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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: LA MIA SCELTA (ECCOTI)
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: yamamaxwell galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/09/2004 22:24:05

se la vita desse l`opportunità di incontrare la persona giusta..... voi che fareste?
 
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LA MIA SCELTA -ECCOTI-
- Capitolo 1° -

Salve a tutti! Passate bene le vacanze? In questo periodo avevo una voglia matta di scrivere ma non sono riuscita a concludere niente….la mia mente malata a sfornato solamente questa breve storia. L’idea mi è nata nell’ascoltare la canzone ‘Eccoti’ di Max Pezzali e da quella che è stata la mia prima interpretazione della canzone(che poi è risultata sbagliata, ma questo è un altro discorso -____-)
Comunque ho provato a sperimentare una cosa per me un po’ nuova cioè mettere come protagonista Gojyo(il più adatto fra i quattro a vivere una situazione del genere) e raccontare tutto in prima persona. Missà che ho fatto qualche disastro ma sono pronta a ogni vostro consiglio per poter migliorare!!!
Ognuna di noi si può immedesimare quale protagonista di questa storia se lo desidera.
Per ultimo, ma non per questo meno importante, ringrazio la mia sore-saru Jichan che mi ha dato una grossa mano per evitare irrimediabili errori -.-
Buona lettura…e se non svenite prima della fine sareste così gentili da lasciarmi un commentino? Grazie ^.^
Yama





