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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: L`ESPERIMENTO DELLA RAGAZZA PERFETTA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: augure galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/09/2004 18:01:21 (ultimo inserimento: 20/10/04)

chi l`ha detto che gli opposti si attraggono?
 
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CAP 1
- Capitolo 1° -

L’ESPERIMENTO DELLA RAGAZZA PERFETTA, di Mary Kishimoto

Chi l’ha detto che gli opposti si attraggono?
Questa frase fatta che affiora dalle labbra di chiunque e in ogni occasione non corrisponde alla verità.
Come giornalista di cronaca rosa sono abituata a spiare la gente ed osservarne i comportamenti. Ma negli ultimi mesi due persone in particolare hanno attirato su di loro la mia morbosa attenzione, ed ignari del pericolo che stavano correndo e nonostante la loro indole “sfuggente”, si sono fatti ben manovrare da me.
Grazie a loro ora sono in grado di presentarvi le prove di quanto ho precedentemente affermato.
Per sfatare questo mito infatti, voglio raccontarvi una storia che mi è capitata sotto il naso non molti mesi addietro. Tutti sapete quanto sia propensa a metter becco nelle vite degli altri e poi farle mie; così ancora una volta, voglio restare fedele al mio ruolo di cantastorie, ed ancor di più presentarvi il mio esperimento, proponendovi una vera bomba ad orologeria che stuzzicherà la curiosità anche dei più menefreghisti tra di voi…
Spero solo che protagonisti non me ne abbiano a male…
La vostra affezionatissima, Mary Kishimoto.
Direttrice della sezione “Cronaca rosa” dello Shohoku Daily Journal.


Un altro giorno come gli altri, fatto di alti e bassi e di allenamenti sfiancanti. Da qualche mese la sua vita era un continuo ripetersi di questa routine. Ma quella volta qualcosa di diverso lo aspettava.
Gli era stato concesso un talento sorprendente per il basket, in realtà l’unico del quale si potesse vantare, benché non lo facesse, in quanto la natura lo aveva dotato di un’ eccellente incapacità a relazionarsi con il prossimo.
Quella rugosa palla color mattone era la sola cosa che per lui avesse una reale importanza.
Ma la verità dei fatti era che Kaede Rukawa era solo un ragazzo molto introverso come molti adolescenti, che poi con il passare del tempo e con le amicizie giuste si danno una bella svegliata.
La parte comica di tutto questo era che nonostante il suo carattere da orso scorbutico, si trovava sempre al centro dell’attenzione. Allora i più di voi diranno, e cosa c’è di comico in questo? Effettivamente nulla, forse comico è il termine sbagliato, riformulo la frase: l’assurdo della storia stava nel fatto che le persone introverse generalmente non vengono mai notate proprio per la loro timidezza, se ne stanno lì in un angolo anelando che qualcuno le scorga e si metta a parlare con loro. Ma il ragazzo in questione no, lui sfuggiva di proposito le attenzioni altrui, anche se nel profondo gli facevano piacere, e aveva sempre trovato gratificante snobbare tutti quelli che gli si volevano avvicinare.
