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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: IL BIZZARRO VIAGGIO DI CASSIOPEA NELLA TERRA DI MEZZO
Genere: Comico
Rating: Per Tutte le età
Autore: lennyd galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 06/10/2004 16:34:54 (ultimo inserimento: 14/10/04)

la sera prima della partenza di frodo e sam per brea, una strana ragazza si presenta alla porta di casa baggins.
 
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IL PARCO A TEMA OVVERO LA CONTEA
- Capitolo 1° -



Il bizzarro viaggio di Cassiopea
nella Terra di mezzo


Capitolo uno

Il Parco a tema ovvero la Contea
Dedicato a Ljlith



Ricordo che proprio ieri una mia amica mi aveva accusato di essere troppo fissata con il Signore degli Anelli. A dire il vero è una frase che mi sento ripetere quotidianamente da tre anni a questa parte.
Ma cosa ci posso fare se adoro quell’opera?! Me la sono letta e me la sono gustata al cinema a più riprese. Ho completamente perso la testa.
Il fatto è che, fino a quando erano gli altri a dirmi che ero impazzita non ci credevo, li snobbavo e magari gli davo anche degli ignoranti. Come dice sempre mia mamma, quando hanno distribuito il buon carattere io ero dal parrucchiere!
Ma non è questo il punto.


