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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: THE SCARLET ROSE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Slash
Autore: kumo galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/11/2004 15:44:38 (ultimo inserimento: 27/11/04)

yaoi. ennesima sirius x remus... forse un pochino più tormentata... non so che dire, se non che è un nuovo parto della mia mente malata! leggete ^ ^
 
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PRELUDIO ALLA DISTRUZIONE
- Capitolo 1° -

26- 10- 2004 ---
Ehilà, gente! NdEarendil
Eh? Ndtutti
^______^ sono tornata! Ndme
Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo! Ndtutti
Sisisisisisi lo so che siete felicissimi! Vedo il sorriso stampato sui vostri volti candidi! Ndme
Ma che dici? Ci vedi? Ndtutti
Oh, beh, ma io sono felicissima di tornare a scrivere! Ndme
Buon per te! Ndtutti
Ma come? Uffa…. Cattivissimi, siete sempre cattivissimi! Sciupè! Ndme
Che? Autrice, potrebbe almeno parlare in italiano… l’ostrogoto non lo capisce nessuno… Ndtutti
Non era ostrogoto! Ndme
Ah, si, era un buffo dialetto slavo! Ndtutti
No-no,era il mio dialetto, ma lasciamo stare, che non gliene frega nulla a nessuno -Ndme
Si, si, lasciamo stare! Ndtutti
>______< I’m gonna chop you in pieces so small that… eh-ehm (me si ricompone)… dicevo…
Nuova ficcia, eh! Ndme
Ma va? Ndlettori che se ne stanno già uscendo dalla pagina
Oh, oh, aspettate! Ehi, non andatevene ç______ç
Volevo solo avvertirvi di un paio di cosette!
La storia è lunga cinque capitoli, ed è già stata scritta. L’ho scritta a mano durante le ore di tedesco e ora la sto ricopiando (un po’ anche nelle ore di filosofia, che proprio non mi piace…). Il fatto che io trovi tempo il pomeriggio per mettermi al computer è dovuto all’assemblea di classe di domani. Non ho nulla da fare ^ ^.
Ah, poi i soliti avvertimenti, è yaoi, bla bla bla, Sirius x Remus, bla bla bla, dulicis in fundo, mi riservo per gli ultimi chappy, ma don’t worry! Ve li postero entro breve nel caso in cui il mio computer non prendesse la bastarda decisione di spegnersi per l’eternità. Il mio computer è infame… lurido attrezzo! Mi abbandona sempre ç_____ç -Ndme
Eh-ehm… NdSirius bello
Oui? Ndme
Autrice, prima comincia, prima conquisto Moony! NdSirius bello
Oh, certo… allupato! Ndme
Ma! NdSirius bello
Autriiiiiiiiiiiiiiiiice! Ndtutti
Ok, ok, attacco con la ficcia!
Mesdames et messieurs… voilà ma nouvelle… come posso tradurre ficcia ? mm… Ficcia, va la… Ndme





CAPITOLO UNO.
PRELUDIO ALLA DISTRUZIONE.