************ LA MIA SCELTA ************
************ -Eccoti- ************



Eccoti.
Dopo tanto lungo cercare finalmente ti ho trovata.
Ormai avevo perso ogni speranza e stavo cedendo il passo alla rassegnazione.
Io che mi sono sempre circondato di ragazze bellissime non potevo nemmeno sognare di trovarne una come te. Una che in un modo tutto suo mi apprezza per lo schifo che sono.
E si… perché ti sei trovata in mezzo all’infuriare di una nostra battaglia e hai potuto vedere che razza di gruppo siamo….che razza di persona sono.
Non ne ricordo molto bene il motivo ma mi sono ritrovato a parlare con te raccontandoti in modo confuso la mia storia.
Mentre parlavo tentavo di offuscare le mie stesse parole col fumo della sigaretta. Tu stringevi come gli occhi cercando di cogliere ogni più piccola sfumatura che poteva essere nascosta nelle mie frasi.
Era la prima volta che parlavo francamente con una persona…specialmente se questa persona era del sesso femminile.
Per la prima volta non ho provato il basso istinto di saltare al collo o creare pensieri e frasi proibite.
Una. Due. Forse tutta la notte. Te lo ricordi amore mio? Ti ho parlato per tutta la sera. Solamente al primo schiarire dell’alba tu mi hai sorriso e mi hai detto con indifferenza che non sapevi nemmeno il mio nome.
Rimasi piuttosto imbarazzato e avrei voluto sprofondare nell’erbetta fresca che ci aveva ospitato per tutto quel tempo.
Il destino volle ancora giocare a nostro favore. Quel bonzo corrotto decise di restare ancora per qualche giorno in quel villaggio.
Il tuo villaggio.
Quando la stupida scimmia mi comunicò esaltato la notizia so che non ne rimasi nemmeno tanto colpito….fino a che, in un dei miei soliti giretti in cerca di qualche ragazza con cui passare il tempo, non mi imbattei nuovamente nella tua figura.
Come ho fatto a innamorarmi di te?
Non lo so ancora adesso.
Anche perché se mi chiedessero cos’è l’amore non lo saprei ancora spiegare.
Camminammo per ore parlando come due vecchi amici fino ad arrivare alla fine di quell’immenso villaggio.
Ti portasti un dito sul mento pensierosa poi, con un divertito occhiolino, mi feci cenno di seguirti. Volevi portarmi un posto speciale per te.
E Dio solo sa che in quel momento ti avrei seguito anche in capo al mondo!
Mi portasti sotto un albero che dall’aspetto sembrava millenario.
Indicasti la cima troppo alta per sorgerne la fine.
Dicesti che da bambina il tuo sogno era di arrivare fino all’estremità dell’albero e poter guardare il mondo intero da lassù.
Io ti sorrisi dicendoti che consideravo la tua idea molto sciocca in quanto nel mondo è meglio viverci che scrutarlo da un punto troppo alto per essere visti a propria volta.
Tu sorridesti.
Un sorriso sincero. Disarmante direi.
In quel momento la mia mente si offuscò senza permettermi nessun ragionamento.
Mi sporsi in avanti afferrandoti le spalle e continuando a fissare i tuoi occhi di quel colore incantevole.
Fosti tu ad avvicinarti e a cercare quel contatto tanto bramato.
Le nostre labbra si incontrarono per poi separarsi e ritoccarsi nuovamente.
Socchiusi leggermente la bocca cercando di entrare con la lingua dentro la tua. Non dovetti sforzarmi poi più di tanto. Tu assecondavi ogni mio gesto, ogni mio movimento, come se l’avessimo ripetuto mille altre volte.
Feci qualche passo in avanti attaccandoti al tronco dell’albero.
Fosti tu a staccarti per prima da quell’eterno bacio.
Ti alzasti in punta di piedi e mi posasti un bacio su una palpebra. E poi sull’altra. Un gesto estremamente delicato e accattivante allo stesso tempo.
Ora che ci penso bene non hai mai fatto nessun apprezzamento ne suoi miei occhi ne suoi miei capelli. Forse perché sapevi il mio pensiero a riguardo.
Ma con quel gesto compiuto con estrema naturalezza feci sciogliere ogni mio dubbio e anche ogni mia certezza.
Ci piegammo sulle ginocchia all’unisono per poi stenderci sotto l’albero che sembrava volerci riparare dagli occhi indiscreti del mondo.
Alzai lo sguardo osservando il tuo viso così perfetto.
Eri una cosa stupenda. Una cosa che io non credevo di poter mai stringere fra le mie braccia.
Eppure tu eri li, con me, che ti muovevi delicatamente sotto il mio corpo ormai troppo in fibrillazione per connettere.
Ma non era come le altre volte….. non era il puro e semplice contatto fisico che ricercavo.
Era come se ogni mio muscolo fosse teso per cogliere ogni minimo movimento e gesto che compiva il gracile corpo sopra il mio.
Quello che successe dopo fu bellissimo.
Ogni sentimento……….….ogni ragione………………ogni pensiero……………... tutto si concentrava sul piacere che mi donavi…….. avrei voluto vivere quel momento per sempre.
Ma come ogni cosa bella ebbe anche la sua fine.
Siamo stati abbracciati fino a che la notte non ci impedì di sostare sotto quell’albero, che ormai era diventata la nostra zona di paradiso.
Ti accompagnai fino alla tua piccola casa dove abitavi da sola.
Mi invitasti con un sorriso gentile ad entrare per poi rimangiarti il tutto dicendomi che dovevo assolutamente ritornare dai mie compagni che ritenevi preoccupati per le mie sorti.
Non trattenni una risata nell’immaginare Sanzo che si preoccupava per me o la scimmia che voleva con tutte le sue forze venirmi a cercare disperato….…forse Hakkai.
Prima di andarmene però le posai un bacio sulla guancia e le promisi che ci saremmo nuovamente incontrati il giorno dopo sotto quell’immenso albero che governava il mondo.
Lei mi disse che ci contava e mi diede una piccola spinta per incitarmi a far ritorno da quelli che definiva ‘miei amici’.
Decisi di darle retta e di ritornare alla locanda dove avevamo alloggiato.
Anche se lì nessuno aspettava il mio ritorno.
Come volevasi dimostrare!
Ognuno era intento a vivere la sua vita per conto proprio.
Anzi, quando mi videro spuntare dalla porta mi chiesero se era successo qualcosa.
