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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: WHO ARE YOU?
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: loony11 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/11/2004 22:43:39 (ultimo inserimento: 03/05/05)

un ipotetico settimo anno... ma non aspettatevi che cominci dall`inizio! r/hr e forse un accenno di h/d! good reading
 
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ALL CHANGE
- Capitolo 1° -

Ciau a tutti!!!
Spero che questa ff abbia un miglior destino delle altre che ho scritto, ma purtroppo so che molta gente odia Ron e molta gente odia ancora di più le hr/r!
Scusate eventuali errori e...che volevo dire? (andamo bene...NdTutti)(cattivii! NdMe)
Ah, si... il titolo è spudoratamente tratto da una canzone del gruppo rock 'The Who'(anche sigla di CSI).
E last thing...metto questa ff come sentimentale romantico, se poi dovesse diventare una VM18 (ne dubito, ma non si sa mai!) la sposterò!^.-
Un bacione a tutti!!!
**************************************
La notte non è l'oscurità dei sensi, ma il riposo della mente e dell'anima.
**************************************

Un rumore alla sua sinistra.
Nah, nulla di preoccupante. Harry si era voltato nel sonno, era quasi caduto dal letto, ma se non altro non sembrava in preda a uno dei suoi "incubi premonitori". Ron tornò a fissare il soffito di legno scuro del suo baldacchino, ascoltando il russare di Dean e il leggero rantolìo di Neville.
"Cavoli, perchè loro riescono tutti a dormire così tranquillamente? Non è giusto, ecco tutto!"
Sporse il braccio ad afferrare l'orologio sul comodino, e constatò che erano le quattro di mattina.
Sospirò. Si rigirò. Sospirò ancora.
"Bah, tanto fra qualche ora saranno tutti alzati..."
Si vestì e scese in sala comune, dove ormai il fuoco era spento da un pezzo. Tutto sembrava più freddo e distante del solito, non la normale sala comune che la sera traboccava di vita.
Non che Ron si ponesse problemi. Avvertiva una sensazione sgradevole, raggomitolato nella poltrona davanti al caminetto spento, ma non gli interessava nulla di quello che lo circondava.
L'unica cosa che meritava la sua attenzione in quel momento era un piccolo ciondolo che teneva legato al polso.
Era molto grazioso, ma nulla di troppo "femminile", un semplice delfino di metallo legato ad una catenina dello stesso materiale.
La sera precedente lo aveva trovato sul cuscino accanto ad un biglietto: ti porterà fortuna.
Basta, nient'altro. Neppure una sfilacciata frasina sdolcinata, almeno avrebbe potuto escludere a priori tutta la parte maschile di Hogwarts.
Sollevò il braccio e rimase a fissare la catenina, che luccicò ai primi raggi dell'alba come un tesoro.
Preso come oggetto, era proprio un bel delfino dalle forme aggraziate. Ma c'era qualcosa di più, lo sentiva anche Ron.
E poi, quel sogno...
Era da qualche mese che a volte sognava di essere sospeso tra le nuvole, e iniziava a cadere quando una corda gli avvolgeva la caviglia, e come un serpente lo legava del tutto..
Stava per assopirsi sulla poltrona, ripensando a quel sogno, quando qualcosa alla sua sinistra produsse una specie di mugolìo.
Stavolta non poteva essere Harry.
Cautamente Ron si alzò dalla poltrona e si voltò, raggiunse alla cieca (benchè fosse l'alba, ancora pochi raggi illuminavano la stanza) il divanetto e notò un ombra su di esso.
Ancora quel rumore. E senza dubbio proveniva da lì.
Tese una mano e sfiorò qualcosa di freddo, che si mosse al suo tocco.
Ritrasse la mano spaventato, poi ritentò.
Quello che toccava pareva un braccio... Fece salire la mano esentì stoffa contro le dita, che doveva essere di un pigiama, o comunque un vestito. Poi trovò dei capelli, mossi, morbidi e folti. Sorrise nell'oscurità.
Scosse leggermente la spalla della persona.
<Hermione...svegliati...>
La ragazza mugolò, poi si mosse e si mise seduta.
<Ron? sei tui? Che -yaaawn- che ora è?>
<Le quattro, circa. Leggevi o finivi il tema per la Sprite?>
<Leggevo...Ron dove sei, non riesco avederti...>
<Forse perchè è notte fonda?>
<Non fare il sarcastico...> Hermione allungò la mano e gli sfiorò la gamba con le dita. Si bloccò.