Sadismo da divo insomma.
In molte audaci prima di me, avevano tentato di stilare una lista dei caratteri e delle relative persone che gli potessero andare a genio, una sorta di test dell’amore, ma con scarsi risultati.
E sapete perché? Semplice! Perché non è affatto vero che gli opposti si attraggono!
C’erano molti studenti allo Shohoku, ma in quei giorni non si faceva altro che parlare di due di loro.
Il primo, ovviamente, era il grande Kaede Rukawa l’astro nascente del basket, la seconda era Sakura Nomura la più grande schiacciatrice che la pallavolo del liceo avesse mai visto in quasi cinquant’anni dalla fondazione del club.
La ragazza godeva di una popolarità smisurata, e ancor più che per il fatto di eccellere in questo sport, perché dotata di una bellezza senza eguali.
Non c’era un solo ragazzo al liceo che non avesse perso la testa per lei. Era quasi perfetta. Tra i due c’erano quindi ben tre punti fondamentali in comune: un talento smisurato nello sport, una bellezza mozzafiato e un’indisponenza all’ennesima potenza.
L’unico grande difetto della Nomura infatti, era rappresentato da un carattere talmente orrendo che a confronto il nostro Rukawa era un angelo con le ali dorate.
Un carattere così introverso che Kaede paragonato a lei era un clown, e di un’acidità così pungente da bucare lo stomaco dell’elefante più grosso che ci fosse sulla faccia della terra.
In altre parole, la nostra dea dai capelli corvini o “The Queen” (la Regina) come a voi piaceva chiamarla in campo, altri non era che la persona più detestabile che si sarebbe mai potuta incontrare.
La ragazza perfetta per Kaede Rukawa.
Una volta individuato il mio target, il passo successivo sarebbe stata la pianificazione dell’incontro tra i due futuri piccioncini. Ma come fare?
L’idea che mi balenò nella mente fu quella di un’intervista doppia, così convinsi la nostra Mary Kawayi, la reporter della Tv interna della scuola a fissare un incontro. In effetti questo mi costò un pranzo al ristorantino italiano che sta in centro perché, fidarsi dei colleghi è bene, non fidarsi è meglio…ma questa è un’ altra storia.
Purtroppo il primo tentativo della mia omonima collega andò a vuoto, e dovetti offrirle un’altra cena per convincerla a ripetere la spiacevole esperienza di essere presa a male parole da due persone diverse nell’arco di pochi minuti di distanza l’una dall’altra. Sapevo che il primo tentativo sarebbe fallito. Ma ero fermamente sicura che i prossimi alla fine sarebbero andati in porto.
Si sa che gli sportivi sono pieni di se, e loro due per quanta freddezza ostentassero erano chiaramente sensibili al fascino della popolarità. Quando Mary, sfiancata per averli rincorsi per tutta la scuola, aveva fatto loro presente che erano le uniche due persone alle quali l’intervista era già stata chiesta oltre venti volte senza successo, qualcosa nella loro testolina era scattato, fosse stata anche solo la pietà di domandarsi fino a che punto la loro indifferenza avrebbe portato all’esaurimento quella ragazza con quello strano tic, mai avuto prima, che avevano di fronte.
E il primo passo era stato fatto.

