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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: UN POSTO PER ME
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: selphietilmitt galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/10/2004 12:46:01 (ultimo inserimento: 22/10/04)

vi piace saiyuki gaiden? bene, che succederebbe all`annoiato kenren se nel tenkai incontrasse una persona ancora più annoiata di lui?
 
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MEETING
- Capitolo 1° -

Simo è un caldo pomeriggio d’estate, gli uccellini cinguettano, i raggi del sole riscaldano la stanza, le ventole del condizionatoreSimochan:
E’ un caldo pomeriggio d’estate, gli uccellini cinguettano, i raggi del sole
riscaldano la stanza, le ventole del condizionatore rumoreggiano allegramente,….
Gojyo: E piantala! Non dovevi scrivere una ff?
Simochan: Ah, è vero! Scusate, mi ero lasciata trasportare dal romanticismo
dell’estate… (romanticismo? Tu? Ndtuttiquellichemiconoscono) Ora mi concentrerò
(concentrazione? Tu? Nd tqcmc) e… cercherò di ricordare dove sono i foglietti su
cui ho precedentemente scritto la ff.
Gojyo: Eh, già… è proprio da te! Come sarebbe a dire: cercare?
Simochan: Bè, questa ff è già da un po’ che me la penso…e le parti che la
compongono le ho scritte a scuola, a tavola, in palestra, nel cess..., ehm nel
pensatoio… dove mi veniva l’ispirazione, insomma. Ora devo trovarne i foglietti
sparsi.
Gojyo: Brava! Comincia a cercare, che vado a fumarmi una sigaretta…
Simochan: Il fumo fa male ai polmoni! E mi dà fastidio… MOLLA LA SIGARETTA!!!
**** velo pietoso****
Ehm, terminata la lotta con quell’antipatico soggetto (e terminata la ricerca
dei frammenti perduti), passo a narrare il primo capitolo della mia ff.