Ron sorrise ancora e le prese la mano, arrossendo leggermente e sedendosi accanto a lei sul sofà.
<Perchè eri qui sveglio?>
<E tu perchè eri qui e dormivi?>
<Te l'ho detto, dopo che voi due siete saliti, lamentadnmovi del mal di schiena, e della pioggia, e delle coppe di Quidditch, io sono rimasta a leggere un bel libro!>
<E ti sei addormentata? Forse nn era così bello, allora...>
<No, era bello...Romeo e Giulietta...ah, ma non puoi capire!Cmq avevo solo sonno...> sbuffò <e tu che ci fai qui?>
<Io...> Ron si accorse di avere ancora la mano nella sua e la lasciò <Ho avuto un incubo.>
<Un... incubo?>
<Ti sembra così strano? Mica Harry ha l'esclusiva su incubi & co!>
<No ma... Harry è inseguito da Vldemort...oh, piantala, Ron! ...e i suoi zii lo odiano, e Sirius è morto... ha dei motivi validi per fare gli incubi! Cioè, non intendevo...>
Ron, con un discreto colpo di tosse, aveva espresso il suo disappunto.
<..ho sempre pensato che tu non avessi tanti problemi, e, beh, devi ammettere che in fondo è così...>
<Hermione...> la interruppe Ron, parlando a voce molto più bassa di quella della ragazza <Tu non sai, non puoi sapere, quello che mi fa soffrire...>
Si fermò.
<Però non mi sembra di essere immune da disgrazie e catastrofi. Percy, te lo ricordi? Bè, so che per te è una rivelazione, ma non è fratello di Harry, è MIO fratello.> disse sottolineando la parola <e poi mi pareva che quelle specie di...cervelli...avessero preso me. O magari Harry si è trasferito nel mio corpo e non me ne sono accorto.>
<Oh, Ron scusa non volevo...>
<Fa niente.> la seccò freddo Ron. Non voleva parlarne.
<Ma le tue ferite...>
<Hermione, non ne parlare!>
<Oh, ma scusa tanto se mi preocupo per te! Almeno posso sapere perchè mi hai svegliato?>
Ron abbassò lo sguardo.
<Io...Non lo so.>
Hermione sbuffò. <Ma ci metti qualcosa sulle ferite?>
<Cosa ti fa credere che io abbia delle ferite?>
Hermione fece un aria scettica, consapevole che Ron non potesse vederla.
<Tutta una serie di 'complicati processi logici' che temo non siano alla tua portata...Ho ragione, dunque?>
Ron calcolò un attimo. Se le avesse detto di no, lei avrebbe controllato, e si sarebbe infuriata con lui, ma se le avesse detto..
<Dammi il braccio, Ron.>
<Eh?>
<Il braccio>
Piuttosto stupito, Ron tese il braccio dove supponeva che si trovasse la ragazza.
<Ahi, mi vuoi spezzare la colonna vertebrale?> gridò lei.
<Scusa sai, ma è 'buio'!>
Buio...
Chissà perchè ma quella parola gli dava un estremo senso di libertà, perchè tutto è scuro nella notte, e nessuno vede ciò che fai, nessuno sguardo indagatore puntato addosso.
Hermione gli afferrò il polso e fece scorrere le dita dalla sua mano fino alla spalla.
Era fredda, molto, e Ron rabbrividì al suo contatto.
<Scusa, fatto male?>
<No...sei fredda, Hermione, sai? Credo che dovresti coprirti...>
<Ma se ho già addosso due cannottiere, una maglietta e un maglione di pile!>
Ron rimase zitto per un pò. Poi...
<Cos'è il pile?>
Hermione scoppiò a ridere, portò una mano alla bocca per arginare la ristata.
<Ron, lo so che sei un mago, ma mi pare che il pile si usi anche da voi...è una stoffa molto calda, più della lana...>
<Ah...Mai sentita...>
Hermione ridacchiò ancora.
rimasero un pò in silenzio, seduti dul sofà.
<Che si fa, torniamo a letto?> chiese Ron
<IO non riuscirei a dormire, e credo neppure tu...>
<Giusto.> sospirò <Povero Harry, però... Ultimamente sta sempre peggio, non sorride mai, e se la prende per tutto!>
<Se la prende CON NOI per tutto!>
<Ha ragione, Ron! Non possiamo continuare a litigare come bambinetti! E se poi gli da fastidio, beh, è solo un altro motivo per smetterla!>
Ron sbuffò.
<Che c'è adesso?>chiese Hermione esasperata.
<Hermione, noi non siamo gli schiavetti di Harry! Siamo solo suoi amici! non possiamo sempre stargli appresso! Non possiamo basare la nostra vita su quello che fa lui! Noi ora lo stiamo aiutando, ma quando tutto sarà finito? Quando Voldemort sarà sconfito, che faremo?>
In tutto questo Ron si era alzato dal divanetto ed era andato alla finestra. Il cielo fuori prometteva pioggia a volontà, e tutto era estremamente freddo attorno a lui. Il pavimento, la finestra ed Hermione.
