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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: La Stirpe delle Tenebre (Yami no Matsuei)
Titolo Fanfic: NEL PROFONDO DEI TUOI OCCHI...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: iorichan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/10/2004 20:05:43 (ultimo inserimento: 06/01/05)

visto?!? ho cambiato genere!!! nn so che dire, quindi... leggete!!! tsuzukixhisoka (ke topi!)...
 
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UN INCARICO COME TANTI...
- Capitolo 1° -

FINALMENTE FINALMENTE FINALMENTE… Ecco cosa penserete voi che state leggendo queste righe, ed, in effetti, è vero! Finalmente mi sono decisa e fare qualcosa diverso dal solito Saiyuki… E’ solo che ho comprato di recente il manga di Yami no Matsuei, e mi è piaciuto così tanto che ci ho fatto una recensione e subito ho provato a farci una fic… E’ la prima su “La stirpe delle tenebre” che faccio, perciò siate clementi, x favore!
Spiego un po la situazione, praticamente farò diversi cap, ma… se nn commentate giuro che nn continuo!!! Scherzo, xò, mi raccomando, COMMENTI!!!


Durante un giorno qualsiasi, in un luogo non proprio qualsiasi, un ragazzo decisamente diverso da una persona qualsiasi sonnecchiava placidamente su di una sedia di vimini, le labbra dolcemente schiuse, il respiro calmo e regolare di chi è profondamente addormentato.
Le mani affusolate pendevano inerti oltre il bracciolo del seggio su cui era posto, il corpo in una posizione tutt’altro che comoda.
Hisoka Kurosaki, sedici anni, era un adolescente dall’aspetto che non si poteva certo definire “da sogno” (ah no?!? ndIori), ma, in quella posa, risultava un fanciullo veramente appetibile.
Evidentemente stava facendo un sogno veramente bello, vista l’espressione che aveva dipinta in volto, ma non riuscì a completarlo, dato che un altro ragazzo, con modi goffi e poco gentili, entrò prepotentemente nella stanza sbattendo la porta.
-Hisoka!- urlò Tsuzuki, quasi in preda al panico, andando a nascondersi dietro di lui, mentre il piccolo si svegliava di soprassalto.
Questi si stropicciò gli occhi con aria assonnata, cercando di mettere a fuoco cosa diavolo stesse succedendo, poi sembrò capire in un certo senso, e un guizzo maligno gli saettò nelle iridi giada mentre si alzava e, con la costola del libro che teneva ancora in mano, iniziava a picchiare il partner con forza inaudita, scandendo ogni parola con colpi ben assestati:
-Cosa (stonk)… diavolo (stonk)… stai (stonk)… facendo (stonk)… maledetto (stonk)… idiota (stunk!)?!?-
L’ultimo glielo tirò così forte che Tsuzuki fu costretto ad ululare dal dolore, ma si mise immediatamente una mano sulla bocca, per soffocare il gemito che gli stava per uscire dalle labbra.
-Hisoka… sei stanco?- domandò l’uomo, constatando che il compagno, quando aveva sonno, diventava manesco e maleducato.
-Cosa te ne frega?- fu la secca risposta.
-…-
-Che cosa ci fai qui?- domandò stancamente il giovane Shinigami, portandosi una mano alla testa, che aveva iniziato ferocemente a dolergli.
