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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: BUIO...SENZA DI TE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: mark-anderson galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/10/2004 15:36:49

per una sofferenza di amore, rei compirà un viaggio, in un mondo dannato..facendo sconvolgenti scoperte(singolo capitolo, divisa in due parti)
 
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BUIO...SENZA DI TE
- Capitolo 1° -

Buio... –1°parte

Buio…
“che cosa sta succedendo”
Buio…
“eppure non dovrei parlare ora”
Buio
“che ci faccio qui, io dovrei essere sul pavimento,sotto un ponte,con i polsi tagliati, in mezzo al sangue”
Buio
“tutto per…lui…che stupido che sono”
Luce, una porta si aprì davanti a lui, tanta luce usciva da quella porta, e sull’uscio di essa una figura di cui la stessa luce impediva di definirne i lineamenti.
“Kei, sei tu?” una voce insicura usci dal ragazzo, non sapeva che stava facendo, non sapeva che stava dicendo, non sapeva nulla.Quasi come attratto da una calamita, il cinese dai bianchi abiti si diresse verso quella porta, sperando che, varcandola, avrebbe dato un significato a tutto questo.Appena la varcò però, non trovò la persona di cui proferì nome, trovò un'altra persona, se tale si poteva definire, che chiuse la porta della buia stanza da cui rei era appena uscito.Sul volto, una maschera di ferro, dai cui fori per la vista scendevano lente lacrime, ma non lacrime normali, lacrime insanguinate, mentre dei vestiti logori e sporchi di sangue e cenere rivestivano il suo corpo.Rei abbassò lo sguardo, in mano aveva delle pesanti catene con alle due estremità dei bracciali di ferro, e un'altra con all’estremità un collare.
“Rei Kon vero?” la voce era rauca e piuttosto cupa ”si..sono io”il tono di voce di rei è completamente insicuro. L’uomo con la maschera di ferro annui con un gesto del capo, poi senza dire nulla prese le catene e chiuse i bracciali di ferro sui polsi di rei così incatenandolo.Rei avrebbe voluto ribellarsi, ma sapeva che qualunque tentativo sarebbe stato vano, era in un posto da cui non si poteva scappare.Mentre però l’essere lo stava incatenando, per caso lo sguardo cadde sui suoi polsi, e spalancando gli occhi per lo stupore e lo sgomento vide che il taglio che si era procurato era rimasto e il sangue che era uscito si era coagulato sul braccio. Sconcertato, si voltò verso la porta che gli era stata chiusa alle spalle, era lucida, talmente lucida da riflettere la sua immagine.Quando guardò il suo volto riflesso nella porta, capì di essere morto, sotto i suoi occhi cerulei aveva dei grossi cerchi rossi mentre il colore della sua pelle era pallido, risaltando il colore giallo dei suoi occhi. Chinò il capo rassegnato, delle lacrime gli rigavano il volto, pentito di aver fatto un gesto tanto stupido.
“siamo…all’inferno non è vero?”chiese rei con un filo di voce.La guardia rispose con un secco “si”, una risposta però che a rei suonò come una pugnalata al cuore.La guardia gli attaccò la catena con il collare al collo e reggendo l’altra estremità in mano, s’inoltrò nel buio corridoio in cui erano trascinandosi letteralmente dietro rei, che lo seguì senza dire nulla con sguardo basso e assente ed espressione triste, di una persona che non aveva nulla da perdere, perché ormai aveva perso troppo.Non aveva nemmeno la forza