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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: E.R. Medici in prima linea (E.R.)
Titolo Fanfic: QUALCOSA PUÒ CAMBIARE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: earwen galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/09/2004 18:02:23

luka è morto, ma jean non può fare a meno di continuare a struggersi per lui...
 
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- Capitolo 1° -

"E' morto un certo Kovac."
Un certo Kovac. Un certo Kovac... stupida, insulsa novellina. Torna all'asilo, questo è il mondo dei grandi.
Jean torna in sala visita 4 e si siede davanti alla sua paziente.
"Mi dica, signora Hayes."
"Un brutto taglio qui, sopra il polso. In questi ultimi giorni sono così distratta... stavo affettando il tacchino, ho spostato lo sguardo per qualche istante e alla fine mi sono affettata la mano!"
La donna prova a ridere, ma è evidente che la sua è una risata falsa. Non è la prima volta che rimane vittima di strani incidenti domestici.
"Non è grave, serve solo qualche punto", mormora lei, assente. "E comunque, la prossima volta che suo marito si permette di farle una cosa simile lo dica alla polizia", continua, dopo averla medicata.
La Hayes rimane allibita a guardarla mentre Jean esce dalla stanza.

Luka non può essere morto. Non può, non deve. L'infelicità che Jean ha provato negli ultimi quattro anni è imputabile esclusivamente a lui, ma... non può morire, o non avrà a chi dare la colpa del proprio disagio, della propria insoddisfazione.
Si è innamorata di lui immediatamente, quando l'ha visto la prima volta, quando ha parlato con lui per la prima volta. Quei capelli neri e lucenti, quegli occhi chiari, quel sorriso stupendo e malinconico l'hanno rapita, hanno insinuato in lei dubbi e incertezze, l'hanno fatta vacillare nelle proprie convinzioni.
Ma i suoi sentimenti non sono mai stati ricambiati: Luka l'ha sempre vista come una cara amica, nulla di più. È stato con Carol, è stato con Abby, è stato con chissà quante donne che sono durate non più di qualche giorno. È cambiato, l'America ha fatto di un padre di famiglia straziato dalla perdita di sua moglie e dei suoi figli un uomo qualunque, orfano della propria genuinità.
Eppure Jean è una bella ragazza, decisamente più bella e più giovane di Carol e di Abby. Non deve allevare due figlie che ha avuto da qualcuno che la abbandonata immediatamente dopo e non ha una madre schizofrenica che rende pazzoide anche lei. È normale, assolutamente normale, ma evidentemente a Luka questo non andava bene. L'unica arma che lei avesse era evitarlo, parlargli con un disprezzo freddo e distaccato, e tenere il suo odio e la sua frustrazione nascosti e incatenati nel suo cuore.
Però, adesso che non c'è più, è tutto così difficile... così difficile! Perché vorrebbe nascondersi e piangere? Perché sente crescere in lei un vuoto ancora maggiore? La sua ossessione è finalmente andata via, e lei non sa fare di meglio che disperarsi?
Davvero il tormento è diventata parte così integrante della sua vita che non può più farne a meno?
Sente delle voci, fuori dall'ospedale.
Abby e Carter, come al solito. Come al solito? Lui quand'è tornato dall'Africa? Come ha lasciato Luka? Perché l'ha lasciato?
Vorrebbe uscire e chiederglielo, ma meno vede Abby meglio è per lei. Cosa accidenti ha quell'infermiera paranoica che lei non ha? Luka, John... cosa ci avranno visto di così speciale?
Tutti i suoi pensieri svaniscono velocemente quando sente che Carter vuole tornare in Africa per riprendere il corpo. È coraggioso, ha sempre pensato che Carter sia coraggioso. Un uomo ricchissimo non ha certo bisogno di guadagnarsi uno stipendio come lui per vivere da pascià, ma evidentemente l'amore per il prossimo è più grande e più forte di quello per i soldi.
Ora i due hanno finito di discutere; Abby è tornata in ospedale, Carter sarà già diretto al parcheggio. Jean vuole raggiungerlo, vuole parlargli, vuole dirgli qualcosa.
"Stai andando da lui?"
Non trova niente di meglio da dire sotto il tetto grigio del garage.
"Sì. Vieni con me?"
"No." Nessun uomo vale la sua vita; né Luka né una vittima innocente di una guerra civile. "Buona fortuna, John."

Luka sta dormendo, adesso.
La febbre si è abbassata, e lentamente sta tornando il suo colorito sano.
Non è morto, è stato tutto un errore. Ora non importa quale sia stato l'errore, e perché sia stato risparmiato dai guerriglieri. Quello che conta è che guarisca dalla malaria e che resti lì con lei, fosse anche per non degnarla di uno sguardo.
"Jean?"
Si è svegliato, finalmente.
"Non puoi proprio fare a meno di attirare tutta l'attenzione su di te?"
Lui prova a sorridere, ma è sopraffatto da stanchezza e dolore.
"Quanto dovrò stare qui?"
"Non sei un medico anche tu? Prova a indovinare."
"Dal momento che eri qui quando mi sono svegliato e che per questo ti devo una cena spera che mi dimettano presto, allora."

 
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