IL COGUARO ALESSIO
- Capitolo 1° -
Dopo i demenziali successi di due demenziali personaggi come me e Jack, lasciandoci tutto alle spalle torniamo con una nuova fanfic! Devo dire che siete fortunati: avete infatti rischiato di non poter leggere più le mie opere. Ora vi spiego: sono reduce da una spietata guerra tra uomo e macchina, che al confronto la missione di Neo era una scampagnata nel bosco; il mio computer infatti faceva di tutto per non lasciarmi andare su internet, inventando scuse come “verificare la password e riprovare”, “nome utente non valido” e altre cose simili. Per dirvi la situazione, avevo già chiesto a Jack di pubblicare un messaggio di addio strappalacrime (o quasi).
Per fortuna, dopo stremanti combattimenti, l’uomo ha trionfato sulla macchina!
Ma torniamo alla fanfic, una raccolta di storie ancora più stupide delle precedenti messe assieme!
C’era una volta, tanto tempo fa, nella città degli animali… un coguaro, direte voi. Esatto, c’era proprio un coguaro, ed anche un bell’esemplare di coguaro. Questo coguaro, che di nome faceva Alessio, era molto triste: infatti non aveva amici (d’altronde chi, oggigiorno, è amico di un coguaro?). un giorno così Alessio decise di trovarne uno; uscito dall’ufficio postale (chi, oggigiorno, non va all’ufficio postale?) vide un rinoceronte, a cui chiese con aria umile: “scusa, rinoceronte, vuoi essere mio amico?” ma il rinoceronte, spaventato, prese la rincorsa e con un’incornata proiettò il coguaro nella vastità del cielo. Atterrato presso un bar, entrò per farsi una bevuta e dimenticare l’incidente di prima. Ma il barista, una giraffa dall’aria distinta e raffinata, prese una rivoltella e cominciò a sparare all’impazzata (d’altronde, oggigiorno, chi non si mette a sparare all’impazzata?). Uscito di corsa dal bar, il coguaro Alessio vide passare una macchina con sopra un coniglietto e, attorno, alcune conigliette. “scusate, gentili coniglietti volete…” cercò di dire Alessio. Ma il coniglietto rispose: “’sti ciapp!” e partì a tutta velocità, probabilmente per andare a spassarsela in qualche discoteca. Sempre più depresso, Alessio vide ad un certo punto che un bambino aveva lasciato andare il suo palloncino in aria (d’altronde chi, oggigiorno,non lascia andare il proprio palloncino in aria?). Non si sa cosa facesse un bambino nella città degli animali, ma ciò non ha la minima importanza. Con il tipico balzo da coguaro, Alessio afferrò il palloncino e lo restituì al bambino. I due diventarono così inseparabili amici.
Perché il bambino non si era spaventato vedendo il coguaro? Semplice, perché lui non sapeva cosa fosse né come fosse fatto un coguaro. E anche voi che ve lo state chiedendo, non affannatevi a cercare una risposta, perché ogni tanto un po’ di ignorantità serve.
Epilogo: dopo qualche mese, Alessio, mentre giocava a far fare i salti al suo amico, venne distratto da una coguara. Il bambino cadde e morì, Alessio scoprì che in verità era stato distratto da un idrante che assomigliava a una coguara e così rimase di nuovo solo.
mi vergogno di me stesso per queste demenzialità... per chi stesse pensando preoccupato che coi teletubbies abbiamo chiuso, sappia che torneremo a scrivere anche le loro (dis)avventure!
prima o poi...
forse...
ma dai, scherzo! in verità sono notti che non dormiamo per creare nuovi racconti che pubblicheremo in massa!
Ciao da Checco!!!!
Checco:"pssst! ehi, jack, pensi che mi abbiano creduto?"
Jack:"spero di sì, ma prima o poi dovremo inventare qualcosa di nuovo!"
|
|
