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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: IL SIGNORE DEGLI ANELLI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: eowyn-da-rohan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/09/2004 13:46:10

bene, finalmente mi sono fatta coraggio... questa è la prima storia che mando sul sito, leggetela! e commentate, soprattutto!
 
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...ORA CHE EARENDIL È SPENTA
- Capitolo 1° -

D’accordo questa storia non so quanto potrebbe funzionare, non mi sono mai piaciute queste cose in fondo, e poi non sono certo un mito come Tolkien, però quello che ho immaginato ieri notte è stato significativo per me, ed è per questo che ci ritorno sopra, un po’ riluttante ma non abbastanza.

Frodo camminava per la terra di Mordor insieme a Sam. Pochi, passi, dovevano semplicemente attraversare quella vallata e sarebbe finito. Gli orchi erano andati via di colpo lasciando il paesaggio ancor più deprimente di prima. Una valle nera e ampia era ciò che li divideva dal monte Fato, sembrava interminabile. Continuavano a sentirsi scossi, come se non si aspettassero che fosse vero, come se non fosse possibile che loro fossero arrivati fin laggiù. E in effetti, dopo tutto quello che era successo, era prevedibile che non gli paresse vero. Ma non era come ritornare alla Contea. Allora si, anche se increduli, sarebbero stati felici. Frodo non smetteva mai di amare la Contea. L’aveva amata sempre, non aveva mai smesso, e soprattutto durante la spedizione ne aveva sentito la mancanza e aveva capito i suoi sentimenti per lei. Era preoccupato per la Compagnia, non immaginava minimamente dove potessero essere, né se fossero ancora tutti vivi. Pensava al tradimento di Boromir, con malinconia e senza rancore. Capiva che l’Anello aveva un potere incommensurabile, e l’uomo di Gondor era stato il primo a fargli toccare con mano, sentire davvero, quanto fosse malvagio ciò che portava al collo. Pensava alla fedeltà di Aragorn, e si rese conto di provare affetto per lui. Sam pensava alla sua terra elfica, donatagli dalla dama Galadriel. Non aveva più speranza di poterla davvero spargere nel giardino di casa sua. Erano così affranti che quel paesaggio, a parte la somiglianza reale, era uguale a tutti gli altri. Il mondo aveva smesso di interessargli, e la loro missione aveva smesso di farsi sentire radicata dentro di loro. Ma comunque avanzavano, come senza meta eppure ancora fieri. Sensazioni strane li prendevano in continuazione.
Frodo si voltò, senza curiosità reale, e pensò a Gollum. Anche lui era morto. L’Anello uccideva tutti quelli che lo volevano. Poco del loro buon cuore Hobbit si rivelava ancora nel loro sguardo.
Pensando queste cose, si voltò di nuovo verso la sua meta, e vide Sam immobile. Attonito, sgranò gli occhi, perché la cosa che aveva fermato il compagno era una visione del tutto improbabile.
Nel vento, il suo vestito ingrigito dai fumi velenosi, volteggiava ancora poco bianco come doveva essere stato. Stoffa leggera e impalpabile ricopriva il suo corpo, ma ben poco. Un corpino dalle maniche corte e una semplice gonna lunga fino a metà dei polpacci. Non c’era sangue su di lei. Solo fango, sulle sue braccia, sulle sue mani piccole e bellissime. Si trovava a meno di tre passi di Sam, eppure lui ancora non aveva sguainato la spada dei Tumuli che portava in vita. Sulla vita sottile della ragazzina, un’adolescente, c’era invece una cintura fatta di foglie secche. Frodo pensò a Baccador, ma la bellezza di quell’essere delizioso e allegro non poteva essere comparata con la mesta grazia di questa figura. Era esile, si direbbe che non poteva reggersi in piedi, e sembrava che non avesse avuto ragione di farlo per molto molto tempo.
I suoi capelli erano castani e abbandonati nel vento, dei lunghi riccioli cercavano di fuggire, ma come se sapessero di essere incatenati alla testa. Quel loro modo di allontanarsi era delicato e triste. Frodo si fermò a lungo a guardarli. Poi si avvicinò a Sam, lentamente, e rimase attonito accanto a lui. Non si voltò per osservare l’espressione del compagno, ma l’immaginava. Doveva essere incredulo e spaurito proprio come quando aveva visto per la prima volta gli Elfi.
Ad un tratto Frodo ebbe un lampo: non si levava poi così alta da terra, aveva folti capelli castani come quasi tutti nella Contea, e il suo sguardo doveva essere stato beato, un tempo. Era una Hobbit!
Il suo sguardo corse giù lungo il suo corpo come per guardarle i piedi. Certo soffermandosi sullo scollo dell’abito, logoro e ingrigito come quello di una vecchia casacca da pirata,sulle foglie secche, sulle gambe delineate dal vestito che volava via, prima. Ma si accorse che i suoi piedi erano piccoli e fasciati da stivaletti elfici.
Con imbarazzo alzò lo sguardo incontrando il suo. Lei fece una smorfia, come di ingenuo divertimento. Poi si avvicinò a loro. Frodo sentì Sam sospirare, sentì i suoi movimenti, ma si accorse che non aveva sguainato lo stesso la piccola Daga. Forse non c’era motivo, o forse era un incantesimo a bloccargli la mano. Ancora una volta non si voltò. L’evento lo prendeva troppo per pensare ai particolari. Una ragazza! Un essere vivo che non fosse un orco! E dopo tanti giorni di cammino che non contavano più!
Era vicina. Poteva notare le guance, un tempo rosee e ora rigate di grigio e di bianco, sporgersi ancora nonostante la sua magrezza. Poteva immaginarla sorridere e poi ridere, e non un sogno sbiadito, era come se lo stesse facendo, anche se non era così.