Un posto per me
Capitolo 1- Meeting
"I fiori sono bellissimi… anche le donne lo sono. Ma poter avere entrambi
accompagnati da un buon sakè è ancora più bello". Così diceva abitualmente il
generale Kenren Taisho. Era un ragazzo molto attraente, alto, con capelli rosso
scuro, spettinati e ribelli, e occhi dello stesso colore. Indossava un soprabito
nero con bordi oro, che lasciava scoperto il torace dai muscoli ben scolpiti, e
pantaloni dello stesso colore.
In effetti, aveva molto successo con le donne, e ne aveva avute tantissime,
avventure di una notte, due al massimo, se la tipa in questione era
particolarmente eccitante. Donne consapevoli di avere solo il corpo di
quell’uomo, ma che non chiedevano nulla di più, perché niente di più offrivano.
Di lui si dicevano peste e corna nel Tenkai, era un tipo molto intransigente,
che amava la libertà e detestava le regole.
Quel giorno i ciliegi erano in fiore (come sempre, del resto, nel mondo
celeste), e lui se ne stava tranquillamente seduto sul prato con la schiena
appoggiata su un tronco di ciliegio, sorseggiando sakè da una fialetta che
portava sempre con sé.
"Ahi!": e fu proprio un bicchiere di sakè che gli cadde sulla testa, bagnandogli
i capelli e il viso e scottandolo. Il ragazzo scattò in piedi, imprecando: "Ma
che diavolo…"
"Ahhh!", esclamò qualcuno dall’alto, "Scusa! Nooo! Quanto sakè sprecato!".
Kenren alzò gli occhi, giusto per vedere una ragazzina che, la veste
svolazzante, scendeva dall’albero appigliandosi agilmente ai rami. Non aveva
notato la figura appollaiata sul ciliegio, quando si era sdraiato.
"Ti sei fatto male? Scusa, mi sono trovata addosso un insetto enorme…E scusa
anche se ti do del tu, ma mi fa sentire a disagio dare del lei ad una persona
così giovane…", parlò a raffica la ragazzina.
Intontito dalla raffica di parole e sorpreso di aver incontrato casualmente un
soggetto così diretto e spontaneo, come nel Tenkai non se ne trovavano,
asciugandosi il sakè dal volto la divinità si limitò a chiedere: "E tu chi
sei?".
Intanto la fugace apparizione stava già riarrampicandosi sull’albero, incurante
del vestito che svolazzava qui e lì. Dopo che si fu velocemente sistemata su un
ramo, si voltò e rispose, sorridendo: "Mi chiamo Sakura". E tornò a sorseggiare
sakè, del quale aveva un vero e proprio arsenale in una borraccia con lei.
Il buonumore della giovane non poté che contagiare Kenren, che sorrise a sua
volta, un sorriso dall’aria volutamente provocatoria che era abituato a
sfoggiare alle donne. "Sai che sei proprio un tipo strano? Non conosco molte
donne che si arrampicano come scoiattoli sugli alberi, e soprattutto che bevono
sakè. Non sai che il sakè è roba da uomini?". Il ragazzo era abituato a parlare
in maniera diretta. Desideroso di provocare quella nuova conoscenza, si
arrampicò anche lui sull’albero e si sistemò su un ramo vicino a quello dove la
ragazza sedeva tranquillamente. Appoggiò la schiena al tronco e si rilassò.
"E tu chi sei?", gli fece il verso Sakura, anche lei evidentemente abituata a
parlare in maniera diretta. "Sono il generale Kenren Taisho. Mai sentito parlare
di me?". La ragazza parve ricordare qualcosa, ma parve anche volere reprimere
una risatina e scosse la testa.
"Cosa fai qui a bere sakè?". Sakura rispose: "Cosa ci trovi di strano? Forse non
trovi piacevole e inebriante il senso di euforia che il sakè provoca? E poi, è
così dolce…". La ragazza si voltò, guardando il panorama: "E i fiori sono
bellissimi…".
Kenren: "Già… Sakura… anche il tuo nome è bellissimo. Quanti anni hai?".
"Quasi diciassette…", rispose lei. Kenren si mise a ridere: "Ma davvero? Io non
te ne avrei dati più di una quindicina!"
Lei sbuffò e disse: "Mi trovi infantile? Dovrei forse essere come queste donne
intorno", indicò verso il basso, dove un gruppo di ragazze stava passeggiando,
ridacchiando, "…il cui unico scopo nella vita è imparare a come meglio
soddisfare un uomo e a come curarsi le unghie?".
Lui smise di ridacchiare: "La penso come te, sulla gente di questo posto. Anche
tu credi che il mondo celeste sia pieno di falsità e banalità, vero? Ma, visto
che sono qui, cerco almeno di divertirmi", alzò il mignolo. "Non pensi che sia
giusto così?".
"Ciò che cerco, qui, è il mio scopo. La mia ragione d’essere. Il sole si riposa
alla fine della giornata, nel suo posto. Ecco: anch’io cerco il tramonto." . Si
era fatta improvvisamente seria. "Mi piace osservare il sole tornare al suo
posto. E i fiori, che un posto ce l’hanno sempre. E mi piace il sakè, che, se
bevuto in giusta quantità, annulla le inibizioni, la falsità, svela l’essere di
una persona.".
Silenzio.
Guardarono entrambi il panorama.
"Trovi assurdo ciò che dico?", chiese la ragazza.
"No", rispose la divinità sinceramente. "Lo trovo interessante."
Si voltò e la guardò, mentre il sole tramontava. Il suo viso era grazioso, i
lineamenti regolari, lunghi capelli castani che ondeggiavano al vento, e
profondi occhi verdi. Era piuttosto bassa e minuta, ma non era eccessivamente
magra. Indossava un vestitino verde pallido, allacciato sulla schiena.
Kenren saltò giù dal ramo, atterrando con un tonfo sul prato. "Bè, devo andare".
Fece alcuni passi, mentre Sakura lo seguiva con lo sguardo. Poi lui si voltò
nuovamente. "Sakura. Ti va se ci rivediamo domani, stesso posto e stessa ora?".
"Certo", rispose lei ritrovando in un attimo tutta la sua vitalità. Sorrise. "A
domani, allora".












 
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