I guai sono cominciati alcuni minuti fa quando, ironia della sorte, mi sono svegliata in un luogo a me tanto familiare quanto sconosciuto.
In un primo momento ho avuto l’istinto di mettermi ad urlare perché, quando ti addormenti nel tuo letto e ti risvegli in aperta campagna, non è molto divertente.
Ho pensato subito allo scherzo idiota di qualche amico burlone ma, a ben guardare, l’ambiente che mi sta intorno non ha nulla delle caratteristiche dei paesaggi cui sono abituata. E non solo perché abito in una grande città, ma soprattutto perché nemmeno nella campagna dove stanno i miei zii ci sono case come quelle che vedo.
Gli abitanti di questo luogo vivono praticamente sotto terra, in curiose dimore dalle porte e finestre a forma circolare, e tutto intorno è così grazioso che non mi sorprenderei se da un momento all’altro spuntassero fuori i sette nani.
Mi do un’occhiata per vedere se sono tutta intera. E mi accorgo di non indossare il pigiamone di flanella che portavo quando sono andata a letto. Inoltre, proprio accanto a me, c'è una borsa tutta nera che assomiglia a quella della simpatica signora di quel film che guardavo sempre da bambina. Impazzivo all’idea che da un oggetto così piccolo si potessero tirar fuori un sacco di cose diverse.
Ma le stranezze non finiscono qui.
Fa caldo per essere così presto, ma soprattutto per esser il mese di Novembre… e poi questa borsa nera da dove è sbucata fuori?
E' tutto troppo strano.
Mi convinco quindi che è inutile soffermarmi su quest’erba morbida a rimuginare, ed è meglio alzarsi per esplorare questo luogo bizzarro.
Afferro la borsa e mi incammino.
Istintivamente mi dirigo verso una di quelle casette e quando la raggiungo, realizzo quanto sia piccola e totalmente sproporzionata rispetto alla mia altezza.
Forse sono capitata in uno di quei Parchi a tema tipo “l’Italia in miniatura”.
Ormai ne sono convinta, è uno scherzo. Vorrà dire che starò al gioco.
Percorro un sentiero che si immerge in un delizioso manto verde, colorato qua e là da cespugli di fiori colorati e variopinti.
Chi ha progettato questo posto è davvero in gamba! Mi complimenterò con la Direzione.
Dopo pochi metri raggiungo un punto più alto. Senza rendermene conto mi sono ritrovata in cima ad una collina che da su una vallata.
Solo ora mi accorgo di quanto sia grande questo luogo. E il primo dubbio sorge spontaneo: sarà veramente un Parco a tema? Non penso proprio.
Con lo sguardo scorgo il paesaggio da una parte all’altra e vedo un nutrito gruppo di altre buffe case che si staglia all’orizzonte.
Questo posto io l'ho già visto.
Laggiù la vita è in fermento e distinguo chiaramente i suoi abitanti che affollano le strade ed i campi.
Ce ne sono a centinaia. La maggior parte di loro stanno lavorando la terra dalla quale si innalzano strane piante di un colore verde brillante, che tanto mi ricorda quelle pittoresche piantagioni che ho visitato durante la mia vacanza in Giamaica.
Allora do retta ai miei dubbi; campi, contadini che lavorano la terra, case pittoresche e accoglienti, chiaramente mi trovo in un agriturismo.
Decido di andare da quelle persone a chiedere informazioni.
Appena mi avvicino ad una di loro però, noto qualcosa di strano.
Non è esattamente il prototipo del contadino (se mai ce ne fosse uno), e non assomiglia neppure lontanamente a quella razza alla quale io stessa appartengo, quella umana.
Forse è un bambino che sembra vecchio, oppure si tratta di una comunità di gente affetta da nanismo, perché se quel assurdo essere che ho di fronte sfiora il metro d’altezza è già un miracolo.
Con la speranza che sia l’unico, rivolgo nuovamente lo sguardo intorno a me, e purtroppo devo constatare di essere circondata da strani individui.
Tutti qui sono oltremodo bassi, hanno orecchie a punta e, incredibile ma vero, raccapriccianti, grossi, piedi pelosi.
Ancora dubbi e nessuna certezza. Ma poi lo vedo.
E’ lui, un grosso striscione che troneggia in mezzo ad un prato e che recita: “Buon compleanno Bilbo Baggins”.
E nasce un sospetto. I miei amici questa volta l’hanno organizzata in grande stile, ma il loro scherzo si tramuterà in un fiasco pazzesco perché adesso mi sto arrabbiando sul serio.
Avanzo a passo deciso verso il malcapitato di turno e con poca grazia gli chiedo il come, il quando e il perché di tutta questa messa in scena.
Con mia grande sorpresa però, il piccolo esserino buffo si agita quasi si fosse svegliato di soprassalto, o come se avessi turbato il suo sogno ad occhi aperti.
Mi guarda come fossi il demonio e non riesce ad emettere un solo suono tanto è terrorizzato dalla mia presenza.
E questo non è normale.
Lo vedo che serra la presa sul manico della falce, e con fare minaccioso si gonfia come un tacchino mettendosi in posizione d’attacco. Mi vuole falciare!
Cerco di rassicurarlo dicendogli che non sono né una ladra né una matta (in fondo è lui che maneggia una falce), ma sembra non voler sentir ragioni.
Gli altri contadini intorno mi notano e corrono in soccorso dell’amico. Tutti dotati di attrezzi poco rassicuranti.
E questo non mi piace.
