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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: REBIRTH
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: selphietilmitt galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/10/2004 12:27:17 (ultimo inserimento: 25/08/06)

ebbene sì...simochan (conosciuta anche come sakura) è approdata anche qui... provate ad immaginare i saiyuki boys nella tokyo dei giorni nostri...
 
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AWAKENING
- Capitolo 1° -

Simochan: Per i commenti, andate alla fineSimochan: Per i commenti, andate alla
fine!
- Rebirth -
Capitolo 1 – Awakening
Driin!
"Merda! Dei del cielo, non ditemi che sono già le sette del mattino…Che mal di
testa assurdo!"
Gojyo si alzò dal letto, i capelli rossi scompigliati, resistendo all’impulso di
andare in bagno e rimettere tutto quello che aveva mangiato dall’ultimo Natale
fino al giorno prima.
Si infilò nel bagno, si sciacquò la faccia, e dopo essersi infilato velocemente
sotto la doccia, si vestì indossando i suoi soliti jeans di marca, la solita
camicia che lasciava per metà aperta per tenere il torace in bella mostra, le
scarpe di ginnastica e l’immancabile giacca di pelle.
Dopo essersi infilato in bocca un toast e aver dato un’occhiata depressa al
terribile disordine della cucina, che tuttavia era ben poca cosa rispetto a
quello della sua stanza, dove aleggiavano riviste porno, preservativi ancora
integri e confezioni di preservativi usati (quelli aveva il buon gusto di
buttarli dopo l’uso), boxer svolazzanti e persino biancheria femminile lì
dimenticata da qualche partner occasionale, terminò di prepararsi.
Legò i capelli in un codino, si mise gli occhiali da sole e si avviò verso la
sua bella "Red tear", una superba moto rossa di grossa cilindrata che, già da
sola, attirava la metà delle ragazze della sua scuola che non facevano parte
della metà di quelle attirate dal suo fascino naturale.
"Cazzo! Dovrò farmi dare un’aspirina dall’infermiera della scuola…non posso
seguire nemmeno una parola di lezione, così!"
Così dicendo, salì sulla moto e la fece partire con un assordante rumore che,
probabilmente, aveva svegliato quei bigotti dei suoi vicini.
Arrivato al semaforo rosso, frenò con un rumore di gomme che avrebbe fatto
rabbrividire chiunque.
Davanti a lui si accingeva ad attraversare Shinobu, una ragazzina di un anno più
piccola di lui, che aveva l’insana abitudine di provocarlo continuamente. Quando
lo vide, la ragazza si fermò in mezzo alla strada e lo apostrofò: "Ma cosa
vedo…il grande Sha Gojyo che si abbassa a fermarsi al semaforo rosso come i
comuni mortali! Che ti prende, stai ancora dormendo?"
"Ora ti metto sotto, Shinobu…", disse mimando il gesto di girare la mano
sull’acceleratore.
"Ascoltami un po’, Anna dai capelli rossi…sono in ritardo, me lo daresti un
passaggio?", disse lei, guardandolo divertita con i suoi begli occhi verdi e
raccogliendo la provocazione.
"Ma senti senti! Adesso sei tu che ti abbassi a chiedere un passaggio ad Anna
dai capelli rossi?"
Intanto il semaforo era scattato, ed un impaziente automobilista aveva iniziato
a suonare il clacson per fare dare una smossa al giovinastro in moto che aveva
davanti.
"Idiota! Mai sentito parlare d’inquinamento acustico? Piantala o quel clacson te
lo infilo nel culo!", sbraitò la dolce fanciulla dai capelli castani e gli occhi
verdi avvolta nella sua ordinata divisa scolastica.
"Vedi di salire o quello ti infila qualcos’altro, nel tuo bel culetto", disse
Gojyo alla ragazza.
Shinobu lo ringraziò, salì e si tenne forte ai maniglioni dietro di lei.
C’erano due motivi per cui a Gojyo piaceva scarrozzare in giro quella ragazza,
cui dava spesso e volentieri un passaggio: il primo era che non gli si
avvinghiava alla vita, cosa che lui non sopportava, e il secondo era che non si
prorompeva in gridolini isterici quando lui accelerava, effettuava sorpassi
acrobatici o rizzava la moto sulla ruota posteriore.
Lui sperimentava acrobazie sempre più pericolose per poter sentire un gridolino
di paura dalle labbra di Shinobu, ma lei si limitava a stringere le labbra e a
rafforzare la presa sui maniglioni dietro di lei.
Con una frenata assordante, il rosso avvertì la scuola che era arrivato il suo
miglior playboy.
Shinobu scese, risistemandosi i capelli, e, dopo aver dato un’occhiata
all’orologio, decise di eclissarsi in fretta, prima che quella strega della prof
di lettere la mettesse di nuovo in corridoio per punizione.