Come se riuscissi a trovare perennemente una compagnia femminile la sera!
Sorrisi sarcastico mettendomi a sedere sul letto togliendomi i pesanti scarponi.
Fu allora che Sanzo, col solito fare schietto e gelido, ci disse che l’indomani mattina saremmo partita all’alba e che non ammetteva nessun ritardo o intoppo di altro genere.
Il mio cuore sembrò fermarsi per un attimo, uscire dal petto e andare a sostituire una pallina da biliardo momentaneamente dispersa.
Provai a chiedere al bonzo se potevamo ritardare la nostra partenza ma lui grugnì senza troppi complimenti per poi immergersi nel futon e non proferire più parola.
Restai immobile in quella posizione per qualche minuto finché Hakkai non si decise a chiedermi cosa potesse turbare i miei pensieri.
Io alzai gli occhi come disperso e gli chiesi con tutta sincerità se avrebbe preferito stare accanto a persone che non si aspettavano un gran che da lui e che quindi non avrebbe mai potuto deludere oppure se tornare da una persona che avrebbe aspettato il suo ritorno in eterno.
Hakkai sorrise dolcemente, forse era il più adatto a rispondere a quella domanda perché mi posò una mano sulla spalla dicendomi che era una domanda troppo banale per avere una degna risposta.
Il suo sorriso…… il tuo sorriso amore mio mi fece capolino nella mente.
Rinnegare tutto quello per cui avevo sempre creduto……………….. rinnegare tutto quello per cui avevo sempre lottato…………… Lasciarsi alle spalle delle persone con cui avevo condiviso gli ultimi anni della mia vita…….. per…….
Mi alzai di scatto raccogliendo i miei stivali e cercando di farli rientrare nei piedi.
Con fare brusco dissi a Sanzo di non aspettarmi la mattina successiva.
Ricordo la faccia attonita di Goku che mi si avventò addosso chiedendomi cosa mi fosse preso, quella di Hakkai che si rabbuiò per poi girarsi e infine quella di Sanzo, sempre glaciale e indifferente, che mutò appena mentre tentò di chiedermi spiegazioni alzando un sopracciglio.
Io risposi semplicemente che avevo incontrato un angelo e che non potevo in alcun modo farmelo scappare.
Senza aspettare alcuna risposta o saluto da quelli che erano stati i miei compagni di viaggio per quello che a me era parso un secolo me ne andai come una furia.
Corsi come un disperato verso la casa della ragazza che aveva saputo stregarmi il cuore.
Poco importava se lei mi avrebbe chiuso la porta in faccia o mi avesse detto che non le importava poi un gran che di me.
Ormai la mia scelta era stata fatta.
Io avevo scelto lei.
Sono stato un pazzo?
Bussai con decisione alla porta.
Lei mi venne ad accogliere con una vestaglia molto sottile e quando mi vide i suoi occhi si sgranarono appena.
Sapeva che quel pomeriggio il mio era stato un addio e non pensava più di rivedermi. Lo capii solamente quando vidi scendere dai suoi occhi piccole lacrime.
Le dissi che avevo buttato all’aria tutto e che se lei voleva io sarei rimasto il quel villaggio in eterno.
Si portò le mani sul viso e mi saltò al collo.
Quella notte fu ancora più bella del pomeriggio.
Facemmo l’amore più e più volte, fino allo sfinimento, riempiendoci di dolci parole e promesse reciproche che entrambi sapevamo sarebbero state rispettate.
Alle prime luci del mattino guardai il suo viso addormentato e mi alzai dal letto.
I miei occhi caddero silenziosamente sui piccoli oggetti riposti nella stanza.
Afferrai una sua maglietta piegata con cura su una poltroncina accanto e ne respirai il profumo.
Tutto sapeva di lei.
Aprì un’anta della finestra.
Aspettai per parecchi minuti per poi infilarmi i pantaloni e la maglietta e uscire silenziosamente dalla piccola casa.
Mi appoggiai all’esterno della porta come in attesa di un segno.
Iniziai a battere con insistenza i piedi.
In lontananza finalmente scorsi la jeep e le persone con cui avevo condiviso qualcosa di veramente unico.
Hakkai si fermò proprio di fronte a me.
Sanzo pronunciò parole che mai avrei creduto di sentire proprio da lui. Disse che loro non sarebbero certo morti e che quindi doveva togliersi quell’assurda faccia da funerale che avevo già di prima mattina.
Poi Hakkai rimesse in moto.
Quelle erano proprio le parole che volevo sentire.
Tornai nuovamente dentro la casa non volendo nemmeno guardare la jeep scomparire all’orizzonte.
Mi avvicinai lentamente alla camera da letto.
Lei era seduta su una sedia con gli occhi sbarrati.
Quando mi vide si alzò incredula.
Per la seconda volta credeva di non vedermi più.
Io scossi la testa e le dissi delle parole che mai credevo avrei pronunciato e che mai pronunzierò ancora : “Ti amo”
Lei mi saltò al collo regalandomi un sorriso che non mi scorderò mai.
Quella sarebbe stata sicuramente una storia fuori dal comune.
Svegliarsi con qualcuno affianco.
Vivere con qualcuno affianco.
Addormentarsi con qualcuno affianco.
Tutto quello mi sapeva di incredibile ma nello stesso tempo di reale.
Quella……. Era stata la mia scelta.





Ancora adesso penso che avrei fatto la scelta giusta nel restare accanto alla persona che amavo.
Accanto alla persona che aveva saputo aprire il mio cuore e spargerlo di dolce miele.
Ancora adesso penso che avrei fatto bene a seguirti e a restare affianco a te invece che continuare questo assurdo viaggio con queste persone altrettanto assurde.
Ma tu non esisti.
Sei solamente un frutto della mia troppa immaginazione.
Un frutto dettato dalla mia voglia smisurata di provare per una volta cosa vuol dire veramente ‘amare’.
Però è stato bello.
E’ stato bello immaginarti così perfetta.
Così pronta a comprendere quello che sono.
Pronta ad accettarmi per quello che ero.
Ma la realtà è ben diversa da ogni mia più proibita fantasia.
Ma io continuerò a ripetermi la parola “Ti amo” tanto da non dimenticarla e nella speranza che un giorno io possa finalmente incontrarti, amore mio.

THE END



 
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