDELLUS INFAMIS! DAMMI UN A MANO O GIURO CHE TI IMPENTOLO IN MENO DI 30 SECONDI DOPODICHE’….” “Siii, evabbeneee!” detto questo Zoro si deresse con fare annoiato e lamentovo verso la credenza.
“Datti una mossa, e dopo chiama Usopp che mi deve dare una mano a pelate le zucchine e tagliuzzare le cipolle.
Finito di apparecchiare si diresse verso la stiva dove stavano i ragazzi. Usopp era lì: non stava costruendo nessuna diavoleria. Era quieto sull’amaca intento a…. Zoro gli si avvicinò alle spalle senza farsi sentire. Aveva un blocco notes in mano. Guardò meglio. Stava muovendo con cura il carboncino sul foglio. Riconobbe il volto della ragazzina che aveva disegnato. E che disegno! Le proporzioni erano perfette! Zoro trattenne il fiato per un’attimo, poi….
“SONO ARRIVATI I PIRATI, SCEMOOO!”
“AAAAAARRRGGGHHH!!!!” per lo spavento, Usopp ruzzolò giù dall’amaca facendo sparpagliare per il pavimento altri disegni che conteneva il blocco. Zoro ne raccolse uno.
“Ah sei tu!? M-ma t-ti pare il modo??? Hey non sbircire! Da’ un po’ qua!” “E questa chi è?” “Nessuno che ti interessi…ora dovrei…eddai perfavore.” Zoro si era diresso verso la cucina sventolando il disegno in segno di tronfo.
“Hey, gente! Chi l’avrebbe mai detto? Il nasone innamorarto!” “Per un’attimo Sanji, Rufy e Chopper distaccarono lo sguardo dalla tavola imbandita. “Presto, presto! Chiama le ragazze che ho voglia di farmi quattro risate! NAAMI, NIICOO!!GUARDATE UN PO’ QUA!” “Questo vol dire che anche gli scorfani come Usopp trovano l’amore!” “Impossibile! Sarà amore non corrisposto! Chi mai si innamora di uno comelui?” “Questa può!” disse Rufy afferrando il foglio. “Guardate, anche lei ha il naso chilometrico! Gli assomiglia!” Nami rise e tese la mano per prendere il disegno. “E’ vero!Magari si consolano a vicenda!” La cucina cadde nel totale trambusto. Erano tutti talmente distratti che addirittura Sanji fece bruciare la pancetta e si dimentico di spaccare le uova per la carbonara.Usopp era preso dal completo imbarazzo. Non era la sua ragazza e loro non potevano capire. “BASTA…..” Tutti si voltarono verso di lui mentre Niko e Chopper distaccavano lo sgardo dal foglio. “Quella….é mia madre.” A quelle parole rimasero tutti di sasso. Sanji non fece nemmeno caso all’odore di pancetta bruciata e pasta scotta.
Qualcuno sghignazzò, qualcuno mormorò un piccolo “Ah…scusa…” e qualcun altro fece una faccia imbarazzata.
“Ah…allora…vabbé allora io-AAAAAAARRRRRGHHHH!! LA PANCETTAAA!!!!!!” Sanji si era finalmete accorto dei miserandi resti sbruciacchiati che erano rimasti in padella.
Il biondino esplose in un pianto dirotto gettando le braccia su Zoro, il quale, tra imbarazzo e vergogna, incomincio a dargli delle piccole pacche sulla spalla. “Tranquillo…vabbé rifaremo tutto da capo…” “Ma io ho fame!!” Lo stomaco di Rufy emise un sonoro tuono che sovrastò in tutta la cucina. “E non si era mica capito, sai?” lo riprese sarcastico Zoro cercando di disfarsi dalla presa di Sanji “15 sudati e duri anni di culinaria alberghiera…e un cumolo di pancetta bruciata!! Sniff-sigh…!”
Sanji si asciugò le sue ultime lacrime di dolore e di sconfitta.
Usopp, nel frattempo si era rimpossessato dell’opera d’arte.
Rientro nella camera dei maschi. Raccolse anche gli altri disegni. Fortunatamente solo il ritratto di Cipolla aveva subito qualche stropicciatura. Quelli di Carota e di Peperone erano perfettamente intatti e lindi. Si affrettò a rimetterli nella cartellina e mise tutto dentro il comodino che stava accanto all’amaca.
Dopo altri 20 minuti la pasta alla carbonara era nuovamente pronta.
“Gnom…bona.” Bofonchò Rufy a boccone pieno.