Il playboy Gojyo scese dalla moto come un figo, subito accerchiato da ragazze
ammiccanti della sua stessa età e persino più piccole.
"Gojyo…allora stasera usciamo?", disse una.
"No! Guarda che stasera tocca a me!", le rispose un’altra.
Sorridendo il ragazzo rispose: "Calme…ce n’è per tutte! Ricordatevi però che io
sono libero dalle nove in poi, d’accordo?"
Intanto Shinobu correva per il corridoio, più veloce che poteva, ma la sua corsa
fu interrotta da un ragazzo che le finì addosso, anche lui, evidentemente,
cercando di entrare in orario in classe.
"Ma chi caz…Goku! Buongiorno!", disse Shinobu riconoscendo il ragazzo e
sorridendogli.
Il ragazzo, alzandosi e aiutandola a rialzarsi a sua volta, ricambiò il sorriso:
aveva un bel paio di occhi dorati, un fisico un po’ infantile, ma bellissimo, e
un carattere allegro e vivace.
"Ciao Shinobu! Anche tu in ritardo?"
"Sì…e, se non ci muoviamo, la prof ci butterà fuori tutti e due!"
"Allora, corriamo!".
Ma il loro impegno non fu ripagato, perché, non appena entrati in classe, si
accorsero che la professoressa era già arrivata, e al vederli entrare assunse
un’espressione che avrebbe spaventato persino un demone.
"Ori, Son, di nuovo in ritardo, eh? Mi chiedo che cos’abbiate in quelle teste
bacate! Fuori tutti e due, e se ve ne andate di nuovo alla mensa a ingozzarvi
come avete fatto l’ultima volta che vi ho messo in punizione, vi spedirò dritto
difilato dal preside!"
I due si guardarono, e uscirono posando per terra gli zaini.
Chiudendo la porta, si sedettero per terra, osservando un minuto di silenzio nel
quale Shinobu mimò perfettamente il viso dell’insegnante.
"Strega!", disse sottovoce la ragazza.
"Io ho fame!", disse invece Goku.
In quel mentre dalla classe accanto, una terza classe, sbattendo la porta,
uscirono Gojyo e un suo compagno di classe molto carino, che Shinobu conosceva:
Hakkai.
"Ma guarda guarda! E così, nonostante il mio passaggio, sei arrivata di nuovo in
ritardo?", le chiese Gojyo accendendosi una sigaretta.
Shinobu lo ignorò e invece si affrettò a salutare Hakkai: "Ciao, Hakkai senpai,
come va? Come mai anche tu fuori?"
"Ciao, Shinobu! Ciao, Goku! Purtroppo ieri ho avuto da studiare fino a tardi, e
non mi sono svegliato in tempo…"
"Ciao Hakkaikun!" lo salutò Goku.
"Tsk!"
Furono tutti interrotti da un ragazzo biondo dalla divisa in disordine, del
terzo anno di un'altra sezione.
Il tipo in questione aveva sbattuto la porta ed era uscito accendendosi una
sigaretta, mentre dalla classe dov’era uscito proveniva un silenzio irreale.
Accorgendosi di essere guardato da tutti coloro che stavano lì, dopo avere
squadrato le facce di Shinobu, Hakkai, Gojyo e Goku, disse loro: "’Mbè? Che
cazzo guardate?", e si allontanò di fretta.
Shinobu lo guardò allontanarsi: "Ma chi è quel tizio pomposo dallo sguardo come
quello di un ghiacciolo?"
Gojyo si spense la sigaretta sul tacco della scarpa: "Un idiota che, solo gli
dei sanno come, riesce a piacere alle ragazze!"
Shinobu: "In effetti, ha un bel viso, un bel corpo e degli occhi stupendi! Se
solo non li usasse per fulminare la gente come ha fatto ora con noi…"
Hakkai sorrise: "Dovrebbe chiamarsi Genjo Sanzo…a quanto pare è piuttosto famoso
nella scuola, per molti versi: è molto popolare tra le ragazze, ha voti ottimi,
ma non è molto ben visto dai professori per quel suo comportamento arrogante. In
ogni caso, è una persona che mi attrae"
Gojyo: "Ehi, Hakkai, non dirmi che hai tendenze strane!"
Il ragazzo dagli occhi verdi scosse la testa: "Intendo solo dire che è una
persona interessante!"
Shinobu: "Tu che ne pensi, Goku, di quel tizio? Io non lo conosco nemmeno di
nome perché diciamo che il mio rapporto con le oche della nostra classe non è
dei migliori…Ehi Goku?"
Ma il ragazzo stava fissando imbambolato il giovane dagli occhi color ametista
che si stava allontanando.
"Goku? Ma ti sei addormentato?", lo scrollò la ragazza con i suoi modi
gentilissimi.
