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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Nana
Titolo Fanfic: LAYLA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: kyoko11 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 31/08/2004 16:00:02

è una mia visione alternativa della storia del manga..
 
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- Capitolo 1° -

Layla.

Salve a tutti, questa non è la mia prima fan fic, ma è quella che sento più mia e che ho scritto con tutto il cuore e con tutto il sentimento possibile in un momento molto particolare della mia vita. Spero che anche voi riusciate ad apprezzarla tanto quanto me.Aspetto commenti al fermo posta!
Buona lettura. ^_^

Era strano ciò che provava, un sentimento dolce e amaro, qualcosa che lo lasciava completamente spiazzato, qualcosa che prima non aveva mai provato e che lo faceva sentire vulnerabile. Solo una altra volta gli era capitato, ma lui sempre così freddo e apparentemente indifferente verso il mondo era riuscito a controllarlo o forse è meglio dire a nasconderlo perché proprio ora su quel terrazzo nella più luminosa e viva metropoli del mondo Takumi si sentiva solo ed estraneo a tutto quanto.
Dall’interno del suo lussuoso appartamento una dolce voce arrivava alle sue orecchie, la voce che lo turbava e che allo stesso tempo cercava di scacciare dalla sua mente da anni anche se inutilmente.
Loro due erano una cosa sola, lui la melodia e lei le parole, qualcosa che si intersecava e che non sapeva vivere senza l’altro, ma ormai non doveva più pensarci, lei era e sarebbe sempre rimasta qualcosa di irraggiungibile, lui l’avrebbe solo fatta soffrire.
Da quando aveva scoperto che il figlio di Nana non era suo, ma bensì di Nobu si sentiva come svuotato. Da una parte la notizia gli aveva dato un gran sollievo, dopotutto non aveva mai amato Nana, si era semplicemente fatto carico delle proprie responsabilità e avrebbe imparato ad amarla se il figlio fosse stato suo, ma non era così e forse era stata la cosa migliore, dopotutto Hachi era sempre stata innamorata di Nobu e lui…beh lui…aveva in mente solo lei…

Rientrò nell’appartamento così grande e così vuoto che quasi si sentì mancare il fiato, ma lui era abituato a stare solo e di tutto quel nulla presto o tardi non se ne sarebbe nemmeno più accorto. Si avvicinò al grande stereo che aveva vicino alla libreria e fece scorrere l’indice su tutti i suoi cd finchè non trovò quello giusto, lo inserì prese il telecomando e accomodandosi sul divano selezionò la canzone numero cinque.
Non appena la sapiente mano di “Mr.Slow Hand” Eric Clapton toccò la chitarra, Takumi appoggiò la testa allo schienale del divano e tirando un grosso sospiro ascoltò quella meravigliosa melodia che era Layla.

What’ll you do when you get lonley
And noboby’s waiting by your side?
You’ve bee running and hiding much too long
You know it’s just your foolish pride.

Layla, you’ve got me on my knees.
Layla, I’m begging darling please
Layla, darling won’t you ease my worried mind.

I tried to give you consolation
When your old man had let you down
Like a fool a fell in love with you
Turned my whole world upside down

Layla, you’ve got me on my knees.
Layla, I’m begging darling please
Layla, darling won’t you ease my worried mind.

Let’s make the best of the situation
Before I finnaly go insane
Please don’t say we’ll never find a way
And tell me all my love’s in vain.

Layla, you’ve got me on my knees.
Layla, I’m begging darling please
Layla, darling won’t you ease my worried mind

Mentre ascoltava queste parole Takumi rivedeva davanti ai suoi occhi il bel viso della sua Layla…così dolce ed allo stesso tempo fiero ed elegante mentre cantava le sue canzoni, quelle stesse canzoni che lui scriveva pensando a lei che infatti le interpretava sentendole pienamente sue. Lei e la melodia diventavano una cosa sola che attraverso il suono si liberavano nell’aria ed entravano dentro a chiunque l’ascoltasse.
Questo era Reira per lui, una musica, la stessa musica per la quale viveva e senza la quale non avrebbe avuto l’ispirazione per cominciare a suonare. Lei era sempre stata al suo fianco, ma ormai aveva paura di averla persa per sempre. Aveva come sempre rovinato tutto, come rovinava sempre qualunque cosa bella gli portasse la vita.
L’aveva avuta accanto per tanti anni, credendo che ciò che li legava fosse solo affetto fraterno e solo ora si rendeva conto che il suo sentimento andava ben oltre e lei più matura e consapevole di lui che lo sapeva da tempo aveva sempre taciuto guardandolo mentre faceva il cascamorto con centinaia di ragazze che usciva la sera e tornava la mattina tardi, che faceva mille sciocchezze, ma che alla fine tornava sempre da lei quando sentiva il bisogno di sentirsi a casa, quando la vita della rock star era troppo pensante anche per lui, dove in quel mondo vuoto e dissoluto di gente solo interessata al successo lei era la sua ancora di salvezza, era il suo passato, il suo presente e ne era certo, anche il suo futuro. Lei ci sarebbe sempre stata per lui, Reira gli voleva bene così per quello che era, uno sciocco insensibile incapace di amare apertamente una persona e di esprimere liberamente in propri sentimenti.

