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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LO DECIDERÒ QUANDO SARÒ ALMENO A METÀ LIBRO...SE CI ARRIVO
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: sarah-uptheirons galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/08/2004 21:35:04 (ultimo inserimento: 09/12/04)

ehe...sto iniziando a scrivere1romanzo e questo dovrebbe exere il1°capitolo...ditemi voi se va bene o no,nel caso continuo!è anke sent-romantico =p
 
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NIGHTMARE
- Capitolo 1° -

Il primo capitolo...il sogno di sarah...




Sarah dischiuse gli occhi. Era circondata dalla foschia. Il vento le scompigliava i capelli neri e la sottile maglietta candida. Si trovava molto in alto, forse su una torre. C’era freddo, ma lei non tremava. Abbassò lo sguardo: la nebbia completa, quasi non riusciva a vedere oltre l’orlo della veste bianca trasparente, dalla quale si intravedevano le caviglie, ma sentiva il freddo del marmo sotto ai piedi.
Poi guardò davanti a sé: solo verdi monti, illuminati da una flebile luce.
Poi tutto tacque. Il vento calò. Stette a guardare quel paesaggio. Momenti interminabili. Quanto rimase in quella posizione? Forse per ore.
Allora capì. Scostò a fatica lo sguardo, e aprì dolcemente la mano destra. Nel suo palmo era racchiuso un ciondolo, legato a una sottilissima catenina, che sembrava fatta dagli elfi. Una collana di madreperla, bellissima. Lei sapeva quanto fosse importante, ma non ne era quasi per niente attratta. Eppure quando alzò ancora lo sguardo verso i monti, subito sentì il desiderio di guardare ancora quel ciondolo. Allora lo afferrò con entrambe le mani, e con una lentezza esasperante se lo mise al collo. Poi un guizzo, un fulmine nella sua mente. Spiegò le braccia come un falco, i suoi muscoli si contrassero. Respirò a fondo, mentre ogni cosa iniziava a vorticare.
E si lanciò.


……………………………………………



Quando spalancò gli occhi credette ancora di sentire il vento sul suo viso. Quel sogno le aveva lasciato una strana sensazione. Dove si trovava? In camera sua.
Ancora confusa, Sarah guardò verso la finestra. Era l’alba. Infatti l’orologio segnava le sei e quindici del mattino. Si alzò barcollando e aprì la finestra. Quell’aria fresca… l’aveva già sentita, già provata. Uscì fuori scavalcando il davanzale e arrivò sul tetto, e stavolta sentì le tegole umide. La prima cosa che notò fu la nebbia, così familiare… ma il paesaggio era molto diverso: una fila di alti alberi, di cui guardando dritta davanti a sé vedeva solo le cime, e il tetto di una casa disabitata e cadente. E sopra, l’alba. L’inizio. Il ricordo. Fece due passi. Sentì il rumore dei suoi piedi tra l’acqua nelle tegole. Ebbe freddo. Ancora due passi. Arrivò sull’orlo del tetto.
Quel sogno l’attirava così tanto… era tutto così simile se chiudeva gli occhi. La nebbia, i monti. Li vedeva. Spiegò le braccia. I muscoli si contrassero. Ecco, rivisse tutto. Era ancora persa nella foschia di un sogno. Respirò a fondo, e ogni cosa iniziò ancora vorticare. Era la stessa sensazione, certo. Era quella.
No. Non era lo stesso. Mancava qualcosa.
Il ciondolo.
Aprì di scatto gli occhi, e, riprendendo coscienza, tornò velocemente indietro, scioccata da quello che stava per fare. Quando scavalcò ancora il davanzale scivolò sui piedi bagnati, e cadde a terra con un rumore sordo. Si fece male, ma non si alzò. Pensava. Il sogno, anzi, l’incubo, l’attirava, ma aveva paura, davvero, quasi terrore. Ansimò infreddolita. Finalmente trovò il coraggio di alzarsi. Cosa voleva dire tutto questo? Si sentiva strana, cambiata. Corse fuori dalla camera, andò in bagno e si guardò allo specchio, fissando il suo bel viso. E quegli occhi. Quegli occhi che le avevano mentito, che le avevano fatto credere di stare ancora sognando… avrebbe voluto cavarseli, quegli occhi che erano il suo orgoglio, quegli occhi verde menta intensissimo, elettrizzante. Non riuscì a fissarsi in viso ancora a lungo, e guardò verso il basso, e vide la camicia da notte. Quasi urlò: era la stessa del sogno, la stessa maglietta mossa dal vento, ed era la stessa candida gonna che lasciava intravedere le caviglie. Si odiò come non mai, corse nello stanzino degli armadi, e si strappò di dosso la veste. Si fermò per un attimo, e sentì ancora quel freddo. Ansimando di paura prese una felpa larga e un paio di jeans e si vestì.
Le sembrava di essere finalmente libera. Tornò in bagno, più tranquilla, e si legò con un elastico i capelli, lunghi fino alle spalle. Guardò la propria immagine riflessa con aria di sfida, e azzardò un sorriso. Sembrava diversa, l’incubo sembrava solo un ricordo lontano. Scese al piano di sotto e si riaddormentò sul divano letto, anche se solo per pochi minuti: erano quasi le sette.






vi è piaciuto?? se si scrivete e incoraggiatemi se no scrivete lo stesso e ditemi cosa non va...sarà dedicato ai fan dei metallica...w kirk!! ...=P
 
Continua nel capitolo:


 
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