"Eh…no, stavo guardando quel tipo. Lo conoscete?"
Shinobu, Gojyo e Hakkai si guardarono. Non aveva ascoltato nemmeno una parola.
Gojyo si alzò: "Bè,…io vado a cercare qualche pollastra per passarmi il tempo,
visto che sono costretto a restare fuori"
Hakkai, intanto, aprì un libro di chimica, la qual cosa significava che non
avrebbe considerato il mondo intorno a lui per almeno quarantacinque minuti.
"Ehi Ginger!", chiamò Shinobu.
"Che c’è, attaccabrighe?", le rispose Gojyo.
"Hai da fare dopo la scuola o me lo dai un passaggio?"
"Vado a lavoro. Fatti accompagnare da Jin!"
"Il tuo amico che ha tatuaggi fin sotto le mutande? Ci prova sempre con me"
"Allora Koji?"
"Scherzi? Quello mi tratta come una cerebrolesa! Quando salgo sulla moto con
lui, va a 30 per non farmi succedere nulla"
"Non so come tu riesca a piacere a quelle bestie dei miei amici…in ogni caso,
veditela tu. Li trovi tutti nel cortile esterno dopo le lezioni", e così dicendo
si allontanò.
Shinobu sospirò. Visto che, in uno strano modo, si poteva dire che andava
d’accordo con Gojyo, che era a capo di una banda di motociclisti, piaceva anche
ai suoi amici.
Gojyo era temuto e rispettato da tutti, nel loro liceo, a causa dei suoi modi
piuttosto violenti, ma non era una persona cattiva. Abitava da solo, non si
sapeva nulla di lui, e lavorava come meccanico in un’officina. In ogni caso,
alla famiglia bigotta di Shinobu non piaceva per niente che la loro innocente
figlioletta uscisse con gente di quel tipo. Poco importava che Shinobu,
camminando con quei tipi, fosse protetta dagli attacchi dei teppisti, che si
tenevano ben lontani da lei per paura di prenderne davvero tante dalla banda di
Gojyo.
"Goku? Ce la facciamo una partita a poker?", disse allora per scacciare la noia.
Il ragazzo appariva ancora distratto.
"Insomma, Goku! Si può sapere che ti prede questa mattina?"
"Niente… so solo che vedere quel ragazzo mi ha reso come…inquieto. Ho provato
una strana sensazione"
"Parli ancora di Sanzo? Bè, se ti piacciono i ragazzi, devo dire che hai gusti
masochisti…quello è il tipo che ti uccide!"
"Mah…in ogni caso, che stavi dicendo?"
"Partita a poker?"
"Ti ho già detto un sacco di volte che non so giocare! Vinci sempre tu!"
"Uffa!". La ragazza si distese sul pavimento, appisolandosi, imitata da Goku,
che le appoggiò la testa sullo stomaco.
Shinobu lo lasciò fare: quel ragazzino le ispirava una sensazione
materna…sembrava tanto bisognoso di affetto.
Hakkai, intanto, sembrava essere dimentico del mondo intorno a lui. Che ci
trovava di tanto interessante nella chimica?
Una porta scorrevole si spalancò con un gran fracasso; i tre sobbalzarono. Ne
uscì l’insegnante di lettere, furiosa.
"Avete preso la scuola per un ostello? Prima arrivate in ritardo, poi vi mettete
a chiacchierare, e poi addirittura vi distendete per terra!"
Hakkai intanto si era alzato per salutare l’insegnante.
"Non parlavo con te, Cho, puoi continuare a ripassare, lo so che tu, quelle
poche volte che arrivi in ritardo, lo fai perché studi fino a tardi…", disse lei
sorridendogli amorevolmente.
Poi si rivolse ancora una volta verso Goku e Shinobu: "La prossima volta non vi
butterò fuori, visto che così non vi faccio che il piacere di permettervi di
farvi i vostri affari! Dovete capire che non siete più alle medie, bla bla bla"
Goku e Shinobu attivarono meccanicamente il comando "ignora", stanchi di
sentirsi ripetere sempre le stesse identiche cose…ma i prof non si stancavano
mai di essere così ripetitivi?
Quando la prof fu soddisfatta della propria ramanzina, li fece entrare, non
senza aver prima salutato gentilmente Hakkai e avergli augurato buona fortuna
per il compito di chimica.
Shinobu, sbuffando, si accasciò al proprio posto. Per fortuna, l’ora di lettere
finì pochi minuti dopo, e non dovette sorbirsi molto di quella noia letale.
Ma la prof, prima di andarsene, le fece cenno di uscire dalla classe. Alzando
gli occhi al cielo, Shinobu si alzò.