-Io… sto giocando a nascondino con Watari, e non voglio farmi scoprire- Tsuzuki si portò un dito alla bocca con aria innocente, non notando la prominente vena che si era pericolosamente formata sulla fronte dell’amico.
-E così… tu…- iniziò Hisoka, tremante di rabbia. Tsuzuki lo osservò perplesso –Tu… tu… Tuuuuuu! Tu hai osato svegliarmi per una cavolata simile?!? Scemo!!!-
Con una pedata nel sedere, il brunetto spedì fuori della stanza il compagno, seguendolo a corsa, brandendo il libro tipo mazza da baseball, per tirarglielo in testa non appena fosse stato a portata di lancio.
Così, corri corri, tra urli e scuse gridate, i due arrivarono all’ufficio del capo, dove un Tatsumi ormai sull’orlo di una crisi di nervi, li accolse in maniera non del tutto ortodossa:
-Idioti, si può sapere cosa state combinando?!? Kurosaki, mi meraviglio d te!- berciò, scaraventando a terra la cartellina che teneva in mano.
Si vede che, oggi, avevano voglia di urlare.
Subito, a Tsuzuki spuntarono le tanto consuete orecchie da cagnolino, e l’uomo si avvicinò all’amico con sguardo supplichevole, mormorando:
-Tatsumi, aiutami, Hisoka mi fa male col libro!-
L’accusato spalancò gli occhi, gesticolando furiosamente con le mani.
-Lui mi ha svegliato perché giocava a nascondino con Watari!-
-Non è vero!-
-Sembri un bambino piccolo!-
-Anche tu…-
-IO NON SONO UN BAMBINO!- gridò improvvisamente Hisoka, strizzando le palpebre con forza; Tsuzuki non lo aveva certo detto per ferirlo, non lo avrebbe mai fatto, ma lui odiava essere considerato un moccioso, e il suo partner lo sapeva bene.
-Su, basta!- si intromise Tatsumi, sedando la lite –E’ vero, io ho beccato l’altro scemo, alias Watari, perciò è inutile negare!-
Tsuzuki abbassò il capo.
-Comunque è una fortuna che siate venuti qui… Dovevo venirvi a chiamare per un incarico- concluse il segretario, voltandogli le spalle.
Hisoka drizzò le orecchie (per modo di dire…).
-Sulla terra, più precisamente in una scuola di teatro a Tokyo, vi sono state delle sparizioni misteriose...-
-Ehi Tatsumi, noi non siamo poliziotti, lasciamo fare a loro il proprio lavoro- si intromise Tsuzuki, che non aveva per niente voglia di lavorare.
Si guadagnò un’occhiata gelida.
-Naturalmente, se alcuni corpi privi di vita non fossero stati trovati, noi non saremmo dovuti intervenire…- ribatté l’uomo, sistemando alcuni fogli alla scrivania –Molte anime non sono arrivate a destinazione… Il vostro compito è quello di trovarle e portarcele qua-
Hisoka annuì serio, invece la prima cosa che lo Shinigami dagli occhi viola disse, fu: -a Tokyo ci sono tanti negozi di dolci, vero?!?-
-Tsuzuki…-
-Si Tatsumi?-
-Va a prepararti, subitoooooo!- gridò quello, indicando la porta con uno scatto nervoso, spezzando in due la biro che aveva nell’altra mano.
-Tatsumi- lo chiamò Hisoka, prima di uscire dietro al suo compagno –le istruzioni ce le danno i Gushoshin?-
-Si…-
-Ah, e ti consiglio di non prendere in mano penne quando parli con lui… se non sbaglio è già la sesta che rompi- e chiuse la porta dietro di se, lasciando Tatsumi a rimuginare quanto potesse venire a costare una penna fatta di materiale infrangibile.