<che significa "che faremo"?> si alzò anche lei e guardò fuori. Buio. <Tu diventerai un Auror, no? E io... suppongo una giornlista. Mi piacerebbe dimostrare che non serve mettere in cattiva luce la gente per dire la verità. E poi, Ron...> aggiunse abbassando il tono <Cosa ti fa credere che ne usciremo?>
Silenzio, ululato del vento nelle fessure della finestra, mentre l'erba si agita sul prato come un mare in tempesta.
E' strano notare come si attraggano oscurità e silenzio.
<Io...io voglio crederci.>
Hermione distolse lo sguardo dal prato fuori dal castello per puntarlo su Ron, sui suoi stupendi occhi blu appena visibili nel buio.
No, lei non ci riusciva. Era pessimista di natura, si, ma in quel caso, beh in quel caso ne era certa.
<Ron, io non ci riesco. Non ne usciremo, me lo sento.>
Il rosso rimase in silenzio.
<Noi..l'abbiamo sempre presa sottogamba, più un gioco che qualcosa di reale, ma Harry no, lui l'ha capito davvero: noi stiamo combattendo, e questo significa...>
<..significa rischiare che le persone che ci sono più vicine muoiano?>
<Compresi noi stessi. Ron hai capito che Voldemort punta a Harry? Se volesse, chessò, tendergli una trappola come ha fatto con Sirius chi pensi che userebbe?>
<Noi...ma che possiamo fare?>
<Studiare Difesa contro le Arti Oscure, velocizzare i riflessi e... e smetterla di pensare al futuro.>
Ron si diresse al caminetto, prese al bachetta e accese un debole fuoco, sedendosi sul divanetto.
<Non ne parliamo, Hermione, va bene?>
<Harry...?>
<Ok, cercherò di non farti arrabbiare, ma non ne parliamo più.>
Hermione prese un libro da terra, probabilmente quello che leggeva la sera prima.
Si sedette sulla poltrona più vicina al fuoco e iniziò a leggere, muovendo di tanto in tanto le labbra pronunciando qualche frase.
<Che leggi, Herm?>
<Romeo e giulietta...completamente sconosciuti, eh?> commentò notando l'espressione del ragazzo.
<Beh, si... di che parla?>
<Due ragazzi di famiglie rivali che si innamorano...> Ron storse il naso <..Ron, capita che la gente si innamori, sai?> Ribattè lei scocciata.
<Vai avanti...>
Hermione sbuffò <però i loro genitori non sono d'accordo a farli sposare e così Giulietta architetta un piano che prevede l'assunzione di un veleno che dura solo poche ore. Purtroppo però qualcosa va storto, e Romeo la vede e credendola morta si uccide. Così quando Giulietta si sveglia da questo 'sonno incantato', lo trova morto e si suicida.>
<Ma è incredibilmente stupido!>
<Oh, sta zitto! E'...è stupendo, e molto romantico!>
<E quale sarebbe il lato romantico? E' solo estremamente stupido!>
<Ma...morire per amore è dolcissimo, ed esprime alla perfezione quanto due persone si possono amare!>
<A me sembra più una fissazione! Se vedessi la mia ragazza stesa con gli occhi chiusi nn penserei "è morta", casomai che dorme, o sta male!>
<Ma a Romeo avevano detto che era morta, e lui le prova anche a sentire il battito cardiaco!>
<Beh, non vedo perchè uccidersi!>
<Ma Romeo non può vivere senza Giulietta! Lui la amava!>
Ron le lanciò uno sguardo scettico.
<E comunque è un libro scritto molto bene, non mi piace solo per la storia!>
<non urlare, Mione, o sveglierai tutti! Sono solo le sei, lasciamo dormire chi ci riesce!>
<E poi l'amore è una cosa bellissima, forse la più bella del mondo!>
<Ah, e chi lo dice?> Ron si lasciò scivolare un pò dal divano.
<A parte tutti i poeti del romanticismo e qualche filosofo greco e Saffo (che non saprai chi è) ?>
Ron sbuffò, mentre la ragazza si aggiustava i capelli dietro le orecchie. Non voleva perdere neppure una delle sue risposte sceme.
<Rimane io fatto che l'amore è una stupidaggine, una come si dice...utopia?>
<Ne concludo che non ti sei mai innamorato...>
<Concludi male, e resto della mia idea, l'amore porta sofferenza e basta!> disse in tono definitivo.
Hermione gli tirò in grembo il libro.
<Forse ne hai più bisogno tu di me...> concluse Hermione sorridendogli.
Ron scrutò la copertina disgustato, poi tenendolo con due dita la posò sul bracciolo del divano.
Poi guardò l'orologio.
<Bene, io vado a mangiare!>
Infilò il buco del ritratto e scomparve, portandosi dietro il libro.

 
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