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Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Final Fantasy VII
Titolo Fanfic: NON SEMPRE SI PUÒ LAVORARE
Genere: Comico
Rating: Per Tutte le età
Autore: icarus galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/09/2004 22:27:21 (ultimo inserimento: 18/01/05)

come trascorrono i turks i loro giorni di riposo? in vari modi, ad esempio in questo...
 
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CHE IL VIAGGIO ABBIA INIZIO...
- Capitolo 1° -

Un saluto a tutti! ^__^ Premetto che questa fanfic, anche se ha come protagonisti i Turks, non si svolge nel mondo di Final Fantasy VII, ma in posti reali… avevo pensato di cambiare i nomi ma il risultato non sarebbe stato lo stesso… quindi vi prego non tiratemi dietro nulla é_è


È la mattina del 2 settembre nella ridente cittadina di Novara (anche nel resto d’Italia suppongo)… stranamente per questa città, il cielo è coperto dalle nuvole.
Reno: <in tono scocciato> Ma non c’è da preoccuparsi, il sole uscirà presto.
A Reno non piacciono il sole e il cielo azzurro, ma a me non interessa, quindi continuiamo la narrazione. Oggi quattro Turks hanno deciso di prendersi un giorno libero e di andare in gita a Locarno, in Svizzera, con un battello che parte da Arona.
Spostiamoci nella cucina di un grazioso appartamentino di periferia, dove troviamo Tseng e Rude intenti a fare colazione.
Rude: Allora, partiamo, arriviamo, poi prendiamo il battello, pranziamo, arriviamo, partiamo di nuovo…
Tseng: Rude finiscila… è da tre giorni che continui a spiegarci il programma di oggi, ormai lo sanno anche i muri!
Rude: Scusa…
Ad un tratto arriva Reno, in pigiama ma con gli immancabili occhiali da sole in testa.
Reno: Salve ragazzi!!
Tseng: Ciao Reno! Di buonumore stamattina!
Reno: Vuoi mettere? Ce ne stiamo per andare a fare una gitarella carina carina, come potrei non essere felice? E in più non c’è il sole!!
Reno inizia a prendere le cose per la colazione, ma ad un tratto si ferma osservando la tazza che ha appoggiato sul tavolo. Rimane per circa tre minuti immobile con uno sguardo truce, sempre fissando l’innocente tazza, sotto gli occhi dei suoi due compagni che non capiscono cosa gli stia accadendo. Ad un certo punto Rude decide di rompere il silenzio.
Rude: Ehm, Reno? Cosa ti sta succedendo?
Reno: <dopo un altro minuto di raccoglimento> Non ricordo più cos’altro devo prendere per finire di preparare la colazione!
Rude e Tseng cadono dalle rispettive sedie.
Rude: <dopo essersi ripreso> No, se ti vuoi bere il nulla…
Reno lo guarda dapprima senza capire, poi gli viene un lampo di genio.
Reno: Il latte!
Reno si precipita verso il frigo e prende il latte tutto contento. Ma un altro problema sta per sorgere.
Reno: I biscotti a forma di orsetto o quelli a forma dei personaggi di Winnie the Pooh?
Tseng: Ma Winnie the Pooh non è mica un orsetto?
Rude: Non è la stessa cosa! Comunque prendi quelli a forma di orsetto che ho voglia di mangiarne qualcuno anch’io…
Reno: Bene, allora mangerò quelli di Winnie the Pooh…
Tseng: Sì, buoni, me ne dai qualcuno?
Reno: Ma siete degli sciacalli!
In quel momento si sente una voce proveniente tipo dall’oltretomba che dice “Salve ragazzi”.
Tutti e tre: Salve Elena!
Elena sbadiglia vistosamente.
Elena: Non ho capito bene il programma della giornata… Dov’è che dobbiamo andare? Cos’è che dobbiamo fare? E come?
Rude: <a Tseng> Cos’è che dicevi prima?
Tseng: Io? Nulla…
Reno: Te lo spiego io Elena… allora, andiamo in Svizzera, poi prendiamo il battello che ci porterà a Novara, poi da qui andiamo a cercare un ristorante per pranzare, poi…
Reno si ferma, vedendo che la stanza è percorsa da un alito di vento gelido, che Rude e Tseng non si muovono più e che i biscotti di Winnie the Pooh stanno cercando di buttarsi fuori dalla scatola per suicidarsi. Solo Elena con un blocchettino in mano sta prendendo appunti.