“Non è che ci hai messo un po’ troppo di sale, o sono io che sono abituata ai gusti leggeri della cucina di Bellemer…” commentò Nami. “No…in effetti un po’ di sale lo sento…” disse Zoro pulendosi la bocca col tovagliolo.
“A me sembrano normali…sicuramente meglio di quelli precedenti, immagino.” “Grazie Usop. Stavolta sono venuti bene. Mai più un simile errore sennò mi suicido…” “Via, Sanji, alla fine hai rimediato.” “Sì, ma la colpa è tua, sei tu che sei piombato in cucina con quel maledetto blocco.” “Fondamentalmente la colpa dovrebbe essere di Usop, l’opera è sua.” “Ci faccio una bella figura io qui, no?” sentenziò Usop ricordando a tutti di essere presente. “Ma dimmi, Usop…” intervenne Robin “Perché quel disegno…voglio dire, perché proprio tua madre?” tutti rimasero zitti. “Ah, giusto…era un segreto tra me e Usop, Usop ormai lo dovrò dire.” Mormorò Rufy alzandosi dalla sedia. “E che dovremmo mai saperne noi del segreto che tieni col nasone?” “Beh…” fece il capitano mordendosi il labbro inferiore. “E’ morta di tumore quando avevo 5 anni.” Intervenne Usop rimanendo sul posto a testa china.
Conclusero la cena evitando accuratamente quell’argomento. Nami stette tutto il tempo con la faccia sul piatto semi vuoto.


SERA TARDI
Usop e Nami rimasero nella cucina deserta a sparecchiare per ordine di Sanji. Stettero zitti a lungo. Usop, del resto aveva un’insolita espressione triste.
“U-usop…?” intervenne timidamente Nami
“Dimmi.” Rispose il nasone con voce atona e piatta
“Scusa…per oggi.”
“Niente, tutto a posto.” Rispose con voce monotona il ragazzo
“Non lo sapevo…io…Usop non potevo immaginarlo…” mormorò Nami “Proprio tu… sei sempre così allegro con quell’aria da scemo…come fai a nascondere tale dolore?” “Beh…ne è passato di tempo.” “Sì, come vedi io quando penso a Bellemer piango spesso non ti capita mai di avere qualche ripensamento?” “E a te che interessa? Sono fatti miei.” “Eddai, ti ho chesto scusa!” con una botta Usop chiuse lo sportello della lavatrice. Sembrava proprio intenzionato a non parlarne. “Bella cena che abbiamo fatto, no?” “Non tentare di deviare il discorso!” protestò Nami “Voglio chiarirmi, ho anche intenzione di chiederti scusa…vieni qui…EDDAI!” “Agli infantili non si schiariscono le idee molto facilmente.” Concluse Usop avviandosi verso la stiva dei ragazzi.
Nami rimase nella penombra della cucina con in mano il vassoio dell’arrosto. Lo poggiò sul tavolo. Non aveva mai provato tanta pena per una persona. Usop era di aspetto mediocre, iellato e cagasotto, non aveva amici e rimaneva sempre tagliato fuori durante le feste che venivano organizzate a Rogue Town. I ragazzi vi andavano con grande piacere allo scopo di rimorchiare e divertirsi. In quei casi, Usop si portava dietro quelche libro o addirittura le parole crociate. Alle feste, il suo vero spasso era quello di guardare la gente che ballava. Diceva sempre che Pakki e Kose (i due armadi che hanno minacciato Tashighi nel volume 11) erano due schiapponi e che un giorno o l’altro avrebbero fatto a pazzi la pista da ballo. Nami, Zoro, Robin e Sanji si tiravano dietro un nuvolo di fan. Anche Rufy possedeva il suo graffiante fascino piratesco. Coppher, trasformato diventava di petto virile e muscoloso e lo sguardo era più adulto e affascinante. Le corna, poi scomparivano del tutto, una volta trasformato. Usop…beh lui bastava che si mettesse il giornale davanti alla faccia e per il resto stava apposto. Capitava, di tanto in tanto che una ragazza gli si avvicinasse. Allora lui abbassava il giornale e la ragazza fuggiva inorridita alla vista di quel naso e di quelle labbra troppo carnose e rosee. Prendeva di tanto in tanto qualche Wisky e cercava di intavolare qualche conversazione amichevole con il barman che sghignazzava ad ogni miniva vibrazione o starnuto del suo lunghissimo naso.
