PRIMO
- Capitolo 1° -
il mare era calmo in quella piccola parte di costa. Di costa, si', perche' non solo i bianche balconi si affacciavano sulla baia, ma per raggiungerli bisognava scalare gran parte del versante del monte dato che erano stati costruiti quasi in vetta.
i balconi non nascondevano ne' case ne' palazzi, ne' fabbriche ne' uffici...uno strano architetto aveva innalzato solo quelli, preso dall'impeto di creazione alimentato, forse, dai funghi allucinogeni che crescevano rigogliosi e copiosi in mezzo alle rocce che si stagliavano rosse sul marrone carico delle acque sottostanti.
sotto la superficie, sui cumuli di immondizia accumulata li' decenni addietro dai ligi cittadini di una civilta' ormai scomparsa, riposavano smorte carcasse decomposte di stanchi pesci, la cui vita era trascorsa veloce. troppo veloce, grazie alle perdite delle lunghe e scintillanti tubature che smaltivano le scorie radioattive della fabbrica nucleare dietro al monte.
il sole, quasi oscurato dalle nuvole tossiche, si rispecchiava sui cocci di vetro incastonati nella sabbia.
il ragazzo passeggiava tranquillo sul sentiero trascurato, o addirittura abbandonato, dato che dovette scavalcare il grosso scheletro di una quercia abbattuta e li' abbandonata da secoli. il lungo rastrello da guerra, scalfito da innnumerevoli battaglie, gli sbatteva pesantemente sulla coscia bruciata dagli acidi, mentre si dirigeva verso la tanto sospirata e sognata meta.
un movimento alle sue spalle gli fece sguainare il temibile mestolo che cosi' spesso gli aveva salvato la vita.
lo sconosciuto si avvicino' intimorito dalla possente arma.
il ragazzo lo fisso', colto da un tremito di terrore: mai aveva visto una creatura tanto orribile. questa si eresse in tutta la sua altezza; il corpo lucido e viscido scintillava nella fioca luce, sporco di terra, e pronto allo scatto; la testa, quasi irriconoscibile, ceca e lunga, bavosa, dondolava annusando l'aria.
il ragazzo avanzo' di un passo e l'essere gli venne incontro. attese. avanzo' ancora. poi, con un balzo, si avvento' sul lombrico che si stava attorcigliando in una stretta sulla gamba e, guidato solo dall'istinto, lo colpi' selvaggiamente col mestolo.
l'animale si ritrasse confuso, ma subito tento' di attaccarsi di nuovo.
spaventato, il giovane butto' di lato l'arma ormai inutile, visto la ceca rabbia del mostro, e gli si avvento' contro con tutto il suo peso.
nella spiaggia eccheggio' un sordo rumore, terribile...quello del verme che si spappolava sotto il corpo del ragazzo.
questi si alzo' e guardo' con orrore il proprio corpo: una lunga macchia di 10 cm correva da un bottone all'altro della logora camicia e il suo intenso color crema non sarebbe andato via facilmente...sarebbe stato la ciccatrice indelebile (o quasi) dell'ennesiam lotta per la sopravvivenza affrontata su quel mondo inospitale e colmo di pericoli.
N.d.A:nn finisce qui, ma prima di azzardarmi a scrivere i capitoli seguenti (colmi di sorprese e colpi di scena) vorrei avere il vostro piu' sincero commento....basta un voto da 1 a 10...
continua...
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