Rude: <con una vena che gli pulsa sulla fronte> Tseng, tienimi o non so cosa gli faccio…
Tseng: No no fai pure…
Reno li guarda con un faccino innocente mentre mangia un biscotto a forma di Tigro.
Biscotto: Sì, mangiami ti prego, ma non farmi più sentire certe oscenità nel programma della gita che ormai anche noi biscotti lo sappiamo meglio di te!
Rude: Tseng, e se ci portassimo i biscotti e lasciassimo a casa Reno e Elena?
Tseng: Mica è una cattiva idea…
Reno: No, non potete lasciarmi a casa! Rude, venerabile Rude, spiegaci di nuovo con la tua soave voce il programma della giornata!
Rude: <tutto emozionato perché Reno lo sta elogiando> Certamente! Partiremo da qui, arriveremo ad Arona, prenderemo il battello che ci porterà a Locarno, faremo un giretto e poi prenderemo di nuovo il battello che ci porterà di nuovo indietro… non mi pare molto difficile, no?
Elena: Mi sfugge un punto… il battello ci porta direttamente a Novara?
Rude cade di nuovo dalla sedia.
Tseng: <con una pazienza infinita> No, ci porta ad Arona, da lì torniamo a Novara come siamo venuti, cioè in auto…
Elena: Bene, ho scritto tutto.
Reno: Ma… Rude non aveva anche accennato al pranzo?
Tseng: Reno, ma ti interessa solo il pranzo? Che poi a vederti non si direbbe neanche che tu sappia cos’è un pranzo…
Reno: Solo perché peso più o meno 35 Kg! Come siete cattivi… guardate, ho anche fatto colazione!
Rude: Ma se è da dieci minuti che stai mangiando quel biscotto a forma di Tigro e te ne manca ancora metà!
Biscotto: Che agonia…
Reno: Il fatto è… che sono sazio! Tseng, finiscilo tu, io vado a prepararmi!
Detto questo Reno lascia la metà del biscotto in mano ad uno Tseng un po’ schifato e va a prepararsi.
Elena: Chi mi prepara il caffè?
Rude: Non te lo puoi fare da sola?
Elena: Mi sono appena svegliata… Siate un po’ galanti…
Rude: Va bene… Tseng, falle il caffè, io vado a vestirmi, ciao! <scappa via>
Tseng: <mentre prepara il caffè, tra sé> La prossima volta incastro Reno…
Ma spostiamoci ora nell’altra parte della casa. Reno e Rude si sono incontrati, e il rosso ha l’ennesima domanda da porre all’altro (o al pelato, come preferite).
Reno: A che ora si parte?
Rude: Il battello salpa alle dieci e mezza, quindi direi per le nove…
Reno: Non è meglio fare un po’ prima? Per sicurezza…
Rude: Forse hai ragione… facciamo per le nove meno un quarto? Vado a dirlo a Elena e Tseng…
Reno: Ok, vado a vestirmi!
Rude: Ma cos’hai fatto fino ad ora?
Reno: A parte che sarà passato si e no un minuto da quando me ne sono andato dalla cucina, comunque stavo mettendo a posto i miei bellissimi capelli! Un lusso che tu non puoi concederti…
Rude: Fra poco neppure tu potrai concedertelo più, a meno che tu non riesca a recuperare la tua testa finita chissà dove in orbita…
Reno: <urlando con una vocina impaurita> Tseng! Rude mi sta minacciando!!
Tseng: <dalla cucina> Rude lascialo stare!
Rude: Ma… ma…
Tseng: <sempre dalla cucina> Niente ma!
Reno: <sogghignando> Beh vado a vestirmi ciao!
E Reno entra in camera sua, mentre Rude si avvia in cucina per andare a comunicare l’ora stabilita per la partenza.
Rude: Ragazzi, partiamo alle nove meno un quarto, fatevi trovare pronti per quell’ora, capito?
Elena: Ricevuto!
Tseng si avvicina a Rude con fare enigmatico.
Tseng: Rude, Elena vuole il secondo caffè mattutino… ora tocca a te fare il cavaliere, prego, la caffettiera è tutta tua! <mentre si allontana velocemente> e mi raccomando, un caffè non troppo nero che se no ti tocca rifarlo… in bocca al lupo!
Tseng è ormai vicino alla porta, quando appare Reno sulla soglia come un fulmine, spaventando non poco il ragazzo dai capelli scuri.
Tseng: Reno ma sei scemo?
