LA RIVELAZIONE
- Capitolo 1° -
Quel giorno, come del resto quasi sempre, nella sala comune di Grifondoro Neville Paciock aveva chiesto ad Hermione Granger una mano con i compiti di Trasfigurazione, un tema sugli incantesimi Evanescenti piuttosto lungo, cosa più che normale, per gli allievi del quinto anno. “La formula da pronunciare è Evanesco e l’effetto…” disse Hermione al compagno, quando un Ron quasi terrorizzato corse verso di lei con un giornale in mano. “Hermione, Hermione!! Leggi qua!” e le porse il giornale. Lei lo lesse a voce alta: “Allie e Broderick Bode, mago e strega che lavorano al ministero nella sezione Misteri, sono stati torturati fino alla pazzia e ora sono ricoverati al San Mungo. La responsabile, la Mangiamorte Bellatrix Lestrange, è stata rinchiusa ad Azkaban per un periodo di tempo indeterminato, in attesa di ulteriori notizie…….ma è terribile! Meno male che l’hanno beccata subito, altrimenti….ma come si fa a fare certe cose! E poi, perché proprio loro! Magari dove lavoravano c’è quella cosa che Sir…ehm” disse Hermione che, essendosi dimenticata della presenza di Neville, stava per dire “Sirius” “va bene, Ron, parleremo dell’articolo dopo cena, ora devo aiutare Neville”. Avrebbe potuto parlare con Ron anche di cose segretissime, che Neville non avrebbe comunque sentito niente. Il sentire quell’articolo aveva fatto riaffiorare nella sua mente ricordi molto dolorosi della sua vita, cose che non avrebbe mai voluto che accadessero. Ripensò ai suoi genitori, a quanto gli mancavano, a quella odiosa Mangiamorte che, oltre che lui, probabilmente aveva appena reso quasi orfano un altro ragazzo innocente, e si mise a piangere silenziosamente sul tavolo. “Allora Neville, dicevamo che……. Cosa c’è, Neville? Perché piangi?”. Avrebbe dovuto svelare il suo segreto e dire tutto ad Hermione? Stava decidendo, ma bastò guardare lo sguardo di lei per capire che gliel’avrebbe potuto tranquillamente dire. “L’articolo……mi ha fatto pensare ai miei genitori, e a cosa è accaduto loro. Me lo ricordo come se fosse ieri” disse, ancora singhiozzando. “Avevo tre anni, e il giorno del mio compleanno la nonna mi era venuta a prendere perché voleva portarmi allo zoo. Stavamo tornando a casa. Sentivo delle urla e vedevo dei lampi provenire da casa mia. Quando mi avvicinai al vetro della finestra, vidi i miei, pieni di ferite e coperti di sangue, che urlavano di dolore e quella odiosa……Bellatrix Lestrange che…..che…..” ma non andò oltre, da quanto stava singhiozzando. Hermione lo abbracciò. Ora anche lei stava piangendo. Dopo un po’, Neville le disse, ancora piangendo: “Giurami che non lo dirai a nessuno, neanche a Harry e a Ron!”. Ed Hermione rispose: “Va bene, Neville. Resterà un segreto tra noi due.”. In condizioni normali, non avrebbe mai promesso a Neville di non dirlo a nessuno, almeno a Harry e a Ron l’avrebbe detto, ma in quel caso capiva che era meglio se avesse aspettato il momento in cui Neville avrebbe voluto raccontare tutto di sua spontanea volontà, e allora sicuramente anche i suoi due amici sarebbero stati al corrente dei fatti accaduti l’estate di circa 12 anni prima. Di una cosa Hermione era sicurissima: da quei cinque minuti in cui lei aveva sentito la verità sui genitori dell’amico, il suo rapporto con Neville sarebbe totalmente cambiato. E aveva ragione.
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