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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Fruits Basket
Titolo Fanfic: I FEEL LIKE I WANT TO SEAR EVERYTHING TO MEMORY
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: tohruhonda galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/09/2004 00:47:30

la fine o l`inizio di qualcosa........
 
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- Capitolo 1° -

Dunque, ecco un altro mio esperimento pomeridiano (si capisce che, di recente, mi è presa la mania delle ff^^?); visto che, fino ad ora, ho realizzato un prologo per la mia ff comune e una ff Kyoko-Tohru, mi sembrava giusto fare una Kyoru^^. Le due ff precedenti sono state, più che altro, dei flussi di pensieri (la seconda gli avvenimenti li aveva, ma "ricalcati" sulla vera base di Furuba), mentre in questa succede qualcosa (me lo sogno la notte, quello che succede^^....); per quanto riguarda quello che immagino essere un possibile sviluppo per la coppia Kyo-Tohru, l'ho proposto per la ff che faccio con Miru e company, per cui verrà usato là (inizialmente pensavo di usarlo per una mia ff, ma poi ho pensato che era meglio usarlo in quella di gruppo^^).........questa è una specie di "parentesi".
Beh, spero vi piaccia.................la prossima volta mi cimenterò con una Hatori-Tohru^^!


Ancora due mesi.
Mancavano due mesi alla fine dell’anno.
Solo due mesi.
Poi sarebbe finito tutto. Tutto, tutto quanto.
Sospirò pesantemente, tracciando una grossa “X” sul calendario, proprio nel giorno della consegna dei diplomi…………marzo; le pagine rappresentanti i restanti mesi dell’anno, le aveva strappate e gettate via.
Che senso avrebbe avuto lasciarle attaccate?
Sarebbero solo servite a illuderlo di avere un futuro, dopo la fine del liceo.
Ma lui non aveva un futuro che andasse oltre quei due maledetti mesi.
Sarebbe finito tutto lì; sarebbe “morto” a 18 anni.
Ma era inutile compiangersi………aveva avuto tutto il tempo necessario per farsene una ragione, in quegli ultimi anni; e, se non se ne fosse comunque del tutto capacitato, aveva ancora due mesi a disposizione, per prepararsi.
Prepararsi a cosa, poi?
Non c’era niente che lo aspettasse.
Niente di bello, niente di brutto. Niente, e basta.
Comodo.
Avrebbe dimenticato i suoi sensi di colpa, non avrebbe più dovuto sostenere lo sguardo di disprezzo che tante persone gli lanciavano………………………non le avrebbe più viste, quelle persone. Non avrebbe più visto nessuno.
Beh, pazienza. Lui era sempre stato solo.
Certo, c’era il maestro.
Ma lui sapeva fin dall’inizio che quella separazione, prima o poi, avrebbe avuto luogo.
Era preparato.
Lo addolarava terribilmente………ma era preparato.
E allora? Allora perché il pensiero di essere rinchiuso gli faceva tanta paura?
Perché provava così tanto orrore all’idea di essere imprigionato in quella stanza?
Lui conosceva la ragione.
La conosceva benissimo.
Ma ammetterlo avrebbe fatto crollare l’intero castello di carte che aveva costruito, negli ultimi mesi, per convincersi che non gliene importava nulla, se veniva rinchiuso o meno. Era così fragile, quel castello…
Per farlo crollare inesorabilmente, sarebbe bastato ricordare che c’era una persona che, anche se avesse avuto 20 anni di tempo per prepararsi a separarsene, non sarebbe mai stato pronto a lasciare.
Mai. Era impensabile.
Qualcuno bussò all’uscio della sua stanza. –Kyo-kun?-
La sua voce.
Si precipitò ad aprire la porta –Si?- chiese alla ragazza, facendole cenno di entrare –Cosa c’è?-
Si spostò lateralmente, per permetterle il passaggio.
-Eh……no, niente di particolare- fece Tohru, muovendosi a disagio nella stanza –volevo solo sapere cosa ti andava per cena- concluse, sorridendo leggermente.
-Beh…quello che vuoi…non ho preferenze particolari.- rispose Kyo, anche lui a disagio. Chissà perché, poi.
-Ok- disse Tohru –Ah…un’altra cosa: Shigure ha telefonato poco fa, dice che non potrà rientrare a casa, questa sera.-
-E perché?-
-Ha detto che si trova da Hatori-san……forse è accaduto qualcosa di grave……- disse Tohru, leggermente preoccupata.
-Ma figurati!- esclamò il ragazzo, interrompendola nei suoi pensieri –saranno con Aya a bighellonare…-
Tohru sorrise, fecendolo arrossire –Si!- disse, facendo per uscire dalla stanza –Sarà meglio avvertire anche Yuki…nel caso decida di tornare prima…-
-Uh?- fece Kyo, persosi nel discorso.
-Beh…oggi rientrerà dopo cena, ha una riunione con il Comitato Studentesco………non lo sapevi?- chiese la ragazza, notando l’espressione confusa del micio.
-Decisamente no…- disse lui, mentre realizzava quello a cui le due informazioni appena ricevute avrebbero portato.
Il suo imbarazzo doveva essere piuttosto evidente, perché Tohru gli si avvicinò, con un’espressione perplessa sul viso–Kyo-kun? Che ti prende?- chiese.
-Eh? No……non ho niente, lascia perdere- disse lui, sbrigativo. Poi le sorrise. –Su, vai. Ora scendo a darti una mano.- concluse.
Tohru sorrise –Ok, a dopo!- e uscì, chiudendosi la porta alle spalle; il rumore dei suoi passi , mentre scendeva le scale, risuonò nell’aria per qualche secondo……poi si spense.
Kyo sospirò, lo guardo rivolto all’uscio.
Crack……………il castello di carte era infine crollato.
Non voleva separarsi da lei.
Non voleva, non voleva…………………non voleva.
Due mesi………due mesi, per starle accanto?
Gli veniva quasi da ridere.
Era una tortura………due mesi, due mesi in cui, ogni volta che l’avesse guardata, avrebbe pensato che, di lì a poco, l’avrebbe persa per sempre.
No, allora.
Non l’avrebbe guardata.
Non voleva più farlo.
Non voleva più sentire la sua voce.
Perché non voleva ricordarsi che le avrebbe detto addio. Non avrebbe mai avuto la forza di dirglielo.
Allora, meglio essere rinchiuso subito.
Adesso, in quel momento.
Se non fosse stato imprigionato subito, avrebbe finito per sperare di essere ancora libero, dopo il diploma.
Sperare di continuare a stare al suo fianco, per sempre.
Sperare di rivederla ogni mattina, al suo risveglio.
Sempre, sempre……………non era possibile.
Che quei due dannati mesi passassero presto, in un lampo.
Si sedette sul letto, prendendosi la testa fra le mani.
Eppure…………avrebbe fatto qualsiasi cosa per prolungare quel periodo di agonia, anche di un secondo soltanto.
Per stare con lei un istante in più.
Solo un istante.
Un istante ancora.


