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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: LA DICHIARAZIONE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: djpurple galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/11/2004 19:24:38

questa è la mia prima fanfiction, la storia parla di ron e.... lo vedrete. ron è il mio preferito.
 
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LA DICHIARAZIONE
- Capitolo 1° -

LA DICHIARAZIONE

Sarà che mi identifico così tanto in lei…

Il ragazzo con i capelli rossi guardava trasognato fuori dalla finestra, verso il verde campo da quidditch mentre il professor Ruf blaterava senza sosta a proposito di un’altra infinita guerra tra giganti avvenuta secoli prima.
Non riusciva proprio a concentrarsi sulla lezione, nemmeno quando Hermione gli tirava gomitate nel fianco per riportarlo alla realtà, nemmeno allora distoglieva lo sguardo dall’erba. Finita la lezione si alzò dal banco più lentamente possibile, raccolse le sue cose e si trascinò lungo il corridoio al fianco del suo amico Harry, diretti verso la prossima lezione.
‘Ron ci sei?’ lo scosse per una spalla l’amico. ‘eh? Uhm, sì… divinazione, giusto?’ chiese assonnato.
‘già’ rispose Potter. Vennero superati da Hermione che correva verso aritmanzia, zaino in spalla. Harry fece un cenno con la mano per salutarla, poi chiese all’amico grifondoro ‘che mi dici di lei?’.
Ron, che camminava trascinando i piedi con lo sguardo perso nel vuoto, si riscosse per un attimo dal torpore: ‘lei? Lei chi? Di chi parli?’ chiese, improvvisamente agitato.
‘bè Hermione!’ disse Harry.
‘ahhh, Hermione!’ si risvegliò Ron. ‘Per un attimo ho creduto che avesse scoperto il mio segreto’, pensò tra sé e sé il ragazzo con i capelli rossi, tirando un sospiro di sollievo.
‘le piaci da sempre, te ne sei accorto vero?’ lo incalzò il giovane.
‘mh…’ rispose Ron, che nel frattempo era ripiombato nello stato catatonico e non ascoltava più. Fecero capolino dalla botola della soffocante aula di divinazione e si sedettero ai soliti posti. Tra i fumi dell’incenso, la scarsa illuminazione e l’ipnotico rantolo della Cooman Ron non riusciva a tenere ferma la concentrazione sulla lezione, neanche fosse sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente.
La sua mente vagava… incominciò a pensare alla ragazza dei suoi sogni…
ora era al settimo anno, quindi la conosceva ormai da ben 5 anni…
e pensare che all’inizio non la apprezzava minimamente! Effettivamente la maggioranza delle persone non l’avrebbe considerata una bellezza, e per questo lei ha sofferto molto. Nemmeno la sua voce verrebbe comunemente considerata propriamente melodiosa… il suo carattere, poi… era nota per essere alquanto suscettibile e permalosa… ma per lui ora era una dea, e pensava a lei ininterrottamente.
Ron sapeva anche che per un lungo periodo di tempo la ragazza in questione ha avuto un debole per il suo migliore amico, Harry, ma era quasi sicuro che si trattasse di acqua passata…
inoltre, tra loro c’era una certa differenza d’età, ed erano molto, molto diversi… due categorie a parte, si potrebbe dire…
‘al diavolo’, pensò il giovane grifondoro, ‘oggi stesso mi dichiarerò. Troveremo il modo di far funzionare la nostra storia, se lei mi accetterà… speriamo bene’.
Preso da un nuovo entusiasmo, Ron cominciò a seguire attentamente la lezione di divinazione, al fianco di Harry che lo fissava sbalordito prendere appunti di quello che Sibilla Cooman enunciava, con un sorriso da orecchio a orecchio stampato sulla faccia lentigginosa.
Finita la lezione i due uscirono dalla classe. ‘vai avanti, devo dire una cosa a Seamus’ disse Harry Potter all’amico scoccandogli un’ultima occhiata perplessa, ma lui non l’aveva nemmeno sentito: era già schizzato verso una nuova meta ignota all’eroe di Hogwarts.
Nella fretta travolse anche Draco Malfoy, che lo rincorse per un tratto deciso a spaccargli la testa come una zucca matura, ma non riuscì a stare al passo e rinunciò.
Ron era talmente assorto nei suoi pensieri mentre sfrecciava nei corridoi che quasi non si accorse di aver urtato un’altra persona: Hermione. Lei gli urlò dietro ‘ma si può sapere che ti prende? È tutto il giorno che sei così strano…’ ma lui l’aveva già superata, ed era concentrato sulle parole da usare per la sua imminente dichiarazione mentre alla ragazza moriva in gola un flebile ‘…ci vediamo dopo…’ che non giunse alle orecchie del giovane mago.
Salì due rampe di scale, nervoso come non mai. Non era molto pratico di queste cose. Percorse a lunghi passi il corridoio che finiva con un portone in fondo, e davanti ad esso si fermò.
Ci sono, pensò. Si passò le mani tra i capelli, fece un profondo sospiro e mise la mano sulla maniglia. Entrò dalla porta, e disse…

‘Mirtilla, ti devo parlare…’

 
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