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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SUL TRENO
Genere: Sentimentale, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Autore: erikuccia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/09/2004 21:34:12

l`ispirazione mi è venuta da una splendida canzone di nek. se vi va leggetela.
 
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SUL TRENO
- Capitolo 1° -

Mi prendo il viso tra le mani..
Ho voglia di piangere.
Guardo questo appartamento, e in ogni angolo vedo il suo viso, risento la sua voce. ogni granello di questa casa mi ricorda lei, lei che adesso se ne è andata, lei che mi ha lasciato.
Anche se cammino per le strada, rivivo gli attimi migliori della nostra storia, una storia che pensavo nn sarebbe finita mai, ma che invece è finita.
Forse, è colpa del destino, forse nn eravamo stati fatti per stare insieme, forse è stato tutto un gioco.
Se cammino per le vie di questa bella città la paura di rincontrarla mi pervade l'anima.
se la rivedessi..come reagirei?
Forse nn resisterei alla voglia di stringerla a me, o forse neanche la saluterei..nn so.
Ma sto male. Troppo male. Non posso continuare a vivere così. Se nn posso avere lei, nn mi interessa avere altro.

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Stazione Termini
Roma

La città era già viva, sebbene fossero solo le otto di mattina. Roma era fatta così. Anche alla stazione il traffico era già frenetico. Gente che partiva, e gente che tornava..Treni che vomitavano continuamente anime, per poi ingugitarne di nuove. Saverio si muoveva ancora assonnato in quell'edificio. sebbene fosse abituato, per via del lavoro, a sopportare orari strazianti, quel giorno si sentiva distrutto. Aveva cercato quella soluzione così a lungo, che nn aveva fatto in tempo ad addormentarsi, forse per dolore, paura, eccitazione, confusione, nostalgia. Ma dopotutto quella era la soluzione migliore.
Una settimana prima il suo caporeparto l'aveva chiamato nel suo ufficio. Si era seduto e aveva visto l'uomo arrovellarsi il cervello, come se stesse dosando le parole.
<< Saverio>> disse poi << sai che la nostra società è appena uscita da un lungo periodo di crisi, che ci ha costretto per un po', anche ad abbassare momentaneamente gli stipendi dei nostri impiegati...>>
<<certo che lo so, ero presente>> aveva scherzato saverio in quel momento. Almeno il lavoro era una cosa che gli aveva dato sempre soddisfazione
<< bene. Adesso si stanno aprendo per noi nuove possibilità di sviluppo. Ci siamo impegnati tantissimo, e so che sai anche questo. Per il momento tutto sembra esserci venuto incontro, finalmente la fortuna si è ricordata di noi..Siamo riusciti ad aprire delle filiali in alcune grandi città europee e in grandi centri della nostra penisola..>>
<< so tutto questo. ma non capisco che...>>
<< ci sto arrivando Saverio. Ci sto arrivando. Una delle nostre filiali, quella di Milano, e sprovvista di un capo reparto..e sono stato pregato di trovare un uomo di fiducia, per prendere le redini di questo progetto..>>
<< Mi sta chiedendo di trasferirmi a Milano?>>
<< Beh...ho pensato che tu hai sempre viaggiato tnt, non ti pesava mai spostarti in continuazione, a qualsiasi orario..e poi, tieni conto che il tuo stipendio subirebbe un grande aumento, e sinceramente, sei l'unico a cui affiderei questo progetto. sei l'unico di cui mi fido>>
In quel momento aveva pensato che il suo capo dovesse essere pazzo, ma poi, da solo nel suo grande appartamento, ormai vuoto, aveva ripensato più volte a quell'opportunità, e alla fine gli era sembrata la cosa più ovvia e più naturale da fare, così aveva detto di si al suo capo. Quella mattina era andato a ritirare il biglietto per la partenza in treno. Aveva pensato all'aereo, ma soffriva di vertigine, e non voleva passare un viaggio chiuso in bagno. No, meglio il treno. Sperava che a Milano, il suo fantasma l'avrebbe abbandonato. Anche se era lui il primo scettico.
E così, alla fine, salì su quel treno, un po malinconico, ma decisamente risoluto. Doveva dare un calcio alla sorte.
Guardò sul bigliett, cercando le informazioni riguardanti il suo posto. Lo trovò facilmente, e con suo enorme sollievo, si accorse che lo scompartimento era vuoto. Preferiva stare solo, senza dover rispondere a domande inutili, sul tempo, sul viaggio, e altre sciocchezze simili. Si accomodò, e lasciò che la mente si svuotasse. Aveva voglia di essere libero, libero da lei...
<<permesso?>> una voce familiare fece irruzione nella sua mente, costringendolo ad aprire gli occhi. La vide, ed ebbe voglia di strofinarsi gli occhi per vedere se stava sognando o no. << Emma?!>> disse stupito.
<< Saverio..>> disse lei in un sussurro. E in un momento i ricordi corsero veloci fra i due, senza neanche bisogno di parlare. Emma guardava il suo ex come se niente fosse era cambiato. Amava Antonio, l'uomo con cui stava adesso, ma sapeva che non poteva amare nessuno come aveva amato Saverio. Lui era qualcosa di speciale, era qualcosa di magico. Per sette anni si erano completati a vicenda, avevano superato ostacoli insormontabili, per poi arrendersi davanti a quelli più fragili. Saverio le era stato vicino quando sembrava che nessuno si ricordasse di lei. L'aveva fatta sentire speciale in ogni momento, per sette anni. Era stato il suo primo uomo. E in fondo era sempre stato bello, affascinante. Amava i suoi occhi profondi, pieni di pathos e di trasporto. davanti a lui si sentiva sempre bella, anche se fosse stata bruttissima.