Sirius se lo ricordava bene quando era cominciato. C’era la luna piena. Poi Moony s’era svegliato e non aveva più smesso di piangere.
‘Mm…’
‘Ehi! Ehi, Remus...’ Gli aveva stretto la mano mentre riapriva gli occhi.
Dall’altra parte della branda Peter Minus si agitava senza sapere cosa fare.
‘Stai bene Remus?’
Lui annuì quasi impercettibilmente.
‘Non ci credo!’ Scherzò Sirius, e gli strizzò una guancia.
‘Ahi!’
‘Sirius! E’ pieno di graffi!’ Piagnucolava Peter ‘Non strapazzarlo, dai!’
‘Scusa-scusa, Moony!’
‘Lascia stare…’ Remus sospirò e si voltò verso il soffitto dell’infermeria, si zittì.
Sirius lo osservò lungamente. Non era solo stanco, come succedeva ad ogni trasformazione, visto che scorrazzavano in lungo e in largo e il lupo era particolarmente feroce. Sirius poteva accorgersene con una facilità sconcertante, lo percepiva amplificato a dismisura: gli occhi di Remus, velati da una fitta coltre di nebbia dolorosa, lo evitavano per paura che scoprisse la verità più amara
Era esausto, e non fisicamente.
Le vere ferite non le portava sul corpo sfregiato, non erano affatto le lacerazioni profonde della suo morbida pelle: era l’anima che sanguinava. E non trovava rimedio.
‘Remmy, Remmy… stai bene davvero? Sei strano!’
‘Devo riposare, lo sai.’
‘Ma io intendevo -‘
Remus gli afferrò un polso e lo strinse con violenza, fino a fermargli la circolazione. ‘Sirius!’ Si voltò verso di lui, gli occhi sgranati, il viso contratto in un’espressione di orrore. ‘Sirius, come sta?’
‘Dorme…’
‘E -‘
‘Dormi anche tu, Remus.’
‘E’… ferito?’
‘Non importa…’
‘E’ ferito?’ Ripeté.
Sirius avvertiva il formicolio propagarsi per tutto il braccio. Remus stava stringendo troppo forte. Dove la trovava tutta quell’energia, se non era nemmeno in grado di reggersi in piedi?
‘Si…’ Sussurrò, senza trovare il coraggio di guardarlo in faccia.
‘L’ho ferito!’ Remus si portò entrambe le mani alla testa, liberando Sirius, che cominciò a massaggiarsi il polso. ‘L’ho ferito!’
‘Non avrei dovuto…’ Sirius era imbarazzato, e non sapeva né cosa dire, né cosa fare per consolare il suo piccolo Moony. Gli rimboccò le coperte e le lenzuola già macchiate di sangue.
Nemmeno Peter parlava. Si sentiva profondamente a disagio.
Poi, improvvisamente, Remus si alzò dal letto. Sirius non se ne accorse in tempo, lo scatto era stato fulmineo.
‘AH!’ Urlò Remus, ricadendo contro il guanciale. Si strinse l’addome con violenza, quasi come se in questo modo potesse frenare il dolore.
‘Remus! Stupido! Cosa pesavi di fare!’ Sirius lo ricompose, gli accarezzò i capelli. ‘Remus, Remus… sei ferito! Sei pieno di graffi, non puoi pretendere di poterti alzare così bruscamente!’ Gli parlava con dolcezza.
‘James… dov’è James?’ Diceva, tra le lacrime. ‘Dov’è James?’
‘Zitto, Remmy, zitto… calmati !’
‘Sirius, dov’è?’
‘Moony, non importa…’
Remus voltò la testa prima a destra, poi a sinistra, e vedeva file di lettini bianchi e tutti vuoti. ‘L’hanno già dimesso?’
Sirius alzò lo sguardo da lui, si voltò verso Peter che evitò deliberatamente di parlare. Sospirò. Lo aspettava un compito ingrato, ‘No, Moony, non l’hanno dimesso. L’hanno dovuto portare al San Mungo.’
*
Remus Lupin si era piantato davanti alla finestra, tremando mentre contemplava lunghe file di nuvole nere coprire la luna e le stelle.
Il suo sguardo era vacuo, spento, i suoi occhioni castani non stavano realmente fissando il cielo, guardavano piuttosto ad una realtà diversa, oscura… un incubo.
Socchiuse la bocca ma non proferì parola. Inclinò la testa da un lato. ‘Disastro, disastro…’
Chiuse gli occhi. - Mi preparo spiritualmente - Pensava - per una notte di distruzione e disastro. - Poi si era messo a dormire, e nonostante gli incubi si era svegliato ritornando sempre il solito timido, gentile Remus. Ancora per poche ore.
‘Per favore, non venite stasera.’ Aveva detto agli altri.
‘Ma che dici, Moony!’
‘No, James! Parlo sul serio!’
‘E perché non dovremmo?’ Aveva insistito Sirius.
‘Ah, è una specie di premonizione!’
‘Mm?’
‘Io lo sento, lo sento dentro di me! Non potete capirlo! So quando sarò violento, so quando perderò il controllo in maniera irrimediabile!’
‘E’ per questo che ci siamo noi, stupidino!’
‘No.’
‘Remus, non fare i capricci.’
‘Non sono capricci, Paddy! Ascoltami!’