di opporre qualsiasi resistenza.Il corridoio era piuttosto buio, scarsamente illuminato da lampade rosse attaccate al soffitto, i muri sporchi e scrostati in alcuni punti lasciando i mattoni a vista che, nell’insieme, davano un atmosfera spettrale al luogo. Mentre attraversava il corridoio ripensava alla causa di tutto questo, era tutto così perfetto...quel giorno, un giorno che spettava da tempo ma che nello stesso tempo temeva tanto, quella stramaledetta mattina si sarebbe dichiarato al suo amato Kei.Da tempo lo conosceva, e da tempo non lo vedeva solo come un grande amico, ma da tempo combatteva contro questo folle sentimento d’amore che provava verso il giovane dai capelli argentei dicendo a se stesso “cosa penserà la gente di me, cosa penseranno gli altri?questo sentimento non ha senso” e mentendo a se stesso spudoratamente.
Poi però quel giorno in Russia, quel giorno in cui kei lo aiutò mentre era in fin di vita, lo guardò negli occhi e capì tutto.Da quel giorno, prese forma quel sentimento che da sfocato senza forma come una nube di vapore,divenne estremamente chiaro per il suo cuore, lo stesso cuore che ogni volta che incontrava quel ragazzo impazziva.Mentre era in ospedale,a curare le sue brutte ferite, faceva il conto alla rovescia dei giorni mancanti e trepidante aspettava di essere dimesso, per poter dire a kei tutto quanto, una volta per tutte, non gli interessava cosa avrebbe pensato di lui in seguito a questo, gli interessava solo che se questo sentimento fosse stato ricambiato, sarebbe finalmente potuto stare con lui, per sempre….
Quando finalmente il giorno in cui fu dimesso arrivò erano presenti tutti, Max, il Prof k, hilary, mao e altri, volevano fargli una sorpresa.Ma la vera sorpresa per lui fu un altra qul giono...fu di non vedere takao e kei.Chiese agli altri ma nessuno seppe dirgli che fine avessero fatto, cerco di pensare dove potessero essere ma non gli venne in mente nulla. Pensò quindi che la cosa più logica da fare fosse quella di chiedere a nonno jai dove fosse takao, magari takao avrebbe potuto dirgli poi dove si trovava kei.Quanto si pentiva ora rei di aver fato ascolto alla sua logica.Quando arrivò a casa di takao, non trovò nonno jai,la palestra sembrava deserta.cercò takao in camera ma non lo trovò, l’una cosa che trovò purtroppo per lui, fu kei disteso a terra che si stava baciando con takao in palestra, quest’ultimo inizialmente nemmeno si accorse di rei, e continuava imperterrito nella sua passionale azione.Nello stesso momento in cui kei si accorse di lui, guardandolo con occhi spalancati, sentì il suo cuore distruggersi in migliaia di minuscoli pezzettini, pezzi troppo piccoli da riattaccare....La sofferenza era troppa, non riusciva a reggerla, non ci riusciva…così nel suo fuggire disperato rubò dalla camera di takao una forbice, e corse, corse, corse fino a fermarsi sotto un ponte e poter così stroncare la sua vita recidendosi le vene del polso con la lama della forbice smettendo così di soffrire. L’ultima cosa che ricorda, prima che la testa cominciasse a girargli e avvertire gli occhi chiudersi da soli, per mai più riaprirsi, fu quel caldo sangue che scendeva dalla ferita e la voce di kei che lo stava chiamando urlando.Ma aveva sbagliato a compiere un gesto del genere,per una questione così piccola aveva perso qualcosa di molto più grande, e ormai adesso ne ha l’assoluta certezza.