Comincio a pensare di essere capitata in un altro mondo, e ho ragione.
Non si tratta di uno scherzo, sono veramente finita nella Contea.
E questo è meraviglioso.
Tuttavia, mi basta poco per cambiare idea. Quello che ho letto o creduto di sapere sulla simpatia e l’ospitalità degli Hobbit era una pia illusione.
Sotto la minaccia di armi contundenti, infatti, i piccoletti mi intimano di seguirli e mi fanno camminare su per uno stretto sentiero che avvolge le case.
Pensandoci bene, considerando che sono il doppio di loro quanto a stazza, potrei darmela a gambe levate, oppure giocare d’astuzia fingendomi una Principessa di un potente Regno lontano, che si è smarrita nelle Terre selvagge ed ha cercato rifugio nella Contea.
In effetti mi trovo in una posizione vantaggiosa. Questa gente non sa chi sono io, ma io so chi sono loro. Io sono a conoscenza di fatti che gli Hobbit neppure si immaginano. In più non sono certo rinomati per la loro intelligenza, e io devo approfittarne!
Così, con fare solenne dico loro:
- Portatemi dal signor Frodo Baggins-
Si guardano gli uni con gli altri sconcertati, non si aspettavano una sparata simile, e io rincaro la dose.
- Vengo da una terra remota, e giungo a voi allo scopo di parlare con il Signor Frodo Baggins. Affari di grande importanza mi portano qui-
Abbassano le armi dandomi segno di accettare le mie richieste, e sollevandomi così da un grosso peso: è stato difficilissimo trattenere le risate fino ad ora. Vedere degli esseri così piccoli e palesemente pacifici, maneggiare pale e rastrelli come fossero spade e loro poderosi guerrieri, fa più ridere di tutti i programmi della De Filippi messi assieme.
La strada per casa Baggins è più lunga del previsto, infatti sono finita nei presi di Hobbiville e la dimora di Frodo è piuttosto lontana.
Giungiamo a destinazione che è quasi buio. Fosse stato per me ci avrei messo la metà del tempo, ma i miei compagni di viaggio sono dotati di gambe troppo corte per stare al mio passo. Questo però mi ha dato tempo durante il cammino, di inventarmi un mare di fandonie sul mio conto in modo da convincere le piccole creature della mia affidabilità. Non posso permettere che tutta questa gente stia ad ascoltare il discorso che devo fare a Frodo, soprattutto perché quello dell’Anello è un segreto che va custodito gelosamente. Ed io ho già deciso che farò di tutto per far parte della Compagnia.
Parlando con gli Hobbit ho scoperto che la tanto attesa festa per il Signor Bilbo è già stata fatta, l’unica cosa che ancora non è stata smantellata di quella baraonda è appunto lo striscione che ho visto questa mattina. E questo non me lo so spiegare: la festa per i centoundici anni dello Zio non era stata fatta vicino a casa Baggins?
Quel che importa ora tuttavia, e che sia finita.
Se non ricordo male Frodo dovrebbe già essere entrato in possesso dell’Anello, ed il fatto che mi stiano portando da lui è indicativo che non ha ancora lasciato la Contea. E questo è positivo.
Resto sola proprio dove la strada principale si apre in tante diramazioni e imbocco via Saccoforino.
Non mi è difficile distinguere Casa Baggins, non solo perché e senza dubbio la più bella qui nei dintorni, ma perché, nonostante il buio della notte ormai sia calato sulla città, riesco a scorgere un losco figuro tra i cespugli di fiori che stanno sotto la finestra, dalla quale provengono distintamente le voci di Frodo e Gandalf.
Capito in quale momento della storia mi trovo, ma non riuscendomi a spiegare come abbia potuto riconoscere le voci di quei due, decido di cogliere la palla al balzo. Tra non molto, se la memoria non fa cilecca, lo stregone grigio dovrebbe scoprire Sam (il curioso tra i cespugli) che sta origliando.
Devo trovare il modo di fare un’entrata spettacolare per far colpo su di loro, in fin dei conti sono l’unica persona in tutta la Terra di mezzo a sapere come si concluderà l’avventura dei due piccoli Hobbit e che ne sarà del destino di tutti coloro che prenderanno parte in questa avventura.
Per prima cosa dunque devo inventarmi un personaggio.
Chi potrei essere? La storia della Principessa non va molto bene ora, ci vorrebbe qualcosa di più grandioso, devo convincere i presenti a portarmi con loro, e l’immagine della dolce fanciulla non si addice affatto all’impresa.
Potrei fingermi una maga, ma temo che Gandalf mi smascheri immediatamente.
Che fare allora?
Mentre dall’interno della casa provengono strani rumori, come cassetti che si aprono, cianfrusaglie che cadono qua e là, bagagli che volano e gente che impreca, vengo folgorata da un’idea geniale.
Tempo fa lessi un libro meraviglioso che parlava delle peripezie di un uomo un pò fanatico ma dal grande cuore che, perduto il senno per aver letto troppi libri di Cavalleria, si era armato e si era messo a viaggiare per mondo allo scopo di difendere i più deboli. Posso sfruttare questa cosa a mio favore.
Credo infatti che a me sia successo qualcosa di simile con i manga e i cartoni animati.
Così dopo molto pensare, sono giunta ad una soluzione: il mio nome sarà Cassiopea, la mistica fanciulla appartenente ad una razza superiore, proveniente da una Terra lontanissima, e di professione veggente ed indovina.