‘Ma tu piantala.’ Gli aveva spettinato i capelli castani.
‘Perché non mi date retta?’
‘Dici solo sciocchezze, ecco perché!’
‘Ma -‘
non c’era stato verso di convincerli. Remus aveva scoperto che era inutile cercare di spiegare i brividi che gli percorrevano la schiena, la forza oscura e misteriosa che gli attanagliava l’anima e ora aveva cominciato ad invadergli il corpo, dilaniandone i tessuti in maniera mostruosa. E come poteva biasimarli? In fondo loro non lo sapevano, non l’avevano mai provato. Erano sofferenze che sarebbero sempre rimaste recluse al resto del mondo… il resto del mondo… perché non poteva far parte anche lui di quel maledetto resto del mondo? Perché non doveva essere normale?
La sua personalissima maledizione lo percuoteva con violenza ed innalzava un muro insormontabile tra lui ed ogni altro essere. La maledizione era una condanna ala solitudine.
- Capiterà, capiterà prima o poi! Ferirò qualcuno! E allora avrò talmente tanto schifo di me stesso che non vorrò nemmeno guardare la mia immagine riflessa nello specchio. Prima o poi le mie mani si sporcheranno di sangue scarlatto. E innocente.
Importerà mai a qualcuno il fatto che ho un’anima? Per la gente sono solo un mostro. -
Era in momenti come quelli che odiava silenziosamente tutto il mondo, e se ne vergognava.
Poi le ore erano trascorse nel più totale abbandono dei pensieri disfattisti, come ogni vigilia di plenilunio.
E mentre quel qualcosa di estraneo al suo corpo lo conquistava sempre di più, lo incatenava sempre di più, Remus pensava con amarezza a quanto fosse esulcerato da tutta la situazione.
*
La trasformazione cominciava sempre dopo la mezzanotte.
Remus si era spesso chiesto perché , e aveva fatto ricerche sui pesanti libri della biblioteca, invano.
Anche quella era una tortura. Un po’ come la vigilia di Natale supera in bellezza ed emozioni il Natale stesso, l’attesa della trasformazione in bestia lo umiliava, lo scuoteva, lo preoccupava.
Tormento atroce! - Oltre al danno, la beffa! - aveva sempre pensato con amarezza.
I suoi amici non arrivavano mai prima di mezzanotte, e Remus rimase solo coi suoi cupi pensieri, sdraiato per ore sul letto distrutto dal lupo, le mani intrecciate sul petto. Un po’ si preoccupava, un po’ si angosciava, un po’ tremava e gemeva.
Avrebbe voluto avere di fianco qualcuno a consolarlo, a distrarlo, ne aveva un disperato bisogno.
E alla fine dovette abbandonare i suoi infausti presagi, perché sentì che il morbo si era impadronito ormai di tutto il corpo e lo stava dolorosamente trasfigurando.
Perse la ragione e ancor prima che la trasformazione fosse completa si contorceva in preda agli spasimi, gridava di dolore, si graffiava il petto candido.
Quando Paddy entrò per primo, guaendo, nella stanza, capì subito che c’era qualcosa che non andava: lo splendido lupo dal manto lustro era già completamente coperto di sangue ed ululava digrignando i denti, in modi tanto orribili che Sirius non aveva mai visto prima, nemmeno durante le loro prime notti insieme.
Li aggredì violentemente e con vigore mostruoso.
- Ecco il vero lupo! Ecco cosa ci voleva dire! - Pensava, mentre si leccava la zampa già ferita. - Remus, mio piccolo Remus! Che ti succede? Sei stato così… violento… pensavo che stare con noi limitasse la tua pazzia e riducesse i tuoi istinti brutali! Ma ciò che vedo…’
In verità Remus non ricordava mai nulla delle sue trasformazioni. Sapeva solo che quando si svegliava stava veramente male e pregava, prima i riaprire gli occhi, affinché nessuno fosse stato ferito.
Anche quella notte d’inferno volse al termine, e col sorgere del sole Remus tornò Remus, solo l’uomo che era. Esausto, si accasciò per terra.
‘Peter!’ Sirius, di nuovo umano, cercava il topo che si era nascosto chissà dove molte ore prima. ‘Peter! Va’ immediatamente a chiamare Madama Chips! Muoviti Peter!’ Gridava con tutto il fiato che aveva in gola.
‘Paddy!’ squittì timidamente Minus da un angolo buio.
‘Peter, porta James in infermeria, per l’amor di Dio!’
‘Ma io -‘
‘Peter c’è anche Remus a cui pensare!’
Minus sollevò con un colpo di bacchetta il corpo esanime di Prongs dal pavimento polveroso proprio mentre Remus riapriva gli occhi.