….senza di te - 2° PARTE

Passo dopo passo seguiva silente lo strano tipo lungo quel lugubre corridoio, trascinato dalla robusta catena di ferro attaccata al suo collo, avvertendo dei lamenti farsi più intensi man mano che proseguivano. L’infernale guardiano si fermò, rei alzò gli occhi scorgendo davanti a se una porta d’acciaio, sporca e annerita, che impediva di andare oltre.Come se avesse compiuto quell’azione migliaia di volte, il guardiano senza neanche guardare poggiò sicuro la mano su una leva sul muro di sinistra, tirandola verso il basso.Dopo pochi istanti la pesante porta, spessa diversi centimetri si sollevò cigolando, lasciando passare via via maggior luce di colore rosso.Rei rimase abbagliato per qualche istante a causa del cambiamento improvviso di luce, ma appena i suoi occhi riuscirono ad abituarsi, rimase a fissare stupito e incredulo lo spettacolo che gli si presentava davanti.
Tutto ciò che vedeva era un enorme carcere, le cui celle erano su più piani lungo le pareti di un’enorme voragine, che pareva non aver fondo.Sparsi un po’ dappertutto, degli specie d’esseri messi a guardia, conciati nello stesso modo di quello che lo stava trascinando in chissà quale posto, mentre l’ambiente era praticamente saturo del rumore dei lamenti dei dannati, imprigionati in quelle carceri semibuie appena illuminate da lampadine di colore rosso. Tutto intorno scndeva della grigia cenere,che pareva non depositarsi mai,avvolta da una spettrale nebbia, rendendo il posto ancora più sinistro e inquietante di quello che era.Il guardiano si fermò ancora, ma questa volta per cedere la catena che teneva per il collo rei ad un altro guardiano, messo davanti ad un ascensore simile ai montacarichi usati per scendere nelle miniere.Il suo secondo carceriere non si dimostrò altrettanto freddo come il suo collega. ”andiamo forza!” gli disse con tono di voce aspro, tirandolo con uno strattone talmente forte che a rei gli sembrò di sentire la testa separarsi dal corpo per un istante riuscendo comunque a mantenere l’equilibrio, stranamente però, senza provare dolore.Se fosse stato vivo, avrebbe protestato, si sarebbe ribellato e avrebbe cercato di fuggire da questo posto infernale…ma sapeva che il mondo dei vivi ormai, non l’avrebbe mai più rivisto e, soprattutto, non avrebbe mai più rivisto kei, che tanto ama...ma che tanto lo ha fatto soffrire.”Kei...”disse con un filo di voce mentre lacrime amare rigavano il suo pallido volto, così bello e delicato, ma segnato a vita dalla morte che con egoismo lo ha strappato dal mondo dei vivi.
Dopo che il guardiano dell’ascensore lo “scaraventò” nel montacarichi, con un pugno schiacciò un pulsante, che mise in moto l’ascensore facendolo scendere velocemente.Rei attese per lunghi e interminabili minuti che l’ascensore si fermasse, aveva la sensazione di precipitare in un abisso, stavano davvero andando in profondità.Finalmente il montacarichi arrestò la sua discesa, rallentando all’improvviso prima di fermarsi del tutto..
All’uscita dell’ascensore, c’erano ad aspettarlo altre due persone, se così si poteva definire.Uno era un guardiano, sempre vestito con dei logori e sporchi vestiti macchiati di sangue e una maschera di ferro, l’altro invece era vestito come un giudice, con la classica toga, stranamente pulita, in aperto contrasto con l’ambiente che lo circondava. ”lo consegno a voi, come sempre” disse l’uomo alle due figure, ritornando nell'ascensore e risalendo verso l’alto.Il guardiano che accompagnava il giudice afferrò l’estremità della catena che impediva a rei di scappare e, senza dire una parola, iniziò a camminare trascinandosi appresso il cinese, seguito dal silente giudice. Rei, nel guardare il giudice, notò che il colore della sua pelle era cadaverico, mentre sul collo aveva il segno di una corda, probabilmente era morto suicida anche lui, come tutti i presenti in quel posto.Il passaggio che stava ora percorrendo era a ridosso delle pareti della voragine, sul lato destro vi erano le celle scolpite nella roccia, mentre