Adesso si che posso presentarmi alla porta di Frodo.
Quando lo Hobbit mi apre, trattengo a stento una risata. È proprio uguale all’attore! Ed anche Gandalf e Sam sono identici ai rispettivi interpreti.
C’è qualcosa di inspiegabile in tutto ciò.
Il trio mi scruta dalla testa ai piedi con un aria tra il perplesso e l’esterrefatto.
Decido di prendere l’iniziativa, e con fare deciso e la voce ferma dico:
-Il mio nome è Cassiopea. Vengo da una terra così remota che nessun essere, neppure il più saggio nella Terra di Mezzo ne conosce l’esistenza.
Giungo a voi per portarvi un messaggio di sventura.
L’Unico Anello dell’Oscuro Signore di Mordor, Sauron, si è risvegliato, ed ora tenterà di tornare dal suo padrone. Siete tutti in pericolo. I nove hanno già lasciato Minas Morgul.
Dobbiamo fuggire, non c’è più tempo per gli indugi.
Mi offro di accompagnarvi. I miei poteri di chiaroveggenza vi saranno utili, ed io che ho un gran cuore, ho deciso di metterli al servizio dei deboli e degli indifesi. Avete bisogno di me-
Frodo e Sam mi fissano sbigottiti, mentre Gandalf mi guarda con sospetto.
Credo che non sia tanto per le mie parole, quanto per il mio abbigliamento.
Quella gonna succinta e quello straccetto che chiamo maglietta, non si addicono davvero ad una indovina, almeno, non nella loro concezione del personaggio evidentemente.
Devo inventarmi qualcosa.
La borsa che mi sono trovata tra capo e collo questa mattina potrebbe rivelarsi un prezioso aiuto. Così lascio per qualche istante i miei nuovi amici sulla porta di casa e mi nascondo dietro agli alberi. Se tutto funziona come deve, dovrei riuscire a tirar fuori qualunque cosa da quell’ affare nero che mi sono scarrozzata dietro tutto il giorno.
Pochi attimi, e mi ripresento davanti ai tre agghindata con una lunga tunica verde bordata d'oro ed un lunghissimo mantello nero, con un cappuccio così esagerato che quasi sfiora terra. In testa porto un curioso turbante, e indosso una tale quantità di gioielli così pacchiani e vistosi, che nel mio Mondo rischierei di essere arrestata dalla buon costume.
Forse ho esagerato.
-Sono stata mandata qui dal grande Mago Forrest, il più potente dei maghi dell’universo intero dove già accadono cose che voi non potete immaginare. Laddove la magia e la scienza si sono evolute tanto rapidamente che siamo a conoscenza di misteri imperscrutabili...-.
Questo discorso non sembra convincere il Mago, che mi si avvicina minaccioso.
-L 'Universo? Da dove venite?-
-Da Marte....- Scherzo io, ma lui ovviamente ci crede.
-Non ho mai udito di questo luogo-
-Perché la nostra razza suprema, la leggendaria stirpe dei... Saiyan, forte dei suoi immensi poteri, non si è mai voluta spingere oltre i confini del suo mondo. Ma ora che su questa Terra incombe la minaccia di Mordor, il mio popolo ha deciso di correre in vostro soccorso inviando me, che tra tutti sono la più potente e temuta indovina.
Secoli or sono, durante la guerra dell’Anello, restammo a guardare ed il risultato fu che Isildur tradì il suo popolo, tradì tutta la Terra di Mezzo lasciando che l’Unico sopravvivesse alla distruzione entrando nel Mito. Ora è tempo di porre fine alle forze del male, siete con me?-
I due piccoli Hobbit mi sorridono ma Frodo, che forse non è così ingenuo come vuole dare a credere, continua a guardare Gandalf come se stesse aspettando la sua approvazione per fidarsi di me.
Io stregone dal canto suo, sembra convincersi che li possa davvero aiutare, ma prima di acconsentire che io accompagni gli Hobbit nel loro viaggio, mi fa mille domande per accertarsi della mia identità.
E lo convinco di essere quella che non sono. Non è stato difficile considerando che, solo per il fatto di essere a conoscenza di una simile "catastrofe", nel suo immaginario devo possedere dei poteri particolari. Il mio aspetto poi lo ha tratto in inganno. Dalle cose più scontate come l'abbigliamento, i capelli e il modo di parlare, credo sia rimasto sorpreso dalla rapidità con la quale mi sono trasformata in questo surrogato del Mago Telma. O magari è solo troppo buono e io che sono infida ho un indubbio vantaggio su di lui. Ciò non toglie che per tutto il resto della notte non mi stacchi gli occhi di dosso. Pare volermi controllare. Io credo sia solo invidioso dei miei poteri.
Insieme a Frodo e Sam lascio Casa Baggins quando è ancora l’alba.
Gandalf ci mette in guardia dai pericoli che incontreremo, e come da copione ci da appuntamento a Brea. Poi monta in sella al suo magnifico cavallo bianco e si allontana al galoppo.
Prima che la sua figura scompaia all'orizzonte mi volto per fargli un gestaccio. Non mi è affatto simpatico, ma in fin dei conti lo dovrò sopportare fino a Moria, per quel che verrà dopo ci penserò a tempo debito.
I due Piccoli Hobbit intanto mi osservano incuriositi.
-Cassiopea, cosa significava quel gesto?-
- Ecco, Sam, quello era il saluto porta fortuna dei Saiyan...ma voi non potete farlo..capito?-



 
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