Come in cerca di ossigeno, si gettò su Frodo, cercando di baciarlo dolcemente. Lui non si sottrasse e chiuse gli occhi. Ma non sentì nulla, a parte il vento caldo muoversi sulle sue labbra.
Aprì gli occhi e la ragazzina era a terra. Sam l’aveva scaraventata lontano dal suo padrone. “una nuova diavoleria di Sauron!” squittì Sam, in preda al panico, ancora tormentato dal dubbio di sguainare o no la spada. Ma prima che potesse ricominciare ad accusarla la ragazza iniziò a parlare, mentre lentamente si rimetteva in piedi, o almeno provava a farlo. “No, mastro Samvise, né di Sauron né del giovane Saruman, in realtà io sono un dono che fu perduto molti anni or sono… e sono rimasta qui, dove Beren mi ha rifiutato per amore della sua Tinùviel, quella che voi chiamate anche Luthien, ma anche allora non avevo malvagie intenzioni… le ere mi hanno sbiadito, ma non mi annienteranno mai. Come il vostro amico Bombadil era qui prima di ogni cosa, io so che sarò qui anche dopo ogni cosa, e sicuramente sarò sola, a meno che le distanze non esisteranno più quel giorno, e se qualcuno come me esiste, io potrò incontrarlo…”
Cercava ancora d’alzarsi senza risultati. Frodo accorse accanto a le e le porse la sua spalla, e tirandola su piano, sentì l’odore dei boschi, l’odore della terra e della rugiada innamorate al mattino, l’odore della pioggia estiva dopo la siccità e della terra bruciata dal sole che sorride per un attimo, anche se pochi riescono a vedere quel sorriso. Aveva dimenticato queste cose, e si sentiva cieco e sordo di ogni bellezza proprio come Gollum. E per questo quasi pianse, e probabilmente gli altri lo capivano.
“Non può essere malvagia, Sam. Se solo tu sentissi il suo odore, te ne renderesti conto. E poi ho l’impressione di averla già vista. Non so perché.”
“Non ti capita spesso, vero, Frodo?” disse con voce eterea la creatura.
“no, non capita spesso…”
allora lei sorrise. Esattamente come l’aveva immaginata prima. I suoi denti erano bianchi e perfetti, e sapevano della luce del mattino. Forse lei era il mattino, o forse no, ma tutte queste piccole cose di lei trasudavano beltà, e continuavano a commuoverlo, a struggerlo dentro.
“Ora che la luce di Earendil s’è spenta, tu trovi una nuova luce… possa essa restare viva nei tuoi ricordi, almeno fino a che tu porti a termine il tuo compito… io conosco il tuo passato, Frodo: sei bambino, sei uomo e sei immortale nei miei sogni… conosco il tuo futuro, ma non dirò altro che possa condizionarti.”
Confusamente, Frodo le gettò le braccia al collo e la baciò. Baci teneri in mezzo a lacrime come ghiaccio. Sam era ancora attonito e si sentiva come se non fosse mai esistito. Non come Hobbit. Forse come aria, che osserva tutto ed è contenta di non fare niente per fermare gli eventi, tragici o meravigliosi che fossero. In qualche modo la perfezione era riuscita ad entrare a Mordor… e l’importante era esserci.

Sam e Frodo, Frodo e Sam. Tenaci e indistruttibili compagni, la loro amicizia non sarebbe mai morta, e non sarebbe mai potuta essere più grande. Nessun tradimento, nessun bugiardo, nessuna strana intenzione fra loro. Innamorati della propria fedeltà e impassibili di fronte ai mali umani, anzi, ridenti, come se fossero storielle raccontate davanti al camino. Anche quando il camino non lo ricordava nessuno dei due.
“Vi ha detto il suo nome, Padron Frodo?”
“No, Sam… e sono felice lo stesso. Magari è la cosa più giusta.”
“Vi ha fatto innamorare con i suoi modi eterei, non è così?”
“No, direi più che altro che l’ ho sempre amata. Direi che fosse la donna dei miei sogni.” Frodo sorrise teneramente. “è sciocco, vero? Amare un’illusione…”
“Io apprezzo le illusioni… sono la sola cosa che hai che può morire con te. Nello stesso istante. Te le puoi tenere strette fino alla fine, e non obbiettano… non sono mai tristi mentre tu sei felice, sono un modo come un altro per amare noi stessi.”
“Lo sai, Sam? Quando siamo partiti non immaginavo per nulla che tu fossi così profondo… e ora mi sento così felice quando ti vedo al mio fianco… non so se il dono di quella fanciulla possa valere quanto quello che hai fatto per me, eppure…”
“Certi doni sono riservati solo al portatore dell’Anello… altri doni, credo, sono riservati solo a Frodo Baggins della Contea.”
“E sono quelli i più preziosi, Sam, amico mio.”

 
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