sul lato sinistro vi era il precipizio dove solo una sottile ringhiera impediva di cadere in quel baratro.Con sguardo vacuo fisso sul pavimento segui i due esseri, senza nemmeno prestare ascolto alle urla dei dannati nelle carceri e senza nemmeno prestare uno sguardo al loro interno, nonostante le sbarre permettevano ciò.Dopo aver camminato per un breve tratto, il giudice e il guardiano si fermarono davanti ad una cella vuota, che pareva aspettar paziente l’arrivo del cinese.Il giudice trasse un mazzo di chiavi da sotto la toga, infilando quella giusta nella toppa, facendo così scattare il chiavistello e consentendogli aprire la porta della cella, mentre nel frattempo il guardiano toglieva dal collo di rei la catena che fino adesso lo teneva imprigionato. Poi, dopo che la porta fu aperta, il guardiano senza dire nemmeno una parola buttò rei nel carcere, che non riuscendo a mantenere l’equilibrio cadde a pancia in giù sul terreno rimanendo in quella posizione alcuni istanti, piangendo in silenzio lacrime di disperazione. Il giudice, come se nulla fosse, richiuse la cella serrando il chiavistello a doppia mandata, dopodiché rimise sotto la toga le chiavi, estraendo poi una pergamena che srotolò leggendo con voce quasi atona il contenuto.Rei si girò a guardare il giudice, confuso, non riuscendo a capire cosa mai avrebbe avuto dirgli in quel momento. “Rei Kon, hai cercato di fuggire dalle tue sofferenze, dal tuo dolore e soprattutto, dalla vita.Non hai soprattutto tenuto conto della grande sofferenza che hai arrecato a chi ti amava e ti voleva bene. Per questo, tu sarai condannato a restare prigioniero delle tue sofferenze, per l’eternità, senza fine di tempo.Questa è la tua condanna” finito di leggere il manoscritto, lo arrotolò di nuovo e dopo averlo riposto sotto la toga si allontanò tornando all’ascensore insieme al guardiano dalla maschera di ferro.
Rei stava piangendo, piangendo fiumi di lacrime che parevano un torrente in piena, che erano più amare di qualsiasi altra cosa gli solcavano il viso. si trascinò fino alle sbarre della cella, e aggrappandosi ad esse si mise a fatica in piedi, non smettendo di piangere per la sofferenza. Il dolore che aveva dentro era veramente grande, troppo grande per il suo cuore che pareva voler scoppiare da un momento all’altro.Rimase lì per alcuni minuti ad occhi chiusi, proseguendo il suo pianto isterico e disperato, fino a che decise di aprirli appena, scorgendo qualcosa che presto glieli fece spalancare incredulo.
Non ci credeva, non riusciva a crederci, non voleva crederci, era impossibile ciò ma stava avvenendo sotto i suoi occhi.”KEEEEIIIIIIII” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, richiamando l’attenzione del russo dai capelli argentei, che aveva il suo stesso volto cadaverico e i suoi stessi tagli sui polsi, e il volto umido dalle lacrime. Il blader russo, con uno sforzo sovraumano, afferrò con le mani la catena strappandola dalle mani del guardiano correndo poi verso Rei. Kei facendo passare le braccia tra le sbarre abbracciò il cinese, piangendo a dirotto. “Rei stupido idiota!Perché ti sei condannato per sempre!Io ti amavo, perché mi hai abbandonato così!” urlò kei con tutto il fiato che aveva in corpo, provocando al cinese un dolore che non aveva limiti. ”perché allora eri li, insieme a takao a divertirti con lui...se mi amavi non mi avresti fatto questo”ribatté rei.Il russo a quelle parole sciolse l’abbraccio aggrappandosi alle sbarre con le mani, guardando negli occhi rei con il volto poco distante da egli “stupido idiota..è stato takao a fare tutto, è stato takao a saltarmi addosso e a baciarmi” la voce di kei era alterata dal pianto e scendeva di tono. “è stato lui a farmi cadere per terra, quando tu..tu sei arrivato!ma…tu questo non lo capisci” per rei fu come se il cuore fosse stato trafitto ma migliaia di roventi aghi, il dolore era diventato ormai senza limiti e le lacrime ormai non bastavano più “kei…questo...è quello che volevo dirti” con un rapido gesto rei avvicinò le labbra a quelle di kei e poggiandogli una mano dietro la testa, lo baciò, con un bacio carico di passione e amore. Kei per pochi istanti spalancò gli occhi per la sorpresa, poi però li socchiuse lasciandosi trasportare da quel bacio impetuoso.