Qualche ora dopo, Tokyo…
-Ci siamo- esclamò soddisfatto il ventiseienne, fermandosi di fronte ad una porta di vetro, controllando su di un foglietto se fosse il posto giusto –Questa è la scuola di teatro Yokohama…-
Hisoka non rispose, aveva leggermente paura: odiava i posti affollati, i sentimenti delle persone lo raggiungevano come fulmini, lo riempivano, alcune volte non riusciva nemmeno più a distinguere le sue sensazioni da quelle di chi gli stava accanto.
Inoltre, per l’incarico, era necessario dormire in quella scuola, come facevano tutti, infiltrarsi come allievi e partecipare alle lezioni.
Lui non aveva problemi, non andava così male a recitazione, ma Tsuzuki…
Avevano finto tante volte nei casi che affrontavano, erano pronti ad ogni evenienza; alcune volte erano professori, altre studenti, altre ancora rampolli di colossi dell’alta società.
Una volta, addirittura, lo Shinigami dai capelli corvini si era finto un croupier su di una nave (vedi manga 3! ndIori)...
Hisoka rabbrividì al solo pensiero di quel giorno, quando rivide Muraki ancora una volta.
“Lo odio!” pensò con rabbia, mentre entrava dietro al suo compagno.
-Buon giorno- li accolse giovialmente un signore baffuto con gli occhiali –Siete qui per…?-
-Siamo i nuovi allievi- si affrettò a rispondere Tsuzuki, sventolando con aria compiaciuta un foglio in cui era riportata l’autorizzazione per il loro inserimento nella compagnia.
L’uomo lo prese e, dopo averlo letto, sorrise cordialmente.
-Certo- disse con cortesia –se volete compilare questo modulo, vi manderò un ragazzo che vi mostri gli alloggi e che vi aiuti a portare i bagagli…-
E li lasciò alla scrivania, avviandosi verso quella che doveva essere la palestra per gli allenamenti, tornando poco dopo con un aitante giovanotto sotto braccio.
-Questo è mio figlio Toshiko, il secondo coordinatore del teatro, insieme a me.
Toshiko, questi sono Hisoka e Tsuzuki…-
Il ragazzo salutò esibendosi in un solenne inchino, che lasciò molto perplesso Tsuzuki, il quale si voltò, a disagio, verso Hisoka.
Questi sospirò.
“Quanto è scemo…” pensò, scuotendo il capo con aria rassegnata.
-Allora, voi siete nuovi?- chiese Toshiko, avviandosi verso delle scale, che portavano ai piani superiori, trasportando la valigia di Hisoka –Perché avete deciso di entrare nella nostra compagnia?-
-Beh, vede…- iniziò Tsuzuki, ma il giovane compagno lo interruppe.
-Perché adoriamo la recitazione, siamo dei veri appassionati…-
Il moro si rivolse al partner con una faccia simile ad un cane bastonato, e questi gli rispose con una linguaccia, che stava molto a significare “Ben ti sta! Se non ti precedevo, chissà che guai avresti combinato!”.
-Voi siete fratelli?- domandò ad un tratto Toshiko, fermandosi davanti ad una porta scura; Hisoka storse il naso, con disapprovazione.
-No!- esclamò indignato.
-Allora parenti?-
-Neanche- stavolta fu Tsuzuki a negare.
-Allora… amanti?-
Per poco i due Shinigami non presero fuoco, in seguito a quest’affermazione: Hisoka iniziò a tossire, battendosi una mano sul petto, segno evidente che aveva ingoiato una dosa di saliva superiore al normale, mentre Tsuzuki arrossì, trattenendosi a stento dall’urlare.
-COSA!?! Nononono, ti sbagli! Siamo semplici amici!- riuscì a spiegare Hisoka, quando si fu in parte ripreso.
-Perché, credevi il contrario?-
-No- fu la semplice, ma veritiera risposta –non ve la prendete, ma voi due non sembrate affatto due amici…- e con questo li condusse all’interno della camera.
-Questa sarà la vostra casa, d’ora in poi- iniziò, quasi meccanicamente, indicando con un ampio gesto della mano tutto l’appartamento, se così si poteva definire –dormirete in coppia, naturalmente in due letti separati, ma nella stessa stanza.
Da questa parte c’è la cucina, di qua invece…-