Finita la canzone spense lo stereo. Il suo cellulare suonava ininterrottamente sul tavolo, ma non aveva voglia di rispondere, sarà stato sicuramente qualche produttore e in quel momento non aveva intezione di parlare di lavoro.
Prese tra le braccia la sua vecchia chitarra acustica. La sua fedele amica di legno che l’aveva accompagnato nel suo percorso verso il successo. L’amica che ad ogni sua carezza suonava per lui parlandogli di lei…di Reira…
Ormai quel nome lo assilava, non riusciva a togliersela dalla testa, aveva paura si sentiva solo perché sapeva che stavolta lei non sarebbe tornata da lui come sempre, l’aveva fatta troppo soffrire per via della sua storia con Hachiko…si sarebbe rifugiata tra le braccia di quel ragazzino…come si chiamava… Shin..e forse era meglio così, forse lui l’avrebbe saputa far felice, l’avrebbe amata…ma mai quanto lui, nessun uomo l’avrebbe amata come l’amava lui…
Cominciò a suonare “Layla” ripensando a tutte le volte che glie l’aveva cantata e alle sue dita insanguinate per impararla alla perfezione come volveva lui…
Mentre era assorto nella musica, sentì una dolce voce che gli disse:

-lo sai che è la mia canzone preferita!- Si voltò quasi incredulo, lentamente quasi per paura di rimanere deluso e non trovarla, ma lei c’era…come sempre…li al suo fianco. Si diede un contegno le fece un accenno di sorriso come era solito fare proseguì a suonare rispondendole
-certo che lo so che è la tua canzone preferita, ma si da il caso che sia anche la mia…- Lei sorrise. Lo adorava quando faceva il duro anche se in realtà sapeva che stava soffrendo, lo aveva capito da mille suoi gesti, dal suo modo di suonare, dalla sua voce. Non c’era la solita sicurezza sprezzante, ma solo una dolce tristezza e questo le faceva male, perché non pensava che avrebbe sofferto tanto per quella Haciko…ma dopotutto cosa credeva…dovevano avere un bambino, una famiglia e un attimo dopo, tutto questo, è svanito nel nulla.
-Ti senti bene Takumi? Sai ho saputo di…- Lui alzò la mano evitandole di continuare.
-si stò bene, mi riprenderò alla svelta…sai mi ero abituato all’idea di diventare padre!- disse con un triste sorriso.
-mi dispiace tanto per te…-
-non devi…forse è meglio così, che razza di padre sarei mai stato!?!?-
-non dire così! Tu saresti stato un ottimo padre…gli altri forse non ti conoscono e non sanno bene come sei, ma io so quanto amore puoi dare e quanta protezione sai dare alle persone a cui vuoi bene!-
Ecco perché l’amava. Lei vedeva il buono in lui in qualunque caso. L’aveva fatta soffrire, aveva combinato un guaio più grosso di lui eppure lei continua a difenderlo, da tutto e da tutti, ma soprattutto da se stesso. Il suo bel viso era corrucciato, sembrava realmente infastidita tutte le volte che lui parlava male di se stesso e questo lo faceva sorride. Lei era così convinta del buono che c’era in lui che nemmeno lui stesso se ne rendeva conto.
Non aggiunse nulla a ciò che lei aveva detto, sapeva che ogni tentativo di risposta sarebbe stato vano, così cambiò argomento
-che sei venuta a fare Reira?- lei lo guardò stupita e arrossendo leggermente gli rispose irritata come faceva sempre quando lui le rivolgeva domande così poco opportune.
-Che significa “che sei venuta a fare?” sei appena stato lasciato dalla ragazza, sai di non essere il padre di suo figlio e mi chiedi cosa sono venuta a fare? Sai takumi, pensavo che tu fossi un essere umano che ogni tanto, non molto spesso, soffre! Evidentemente mi sbagliavo!-
-ma se hai appena detto che sono una persona che sa amare!- disse lui divertendosi a stuzzicarla, mentre continuava a suonare
-a volte anch’io mi sbaglio…- disse la ragazza incrociando le braccia e guardando verso la finestra.
Ormai erano quasi le cinque di mattina e la prime luci dell’alba illuminavano la città che sembrava non dormisse mai. Dall’alto del grattacielo lo spettacolo del sole che dava il benvenuto al nuovo giorno era da mozzare il fiato.