Rei fece appena in tempo a staccare le labbra da quelle di kei, prima che con un violento strattone la guardia staccasse il ragazzo dalle sbarre, scaraventandolo violentemente per terra e trascinandoselo poi dietro senza curarsi di nulla.”NOOOO! KEEEIIII!” il cinese stava urlando con tutto il fiato che aveva in corpo nel tentativo di ottenere qualcosa, ma invano, perché il guardiano lo stava trascinando via imperterrito, lontano da lui per sempre...ora che lo aveva ritrovato. Sentì la sua voce improvvisamente diminuire d’intensità e le palpebre aprirsi di scatto.Rei si ritrovò seduto sul letto dell’ospedale, madido di sudore.Improvvisamente la nausea lo assalì e con solo i boxer indosso corse in bagno piegandosi sul water e vomitando.Rimase in quella posizione per qualche momento, andò poi al lavandino, aprì il rubinetto dell’acqua fredda e si sciacquò la faccia.Con la faccia ancora umida per l’acqua si guardò allo specchio.Non vide traccia di occhiaie, né di un colorito cadaverico sul volto e nemmeno di tagli sul polso, per sua fortuna era solo un sogno. Dopo essersi asciugato con un asciugamano posto lì vicino, si appoggiò alla parete, riflettendo su ciò che aveva appena sognato.”Era tutto così reale, tutto così vero, anche…quel bacio…”mormoro rei poggiando una mano sulle labbra, percependo una strana sensazione, arrosendo. Spostò lo sguardo sulla finestra aperta, da dove entrava un po’ d’aria, quel tanto da far svolazzare le biance tende dell'ospedale. Muovendosì lentamente camminò verso la finestra, poggiandosi poi al bordo di essa a guardare il cielo, limpido e stellato, reso ancora più bello da una luna piena che risplendeva in cielo, e nei suoi dorati occhi.Domani avrebbe finalmente lasciato l’ospedale, e si sarebbe dichiarato a kei…ma non ci riusciva, non riusciva ad attendere fino ad allora, soprattutto dopo quel sogno, pqrchè i suoi sentimenti erano troppo forti per poter essere soffocati un altra volta.Si guardò attorno, era al pianterreno, non gli sarebbe stato difficile saltare fuori dalla finestra e senza farsi vedere dal personale scappare dall’ospedale.Chiuse gli occhi, prese un bel respiro, poi riaprì le palpebre e si voltò prendendo in mano un cellulare appoggiato sul comodino in metallo, e digitando un numero sulla tastiera. ”speriamo che abbia lasciato il cellulare acceso..” Mormorò preoccupato, premendo il tasto “chiama” e portando il ricevitore all’orecchio.Il cellulare che stava chiamando squillò per lunghi, interminabili secondi. Finalmente, una voce assonnata rispose al telefono.
“*yawn* pronto?chi chiama alle 4 del mattino..”
“ciao kei, sono io, rei.Mi spiace di averti svegliato”
Kei rimase sorpreso dal fatto che rei lo chiamasse a quell’ora, tuttavia non lo diede a vedere e ripose: ”No, non fa nulla…piuttosto dimmi, cosa ti spinge a chiamarmi alle 4 del mattino? È successo forse qualcosa?”
“no niente…beh ecco” la voce di rei iniziò a farsi tesa “io..ti sembrerà strano ma…ti va se ci vediamo adesso? È importante…”
Per qualche istante, dall’altra parte ci fu silenzio, che a rei sembrava un’eternità “da come lo dici sembra davvero una cosa importante…va bene, dove ci vediamo?”
“vediamoci al canale,al ponte che conosci, ci vediamo li.”
“ va bene, a dopo” kei chiuse la comunicazione lasciando rei ad occhi spalancati.Si diede un forte pizzicotto, per vedere se ciò non era solo un sogno
“ahia, fa un male boia” disse rei tra se sorridendo. La sua espressione diventò improvvisamente decisa, si vestì in fretta e furia e in cinque minuti fu già pronto. Poggiò un piede sul bordo della finestra e saltò fuori atterrando sul prato esterno. “bene, andiamo” corse via, diretto verso il canale, dimenticando nella foga di raccogliersi i capelli, lasciando la bandana appoggiata sul letto sfatto.