Nami si decise a mettere nel lavello il vassoio. Spense definitivamente il lume della cucina e si diresse a letto. Robin la stava aspetando dondolandusi distrattamente sulle corde dell’amaca. “Ti stavo aspettando. Hai spento la luce in bagno?” “Sì, tranquilla. Uff…ma!?” Robin sbuffò trattenendo una risatina. “Mentre tu e Usop eravate in cucina i ragazzi si sono presi la briga di fare a tutti e due un piccolo scerzzetto! Geniale no?” “Altroché, e tu non mi hai detto niente! Bell’amica che sei! Dai, dammi una mano che mi hanno fatto il sacco al materasso!”

NELLA CAMERA MASCHILE
Usop fece attenzione a non far scricchiolare la porta. Tutti i ragazzi dormivano profondamente. Si infilò il pigiama. Accese piano il lume a petrolio per non sbattere al buio. Scostò i vestiti dal materasso per buttarcisi sopra a corpomorto. Stancamente, nascose la testa nel cuscino. Spense il lumino e con il braccio destro cercò alla ceca i lembi del lenzuolo…rovistò sotto il piumone dapprima tenendo il muso nel cuscino. Continuò a cercare alla ceca. “Ma…dove?” Usop si rizzo a sedere sul letto, riaccese il lumino e tolse il piumone dal materasso. Finalmente capì il nesso: gli avevano fatto il sacco al letto. Si dette da fare a risistemare le lenzuola e a rimettere il piumone. Finalmente poté coprirsi. Spense il lume. Passò una mezzoretta. Usop stette in ascolto “Zoro…Zoro, mi senti?” “Rufy?” “Sì sono io, hai visto che scemo Usop: mezzora a cercare di capire che aveva la branda insaccata!” “Te l’ho detto, è un’imbranato!” Zoro trattenne una risatina. “Piano…” “Ma ormai si sarà già addormentato.” “Domani staremo a vedere che ha combinato Nami.” “ ’Notte.” “ ’Notte”
Si rimisero a dormire.
La mattina seguente Usop, nello svegliarsi, ebbe la netta sensazione di sentire qualcosa di strano. Non capiva. Aveva ancora gli occhi chiusi…forse stava sognando. Era mezzo addormentato e vedeva il chiaro del sole da sotto le palpebre. Sentiva come una presenza di troppo nel suo letto.
Ad un certo punto credette di impazzire: incominciò a sentire delle voci strane. Assomigliavano molto a quelle dei suoi compagni…a quella di Rufy: “Usop…” stava sussurrando. “Mmm…ma chi è che rompe a quest’ora?” “Sono la tua coscenzaaa….” Sussurrò quella. Ad un certo punto gli venne un dubbio atroce: e se quella fosse…l’anima di Rufy! Rufy…morto! Si guardò dall’aprire gli occhi. Stava incominciando a credere che sarebbe diventato pazzo. “Usop…sono iiioo…mi senti??” “M-ma…?” Aprì gli occhi…ecco la spiegazione: si girò dall’altra parte dell’amaca e vide Rufy completamente abbracciato a lui, anche lui sotto le coperte! Dall’altra parte c’era Sanji beatamente addormentato, anche lui abbracciato a Usop. Hey ma? Si accorse in fine che anche Zoro e Chopper si erano intrufolati nel letto sotto le coperte! “Ma…ma che ci fate qui??Hey ragazzi!” “Umm…Usop…’giorno.” Fecero Zoro e Sanji “Ma, ma sapete dove siete? No…tanto per dire: siete sul mio…hey Copper, Zoro? Anche voi?” “Scherzetto!” fecero all’unisono Rufy, Zoro, Sanji e Chopper. “Avevamo freddo, così siamo tutti venuti da te.” Si giustificò il piccolo alce mettendosi seduto sulle lenzuola. Usop rimase perplesso per qualche secondo. “Siete pazzi?” bisbiglò “Scemo sarai tu!