La seconda tappa sarebbe stata quella di creare la situazione ideale di modo che i due restassero soli il maggior tempo possibile.
Per questo motivo feci fissare l’intervista alle otto di sera (anche perché prima nessuno dei due sarebbe venuto), dopo essermi assicurata che il guardiano della scuola, ora neo pensionato, non passasse di ronda in quella zona dell’edificio per tutta la notte (il tutto costatomi una cena e due posti a teatro). Al resto, e cioè come bloccarli all’interno per tutte quelle ore, avrei provveduto io.
Averli entrambi di fronte era uno spettacolo indescrivibile, potrei definirli l’ottava meraviglia del mondo e forse non sarebbe sufficiente.
Lui visibilmente stanco dopo un duro allenamento, lei struccata e in tuta da ginnastica, erano comunque bellissimi. Non avrei mai potuto trovare una coppia più perfetta ed azzeccata: il David di Michelangelo e la Venere del Botticelli insieme…un capolavoro!
Ovviamente la mia presenza era in incognito. Come molti sapranno non godo di molta simpatia tra i “vip” del liceo, chissà come mai? E se loro mi avessero vista se la sarebbero data a gambe levate mandando in frantumi un lavoro di giorni costato fatica e denaro…per questo mi nascosi sotto la cattedra e rimasi tutto il tempo ad osservare le mie prede.
Quando entrarono nell’aula prescelta per l’intervista spesero poche parole in saluti e cortesie di circostanza, preferendo di gran lunga sorseggiare il tè che gli era stato offerto e mettendosi a sedere l’uno affianco all’altra, muti.
L’intervista di Mary durò circa un ora nella quale vidi i due ragazzi incredibilmente interessati, attenti e propensi a rispondere a tutte le domande.
D’altronde quando si parlava di basket e pallavolo era difficile non destare la loro attenzione.
Ad un certo punto, come da copione, Mary ed i ragazzi dovettero interrompersi perché la telecamera cominciò a fare le bizze finendo fuori uso.
Sapevo che una cosa del genere li avrebbe fatti cadere nel panico, per questo la sera precedente avevo fatto un salto dallo Zio Frank, un vero genio dell’elettronica, che mi aveva spiegato come manomettere una telecamera in pochi secondi con risultati non permanenti.
Il piano procedeva a meraviglia.
Mary e gli altri non ci misero molto a congedarsi dai due intervistati con la promessa di essere di ritorno in dieci minuti.
Una promessa che non fu mantenuta…ma questa è un’altra storia…
E allora eccoli soli. Dopo dieci minuti cronometrati al nanosecondo, Rukawa fu il primo ad alzarsi ed andare verso la porta, ma con sua grande sorpresa la trovò bloccata dall’esterno. Inutile l’uso della forza bruta, quando io faccio un lavoro non lascio mai niente al caso…a proposito, non ho mai saputo come sia stata la permanenza dei ragazzi della tv nell’aula di elettronica…
Il mio diabolico piano tuttavia, iniziò a prendere forma solo mezz’ora più tardi quando, esauriti tutti i tentativi di fuga, ai due non rimase altro che restare tra quelle quattro mura fino all’indomani.
Da quell’istante cominciò anche l’osservazione dei miei animaletti da laboratorio.
Inizialmente come prevedibile vi fu solo un grande silenzio, ma era divertente osservare quanto le due persone più arroganti e superbe della scuola si perdessero in un bicchiere d’acqua trovandosi soli soletti. Prima lei alzava lo sguardo mentre lui teneva gli occhi bassi, poi toccava lui guardare mentre lei aveva la testa rivolta altrove. Un gioco delizioso.
Non parlavano , ma andava bene così. Non potevo certo pretendere che Rukawa a la Nomura chiacchierassero allegramente tutta la notte! Non stiamo mica parlando di due ragazzi normali qui!
Il primo incontro serviva per appurare il livello di testosterone del nostro uomo di ghiaccio: è vero che era un orso, è vero che era chiuso e acido, è vero che non mostrava interesse per gli esseri umani, ma di certo era una amante del bello e della perfezione, e su questo stavo facendo leva.
Gli stavo dando la possibilità di ammirare per tutta la notte la ragazza più bella che avesse mai visto. E se era un adolescente eterosessuale con gli ormoni in subbuglio, non sarebbe mai rimasto indifferente ad una simile visione.
Per quanto riguarda lei, beh, la cosa era più complicata. Da una soffiata strappata alla sorellina di sei anni (costatami un gelato e una dozzina di pacchetti di caramelle), avevo scoperto che la nostra Sakura amava i ragazzi alti, altletici e…alla Brad Pitt…