Finalmente arrivò al canale, ansimante si fermò guardandosi in giro, alla ricerca di kei.Alla fine lo vide, seduto sul bordo del canale, a guardare la luna piena che limpida e luminosa sospesa nel cielo,e i suoi raggi riflettersi nelle acque. Aspettò qualche minuto per riprendere fiato, poi fece un bel respiro profondo e si diresse deciso verso il russo.Il cuore però non ne voleva sapere di smettere di battere così velocemente, era teso, maledettamente teso.
“sei in ritardo” disse kei rimanendo di spalle a rei, alzandosi poi in piedi e si voltandosi verso il cinese sorridendo “e sì che eri tu a volermi incontrare” rei fu colpito da quella visione di kei, sorridente, con la luna alle sue spalle.Il suo sorriso era così dolce, quanto raro e bello,un sorriso che lo stregò lasciandolo senza parole.
"Rei, c'è qualcosa che non va?" chiese un pò preoccupatodalla reazione del cinese.
"..."Rimase fermo a fissarlo per qualche istante, poi senza nemmeno pensarci corse verso kei abbracciandolo e stringendolo a se “sono così felice di vederti” sussurrò rei cingendo la vita del russo con le braccia, al colmo della felicità. Kei spalancò gli occhi e diventò rosso come un peperone,poi sorridendo nuovamente ricambiò l’abbraccio del cinese, sentendosi stranamente leggero, come una piuma,gli pareva di volare in quel cielo limpido e blu . “anche io…ma sono anche sorpreso di vederti con i capelli sciolti” “sciolti?!” esclamò rei stupito. Sciolse l’abbracciò e con le mani controllò.Eh già, gli aveva lasciati sciolti “acc, che idiota che sono” esclamò rei “nah, non è vero…e poi…”disse kei, avvicinandosi a rei fino a stare a pochi centimetri da lui “mi piaci moltissimo con i capelli sciolti… “appoggiò le mani sulle spalle di rei, facendo passare una mano tra i corvini capelli,morbidi come seta,del ragazzo, avvicinando le sue labbra a quelle del cinese,. Rei istintivamente si avvicinò anch’egli, fino a che le labbra si incontrarono, in un bacio. Kei stava per allontanarsi, quando rei gli mise le braccia attorno al collo, riavvicinandolo di nuovo a se, facendogli capire di non fermarsi così presto. Kei, non ne fu per nulla contrariato e quel bacio, dato sotto una bellissima luna, durò ancora, un bacio su cui entrambi avevano una sola speranza,che durasse...per l’eternità…

- FINE -

******

ebbene questa mio capolavoro( o enorme schifezza a seconda dei gusti XD) è terminato.é la mia prima fic yaoi, e i commenti sono sempre ben accetti, così potrò migliorare e sfornare magari una yaoi multicapitolo.Ringrazo chi ha avuto la pazienza di arrivare fino alla fine, siete delle persone molto pazienti, e soprattutto con uno stomaco di ferro XD

Mark Anderson


Per una sofferenza di amore, rei compirà un viaggio, in un mondo dannato..facendo sconvolgenti scoperte(singolo capitolo, divisa in due parti)
 
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