…oggi è il 1 aprile tutti fanno scherzi a tutti.” “1…aprile?” “Usop…?” fece Chopper “Oggi non è il tuo compleanno?” “AAAAARRRGHHH!!!!” “Oddio, che c’è?” “Niente…e che…me ne ero dimenticato…” fece Usop con voce inbarazzata. “Sei proprio scemo! Alzati e viemmi ad are una mano in cucina…anzi, Chopper, vieni tu, i festeggiati sono fuori servizio.” Fece Sanji rizzandosi a sedere sul letto “Davvero??!!” s’illuminò Usop “Hem, guarda che coincidenza…anche io compio gli anni!” fece Chopper per salvarsi d’allatroce schiavitù, ma la cosa peggiorò: “Ok, allora i non festeggiati come Zoro o Rufy non fanno niente, ma i falsi festeggiati si dovranno far crescere le unghie per grattare meglio le incrostature del cesso, ma a te non serve dato che hai gli zoccoli quindi…” “NOOO, ASPETTA, SCHEZRZAVO!SONO NATO IL 25 DICEMBRE PERDOOONAMI!” implorò il piccolo alce mentre veniva trascinato via dal cuoco per le corna. Zoro, Rufy e Usop si guardarono e dopo tre secondi scoppiarono a ridere
“Ma che succede?” Nami e Niko entrarono nella stanza interrompendo il coro generale di risate e di piagnistei del povero Chopper. “N-niente.” Si giustificò Usop “Un po’ di casino, sai oggi questo ‘mbecille compie gli anni.” E detto questo Zoro mollò una pacca amichevole sulla spalla di Usop il quale sorrise annuendo a Zoro. “Non lo sapevo…beh…wow auguri! Quanto fai?” “18.” “Ah, maggiorenne…io dovrò farne 29 tra un po’, sono vecchia hehe!” sghignazzò Niko alludendo al fatto che era la più vecchia del gruppo.
“A sì? E quando gli fai tu?” “A ottobre.” “Ahhhh, vecchia bacucca!” la canzonò Nami. “E zitta tu!…mocciosetta.” “AHAHAHAH….”
E la giornata parve iniziare sotto i migliori auspici.
Quella sera, davano un’altra festa alla piazza centrale di Rogue Town: la festa dello sberleffo del primo Aprile.

STANZA DI SANJI
“Vabene…dunque, per questa sera dovrò tenermi libero. Vorrà dire che penserò alle mie spese domani. Dunque…tre cipolle…tre ciuffi di rafani e due di carote…del pesce…mi servirebbe un tonnofante, sennò del gabbiano in umido, dovrò chiedere a Usop di abbattermene uno. Ma perché quell’idiota si ostina a tenere quell’inutile fionda? Non sarebbe meglio un fucile? Comunque, per quanto riguarda il cibo, sono apposto, mi resta solo mettermi in ghingheri. Questa giacca può andar bene, no?Altrimenti quesa camicia awaiana con il colletto un po’ aperto e sono pronto a scommettere tutte le mie spese culinarie che Nami andrà in brodo di giuggiole per questo look, posso anche aggiungere…” “SANJI! Hai visto i miei occhiali?” Usop entrò di corsa nella stanza interrmpendo le riflessioni di Sanji sul suo nuovo look “Ah, Usop? No, non ho visto i tuoi occhiali. Ah aproposito…come sto?” “Uh…bene, bene. Sei apposto, allora poss…” “EH! Fermo!” “Che c’è?” chiese Usop dubbioso. “Tu cosa ti metti?” chiese Sanji scuadrando il cecchino da capo a piedi: portava la solita salopette e la bandana verde(senza occhiali.) “Hem…n-non va bene questo?” azzardò pianissimo Usop toccandosi la fascia che fungeva da cintura. Sanji fece un’espressione da martire e si mise la testa tra le mani sospirando rumorosamente. Alzò gli occhi al celo e mormorò qualcosa tipo “Misero…oimé…sventurato…quale infamia mi tocca! Questo mi tocca?” “Vabenevabenevabene! Ho capito! Ti faccio tanto schifo?” “No è che…ASPETTA! Vienivieni! Ho qualcosina per te.” Lo mise davanti allo specchio con suo grande stupore. Era un grosso specchio ovale leggermente inclinato verso l’alto. Usop si fissò attentamente. Aveva una corporatura secca e longilinea. Mosse piano le labbra come