"Io non so cosa fare con te, Ori! Hai buone potenzialità, potresti essere una
delle migliori della sezione, se non fossi sempre disattenta, indisciplinata e…
se non frequentassi quelle persone"
La ragazza alzò un sopracciglio: "A chi si riferisce, professoressa?"
"Parlo di quello Sha Gojyo, e dei suoi compagni! Hakkai è un bravo ragazzo, ma
quelli due…vengono sempre coinvolti in risse e hanno un rendimento scolastico
pessimo! Dovresti, invece, dedicarti ad amicizie femminili…vedo che non hai
legato con nessuna ragazza, in classe!"
Shinobu fece un gesto d’impazienza, e si avviò verso la classe, facendo capire
all’insegnante che ciò che le aveva detto non le faceva né caldo né freddo.
"Pensaci, Ori!", si affrettò la donna a dirle dietro.
Entrò in classe, e si risistemò al suo posto.
Immediatamente fu accerchiata da cinque o sei ragazze con le braccia conserte:
"Ma insomma, Ori! Interrompi continuamente le lezioni, perché non ti dai una
regolata? Siamo già al secondo anno del liceo!"
Shinobu alzò nuovamente gli occhi al cielo, mettendosi un paio di cuffie e
alzando il volume al massimo, per fare capire che non aveva intenzione di
ascoltare altre stronzate di quel genere.
"E sarebbero queste le persone con cui dovrei legare?", si disse aspettando la
lezione successiva.
"Mh", disse Gojyo prendendo la mano della ragazza e mettendosela sul cavallo dei
pantaloni.
Staccandosi un momento dal bacio appassionato, le disse in un orecchio: "Che ne
diresti di appartarci nel magazzino degli attrezzi?"
La ragazza lo guardò vogliosa, ci pensò un po’ su e poi disse: "Mi dispiace, ma
ho una lezione importante, adesso. Sarà per dopo la scuola"
Il ragazzo sentì la propria eccitazione svanire in un istante. Le rispose: "Ho
da lavorare. Sarà per un’altra volta".
Guardando la ragazza che si allontanava, sospirò. Era sempre la solita storia.
Appartarsi con le ragazze gli piaceva da matti, il brivido, l’eccitazione, il
venire…ma nulla di più. Le ragazze gli piacevano, ma…gli piacevano tutte. E non
gliene piaceva nessuna. Però gli andava bene così, o almeno era ciò che pensava.
Risistemandosi un po’ i jeans e la camicia, si avviò verso la sua sezione.
Sarebbe stato meglio seguire almeno un paio di lezioni, quel giorno…d’altronde,
cosa ci era andato a fare lì a scuola, se no?
Tentando di ricordarsi che materia avrebbe avuto in quell’ora, urtò qualcuno. Se
fosse stata una ragazza, avrebbe potuto sfoggiare il suo sorriso da seduttore e
placare i suoi bollenti spiriti, se fosse stato un ragazzo, avrebbe assunto lo
sguardo da omicida.
"Tsk! Rossino, vedi di stare più attento!", gli disse la voce.
Alzò lo sguardo: era quel… come si chiamava? Ah, sì: Genjo Sanzo.
"Vuoi attaccare briga? Guarda a dove vai, piuttosto!", gli rispose sentendo il
sangue salirgli alla testa.
"Tsk", lo ignorò quello.
Ma come si permetteva? Di solito tutti, tutti lo rispettavano, e doveva farlo
anche quel frocetto arrivato da poco. Gli avrebbe dato una bella lezione.
Dunque lo prese per il colletto della camicia: "Ascoltami bene, forse non hai
ancora capito con chi hai a che fare, biondina!"
"Non toccarmi!", disse quello affibbiandogli un bel gancio destro.
Il ragazzo lo mollò, massaggiandosi la guancia. Se l’era cercata.
Lo aggredì con un calcio, che quello evitò appena in tempo.
Mentre si menavano, arrivarono un paio di professori che li fermarono.
"Questa me la paghi, stronzo!", disse Gojyo tentando di liberarsi dalla presa di
uno dei prof.
"Non vedo l’ora!", disse quello con una voce fredda.
Tsuzuku…
Commentucci: Bè, vi dico fin da ora che non ho la più pallida idea di quello che
sto scrivendo…non chiedetemi nulla! Spero di sviluppare la trama poco per volta,
perché…non ne so nulla! Ma ho una mezza idea in mente…altri capitoli sono già
scritti, ma prima di vederli pubblicati non so quanto tempo passerà…se mi
arriveranno suggerimenti dai mitici Riccardo e Jastine (che hanno la santa
pazienza di leggere e dirmi dove sbaglio), può darsi prestissimo, ma se li
reputo troppo noiosi…dovrò riscriverli daccapo! Può darsi anche che modificherò
quelli precedenti, se mi verrà qualcos’altro in mente.
 
Continua nel capitolo:


 
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