<<come stai?>> chiese, ma nello stesso momento in cui quelle parole uscirono dalla sua bocca si pentì di averle proferite. Saverio non stava bene.
<< così. Tu? che mi dici?>>
<< niente di speciale. Come mai su questo treno?>>
<< mi trasferisco a Milano...per lavoro>>
<< sei sempre stato fissato per il lavoro>>
<< è l'unica cosa che mi resta...ma comunque..tu come mai sei qui?>> Nel silenzio che segui Saverio sperò di leggere la volontà di Emma di seguirlo, magari di fermarlo, di dirgli che l'amava ancora e che era una stupida, ma sempre bella, unica, amabile.
<<vado a Torino>> rispose invece
<< sei sola?>>
<< si. l'ultimo giorno a roma>> rispose lei
<< dimmi un po', lo vedi ancora? quel manichino che nn ride mai?>>
<< Saverio...io e lui..siamo fidanzati..>> Amava antonio, ma dire quelle parole la ferì molto. Perchè? Non avrebbe mai voluto dirglielo, ma sapeva che doveva..Però..in quel momento avrebbe voluto solo gettarsi tra le braccia di saverio..Si erano lasciati per un motivo così futile. Emma aveva sofferto tutte le assenze di saverio, che si spostava continuamente per lavoro,e lei aveva permesso che antonio le facesse compagnia..e poi? cosa era successo poi? perchè si erano lasciati? Non se lo ricordava neanche. << e tu saverio? vedi qualcuna?>>
-dì di no, ti prego- pensò lei segretamente
<< quando capita, niente di serio, solo frequentazioni>>
<<capisco>> doveva continuare << Perchè nn ti fermi qui a dormire?Nn c'è nessuno>>
Emma si guardò intorno come cercando una via di fuga.
<< Tranquilla.>> continuò Saverio << Non ti salterò addosso. Potrò stare anche un po male, ma nn ho smesso di essere un galantuomo>>
<<non ne dubito >> sorrise Emma << ma si, dopotutto...>>
Saverio la guardava ancora con amore. sapeva che lei se ne era accorta, ma nn gli importava, quelli erano i suoi veri sentimenti, e nn poteva farci nulla. Era sempre bellissima, con i lunghi ricci rossi che le incorniciavano quel viso d'angelo. Gli occhi truccati che vagavano curiosi all'interno dello scompartimento. Le mani congiunge sulla gonna corta. Aveva sempre avuto anche un grande sex-appeal. L'aveva considerata sempre la donna perfetta. Era bella, sexy, semplice ed umile, allo stesso tempo ambiziosa e molto intelligente. Era allegra e solare, aveva un temperamento forte, ma era sempre stata educata e gentile con tutti.L'amava incondizionatamente, come nessuno aveva mai fatto. E adesso se la ritrovava li, e nn faceva altro che domandarsi se si trattava di una coincidenza o no.
Anche Emma analizzava il bel ragazzo che aveva di fronte. Non sapeva spiegarsi perchè saverio le regalasse tnt emozioni uniche. Non sapeva come comportarsi. Guardava le sua labbra e le trovò ancora così invitanti...
Le sembrava che stesse facendo del male ad antonio, ma l'aveva già fatto, salendo su quel treno. Menomale che nell'agenzia di Saverio lavorava ancora una sua cara amica, che l'aveva chiamata, e l'aveva avvertita. Così lei era corsa a comprare un biglietto per quel viaggio.
Era sceso un lungo silenzio tra i due e saverio nn faceva che guardarsi le scarpe. sapeva che se l'avesse guardata ancora nn avrebbe resistito e l'avrebbe baciata.
<< accidenti>> disse Emma, e dopo essersi seduta sulle ginocchia del ragazzo l'aveva baciato. saverio si stupì di tnt ardore. Significava forse che...?
Ma non voleva pensare, si voleva godere solo quel momento. Emma aveva sempre fatto quello che voleva lei, e sapeva sempre di buono. Si staccarono solo per riprendere fiato, e quando si ribaciarono si accorsero che la loro storia non era finita e che probabilmente, nonostante tutto, nonostante la vita e la fortuna, nonostante le altre persone, non sarebbe mai finita. Si amavano, contro tutto e tutti, contro il destino, contro le regole. Si amavano, quella era la verità. I ricordi sfrecciarono veloci, e a questi se ne aggiunse uno nuovo. Erano di nuovo insieme, con il paesaggio che cambiava dietro al finestrino. Emma l'abbracciò, e saverio contraccambiò, e presto quel bacio si trasformò in qualcosa di più importante, più intimo, più magico.
<<sei sempre stata bravissima a giocare sui miei punti deboli>> aveva sussurrato Saverio, mentre la stringeva tra le braccia.
Ma quando anche la magia finì, Emma si alzò, si staccò dal corpo scolpito del ragazzo e aveva cominciato a rivestirsi, e fu lì, proprio in quel momento, che saverio capì che quella storia ormai...
<< che ore sono?>> aveva chiesto Emma, mentre si accendeva una sigaretta.
Saverio lasciò che quell'odore familiare gli riempisse le narici. Il suo profumo, quello di Emma , entrambi legati da un'ondata di fumo. << le tre meno un quarto>> rispose
La osservava mentre si rivestiva, avrebbe voluto tnt parlare, ma si era accorto che nn c'erano argomenti. Era tutto finito. Forse era meglio così. Forse. Emma, era già lontanissima.
<< vado un attimo in bagno>> disse poi.
Quando era tornato non l'aveva trovata, era sparita di nuovo, portandosi via di nuova la sua speranza.


Fine-
 
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