- Capitolo 1° -
Quella bambina innocente, ignorata da tutti.
Ignorata per un segreto che non vuole confessare, per una verità che non ha mai voluto ammettere neanche a sé stessa..
Tutto il suo mondo è in bianco e nero, la sua mente i colori li ha esiliati.
Con il dolore ha affermato sé stessa,riuscendo a capirsi, non riuscendo con gli altri.
Il metallo che le perfora buona parte del corpo non è altro che masochismo.
Non la vedi quella bambina? Non ci si meravigli, è sempre nascosta agli occhi di tutti, eppure è lì seduta su quella panchina bianca, indossa come al solito la sua veste nera lacerata dalla sofferenza.
Sembra quasi voler racchiudere tutto ciò che lei ha provato.
Lei è lì con le sue labbra rosso fuoco che sono già assaporate da qualcuno, con quegli occhi grigi-azzurri che trasmettono solo odio e terrore verso il mondo.
Ma ha la testa china, le sue iridi non si scorgono.
La matita nera ancora sfumata dalle lacrime, il ricordo di quelle mani desiderose su di lei.
Odiava quella vita.
Un segno rosso sulla sua pelle, un luccichio metallico, un piccolo gemito, a metà fra il piacere e il dolore.
Vuole punirsi, quella bambina..
Punirsi per un delitto che non è stato commesso da lei, per un delitto che ha lasciato sulla sua pelle i segni.
Questo piccolo essere si sente sporco.
Impallidisce, sente la vita che le scorre fuori, dopotutto il sangue è questo.
Ma perché nessuno viene a aiutarla?
Perché nessuno capisce la sua sofferenza?
Tutti la vogliono lasciare fuori dal mondo perché pensano sia fatto solo di gioia e gli esseri impuri come lei devono essere al di fuori di questo mondo.
Chiusa nel suo buio tunnel, sporca, sola, abbandonata come un cane rognoso.
Ma cosa ha fatto per meritarsi tutto questo questa giovane donna?
Il ricordo..
La bocca chiusa da un rude pezzo di stoffa, le mani legate, completamente disarmata di fronte a lui.
Stille di sangue sgorgano dalle sue vene e lacrime amare cadono sul suo viso.
Il ricordo..
La sua pelle, il suo tocco, quel dolore improvviso, lo stato di trance che aveva assunto.
Vuole uccidersi alla giovane età di sedici anni questa ragazza ancora bambina.
Il ricordo..
Le sue gambe, violate.. E poi il nulla
Il coltello ancora stretto nella mano..
Sarebbe bastato ancora un semplice movimento e l’avrebbe fatta finita con quel dolore.
No!. Il coltello!.
Oppone resistenza per un attimo per poi abbandonarsi come sempre, comincia a delirare come sempre delle cose sensate.
Gli altri medici pensano non dica sul serio.
Ma è come se il suo cuore parlasse, se la sua anima si ribellasse.
E ricomincia a parlare con quel tono dolente..
-Voglio vivere..-
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