Scese le scale, giungendo in cucina.
Lei gli dava le spalle e, intenta com’era nel preparare la cena, non face caso alla presenza del ragazzo, appena entrato nella stanza.
Lui si appoggiò allo stipite della porta, restando a guardarla cucinare, in silenzio.
Era così dolce, quella scena.
Vederla tutta indaffarata, tra i fornelli………era dolce.
Era una delle cose che lo facevano sentire a casa………sebbene lui non l’avesse davvero, una casa.
L’osservarla mentre preparava la cena.
Il rassicurarla dicendole che è tutto a posto, quando lei era tutta preoccupata per una sua lite con Yuki.
Il rispondere al sorriso che lei gli rivolgeva ogni mattina, augurandogli il buongiorno.
Erano tutte cose che lui non avrebbe mai dimenticato.
Mai, neanche quando si sarebbe ritrovato in quella stanza buia, solo.
Non l’avrebbe mai dimenticata.
Lei era l’unica persona di cui voleva davvero conservare il ricordo, per sempre.
Sempre……………avrebbe pensato solo a lei.
Si accorse solo in quel momento di stare piangendo; così, si asciugò gli occhi lucidi con una manica del maglione, sempre in silenzio, senza fare rumore.
E lei?
Lei avrebbe pensato a lui, almeno un po’?
Quando sarebbero passati anni……e anni……lei lo avrebbe dimenticato?
Forse. Pensare ad una cosa simile gli faceva male.
Perché lui l’amava tanto…………e avrebbe pensato a lei per sempre.
Era possibile che, fra qualche anno, lei avrebbe rinchiuso il suo ricordo in cassetto………mentre lui, invece, avrebbe continuato a vedere solo lei, in quella stanza oscura.
“Ti amo”.
Erano le uniche parole che gli venivano in mente, quando la guardava.
S’incamminò, lentamente, verso di lei. Lei, che ancora non si era accorta di non essere da sola, in quella stanza.
Quando le giunse abbastanza vicino, le sfiorò il braccio con una mano.
Lei si voltò di scatto.
E lui la baciò.
Delicatamente, con dolcezza.
Lei rimase immobile, all’inizio; poi, comiciò lentamente a ricambiare il bacio, con la stessa dolcezza di lui.
“Ti amo”.
Era questo il punto.
Che, anche se lei l’avesse dimenticato, anche se non avesse più pensato a lui…………lui l’avrebbe ricordata per sempre.
L’amava. Non importava che fosse ricambiato o meno.
Non importava che lei desse a quel bacio lo stesso significato che gli attribuiva lui.
Non importava che lei l’avrebbe dimenticato. Lui non l’avrebbe fatto mai.

Il bacio s’interruppe.
Si guardarono per un istante, entrambi senza trovare le parole adatte per rompere il silenzio che si era venuto a creare.
Lei era arrossita visibilmente, tuttavia non distolse il suo sguardo da quello del ragazzo.
Kyo le sorrise dolcemente, nel vederla così imbarazzata e nervosa; quella era un’altra di quelle cose che non avrebbe dimenticato mai.
Si girò e fece per uscire dalla stanza, lentamente; quando fu arrivato alla porta, lei lo chiamò per nome.
-Si?- le chiese lui, senza voltarsi.
Lei lo guardò -……………niente- disse, infine.
Lui sorrise un’ultima volta, anche se sapeva che lei non poteva vederlo –Salgo un attimo in camera. Chiamami quando è pronto, ok?- chiese.
-………si.- disse lei, ricambiando un sorriso che aveva solo potuto intuire.
-A dopo.- concluse lui, avviandosi per le scale.
Nessuno dei due avrebbe più parlato di quel bacio.
Lo sapeva. Ed era meglio così.
Arrivò alla porta della propria camera, ed entrò piano; dopodichè, si avvicinò al calendario e lo strappò dalla parete.
Non sperava di avere un futuro, dopo il diploma. Ma, in quei due mesi di tempo che gli restavano, non voleva pensare di dover morire.
Non voleva vedere nessuna “X” rossa, quando guardava il calendario.
Voleva vedere solo lei.


 
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