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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: THE LAND OF DESPAIR
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/09/2004 13:48:55 (ultimo inserimento: 02/10/04)

è un po` triste...
 
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SUMMER OF TEARS
- Capitolo 1° -



SUMMER OF TEARS
atto1
Erikuccia

A kanagawa il sole continuava a splendere imperterrito, nonostante quello che fosse appena successo.

Hanamichi guardava fuori dalla finestra, guardava in faccia quel sole sfidandolo.
Non doveva splendere così, non in quel momento.

Un bip bip continuo riecheggia nella sua mente, mentre pensa a come potrebbe essere ora, in quel momento, la sua vita, se si fosse voltato, se non avesse parlato come aveva fatto, o se solo anni prima non si fosse innamorato.

Quel sole gli bruciava gli occhi, già rossi e gonfi. Non doveva splendere. Il cielo doveva incupirsi, la pioggia avrebbe dovuto bagnare tutta la città.

Senza sapersi spiegare il perchè, credeva che tutti il mondo si dovesse fermare, o perlomeno adattarsi al suo stato d'animo.

Il caldo afoso dell'estate mostrava i segni sulla t-shirt bianca del ragazzo.
Hanamichi si passava la mano tra i capelli umidicci, cercando di cacciare via quel pensiero.

In quell'ospedale si sentiva fuori luogo. Non doveva essere lì, come nn avrebbe dovuto esserci neanche lui.

Yohei Mito.

_______________________________________________IL GIORNO PRIMA _______________________________________________


<< Smettila, smettila di parlare, non ti voglio ascoltare!>> aveva urlato Hanamichi tappandosi le orecchie, come se fosse un pazzo.
<< Hanamichi, lascia che ti spieghi!>> Mito sembrava sul punto di piangere. Aveva voglia di dire ad Hana che non era stata colpa sua, che aveva fatto di tutto per stare attento, ma sapeva benissimo che non era così. Non era stato attento.
<< Che vuoi spiegare? Ti avevo chiesto di controllarla mentre io facevo fisioterapia...e invece...invece...>> Si sentiva ferito a morte, e proprio dalla persona di cui si fidava di più al mondo.
<< e poi >> continuò sconvolto << tutte quelle lettere che mi mandavate...quante bugie! >>
<< Hanamichi, ma perchè nn vuoi ascoltarmi?Ho il..>>
<< Che cosa? Dopo quello che mi hai fatto? Ti credevo mio amico, e invece...>>
Nella sua mente riecheggiavano ancora le parole che Yohei gli aveva detto poche ore prima. - io, ed Haruko abbiamo passato una notte insieme-...All'inizio non aveva voluto capire, aveva scacciato via la realtà, e aveva cominciato a scherzare, dicendo che nn c'era problema se aveva tenuto compagnia ad Haruko durante la notte. Ma poi il sorriso era scomparso e la rabbia l'aveva costretto a mordersi la lingua per non prendere a pugni l'amico di sempre.
<< Hanamichi, io nn l'amo>> aveva detto poi Yohei sulla difensiva
<< Pensi forse che questo mi debba far sentire meglio? Il fatto che tu l'abbia solo usata per fare sesso? Pensi che io debba stare meglio per questa tua sciocca frase?>>
E poi c'era dell'altro. Haruko, la sua piccola Haruko, adesso portava un piccolo essere dentro di sè.
<< Non ero in me Hanamichi, eravamo entrambi brilli...avevamo bevuto e...>>
<< questo nn ti giustifica! Io ti odio Yohei, non ne voglio più sapere, nè di te, nè di Haruko. Fate quello che volete, sposatevi, fate dei bambini..uccidetevi, la cosa ormai, non mi riguarda più.>>
E se ne era andato via, correndo, senza voltarsi alla voce di Yohei che lo chiamava, lo chiamava lo chiamava..

______________________________________________________________________________________________

Gli faceva male la testa. Non sapeva che pensare, nè di sè, nè di tutto quello che era successo dopo che si erano parlati.

Yohei l'aveva ferito a morte, l'aveva tradito, e se ci ripensava sentiva ancora il bruciore dentro l'addome.

Ma come poteva prendersela con un amico, che adesso giaceva inerme su un letto d'ospedale?
Il suo viso era violaceo, per via delle contusioni che aveva preso, e il tubo, collegato al naso e alla bocca, dava al ragazzo un'aria sinistra.

Solo il sollevarsi, quasi impercettibile ma regolare, del torace manifestava che c'era ancora vita in quel corpo.

Per il resto Mito sembrava morto.

Hanamichi l'aveva guardato con gli occhi sgranati, accasciandosi vicino al letto. Si vergognava nell'aver pensato, anche se solo per un minuto, che se l'era meritato.

Nessuno meritava la morte, e nessuno poteva prendersi la responsabilità o il privilegio di chi doveva vivere, e di chi doveva morire.

Voleva chiedere scusa per come si era comportato, ma non ne era convinto fino in fondo e non voleva mentire a nessuno.

Si allontanò dalla finestra, accecato e accaldato, e si accomodò di nuovo, vicino al letto dell'amico.

In così poche ore quante cose erano cambiate.

