ALMENO TU
- Capitolo 1° -
Questa è davvero una grande cazzata, ma di quelle davvero grosse. Sono sorpresa di me stesse e della mia mente malata. E' nata guardando la quarta puntata della serie e, presa dalla foga dell'ispirazione, l'ho tirata giù senza un attimo di tregua. Di conseguenza non è proprio il massimo. Scusatemi se è corta ma almeno è qualcosa.
La partenza dei suoi due ex compagni lo aveva molto provato. All’inizio non lo poteva sopportare e la sensazione di tradimento si faceva sempre più forte. Come avevano potuto abbandonarlo in quel modo? Si sentiva solo, come non lo era mai stato, intorno a lui c’era troppo silenzio. Ma doveva comunque andare avanti, il campionato era alle porte e lui voleva parteciparvi, a tutti i costi. Nessuno avrebbe potuto impedirglielo. Nessuno.
Il giorno delle qualificazioni per comporre la nuova squadra si presentò fiducioso e pronto a tutto, ma un certo Jin arrivò ad insidiare dubbi e paure in lui.
Jin: Dovresti preoccuparti per la salvaguardia della squadra. Le sfide sono a coppie. Come farai a trovare un altro compagno ora che i tuoi amici se ne sono andati?
Takao: Non sono solo, c’è ancora Kei con me.
Jin: Sei sicuro?
No, non era possibile, Kei non lo avrebbe lasciato, non lo avrebbe mai fatto. Con timore controllò i registri delle iscrizioni ma lui non c’era.
Takao: No, non può essere.
Uscì fuori quasi con le lacrime agli occhi. Senza Kei era perduto. La sua presenza era diventata fondamentale nelle sfide, per dargli coraggio, per sostenerlo, per incitarlo ad andare avanti. All’entrata di quel grande edificio si guardava intorno, aspettandosi di vederlo comparire da un momento all’altro, aveva ancora fiducia in lui. E così fu, come aveva sperato arrivò alle sua spalle ed il suo cuore si rallegrò. Senza controllo lo abbracciò forte lasciando sorpreso il russo.
Kei: Aspettavi me?
Takao: Sapevo che saresti arrivato.
Kei: Non mi sottraggo ai miei doveri, anche se a modo mio. Takao, vuoi lasciarmi.
Takao: Grazie…grazie per non avermi lasciato anche tu.
Poi a malavoglia si staccò, asciugandosi le lacrime che ormai avevano iniziato a scendere. Poi insieme entrarono per affrontare quelle inutili sfide, sapendo comunque chi avrebbe vinto. Kei però continuava ad essere perplesso su quello che era appena successo: mai Takao gli aveva dato una tale dimostrazione di affetto. Cosa poteva significare? Ci avrebbe pensato dopo le gare, doveva rimanere concentrato. Takao invece era più felice che mai e lo dimostrò anche negli incontri che disputò, lottando con grinta e determinazione. Kei invece era come al solito, freddo e distaccato, a allo stesso tempo potente e veloce. Alla fine la squadra scelta a partecipare al campionato era composta da Takao, Kei, il prof K e Daichi. Mancava ancora una settimana alla partenza e si erano tutti trasferiti nella grande casa di Takao, per prepararsi assieme ed iniziare ad acquisire una certa confidenza tra di loro, anche se erano già molto amici. Una sera, Takao passeggiava vicino al laghetto, per calmarsi e chiarire le proprie idee, quando vide un’ombra sotto un’albero che riconobbe come Kei e decise di andarlo a disturbare.
Takao: KEI, che ci fai qui fuori?
Kei: Non sono cose che ti riguardano.
Takao: Eddai, cosa ti costa parlarmene? Uffa, non ti sopporto quando fai il freddo e solitario. Posso rimanere a tenerti compagnia?
Kei: Qualsiasi risposta ti dia tu faresti di testa tua, no?
Takao: Grazie ^__^ !!
Kei: … … … TAKAO; CHE COSA STAI FACENDO?
Il povero Kei si era trovato Takao appiccicato a lui che si strusciava sul suo petto.
Takao: Perché? Che ho fatto?
Kei: Vuoi staccarti prima che ti riempia di pugni?
Takao: Perché ti agiti tanto? Volevo solo ringraziarti.
Kei: Per cosa?
Takao: Per essere restato con me, almeno tu.
Si staccò da lui ed il suo sguardo si fece triste, cosa che noto anche il russo.