Quindi, per quanto Kaede fosse bello, non corrispondeva esattamente al tipo ideale della ragazza!
Ma si sa come va a finire: alla fine ti vai a mettere con la persona che meno corrisponde al tuo modello.
E infatti piano piano i loro visi si fecero via via più rilassati. Era palese che ognuno si stesse abituando alla presenza dell’altro.
Ma non una parola.
Dopo qualche ora mi resi conto che per quel che mi riguardava avevo fatto una scelta poco felice nascondendomi la sotto. Fortunatamente ero riuscita ad addormentarmi nonostante gli stimoli alla vescica. E quando finalmente giunse il mattino, mi trovai di fronte ad uno spettacolo meraviglioso.
Nelle luci dell’alba, i raggi del sole illuminavano due corpi stesi vicini. Durante quella notte, forse soprafatti dal sonno, i due piccioncini non si erano accorti di essersi addormentati così vicini che quasi sembravano una cosa sola. Ora che ci penso, prima di cadere fra le braccia di Morfeo, ricordo di aver visto lei che crollava addosso a lui, e Rukawa come un vero gentiluomo, l’aveva accolta sul suo petto senza esitazione.
Si stavano svegliando, la prima fu Satura.
Mi ero già figurata tutta la scena: lei apriva gli occhi e rimaneva estasiata e commossa per le premure del ragazzo che l’aveva fatta dormire fra le sue braccia comodamente e le aveva perfino messo la giacca della sua divisa addosso per non farle prendere freddo. Lo avrebbe svegliato e magari gli avrebbe dato il bacio del buongiorno…
E invece no! E cosa credete? Che sia un film?
Appena sveglia Sakura saltò in piedi come se fosse stata punta da un ape sul sedere, e cominciò a farfugliare frasi sconnesse. Quando poi si rese conto di indossare la divisa di lui, diventò tutta rossa e si mise a svegliarlo a calci…doveva avere frainteso…
Ma come dico io, se pensi che sia successo qualcosa è perché in cuor tuo avresti voluto, in quantose uno non ti piace, puoi anche essere ammazzata d’alcool , che non succederà niente di niente!
Vidi Rukawa alzarsi in maniera solenne, lento e con circospezione. Passarono alcuni secondi. E dopo l’occhio del ciclone, ecco sopraggiungere la furia devastante del tornado Kaede che investe la Nomura con una forza devastante. E lo spettacolo ha inizio.
_nessuno può disturbare il mio sonno!_
_nessuno tranne me! Brutto maniaco! Cosa ci faccio con la tua divisa addosso? Hai approfittato di me?_
_chi io? Fossi matto! Chi si approfitterebbe di una brutta strega come te!_
_ma come ti permetti! Nessuno si è mai rivolto a me in questo modo!_
_e chi se ne frega! Al posto di rompermi le scatole vedi di trovare un modo per uscire di qui, ho fame_
Ma la nostra eroina non lo stava neanche a sentire, si era diretta verso un angolino della stanza dove c’era un piccolo frigobar, che la sottoscritta aveva ben pensato di rifornire di vini e liquori. Ma la nostra amica si interessò ad una confezione di yogurt da mezzo chilo, che era di Mary, e che mi ero scordata di togliere.
Con mia grande sorpresa la vidi prendere un cucchiaio e mangiarci dentro direttamente, per poi riporlo dove lo aveva trovato, sconvolgente.
_ma lo sai che fai proprio schifo?_
_fatti gli affari tuoi! Cos’è, ne volevi un po?_
_si! Ma ora non lo voglio più, ci hai mangiato tu!_
_hai schifo? Non ho nessuna malattia, sono sana io, sono una sportiva!_
_qualunque cosa tu sia io non ti conosco e mi fa schifo_
_ma se mi hai pure messo le mai addosso!_
_ma che dici? Sei tu che ti sei addormentata su di me, io sono solo stato così gentile da non sbatterti nell’altro angolo dell’aula!_
_Ah! vedi che sei un tipo violento e inaffidabile!_
_e tu sei una pazza isterica, anzi “the queen” delle isteriche_
_non ti azzardare chiamarmi così, solo i tifosi si possono rivolgere a me in questo modo!_
_ma sentila, e pensare che con la gente sei peggio di me!_
_infatti lo sono, anche se è un compito arduo!_
_strega_
_maniaco_
_isterica_
_violento_

Ah l’amore, che cosa meravigliosa! Questa miei cari lettori fu solo la prima conversazione dei nostri due eroi.
Chi disprezza compra! E vederli litigare ed insultarsi è stata per me come un’illuminazione. Quanta passione in quelle parole, e soprattutto “quante” parole che si erano scambiati. Un evento eccezionale e rarissimo, non lo pensate anche voi?
E come me, non siete convinti che siano davvero fatti l’uno per l’altra?
Alla prossima, con nuove ed inaspettate rivelazioni.

Vostra, Mary Kishimoto.


 
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