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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE SPY
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: tori84 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/09/2004 09:53:55

è la prima ff ke scrivo nella mia vita..è una storia di spionaggio.se volete fare commenti scrivetemi!
 
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L`INIZIO DI TUTTO
- Capitolo 1° -

-Eccomi qua, sano e salvo- fu la prima cosa che dissi quando scesi dall'aereo. Odiavo volare e lo odio tutt'ora! Con tutti i guai che ci sono non riuscivo a stare tranquillo; il solo ricordo dell'11settembre mi faceva tremare.
Mi presento: sono John Corey, ex squadra omicidi della polizia di los angeles. Ero appena diventato un agente segreto informativo, "spia" detto più volgarmente, e in quel momento ero all'aereoporto di Langley per iniziare il mio lavoro nella C.I.A., sezione antiterrorismo.
Riconobbi la faccia da furbetto di Kang tra la folla e mi avvicinai a lui.
-Ciao John- mi salutò Nick
-Ciao Kang, che faccia stai facendo?-Nick stava cercando di trattenere un sorriso ma non ci riuscì e mi mostrò tutti i suoi denti: 30 per la precisione.
-Cazzo John- disse abbraciandomi-sono felice che tu abbia accettato questo lavoro-
-Hey Nick, non potevo certo lasciarti da solo-
-Eh eh...beh com'è andato il viaggio?-mi chiese lasciandomi libero.
-Da incubo...sai che odio gli aerei-
-Ti ci dovrai abituare, caro: lo userai parecchio-
-Ah si?-
"E'vero, non ci avevo pensato!"pensai" E'chiaro che mi sarei spostato molto in aereo!!Che idiota!!!"
-Ci farò l'abitudine...-mentii spudoratamente.
-Dai andiamo, mi devi raccontare un sacco di cose-disse Kang mettendomi un braccio intorno al collo.
Dopo aver preso le valigie ci dirigemmo verso l'uscita.
Nick Kang era un bravissimo detective del dipartimento di polizia di Los Angeles. Avevamo combattuto insieme in Vietnam ed eravamo entrati insieme nel corpo di polizia. Lavorava ormai da2anni nella C.I.A.
Ora, come in passato, eravamo ancora assieme.
Arrivammo alla macchina di Kang, caricai le valigie e partimmo.
-Allora John, com'è stato l'addestramento?-mi chiese Kang
-Se ti devo dire la verità mi è sembrato di ritornare a scuola; c'era tanta teoria-
-Lo so John, ma purtroppo in questo lavoro c'è poca azione-
-Come? Non è come i film di James Bond?-
-Eh eh..no per niente-
-Quindi niente congegni particolari e niente belle ragazze da salvare?-
-Esatto. Anche io ci sono rimasto un po'deluso ma caspita Corey, quando sei in azione rischi veramente la vita! Ti ricordi Sam Fisher?-
-Mai sentito nominare-
-Come?Quello che ha sventato un golpe in Georgia tutto da solo.Immagina cos'ha passato...-
-Già..non dev'essere stato facile..-
-Abbiamo un fascicolo che lo riguarda alla C.I.A., leggilo magari.-
-Certo..magari imparo qualcosa..ma Sam Fisher non è il suo nome vero?-
-Non ne siamo sicuri ma i nostri analisti sostengono che non sia il suo vero nome, anzi ne sono certi..Se si sapesse in giro il suo nome Sam sarebbe già morto.-
-Già....-essere una spia voleva dire non esistere; se sapevano della tua esistenza eri morto!
-Eccoci arrivati-disse Kang quando fummo davanti alla sede della C.I.A.
-Tieni, questi sono i tuoi tesserini di riconoscimento: senza di questi non puoi entrare.-Mi diede tre tessere con la mia foto e il mio nome.
Arrivati al cancello, Nick fece vedere il suo cartellino e la stessa cosa feci io. La guardia, che sicuramente doveva essere armata, ci fece entrare.


Nel mentre a Sofia un uomo stava rischiando la vita.
Era Jack Ryan, agente segreto informativo della C.I.A. Era riuscito ad infiltrarsi nell'ambasciata russa in Bulgaria.
Doveva riuscire a prelevare informazioni riguardo irapporti tra i due stati perchè, a quanto sostenevano gli analisti, i dispacci pervenuti dai due paesi non erano completi; questo poteva significare solo che stavano nascondando qualcosa e il suo paese aveva mandato lui a scoprire cosa.
Erano le 2:30 del mattino a quell'ora secondo i suoi informatori, non c'era nessuno dentro l'ambasciata a parte i tre uomini che sorvegliavano ciascuno i tre piani dell'edificio.
Era riuscito ad entrare dai parcheggi sotterranei e ora si trovava proprio al 3°ed ultimo piano ed era doretto verso l'ufficio dell'ambasciatore russo Romanov.
Era riuscito a stordire la guardia inettandole un calmante. aveva ancora mezz'ora di tempo per poter entrare dentro l'ufficio, prendere le informazioni e dileguarsi prima che la guardia si svegliasse.
Tutto stava procedendo bene, si disse Ryan, il sistema di sorveglianza era stato manomesso e in questo momento le telecamere stavano ritrasmettendo lo stesso fotogramma.
Prese dallo zaino il kit da scassinatore quando sentì un dolore lancinante alla nuca. Non riuscì a capire cosa stesse succedendo: il dolore lo costrinse ad accasciarsi a terra con le mani dietro la testa.
Volse lo sguardo dietro di sè e l'unica cosa che vide prima di perdere i sensi era un uomo vestito di nero con in mano il suo fucile.

 
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