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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Tekken
CrossOver: autobiografia
Titolo Fanfic: CALL ON ME
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ubi88 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/11/2004 21:13:37 (ultimo inserimento: 17/12/04)

``lovely day, ever lookin down me`` (bel giorno non trascurarmi mai...) ubi x jin kazama! ^^
 
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(SOLITUDINE...)
- Capitolo 1° -

CALL ON ME

Nota d’inizio:// salve a tutti! Eccomi tornata con una storia autobiografica mescolata con Tekken 4. Ovviamente la mia guida sarà il bel Jin Kazama… vabbè… è tutta la rabbia che ho accumulato in soli due giorni di scuola e ora esplode come una bomba…per il titolo mi sono ispirata alla canzone “call on me” di Eric Prydz… kisses! Ubi88

Capitolo1 (solitudine…)

(Ubi)
è una giornata strana. Il cielo è di un tenue azzurro, talmente tenue che lo si può confondere con un grigio perla. Passo dalla piazza, che il mercoledì è il parcheggio del vicino mercato, passando da una scuola, credo geometri. Passo da sola con una delle mie poche amiche rimaste: la musica. Mi lascio trasportare dalla musica che un po’ mi stordisce ma è come la droga. Prima stai male poi stai bene e a volte è il viceversa. Attraverso una strada dritta. A destra della strada c’è l’asilo con tutti i bambini che giocano. Mi capita di pensare che vorrei tornare bambina ma se potessi so che non starei bene… in fondo i problemi bisogna affrontarli e non scappare come a volte faccio io… mi rifugio nella musica. C’è chi si rifugia nella droga, chi nell’alcol, chi nel fumo, beh, io nella musica… nella musica, nei manga e nel disegno… la mia tana, il mio guscio in cui stare comoda per non soffrire…

Passo poi davanti ad un parco in cui ci sono dei mosaici. Curiosa mi incammino dentro ma non riesco a raggiungere il mosaico che da lontano sembra il più bello. Sembra quasi un enorme pesce bianco e nero… esco dal parco. Cammino sul marciapiede e mi trovo davanti agli enormi condomini che emanano un’aria severa e minacciosa… attraverso la strada correndo e mi ritrovo nel cortile di uno di questi enormi edifici. Cammino e raggiungo la mia fermata. Ci sono tutte persone ostili nei miei confronti… mi metto nella mia “tana”, un portico di uno dei condomini… mi siedo per terra con il giubbotto per non sporcarmi anche se non me ne frega più di tanto, poi mi metto ad ascoltare la musica e a disegnare…

Oggi pomeriggio ho sentito una specie di rabbia in me. Forse è per quello che è successo stamattina: i miei compagni mi tiravano i tappetini del mouse e sono andata di matto. Ho cominciato a mostrare il mio lato feroce, facendo a botte mentre tutti ridevano… purtroppo sono molto impulsiva e le cose che faccio o dico quando sono arrabbiata le faccio senza pensare e dopo mi sento in colpa, come un enorme peso sullo stomaco…

Mi metto a piangere dalla rabbia. Solo il prof mi aiuta… mi sento sola e ridicola… la rabbia mi circolava nelle vene e nelle arterie come un sangue impuro macchiato di nero… ho la testa pesante, gli occhi carichi di lacrime, l’orgoglio squarciato e non ferito, quel poco orgoglio che mi è rimasto… questo poco orgoglio sanguina a mo’ di emorragia nella mia anima… sono distrutta dentro… penso al suicidio che se morissi, tutti sarebbero felici senza una rompiscatole…

Ad un tratto, mentre penso,qualcosa nel mio corpo comincia a manifestarsi…non ci penso, ma comincia a farmi male lo stomaco, ma non perché avessi mangiato troppo anche perché non avevo mangiato niente… non avevo soldi per comprami la porcheria delle macchinette della scuola. Mi chino a disegnare come se nulla fosse ma il male si estende fino all’appendicite, tant’è che mi prendo tre accidenti in uno! Non voglio certo morire d’appendicite. Metto tutto a posto e corro come una matta verso i condomini, dove non c’è nessuno ma è come se il mio corpo fosse comandato da qualcuno.

Ad un tratto… sento un fortissimo male alla schiena, due ali d’angelo grigie mi spuntano dalla schiena, i capelli che mi scendono sul viso sono ancora castani. C’è un pezzo di vetro sull’asfalto. Cerco di guardarmici dentro: ho gli occhi viola…

Ad un tratto, un forte dolore al seno mi percorre e ritorno normale.

Rimango impietrita e perplessa. Cosa può essere accaduto?
Ritorno alla fermata come se nulla fosse. Guardo l’orologio del cellulare: è l’una e 29… è meglio che vada altrimenti perdo l’autobus…

In corriera non faccio altro che pensare alla mia trasformazione. Fisso il paesaggio che si muove a ritmo del pullman e fisso con aria vuota e inespressiva. Mi accascio al finestrino freddo. Sono stanca e affamata… mi addormento… è la prima volta che mi addormento in autobus…

***continua…***

Nota dell’autrice:// vi piace? Questa è la 106esima storia! ^^ saluto tutte le mie ancelle… speriamo che commentiate e mi diate tante idee anche voi carissimi lettori! ^^ kisses! Ubi88…

 
Continua nel capitolo:


 
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