E così, Toshiko, spiegò ai due ragazzi come fare per sistemarsi, infine stava per andarsene, lasciandoli soli, per prepararsi per le lezioni dell’indomani quando Hisoka gli si parò davanti, pronunciando le seguenti parole:
-Posso farti alcune domande?-
Toshiko divenne serio.
-Riguardo a cosa?-
-Ci sono state, di recenti, alcune morti misteriose, non è vero? Chi è stato ucciso?-
L’interpellato si rabbuiò in volto, poi, con una spinta, buttò a terra Hisoka e si fiondò nel corridoio; prima di sparire del tutto, però, ribatté:
-Io non so nulla, so solo i nomi delle vittime… Alcune erano mie carissime amiche-
E scomparve, inghiottito dalle scale.
Il sedicenne, che era ancora a terra, lo guardò allontanarsi, poi sospirò.
-Quel tizio non mi convince!- mormorò mentre Tsuzuki lo aiutava ad alzarsi.
-Sarà solo spaventato- disse quello, andando a chiudere la porta.
-Ehi, Tsuzuki-
-Mh?-
-Che facciamo? Voglio dire… sono ancora le quattro del pomeriggio- disse, tirando fuori un pesante libro, dalla rilegatura dorata, che il ventiseienne guardò in malo modo.
-Io vado a farmi un bagno, per iniziare…- e, così dicendo, si tolse la maglia, rimanendo a torso nudo.
Il cuore di Hisoka fece un tuffo.
Non sapeva perché, ma da un po di tempo aveva iniziato a sentirsi a disagio solo con Tsuzuki, senza che lui si mettesse a fare lo stupido, era ovvio, e spesso aveva provato il desiderio di essere guardato da quelle ametista in modo diverso, non da fanciullo, ma da adulto.
I pettorali scolpiti del ragazzo dai capelli corvini erano belli, troppo invitanti per essere trascurati, ma…
Scosse la testa.
Cosa andava a pensare?
“Mi sono rimbambito?
O… mi sono innamorato?”.
-Hisoka?-
-Eh? Scusa, stavo pensando, cosa c’è?-
-Ti va di fare il bagno con meeeee?- domandò innocentemente Tsuzuki, indicando la porta che dava alla stanza dove c’era una doccia in stile moderno.
Il piccolo dagli occhi giada sussultò.
-Ma sei scemo o cosa? Vai a lavarti, che è meglio!- quasi urlò, spingendo da dietro la schiena l’amico, costringendolo ad entrare nell’ambiente da bagno e chiudendocelo dentro.
-Ok…- bisbigliò, un po interdetto Tsuzuki, parlando con la porta chiusa –Vorrà dire che sarà per la prossima volta…- e si diresse mogio mogio verso la vasca.
Intanto…
Il cuore di Hisoka batteva a mille, anche se lui non lo avrebbe mai dato a vedere, le guance rosate si erano tinte di un rosso pastello molto soffice, mentre si stendeva morbidamente sul proprio letto, aprendo il volume che aveva tra le mani e ritrovando il punto in cui era rimasto la volta precedente.
-Ma è deficiente?- disse, fra se e se, facendo scorrere svogliatamente gli occhi sui caratteri antichi e leggermente sfumati del libro –Cosa mi viene a chiedere?-
Forse, il ragazzo, aveva già capito cosa provava nei confronti del suo compagno di lavoro, e non lo volve certo ammettere…
Sarebbe stato come sottomettersi alla sua volontà, dire “Ecco, Tsuzuki, hai vinto tu” e farsi servire a lui come su un piatto d’argento.
E, questo, non lo poteva proprio sopportare!
Per molto tempo aveva desiderato essere migliore del suo partner, ed adesso che poteva giungere al suo scopo arrivava questa minuscola complicazione a fare diventare difficili le cose.
“Accidenti a te, se solo non mi provocassi in quel modo!” pensò, chiudendo di scatto il libro.
Non sarebbe riuscito a leggere comunque.
E, se quando si era tolto la maglia davanti a lui, Hisoka lo avrebbe voluto sgozzare, quando uscì dalla doccia non gli sarebbe bastato incenerirlo, poiché tornò nella stanza con solo un asciugamano sui fianchi snelli, mentre, si strofinava un panno sulla chioma scura, cercando di renderla meno molle.
E, l’unica cosa che riuscì a dire, dopo tutto ciò, fu solo:
-Ho un leggero languorino, andiamo a mangiare?-
Il sedicenne rimase di sasso, battendosi teatralmente una mano sugli occhi.
-Tu… tu… vuoi… mangiare?- chiese, evitando di incrociare il suo sguardo.
-Si-
-Fila a vestirtiiiiiiiiiiii!-
-Corro!- “Ma che ho fatto?!?”.

