CAP UNICO
- Capitolo 1° -
IMPOSSIBILE VIVERE
DEDICATA A MICIA
Qualche volta mi chiedo ancora cosa avremmo potuto creare noi due insieme. Mi immagino un bel futuro per noi, un matrimonio, dei figli e successivamente anche dei nipoti. Sarebbe stato bello, lei sarebbe stata la migliore madre della terra. Dopotutto a lei è mancata la madre, avrebbe saputo perfettamente di cosa avrebbero avuto bisogno i nostri figli. Già sarebbe veramente bello un futuro così. Purtroppo non accadrà ma, per quanto io lo desideri, per quanto io preghi, per quanto io soffra o mi sforzi non potrà mai essere così.
Quando vado a trovarla e parlo con lei, mi sembra quasi che lei possa sentirmi, qualche volta spero, invano, che possa rispondermi.
I miei genitori mi hanno mandato da uno strizzacervelli, beh non hanno tutti i torti ho passato due settimane senza toccare cibo, senza parlare, senza muovermi. Fermo, immobile con lo sguardo fisso, gli occhi lucidi. A guardare un letto vuoto. Non ho mai versato una lacrima, almeno non l’ho versata fino a quando lo strizzacervelli mi ha convinto che non era colpa mia, che era stata una sua decisione. Poi ho pianto talmente tanto che avrei potuto creare un lago tra le pareti di casa Tendo. Penso di aver esaurito tutte le mie lacrime, eppure a volte, la notte, senza nemmeno che me ne accorga delle gocce salate cadono ancora dai miei occhi.
A volte mi sembra di poter morire per il dolore che provo. Il cuore mi si stringe in una morsa d’acciaio, mi manca il respiro e le gambe tremano. In quei momenti penso che finalmente la raggiungerò.
Quel giorno mi aveva appena detto che sarei diventato padre, beh più che padre un ragazzo-padre. Non eravamo sposati, quel bimbo che stava crescendo nel ventre di Akane era un “incidente” di percorso. Dopo un attimo di panico era subentrata una gioia folle. Sentivo gli uccellini cantare, vedevo il sole splendere ed illuminare il dolce viso della futura mamma, Kami era a dir poco MERAVIGLIOSA. Mi chiedo come sono riuscito a vedere una splendida giornata, il cielo non era nuvoloso, ma mi domando come, pioveva a dirotto.
La presi per mano e cominciai a correre verso casa per annunciare l’arrivo di mio figlio. Non mi preoccupavo di cosa avrebbe pensato la gente, né di cosa avrebbero combinato le mie spasimanti, che naturalmente non sapevano niente del rapporto che si era venuto a creare tra me ed Akane, l’avrei protetta io, per tutta la vita.
Con la testa immersa in questi pensieri attraversai la strada senza pensare ad un possibile pericolo. Ad un tratto sentii un clakson suonare. Tutto accadde in un attimo io sbalzato in avanti verso il marciapiede e la mia piccola Akane lanciata di un paio di metri in avanti. Mi aveva salvato la vita. Eppure dovevo essere io a proteggerla, me l’ero appena promesso.
Corsi verso di lei, la guardai e una parte di me capì all’istante che non avremmo avuto nessun futuro insieme, che il frutto del nostro amore non avrebbe mai visto la luce, che io stesso non avrei più visto la luce. L’altra parte di me diceva che Akane non poteva morire, che lei era troppo speciale per morire.
Mentre la abbracciavo lei mi guardava e sorrideva, mi disse “sono contenta che tu stia bene, non è colpa tua ciò che è successo. TI AMO”.
Ho capito il motivo del cielo limpido e della pioggia. Qualcuno lassù piangeva di gioia perché la mia Akane li avrebbe raggiunti
Mi ritengo fortunato di avere avuto la possibilità di conoscere ed amare una persona così.
Tra poco i miei genitori troveranno questa lettera, la leggeranno, e capiranno il motivo del mio gesto “folle” perché io, tra poco, raggiungerò Akane e il nostro bambino.
|
|