Reno: A volte… <cambiando il tono di voce, dalla modalità “normale” a quella “disperato”> comunque volevo chiedervi una cosa importantissima!! Sapete mica che fine ha fatto la mia cravatta? Non la trovo più! Vi prego ditemi che l’avete vista!
Elena: <parlando a nessuno in particolare> Perché Reno ha una cravatta?
Tseng: Reno, tu non porti mai la cravatta… penso tu l’abbia bruciata o robe simili…
Reno: <pensieroso> Sai che hai ragione? Ora che ci penso bene… lo scorso Capodanno l’ho legata al collo di uno dei robot di Reeve che poi ho buttato dalla finestra… Meno male che me l’avete fatto ricordare, perché non capivo come fare a mettermi la cravatta in un modo decente e tenere la camicia slacciata nel mio solito modo…
Rude: Scusa ma le altre mattine non ti sei mai chiesto dove fosse la tua cravatta?
Reno: No…
Rude: E non ti è parso strano iniziare a chiedertelo stamattina?
Reno: No…
Elena: Rude, il caffè, sbrigati!
Rude: Reno non è che… <indica la caffettiera>
Reno: Non sono mica scemo fino a questo punto! Divertiti ciao!!
Reno fugge via, seguito da Tseng.
Elena: <minacciosa> E mi raccomando… non troppo nero…
Rude: <tra sé> La prossima volta Reno non mi scappa…
Lasciamo i nostri eroi ai loro preparativi e guardiamo il meteo. Le previsioni prevedono (che gioco di parole di quinta categoria… NdA) tempo sereno o poco nuvoloso sui luoghi dove sosteranno o passeranno i nostri quattro eroi; Reno ne sarà assolutamente felice!
Reno: <mentre scende le scale> Che tempo, sono assolutamente infelice!
Ma Reno… stai per andare a fare la bella gitarella di cui parlavi…
Reno: Hai ragione… ora sono già più felice!
Ecco bravo… ma riprendiamo i fili della narrazione. Alle nove meno un quarto Rude è in auto pronto per partire, ma degli altri neppure l’ombra. Quasi dieci minuti dopo fa la sua comparsa Reno.
Rude: Con calma, mi raccomando… Elena e Tseng?
Reno: Sai come sono le donne, Elena si sta ancora preparando, e non volendo stare in casa da sola ha chiesto nel suo solito modo gentile a Tseng di aspettarla…(in poche parole l’ho obbligato. NdElena)
Rude: Ma siamo già in ritardo…
Reno sale in auto e prende posto al fianco di Rude, che è l’autista.
Rude: <pigiando un tastino della radio, senza ottenere alcunché> Reno cos’hai combinato con questa radio? Non si sente più niente, non funziona!
Reno: Scusa perché dovrei essere stato io?
Rude: Perché praticamente la tocchi solo tu…
Reno: È vero… comunque perché non andrebbe?
Rude: <pigiando di nuovo il tastino> Vedi, l’accendo ma non parte la musica…
Reno inarca aristocraticamente un sopracciglio e guarda Rude, poi schiaccia un altro tastino della radio e la musica parte. Rude rimane senza parole.
Reno: Allora…?
Rude: Ehm…
Reno: Sì…?
Rude: Beh…
Reno: Potresti almeno dirmi “Scusa Reno, ho sbagliato, non era colpa tua, devono essere i miei capelli inesistenti che prosciugano la mia materia cerebrale e mi spingono a dire che tu possa fare qualcosa di male come rompere una radio…”
Rude: <riprendendo il solito tono sicuro> Ti sei già dimenticato della testa in orbita…?
Reno: Scusami venerabile Rude, perdona la mia avventatezza e la mia vena di ironia che colpisce sempre nel posto giusto, lo sappiamo tutti che sei il migliore anche senza capelli! <tra sé> ma perché non sto mai zitto?
Rude: <che si calma subito quando viene chiamato “venerabile” e non sente praticamente altro (per mia fortuna! NdReno)> Sì, bene… <tra sé> “venerabile Rude”… quanto mi piace!
Passano tre minuti in cui Reno cambia 3000 volte il canale della radio per trovare una canzone che gli piace, per poi trovarla dopo mille fatiche ma scoprire che è quasi finita e Rude continua a ripetersi “venerabile Rude… venerabile Rude…”.