Takao: Chissà cosa ne sarebbe stato di me se te ne fossi andato anche tu. Non ce l’avrei fatta.
Kei: Come mai tutto questo affetto nei miei confronti?
Takao: Senza te che mi aiuti o mi sgridi la mia forza vacillerebbe. Arrivi sempre al momento giusto e sai sempre cosa fare.
Era la prima volta che Kei si sentiva veramente utile per qualcuno. Non come una bambola ma come un amico, Quando stava con Takao era sempre una strana emozione così calda da riscaldare il suo freddo cuore. Gli piaceva questa sensazione ed era anche un po’ per quello che era rimasto, per restare vicino al giapponese. Forse anche per lui valeva il discorso di Takao: si nutriva della sua forza di volontà e nella testardaggine con cui combatteva per arrivare alla vittoria.
Kei: Che semenze, sei comunque forte anche da solo, non credo di esserne la causa.
Takao: Sarà ma io la penso così, quindi…grazie.
Poi si alzò e se ne andò a dormire. Kei rimase ancora un po’ a pensare alle parole dell’amico che continuavano a girargli per la testa e non lo lasciavano in pace. Sentiva calore e così come tutte le volte successive che lo incontrava, tormentandosi per quei troppi sentimenti sentimenti che suscitava in lui. Poi…una sera…successe quello che non sarebbe mai dovuto accadere…o che non avrebbe mai creduto che potesse succedere…
Era di nuovo sotto quell’albero e notò l’avvicinarsi di qualcuno, l’unica persona che avrebbe e non avrebbe voluto vedere: Takao. Veniva verso di lui con un grande sorriso sulla faccia. Gli piacevano i suoi sorrisi, erano caldi e luminosi, quelli che lui non sarebbe mai riuscito a dare a nessuno.
Takao: Di nuovo qui, sembra proprio che ti piaccia questo posto. Cosa stai facendo?
Kei: Niente.
Takao: Uffa, sempre il solito. Posso sedermi vicino a te?
Kei: Fai come ti pare.
Takao: Guarda che belle questa notte le stelle, sono così luminose.
Kei: Possibile che tu ti emozioni per qualsiasi cosa ti circonda?
Takao: Certo, dovresti provarci anche tu.
Kei: Gli altri?
Takao: Erano stanchi e sono andati a dormire. Ma Kei, hai un aspetto strano, sei sicuro di stare bene.
Kei: Non ho nien…
Non riuscì a finire la frase dato che il suo cuore si era fermato per osservare meglio il volto del moro che si era avvicinato per sentire se l’amico aveva la febbre. Kei si sentì improvvisamente strano, rapito da quegli occhi che lo fissavano. I loro visi erano troppo vicini, i loro sguardi imprigionati tra di loro, sempre più vicini fino a quando le loro labbra si unirono in un leggero piccolo bacio che li lasciò stupiti. Non riuscivano a capire il perché di tutto ciò, di che cosa stavano facendo ma una cosa era chiara, volevano continuare e così fecero con baci sempre più profondi e passionali, abbracciati stretti, volendo sempre di più quell’unione che li divorava. Si fermarono solo un attimo per riprendere fiato ma quello fu il momento delle spiegazioni.
Takao: Che cosa stiamo facendo?
Kei: Ma soprattutto perché?
Takao: Non lo so ma ti voglio ancora, il mio corpo ti cerca.
Kei: Anche per me è la stessa cosa. Credo che potrebbe essere…
Takao: …amore!
Si guardarono intensamente, desiderandosi, amandosi, reclamando di più. Ripresero quindi a baciarsi, con più foga e passione essendo ormai certi dei loro sentimenti. Ma questa volto andarono avanti, presi dalla passione che provavano in quel momento. Quella notte la passarono tra gemiti di piacere, invocando il nome del proprio compagno, pervasi da piaceri immensi che mai avevano provato, un fuoco che li bruciava dentro e che mai li avrebbe lasciati. Spossati da quell’unione si lasciarono cadere sul prato, continuando a rimanere abbracciati.
Takao: E’ stato bello.
Kei: Sì.
Takao: Combatterai con me in questo campionato?
Kei: Nessuno riuscirà a dividerci.
Un altro bacio per poi osservare insieme le prime luci dell’alba che illuminavano il cielo ed il loro amore, così nuovo come quel sole che mai tramonterà.
-FINE-
Scrivetemi, anche per insultarmi, non rispiarmatevi. Byakko.
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