Rimase inorridito e scosso in profondità. James giaceva davanti a lui, sospeso a mezz’aria, un’orrenda e profonda ferita gli squarciava il petto intero e parte della gamba destra. Perdeva un fiume di sangue.
‘Cos’ho fatto!’ Gemette con tutta la voce che gli rimaneva. ‘Cos’ho fatto!’
Peter si era incantato a guardarlo.
‘Vai! Vai, Peter, non perder tempo!’ Urlava Sirius, esasperato.
Un po’ zoppicando, Minus se ne andò trascinando con se il corpo pallido ed emaciato del povero Potter.
‘Cos’ho fatto…’ Continuava a piangere Remus.
‘Shttt! Dai, caro, stai calmo, stai calmo…’ Sirius lo sollevò da terra e sentì le braccia di Remus avvinghiarsi fortemente contro il suo copro.
Lo depositò supino sul letto disfatto e gli si sedette accanto.
Remus voltò la faccia e gli afferrò un lembo della camicia distrutta.
‘Resti di fianco a me?’ Piangeva a dirotto.
‘Si.’
‘Davvero?’
‘Si.’ Rispose di nuovo.
‘Non ti faccio paura.’
‘Non ora.’
‘Non ti faccio schifo?’
‘No! Non dirlo mai! Remus, una creatura pura e splendente come te non mi farà mai schifo!’
‘Noooooo…’
‘No. E smettila di piangere.’
‘Guarda cos’ho fatto a James! Guarda cos’ho fatto!’
‘Non tu, non tu!’
‘Mi odio.’
‘Non dovresti. Non dovresti proprio. Ah, Remmy, tu sei come una stella e brilli di una luce tua, candida e particolare! E nessuno che ti stia mai vicino potrebbe odiarti o avere schifo di te, e a maggior ragione tu no dovresti. Quando ti trasformi… quello non è Remus! Non è il Remus che conosco, non è il mio compagno di stanza né il mio amico… Remus! Sei solo scosso, vedrai, ti passerà.’
‘Guarda cos’ho fatto a James…’ insisteva.
‘Dai! Dai, dormi! Hai bisogno di riposarti!’ Sirius aveva afferrato un lembo del lenzuolo e aveva cominciato ad asciugargli le ferite, a ripulirle con cura.
Remus si addormentò in pochi secondi.
- Spero che siano sogni beati, piccolo. Te li meriteresti, davvero, dopo quest’orrore. -
era sempre Sirius che rimaneva di fianco a Moony finché non sentiva i passi di madama Chips echeggiare su per le scale della Stamberga Strillante, e solo allora lo lasciava a malincuore nelle mani di qualcun altro, infilandosi il mantello dell’invisibilità di James e sgattaiolando velocemente fuori dal salice.
Anche quel giorno rimase al suo capezzale. Gli prese la mano, la accarezzò teneramente e guardò con sofferenza il suo corpo nudo.
- Sofferenza, si. In fondo soffro io stesso per la sua sofferenza, perché non posso fare nulla per alleviarla. -
Ma chi voleva prendere in giro? Si vergognava di poterlo desiderare anche in momenti come quelli. - Come puoi pensare ora a certe cose? ti piacerebbe possederlo, vero? Forse un giorno sarà tuo e potrai trascorrere mille notti con lui, non come quella appena passata, ma come due amanti innamorati. Adesso non è il caso. -
La mano di Sirius lo sfiorava dappertutto, accarezzava delicatamente ogni centimetro del suo bel corpo scempiato. Nel sonno, Remus sospirò quando Paddy scese fino a toccargli appena l’ombelico, i suoi stacchetti, e poi scese ancora di più.
- Sai, Remus, piccola stella, un giorno tutto questo non avrà più importanza. Ti giuro che un giorno sarò in grado di lenire il tuo dolore e leccare le ferite della tua anima. E tu non sentirai più nulla, ti scorderai l’angoscia di queste ore! Non meriti questa tua maledizione, non la meriti per niente, perché sei radioso e splendido come le rose scarlatte che ogni giorno ti regalo.
Mm, ti amo tanto. -

2 - 11- 2004 --- Eare: the final remark.
Tutti: ciula, parliamo l’inglese…
Eare: su, su, non fatemi perdere tempo… Ok. Domani posto ‘sto primo chiappo.
Il prossimo capitolo in realtà non è un capitolo, ma una piccola e doverosa noticina personale.
Se siete tra quelle che hanno commentato la volta scorsa, andatela a leggere, perché devo farmi le mie scuse…
Ah, e poi a Yuki volevo dire che mi dispiace non aver più risposto, ma tra una cosa e l’altra ( e il computer che certe giorni si spegne da solo… stupido… speriamo di riuscire a postare, almeno…) non ne sono stata in grado!
Indi… spiacente d’esser così logorroica e prolissa, voi fatemi sapere se sto degenerando o se sono ad un livello di stupidità stazionaria.
*** Commentucciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii *** Ndcoretto di voci bianche.
The end… scherzo! Ci speravate, eh?
CONTINUA!







 
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