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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE BUTTERFLY EFFECT
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: black89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/09/2004 14:36:26 (ultimo inserimento: 05/09/04)

eve è una ragazza come tante, studia al college, ha un pessimo rapporto con i genitori e ama sognare. ma un giorno un battito d`ali la scovolgerà.
 
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IL BATTITO D`ALI
- Capitolo 1° -

Salve di nuovo a tt!!! Come avevo promesso nella mia precedente fic, “Neven”, ho inviato anche questa!!! È decisamente strano per me scrivere qualcosa di questo genere, di solito mi attengo a storie più fantasy, ma mi è venuta l’idea e l’ispirazione giusta, così... bè, spero che vi piaccia e che vogliate farmi felice con qualche commentino!!!
Buona Lettura!!!


Il professore parlava da più di un ora, i folti baffi accompagnavano ogni singolo movimento delle labbra rendendo l’uomo piuttosto buffo, molti studenti lo paragonavano a un strambo clown sempre vestito in giacca e cravatta. Comunque ciò che spiegava era interessante, era sempre interessante, infatti era considerato dagli studenti uno dei professori più in gamba del college. Proprio in quel momento spiegava la “Teoria del Caos” e tutti prendevano appunti minuziosamente sapendo che, di lì a poco, avrebbero dovuto consegnare una tesina. Eve però non scriveva frettolosamente come gli altri, aveva una matita in mano e tracciava vari archi aggraziati sul foglio a quadretti che aveva davanti. Su quel foglio si poteva scorgere un titolo a caratteri cubitali che recitava: “The Butterfly Effect” e sotto di esso Eve stava lavorando meticolosamente all’ala destra di una elegante farfalla. Presto avrebbe tirato fuori i colori, tutte le sfumature del blu e il nero, per finire quel piccolo capolavoro. I suoi piani però sfumarono al suono della campanella che segnava la fine delle lezioni. Molti dei suoi compagni, per non dire tutti, tirarono un sospiro di sollievo e iniziarono a fare progetti per quella sera visto che quel giorno dava il via al week-end e l’indomani non avrebbero avuto lezione. Anche Eve sospirò, ma il suo sospiro fu più di sconforto che di sollievo, ormai poteva affermare che gli unici contatti con le persone erano quelli che aveva durante le ore di scuola. Lei non abitava dentro il college, aveva un appartamento poco distante da esso ed era proprio un bel appartamento, ma avrebbe preferito milioni di volte avere una stanza in comune con qualcuno piuttosto che quella specie di attico che i suoi le pagavano. Anche perché poteva vivere in un luogo come quello solo stando alle condizioni dei suoi ovvero frequentare il college e laurearsi, non che lei non avesse provato a opporsi, anzi, aveva discusso varie volte con suo padre dicendogli che quello non era il suo sogno, che non era così che voleva che andasse il suo futuro. E suo padre gli aveva risposto semplicemente che lei era ancora una bambina e che non poteva ancora ragionare con mente razionale sul suo avvenire. Eve allora era rimasta in silenzio e sconfitta era tornata in camera sua. Chiuse con uno scatto il quaderno degli appunti e si diresse fuori dall’aula, non aveva notato però che il disegno della sua farfalla era finito a terra.

-“Teoria del Caos”... questa teoria sostiene che un’azione che spesso può sembrare banale o che può essere provocata inconsapevolmente può degenerare fino ad causare risvolti a dir poco inaspettati.- questo era tutto quello che si ricordava della lezione, o almeno quasi tutto, ricordava particolarmente bene anche la parte che riguardava “L’Effetto Farfalla”, uno degli esempi per cui la teoria era più conosciuta. D’un tratto Eve chiuse il libro su cui stava “studiando” e si mise a cercare il quaderno degli appunti, quando lo trovò però con suo sommo disappunto scoprì che la sua farfalla era “volata via”. No, non andava davvero bene. Si alzò facendo rotolare a terra la scatola rotonda dei biscotti ai cereali che stava mangiando e si mise una mano tra i capelli rossi cercando di ricordare dove poteva essere. Poi, sbuffando impercettibilmente, realizzò che doveva averlo lasciato in classe. Improvvisamente però il trillo del telefono la riportò bruscamente alla realtà.
-Pronto?-
La fastidiosa voce di sua madre fece capolino dall’altra parte del capo chiedendole se stesse bene e se stava aspettando che qualcuno la chiamasse.
-Perché dovrei aspettare la chiamata di qualcuno, scusa?- chiese allora Eve infastidita lasciando la sala e andando in bagno con il cordless appoggiato all’orecchio curiosa di sentire la risposta della donna. Quando però la sentì non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo dalla disperazione. Visto che aveva risposto dopo il primo squillo l’urgenza o il desiderio di sapere chi fosse poteva far pensare che lei stesse aspettando che un ragazzo la chiamasse. Ma Eve la smentì subito e le chiese perché l’avesse chiamata.
-Ma... Eve!!! Sono tua madre!!! Ho il diritto di chiamarti anche solo per sentire la tua voce!!!- esclamò la donna con voce quasi isterica. Gli occhi di Eve rotearono infastidita dalla falsità di sua madre. Piegando le labbra rosee in un sorriso ironico appoggiò il telefono sul mobile bianco del bagno e si lavò la faccia con la voce isterica di sua madre in sottofondo che tentava di convincerla ad andarli a trovare. Mentre la donna parlava Eve riuscì anche a mettersi il gel nei suoi corti capelli rosso fuoco e il fatto che l’altra non si accorse di niente era un chiaro segno del fatto che in realtà della figlia non poteva importagliene meno.
-Ascolta mamma, come tu ben sai sono iscritta ad un college molto impegnativo a chilometri di distanza da voi, in più questo è periodo di esami, come credi che faccia a lasciare tutto per venire a trovare te e quell’ipocrita di papà anche solo per un paio di giorni? Ora devo andare, è stata una bella chiacchierata.- dopo aver detto ciò schiacciò il tasto rosso e la voce di sua madre si perse nell’oblio. Eve si guardò allo specchio seguendo con i suoi occhi azzurro cielo il lineamenti ondulati dei suoi capelli rossi come il sangue che, dopo il suo ultimo taglio, arrivavano a stento ad accarezzarle il collo. Le sue labbra rosee erano piegate in un mezzo sorriso ironico mentre ripensava alla telefonata di sua madre. Prese tra le dita le maniche del maglione verde che indossava, decisamente troppo grande per lei, e uscì dal bagno recuperando dei jeans che aveva lasciato in camera sua per poi uscire dall’appartamento con una strana sensazione di tristezza che le attanagliava un punto imprecisato del petto.


Allora? Che ne pensate? So che come primo chap non è il massimo, ma abbiate pazienza!!! Già nel secondo capitolo la storia inizia a movimentarsi!!! Questo era una specie di prologo, tanto per farvi capire la situazione della piccola Eve... bè, non vi resta che commentare, giusto?
Bye
Ps. X il mio boy che spero leggerà questa storia... il maglione VERDE ti ricorda niente? Eh eh eh...

 
Continua nel capitolo:


 
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