Reno: Mannaggia alla canzone che è finita… <si passa una mano tra i capelli e gli viene in mente un’altra domanda da fare a Rude> Rude… ce l’hai il solito pettine che ti porti sempre dietro, vero? Non posso permettermi di andare in giro spettinato…
Rude: E ti pare che vado in giro senza? <prende dalla tasca della giacca il suo pettine da viaggio>
Reno: Fantastico…
Una domanda incombe sull’automobile (avete mai sentito parlare dell’atomobile? Io l’ho appena inventata ora, è una macchina fatta di atomi e rigorosamente a forma di atomo! Che ne dite? NdA): cosa se ne fa Rude di un pettine? Mah… forse lo scopriremo quando sapremo cosa ci facciamo qui, da dove veniamo, e perché gli alieni rapiscono la gente comune mentre la gente comune non rapisce gli alieni.
Passa un altro quarto d’ora; Reno è impegnato nella solita ricerca infruttuosa di canzoni che gli piacciono, mentre Rude continua a dire “Vado a chiamarli?” e Reno gli risponde ogni volta che sarebbe inutile. Poi, d’improvviso, l’aria si carica di significato (cosa c’entra? NdTutti) e scendono dalle scale Elena e Tseng, la prima come se stesse scendendo la scalinata di Miss Italia, mentre il secondo trascinando la pesante borsa della ragazza non troppo felice di questo lavoro.
Rude: Forza, salite, che siamo già in ritardo, e sapete che se dobbiamo correre poi Reno diventa schizofrenico!
Reno, infatti, diventa schizofrenico ogni qual volta deve correre per prendere il pullman o il treno e non sa se ci riuscirà o no. Questo enigma lo distrugge. Così Elena e Tseng salgono in macchina sui sedili posteriori, e finalmente il viaggio può iniziare. Prosegue tutto tranquillamente, tra varie chiacchiere generali, quando Reno si ricorda di una cosa che si era appuntato mentalmente circa una mezz’ora prima.
Reno: <vocina cantilenante> Tseng… prima Rude mi ha dato ingiustamente la colpa di aver rotto la radio mentre non era vero perché era lui che non sapeva usarla, che incapace, e poi mi ha minacciato ancora!! Mi dà sempre la colpa per cose che non ho commesso e poi mi vuole fare del male!
Tseng: Rude, smettila di trattare così il povero Reno!
Reno: <con un faccino da angioletto che sta per piangere> Non mi vuole bene!
Rude: Ma, io…
Tseng: Taci Rude, e impara invece a trattarlo meglio!
Rude: Ma…
Tseng: Niente storie!
Reno: <asciugandosi una lacrima, peraltro inesistente> Grazie…
Reno si volta davanti, in modo che Tseng non lo veda… Pensa a quanto è intelligente e sogghigna.
Circa a metà viaggio, Tseng pensa bene di raccontare una cosa che lui considera molto divertente avvenuta il giorno precedente.
Tseng: Ragazzi, sapete cos’è accaduto ieri?
Elena: Sono accadute tante cose… del tipo nessuno mi ha preparato il caffè alla mattina e così sono dovuta andare dai vicini a chiedere se me lo facevano… ma i vicini non erano in casa e così sono andata nel palazzo della Shinra dove ho chiesto a Scarlet se me lo preparava, ma lei ha detto di no e così ho convinto Reeve a offrirmi quello dello macchinetta.
Rude: Fartelo tu no?
Elena: No.
Tseng: Comunque non era questo che intendevo… parlavo della mia performance in cui ho ucciso la grammatica. Eravamo io e Reno…
Reno inizia ad avere un calo di pressione.
Tseng: Stavamo parlando di non ricordo neanche più cosa, e a un certo punto gli ho chiesto: “Se verrebbe anche Elena, verrebbi anche tu?”. Cioè, so benissimo che avrei dovuto dire “Se venisse anche Elena, verresti anche tu?” ma in quel momento penso di essere stato posseduto da un demone sgrammaticato… Eheh… non lo trovate divertente?
Elena: <seria> Non sai quanto.
Rude: Ma Reno come l’ha presa?
Tseng: È diventato pallido ed è svenuto.
Rude: Come ora? <indica Reno, privo di conoscenza>
Tseng: Sì, esatto!
Elena: Non mi puoi fare certi errori davanti a lui… sai che Reno è particolarmente sensibile quando si parla di grammatica…
Rude: Un lato positivo c’è… ora se dobbiamo correre per prendere il battello non verrà preso da strani attacchi di pazzia…
Elena: Hai ragione… Tseng batti cinque!
Clap!


E qua finisce la prima parte… Riusciranno i nostri eroi ad arrivare in tempo? Lo scoprirete… ^__^




 
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