se sorridesse a se stesso e gli comparvero due fossette sulle morbide guancie sotto gli occhi. Aveva la pelle scura. Possedeva lo stesso naso lungo e sottile sua madre. Gli occhi gli aveva grandi e dilatati come quelli del padre, anche le labbra carnose erano di suo padre…D’untratto ridivenne serio. Da dietro arrivò Sanji e gli tolse la bandana dal capo scompigliandoli le ciocche nere e ondulate. “Hey ma…” “Buono che ti sistemo io!” Teneva uin mano due gruccie a cui erano appesi due vestiti: uno in tinta unita blu mentre l’altro era grigio gessato a rige bianche. “Provati prima quello blu.” Disse Sanji porgendogli la gruccia con appeso l’abito blu. Se lo mise e tornò a guardarsi allo specchio: forse più presentabile per sperare di avere una storia con Kaya. Pensò tra se e se mirandosi e rimirandosi nello specchio. D’un tratto Sanji gli poggiò le mani sulle spalle massaggiandole. Usop sentì un lieve inbarazzo. “C-che?” “Mmmm…” Sanji assunse un’espressione dubbiosa. “Aspetta, sarebbe meglio se tu ti provassi anche l’altro, vieni.” Gli cinse il braccio attorno alle spalle e lo condusse al bordo del letto dove aveva messo l’altro abito. “Ecco. Provalo.” Detto questo, Usop incominciò a sfilarsi il vestito riponendolo con cura sul letto. Tornò ad ammirarsi allo specchio. Quando lo fece si sentì parecchio narcisista: era strano da descrivere; con indosso quell’abito non si sentiva più lui. Si sentiva più sicuro di se stesso. Non era abituato a tenere le braccia e le spalle coperte in quel modo. Il vestito lo snelliva a differenza della salopette che, essendo troppo lunga, gli ricadeva floscia sui fianchi allargandogli il fisico. Improvvisamente Sanji gli accarezzò i capelli da dietro, poi con fare deciso gli raggruppò in una coda compatta che finiva con un ciuffo nero e ribelle. Una ciocca troppo corta gli ricadde davanti agli occhi. “Perfetto!” gli sussurrò Sanji malizioso all’orecchio. Usop lo sentì alitare sul suo collo:
tremò.
Sanji gli mise nuovamete le mani sulle spalle e sorrise allo specchio. Usop rimase quasi sull’attenti lievemete sorpreso e impaurito dallo strano atteggiamento di Sanji. Sanji fece scendere le mani sui suoi fianchi a lungho tempo rimasti nascosti sotto una logora salopette. Erano dritti, ossuti e esili. “Sanji?Cosa fai?” il biondino bloccò di scatto le mani sui fianchi del cecchino e assunse un’espressione seria: “Usop, dimmi…” “Mh…” “Tu hai mai baciato qualcuno?” “I-i-o, s-si! M-ma c-ce-certo! Una volta ho salvato dieci principesse da una battaglia e tutte…” “Usop, dai!” Sanji lo girò verso di se tenendogli le spalle ferme. “Te lo giuro, erano bellissime…hem dunque; principessa d’arabia, zarina della norvegia, damigella…” “Dai, smettila sto parlando seriamente!” lo spintonò verso il letto “ma io sto parlado seriamente e ti dico che…OUK!” inciamparono entrambi nel comodino e atterrarono sul letto,
Sanji sopra Usop.
“Allora…me lo dici?Hai mai baciato qualcuno? Si o no.” Usopfremette un’attimo. Mosse le labbra per dire qualcosa, ma ne uscì fuori solo un misero: “Io…io…” “Tu cosa?” lo incitò Sanji rimanendo sempre su di lui. “Ne,ne…” “Allora.” Usop inghiottì la saliva e strizzò gli occhi.
Quando gli riaprì ne uscì fuori una lacrima.
“Nessuno.”
Fiatò con la voce incerta quasi sull’orlo di una crisi di pianto.
“Nessuno?”
domandò sconcertato il biondino.
“Nessuno.” ripeté il nasone con più fermezza.
