1 CAPITOLO
- Capitolo 1° -
Nothing is impossible!!
Tre settimane fa la mia vita prese una svolta.
Non ricordo nulla dopo l’incidente, se non un bambino terrorizzato che mi ringrazia, in lacrine, la folla intorno a me, poi la sirena dell’ambulanza, infine il buio.
Quando mi risvegliai, una settimana dopo, non ero più il sedicenne carino del liceo, campione di football, il più osannato della scuola, ma diventai un sedicenne, sempre carino, ma inchiodato su una sedia a rotelle.
Ovviamente il capitano della squadra mi eliminò dalla squadra, anche se con rammarico, poiché non potevo giocare nelle mie condizioni.
Gli amici non mi mollarono, ma le mie ammiratrici non mi seguirono più e la mia ragazza mi lasciò senza motivo.
Un po’ mi demoralizzai, avevo pur sempre gli amici ma erano impegnati con la palestra i con le ragazze.
Poi, non so ancor dire se per mia fortuna o no, arrivò lui poco meno di una settimana fa: il bambino che avevo salvato.
Mi disse che si sentiva in colpa per le mie condizioni e che mi avrebbe aiutato ad inserirmi di nuovo nel mondo dello sport con l’aiuto della tecnologia.
Dapprima non gli credei. Era pur sempre un bambino. Chi lo avrebbe preso in considerazione? Eppure, non so ancora spiegarmi il perché, me lo ritrovai in casa, a modificarmi le ruote della sedia a rotelle, perfino coccolato dai miei.
Mi spiegò poi che era una sorta di angelo custode dei ragazzini, un orfano che scappava da sempre dagli adulti per non essere rinchiuso in un orfanotrofio.
Dopo aver sistemato la sedia a rotelle, mi spiegò come farla funzionare e dopo di che sparì dalla mia vita, anche se non so ancora in modo definitivo.
Non ho neppure una sua foto, forse era davvero un angelo che voleva sdebitarsi. Non so neppure come si chiama!
Non fu però per merito suo che ritrovai la grinta, per provare nuovi sport, sarò sincero.
Dovrei ringraziare una mia vecchia e cara professoressa della mia scuola.
Ella era molto severa con noi e mi trattò sempre come tutti gli altri, anche dopo l’incidente.
Due giorni fa mi chiamò in disparte dopo la lezione e mi domandò se tutto andava bene.
Non capii il motivo di tanto interesse, ma le risposi di sì.
Ella, con tono casuale, iniziò a raccontarmi di storie di alcuni sportivi che diventarono disabili come me per diversi motivi, non per forza incidenti, poi storie di altri ragazzi che erano nati con questi problemi.
Ad un tratto la interruppi e le chiesi del perché di tante spiegazioni. A che sarebbero servite?
La professoressa mi rispose che esistono al mondo anche degli sportivi disabili, e mi espose la sua opinione cioè che niente è impossibile per nessuno. Mi disse poi che,. Se io volessi, potrei partecipare a diverse gare e praticare diversi sport anche se sono su una sedia a rotelle.
Per questo oggi sono qua, davanti al centro sportivo per ragazzi come me della mia città.
Non so cosa accadrà ma affronterò le difficoltà. Anche se sono solo una delle tante persone con questi problemi, so che almeno mi batterò e andrò avanti, perché non mi sono arreso subito.
Ma ciauz a tutti!!! Che ne pensate di questa one-shot?
In realtà era un tema per la scuola che non doveva superare le tre colonne del foglio, contenenti come elementi un ragazzo inabile, un bambino prodigio e una vecchia saggia.
Non avevo in mente di cosa farne, era una storia improvvisata, ma avevo promesso su messenger che l’avrei fatta leggere ad alcuni miei amici, quindi ho deciso di trascriverla e pubblicarla.
Fatemi sapere cosa ne pensate, thankz
Ringrazio i miei sostenitori e le mie best friends!!!
Ciauz!!!!
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