_______________________________________________
LA SERA PRIMA
_______________________________________________

Aveva corso velocemente.
Il vento fresco della sere gli pungeva gli occhi.
Non si sorprese quando si sorprese a piangere.
Ma era stata solo la velocità?
Aveva ricevuto quella telefonata nel bel mezzo della cena.
Le sue posate erano cadute rumorosamente a terra, mentre sua madre sgranava gli occhi.
Quando dall'altro capo del telefono arrivò il segnale di tu- tu hanamichi continuò a guardare l'apparecchio.
Non poteva credere a quello che aveva appena sentito.
-Yohei è in coma-
Cosa?
Come?
Perchè?
Aveva corso a per di fiato per la sua cittadina.
Aveva un brutto presentimento.
Non voleva perdere un amico tnt caro.
Doveva parlare con lui
Ma aveva un brutto presentimento.
Corse, corse e corse.
Quando la sagoma dell'ospedale si stagliò grande di fronte a lui, Hanamichi si fermò a riprendere fiato.
Aveva paura.
E i ricordi corsero veloci a qualche anno prima, a quando aveva avuto la stessa paura.
Non poteva essere vero.
E poi aveva ricominciato a correre.
Il linoleum scricchiolava sotto le sue scarpe da ginnastica, e la luce verdastra del corridoio lo fecero sentire ancora peggio.
Arrivò davanti alla sala, dove trovò anche gli altri.
Le truppe di hanamichi..
Che cosa era successo a quei ragazzi?
Perchè erano così spenti?
Loro, sempre sognatori, casinisti, vivi...
Ora erano solo ombre in quell'atmosfera.
Hanamichi non ebbe il coraggio nè la voglia di guardare Haruko.
Sentiva che era tutta colpa sua.
<<C-che cosa è successo?>> chiese, con il respiro ancora affanoso.
<< L'hanno investito. Una bruttissima botta al cranio e...>> nessuno sapeva come dire ad Hanamichi la verità. Tutti sapevano quello che era successo.
<< Hanamichi>> Akagi aveva preso la parola. Forse era davvero un suo dovere. Anche sua sorella era immischiata in tutta quella storia << alcuni testimoni oculari..beh..pare abbiamo detto che potrebbe essersi trattato di...>>
La mente di Hanamichi fece scattare l'allarme. Non voleva sentire quella parola. Eccolo il brutto presentimento che aveva avvertito mentre correva per le strade ormai buie. Non voleva sentire quella parola. Non ce la faceva.
<<..di suicidio>>
Fu come se l'avessero preso a pugni per una quantità indefinibile di tempo. Era come se niente avesse avuto importanza, era come se fosse morto, una seconda volta. Aveva sentito la voce di Haruko che scoppiava in un pianto ininterrotto, singhiozzando di tnt in tnt -il mio bambino...che ne sarà del mio bambino?-
In quel momento Hanamichi avrebbe voluto urlare "ma che ce ne frega del tuo bambino, stiamo parlando di Yohei. Il mio amico Yohei".
Un macigno cadde sulle sue spalle forti.
Era stata tutta colpa sua. Tutto quello che era successo quel pomeriggio...Forse Yohei..
Ma non poteva credere che Mito avesse tentato di togliersi la vita. Perchè?
Potevano prendersi a pugni, per poi capire che una donna non valeva un amicizia.
Potevano perdersi e non parlarsi mai più.
Ma perchè togliersi la vita?
Perchè?
Era stata tutta colpa sua, solo colpa sua. Colpa
Colpa
Colpa
La testa cominciò a vorticare velocemente,e il corpo si accasciò a terra. Tutti gli si fecero vicino, alcune mani cercarono di afferrarlo, di aiutarlo ad alzarsi.
<< NOOOO!>> aveva urlato. << LASCIATEMI, NON MI TOCCATE..LASCIATEMI...>>
No,
Non poteva essere vero.
Non Yohei.

______________________________________________________________________________________________


Il medico era appena entrato nella stanza, guardando Hanamichi. "povero ragazzo" aveva pensato. Il mestiere di medico era un lavoro ingrato, sempre in mezzo a quei visi tristi, pronti al peggio.
<< sei ancora qui?>> chiese, avvicinandosi al letto di Yohei. Gli alzò le palpebre e indirizzò un filo di luce alle palpebre. Poi posò il pollice sul polso del ragazzo, annotando qualcosa sulla sua cartellina.
<< come sta?>> chiese Hanamichi
<< come ieri>> rispose l'uomo
<< è un bene o un male?>> continuò Hanamichi nervoso. Aveva sempre odiato parlare con i medici
<< ne l'uno nell'altro temo. E' in uno stato vegetale...>>
<< dobbiamo abbandonare ogni speranza?>>
<< non bisogna mai lasciarsi andare alla disperazione. Cercate di parlargli, di fargli ascoltare qualsiasi cosa pensate che possa risvegliare in lui qualcosa di importante, ma...>>
Possibile che dovesse sempre esserci un ma?
<< ma? cosa?>>
<< se è vero che il suo è stato un atto...ehm..volontario, è possibile che non voglia dae ascolto a niente e a nessuno>>
No.
Questo no.
L'avrebbe ascoltato.
L'avrebbe riconosciuto.
E si sarebbe svegliato.
A costo di prenderlo a pugni.

Era di nuovo solo nella camera.

Doveva provare a parlargli, e quindi a riportarlo alla vita?

Ma cosa dire?
Da dove iniziare?

<< Yohei..Yohei...Yohei...>> sperava che da un momento all'altro l'amico aprisse gli occhi e sorridendogli gli dicesse "cazzo Hana, che vuoi? dormivo così bene!"
Ma le cose erano cambiate, e la sua supplica non ottenne risposta.

......



 
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