Sanji gli prese un braccio ma questo retrasse strisciando sul materasso. “Lasciami.” bisbigliò infastidito tentando di disfarsi della presa del biondino. “Io non ti lascio.” Affermò deciso Sanji. Scrutò le piccole e scure iridi di Usop “Levati, per favore, devo andare in bagno.” “Questa e una bugia bella e buona.” e Sanji incominciò a giocherellare con un ricciolo dei capelli di Usop. Sanji si sdraiò accanto a Usop sempre giocherellando con i suoi capelli. “Allora?” intervenne quello “Quale vestito dici che mi sta meglio?” “Senza dubbio questo. Dovrai farti anche la coda, poi.” “La coda? Dici che mi sta bene.” “Certo.” Fece Sanji con voce calma e sensuale. Usop si spaventò un poco. “Sanji, ma…stai bene?” sussurrò incerto “Perché?” “Te lo chiedi anche?” domandò sarcastico questo girando la testa di scatto sul cuscino. “Semplice, te lo chiedo perché non lo so.” “Di solito non sei a fare il filo a Nami? Che ti succede non li prepari più i petìt four alle ragazze? Da quanto tempo è che non sbavi dietro a Nami e quanto tempo è che non la chiami più ‘Nami-san’ o ‘boccuccia di rosa’” “Non è vero io…” “Seee…l’ultima volta che lo hai fatto sarà stata una settimana.” Azzardò Usop. “Non mi va di parlafe di questo, adesso. Perché nessuna ti ha baciata?” Usop sbuffò stancamente e tornò a fissare il soffitto della stiva “A rieccoci co ‘sta storia del bacio, la vuoi piantare?” lo apostrofò arrabbiato. “Pero…ecco però tu hai idea di ciò che si prova?” ritentò Sanji. Trascorsero due o tre minuti di silenzio. “Non ne ho idea…che so…dicono che tocchi il cielo con un dito, mi pare.” “Ma questa e solo una frase fatta, sai descrivermi la situazione.” “Hem…ti batte forte il cuore, ti tremano le mani e tutte queste altre cose di questo genere?” “No,no di più, vuoi che te lo dimostri?” “COSA?!” scattò Usop d’untratto “Vieni qui, Usop.” “No, SANJI,NO!Non farti venire in mente cose strane!” “S-scusami, ma hai mai pensato che Kaya ti volesse veramente bene?” “Che c’entra adesso Kaya?” “Lei ti amava, tu l’amavi?” “Io, beh, sì, ma siamo solo rimasti solo conoscenti…” “Per il fatto che avevi…” “LO SO! LO SO! Perché sono brutto come uno scorfano è naturale no?Ora se non ti dispiace io….” “No…aspetta…io.” Sanji era inginocchiato sul letto a testa china. “Resta ancora un po’, scusa se vuoinon farò più questi discorsi, ma ti prego…fammi un po’ di compagnia.” “Puoi sempre chiamare le ragazze, no? Che posso fare di speciale io per te?” chiese Usop “Non…non voglio Nami, ho detto che voglio te.” Usop, con aria dubbiosa tornò a sdraiarsi sul letto accanto al quoco. “Sanji, ma…che hai fatto? S-stai piangendo.” “N-no…” singhiozzò quello strofinandosi gli occhi nel tentativo di nascondere le lacrime ormai troppo vistose “Ho detto qualcosa che non va?” “Non posso più negarlo…sigh” “Cosa?” “IO…io, lo vedi quando vado dietro le ragazze, no? Perciò io sono un…un”
“Un donnaiolo?”
“NO!NO!non intendevo questo!”
“Un lecca piedi?”
“No”
“Uno sciupafemmine?”
“No,NO!”
“Ediamine, allora cosa sei?”
“S-sono omosessuale.”
“Tu…io, beh io.”
“Tu cosa, Usop parla.”
“Credevo che…scusa non lo sapevo…”
Anche lui si asciugò le lacrime. Aveva smesso di credere nell’amore femminile da quando veniva preso in giro dai ragazzi più grandi del collegio di Shirop.
“proprio tu, Sanji…”
“Usop…” “No, non è che vorrai mica?” “Stai tranquillo.” “Posso davvero star tranquillo?” “Fidati.”
“Vorrei provare quella sensazione…s-solo se non è di disturbo. Però sappi che mi piacerebbe.” Sanji chiuse gli occhi e sorrise amaramente. “Da me?” “Sì.” “Immaginavo che avresti detto così.” “So che un giorno dovremo separarci e ho una grande paura di rimanere solo…non immagini che si prova a rientrare in casa e trovare il letto vuoto dove prima stava mia madre. Sono di aspetto …beh questo mi penalizza molto e io…sigh. Non voglio rimanere solo.” “Usop…” mormorò.
Gli si avvicinò…con cautela lo cinse con le braccia mentre quello apoco a poco smetteva di singhizzare. “Scusa. Adesso mi cheto ed esco da questa stanza.” “No.”
Lo strinse un po’ di più. Si guardarono e si asciugarono le lacrime.
“Sanji, permetti?”
“Prego, si accomodi.” Sussurrarono e si baciarono.
Nessuno si sentì più solo. Sanji acquisto sicurezza in se stesso e Usop non ebbe paura.
Usop non temeva più la solitudine. Aveva fiducia in se stesso e stva stranamente bene mentre Sanji manovrava con sicurezza e garbo la sua lingua. Sanji non era più lo stesso.
Non era più il donnaiolo che tutte si sarebbero aspettate.


 
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