Takumi smise di suonare, appoggiò la chitarra accanto al divano e si appoggiò sul parapetto della terrazza. Reira lo guardava senza muoversi, lo osservava cercando di capire le sue intenzioni .
-allora sei venuta per farmi compagnia o cosa- disse il ragazzo senza voltarsi, ma battendo la mano sul cornicione per farle capire di andare di fianco a lui.
Reira non disse nulla, si avvicinò lentamente e si appoggiò al terrazzo gustandosi quella fresca aria mattutina che da tempo non sentiva più, quella brezza leggera che le ricordava quando erano piccoli, e si incontravano la mattina presto prima di andare a scuola per provare le canzoni. Ora non erano più così liberi, spensierati e sereni, mille avvenimenti li avevano fatti crescere e li avevano cambiati, ma la sola certezza era che l’uno era accanto all’altra.
-sai Reira, hai ragione…- disse Takumi interrompendo i suoi pensieri
-su cosa?- le domandò perplessa
-sul fatto che io so amare…è vero…io so amare…-
-bene mi fa piacere che tu te ne renda conto…dopotutto io penso che ami tutti noi! In modo differente è ovvio, ma tu sai amare…-
-è qui che ti sbagli Reira. Io non amo tutti indiscriminatamente…sono molto tirchio in amore, non concedo il mio amore così a vuoto a tutti…-
La conversazione stava prendendo una strana piega, ma Reira non lo interruppe e continuò ad ascoltarlo
-vedi, io amo molto me stesso o almeno fingo di amarmi molto, sono fortemente concentrato su me stesso e di conseguenza di amore per gli altri ne resta poco…-
- -___-‘’ ma che ragionamento è?-
-è un ragionamento che fila eccome, perché dato che io non sono solo, ma c’è una altra persona che fa parte di me tanto come queste mie mani, queste mie braccia e questa mia testa…beh…posso tranquillamente affermare che la parte di me che amo è quella di cui fa parte questa persona- Reira aveva paura di prendere un abbaglio da queste sue parole, ma ormai lo conosceva troppo bene, anche se non le sembrava ancora vero che stesse parlando di lei.
- come sei contorto Takumi- disse quasi scocciata sorridendogli sottecchi. Lui sorrise di gusto, quel sorriso che riscaldava il cuore di Reira ogni volta che lo vedeva e che lo faceva apparire ancora più bello di quanto non fosse già. Un silenzio dolce e riposante li avvolse come la luce calda del sole.
- Ti amo Reira…- queste parole lasciarono spiazzata la ragazza che quasi non credeva alle sue orecchie. Si girò a fissarlo incredula, lui voltò la testa per guardarla. Sembrava ancora più piccola in quell’abito di lino bianco così semplice rispetto ai suoi abiti di scena, senza trucco e con i capelli sciolti era di una bellezza disarmante. Le sorrise con affetto, uno di quei sorrisi che la lasciavano senza fiato. Una lacrima solitaria le scese lungo le rosee guance, lui le accarezzò il viso, l’attirò verso di se e l’abbracciò.
-non pensavo di darti tanto dolore!- disse ridendo. Lei gli battè dolcemente un pugno sul petto mentre affondava il viso nella sua camicia. Non riusciva a trattenere le lacrime. Per quanto tempo aveva sogna di sentirgli pronunciare quelle parole e adesso era finalmente successo.
-ti amo anch’io brutto stupido!- lui sorrise accarezzandole la testa
-perdonami se non l’ho capito prima…-lei alzò lo sguardo e gli sorrise
-perdonato- e alzandosi in punta di piedi lo baciò, un bacio che entrambi avevano atteso per tanto tempo, un bacio dolce e puro che per entrambi significava tanto, un bacio che era una melodia…la melodia di Layla.


Questa fan fic la dedico ad una persona che è stata molto importante nella mia vita, che ho amato profondamente e che non dimenticherò mai, è una dedica solo per lui che adorava profondamente questa canzone di Clapton come la amo io…

 
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