Qualche minuto dopo, i due, scesero al primo piano, dirigendosi verso la palestra, da cui si udivano le prove di diversi ragazzi, che si allenavano per la recitazione; i due Shinigami vi entrarono, scoprendo alla vista un ampio spazio, come un vero teatro, dove era stato allestito un sipario dal classico colore porpora e disposte alcune sedie: sembrava davvero una sala per svolgere le rappresentazioni.
Mentre erano intenti ad osservare due ragazzi che fingevano di litigare, si avvicinò a loro Toshiko, che subito fece un ubichino ad Hisoka e disse:
-Scusatemi se prima sono scappato a quel modo, è solo che… Tra le coloro che sono morti c’era perfino la mia migliore amica… All’inizio ci sono rimasto veramente male. Perdonatemi- e si inchinò di nuovo.
Tsuzuki sorrise comprensivo, ma il sedicenne sbuffò silenziosamente, incrociando le braccia sul petto: scuse o non scuse, quel ragazzo lo avrebbe sempre convinto poco.
-Non preoccuparti, ti capiamo… vero Hisoka?-
-…-
-Vero Hisoka?!?-
-…-
-HISOKA!-
-Si, certo. Sei perdonato-
Toshiko fece una faccia sollevata, stringendo la mano di entrambi.
-Grazie, e ancora scusa. Adesso devo andare ad mettere in ordine alcuni materiali scenici. Mi raccomando, domani sveglia alla sette per le prove-
-Certo, vai tranquillo-
Quando il giovane si fu allontanato Tsuzuki si rivolse con aria severa verso Hisoka.
-Sai, dovresti cercare di comprendere meglio le persone che ti stanno accanto…-
-Tu non capisci…- “Non lo sai…”.
-Cosa? So cosa significa perdere una persona cara senza che tu possa fare niente- ribatté l’uomo, muovendo le braccia con foga.
-Lascia perdere…- “Non puoi comprendere ciò che io comprendo…”.
-Non lascio perdere, perché…-
-LASCIA STARE!-
Tsuzuki si zittì.
-Dimentichiamoci la faccenda, va bene?!? Mettiamo che quel tizio non mi sta particolarmente simpatico…-
-Ok…-
“Tu non capisci! Io… non ho sentito dolore nel suo animo, per la perdita dell’amica. E questo… non posso sopportarlo!”.
-Andiamo in camera? E’ quasi ora di cena…-
-Non ho fame, credo che andrò subito a letto. Domani chiederemo altre informazioni, ricordati che tra poco hai da mandare il rapporto al capo-
Così Tsuzuki rimase impalato davanti alle scale, a vedere allontanarsi l’amico, chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritarsi un trattamento simile.
“Lo so, Hisoka è brusco, quando può se la prende
con me. Ma io…
Non vorrei!
Ve bene ugualmente.
Mi dispiace vederti triste,
Hisoka…
Non posso scorgere nel profondo dei tuoi occhi.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima,
ma il tuo è opaco per me.
Io non vi leggo niente…
Arriverà il momento in cui
vedrò…
La mia cecità scomparirà
Ed io potrò riuscire a capirti.
Nel profondo dei tuoi occhi…”.
Intanto, nella camera, al piano di sopra, un ragazzo di sedici anni chiudeva beatamente le palpebre, per lasciarsi andare ad un mondo popolato di sogni, pensando al suo compagno, così strano ma così indispensabile…

*CONTINUA*

Ciriciao, come vi sembra il primo cap? Allora, io ho altre 2 fic in lavorazione, ma kst me la voleva proprio fare!!! Lo so, nn scrivo un granché bene, metto molti puntini di sospensione… (appunto), ma sn fatta così! ^^
X favore ditemi cs ne pensate, vorrei tanto saxe se la mia prima fic sul mitico Yami no Matsuei è almeno decente!!!
Raga, se assomiglia al fumetto (cs molto probabile)… lasciate correre, vi prego!!! Nn ho molta immaginazione, in kst giorni!!!
Cmq… Commenti, mi raccomando, ne voglio a migliaia, devono intasare il fp… oddio, nn esageriamo!!!
Un grazie grande grande a tutti quelli che leggono, e soprattutto, a che se nn credo che lo leggerà, alla mia sossa Maho, a cui voglio tanto tanto tanto bene!!!!
SOSSA TVTB!!!
CIIIIAAAAAOOOO, alla prox!!!


 
Continua nel capitolo:


 
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