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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: VORAGINE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: elly-chan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/08/2004 12:42:00 (ultimo inserimento: 02/10/05)

tutti commettono errori...ma alcuni si possono rivelare fatali per qualcuno...eppure anche se il leone ruggisce,mai mostrare paura...
 
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AMAREZZE DELL`ANIMA
- Capitolo 1° -

Voragine: “Amarezze dell’anima”
Hermione era seduta al suo banco,tormentandosi una ciocca di capelli ribelli che continuavano a caderle sul viso. Era seduta vicino a Harry che sembrava distratto quanto lei. Si rigirava tra le dita la piuma,disegnando ogni tanto qualche schizzo di boccini d’oro sull’angolo della pergamena. erano nell’ora di trasfigurazione ma,stranamente,la MaGranitt non era ancora arrivata. Hermione aveva scrutato la classe nella speranza di vederla trasfigurata in gatto,magari per vedere i suoi studenti i disastri che facevano in classe quando lei non c’era (non era ancora riuscita a scoprire che le avesse infilato un grugno peloso nel cassetto della scrivania),ma inutilmente.
-Non può essere assente!-
Sbottò la ragazza,sbattendo un pugno sul tavolo e facendo sobbalzare Harry.
-Ma dai! Anche ai maghi può capitare di stare male,no?-
-Ma non si é mai ammalata! Non possiamo permetterci di saltare questa preziosissima lezione!Altrimenti ne andrebbe del nostro futuro e....-
- “Eccola che ricomincia...”-
Pensò annoiato Harry,cercando di non starla a sentire. Purtroppo per lui l’amica si accorse del suo sguardo vacuo e gli fu subito addosso ringhiando.
-Oh,certo! a te non importa niente di questo,vero? Che ti importa se non riusciremo ad essere promossi! Scommetto che saresti pure contento se avessimo un’ora buca!-
Disse gelida,scoccandogli un’occhiata di fuoco.
-Bhé,in effetti non sarebbe male...-
Mormorò Harry tra i denti.
-Allora non sarà questo il giorno signor Potter!-
Disse una voce seccata e sbrigativa da un angolo della classe. La McGranitt.
-Professoressa!-
Esclamò Harmione,mettendosi subito sull’attenti.
-Scusate il ritardo-
Disse l’insegnante,lasciando cadere sul tavolo una pila di libri polverosi.
-Ho avuto da fare. Allora,dato che siamo già in ritardo,vi prego di prestare la massima attenzione. Oggi cercheremo di trasfigurare una teiera in un armadillo. Preparate le bacchette...-
Si fermò e osservò gli studenti che svogliatamente preparavano l’occorrente. I suoi occhi indugiarono per un attimo su un posto vuoto in fondo,vicino a Harry e Hermione.
-Potter! Granger! Il il signor Weasley é assente?-
I due amici si lanciarono un’occhiata. Harry aveva visto Ron nel dormitorio e non gli sembrava stesse male,però effettvamente non era sceso a colazione e conoscendolo,era davvero strano.
-Non sappiamo perché Professoressa. Stamattina mi sembrava stesse bene....-
Disse Harry,posando gli occhi color smeraldo sulla sedia vuota. La McGranitt strinse le labbra....che centrasse “quel” fatto....Non si aspettava di vederlo seduto al banco quella mattina però le sarebbe piaciuto vedere come stava...
-Molto bene Potter...finita la lezione gradirei che andassi nel dormitorio a vedere se per caso non si sia sentito male. Bene,come stavo dicendo,per trasfigurare...-
Ma la voce della professoressa arrivava ovattata alle orecchie di Harry. Aveva appena notato che Malfoy gli aveva lanciato uno sguardo strano,carico di perfida soddisfazione. Sebbene fosse abituato al carattere di Malfoy,sentì una sensazione di disagio percorrergli la colonna vertebrale.
-Che scemo!-
mormorò Hermione acida,scribacchiando appunti.
-Già é indietro con i compiti e si permette pure di saltare le lezioni!!-
-Dai Herm...magari non sta bene sul serio...-
-Ah,trovi? Eppure mi sembra strano che manchi proprio oggi che abbiamo il compito in classe di pozioni e incantesimi! Non é una coincidenza un po’ troppo....coincidente?-
-Uff...-
Sbuffò Harry,abituato ai giochi di parole di Harmione. Era un po’ preoccupato per Ron. In effetti quella mattina,era proprio sicuro che stesse bene? Quando il moro gli aveva detto buongiorno lui era sebrato più...più distaccato del solito.
-”Bhà...inutile lambiccarsi il cervello,meglio concentrarsi sulla lezione”-
Pensò Harry,notando con orrore che la sua teiera si era trasfigurata solo per metà,diventando una specie di armadillo che sbuffava vapore.
Finalmente suonò la campanella e i ragazzi si riversarono nei corridoi,ridendo e scherzando.
Harry e Hermione percorsero di corsa il corridoio e sbatterono contro Malfoy,Tiger e Goyle che sembrava li stessero aspettando.
-Allora,Potter...stai correndo da Lenticchia?-
-Non vedo che cosa te ne possa importare!-
Ribatté Harry gelido.
-Ah,davvero? Bhé,credo invece che ti importi sapere che é meglio che voi non cerchiate Weasley se non volete finire nei guai...é un consiglio spassionato!-
Sorrise perfidamente allo sguardo interrogativo dei due.
-E poi...non é prudente fare amicizia con qualcuno che ha una famiglia del genere alle spalle.....-
-Che cosa vuoi dire Malfoy?!-
Sibilò Harry,cercando di trattenere l’uimpulso di saltargli alla gola.
-Io? niente!-
E se ne andò nei sotterranei per la lezione di pozioni,seguito da Tiger e Goyle che ridacchiavano come deficenti.
-Che cosa voleva dire?-
Domandò Hermione ansiosa,osservando Harry.
-Non né ho idea...l’unica cosa é cercare Ron e...-
-Cosa ci fate ancora qui?!-
Esclamò una voce iraconda alle loro spalle.
-P..professor Piton....noi...-
-Filate immediatamente in classe!-
-S..si signore...-
Balbettò Hermione e si incamminarono lungo il corridoio per il sotterraneo.
-Bene,come sapete oggi avremo il compito in classe di pozioni...chi non si é preparato a dovere non potrà sperare in un buon voto perché ho scelto pozioni piuttosto complicate che verranno certo chieste al gufo!....vedo che Weasley non c’é...bhé,c’era da aspettarselo da un ignorante come lui....-
Harry si irrigidì. Perché diavolo doveva essere così arrogante?!
-Comunque...-
Proseguì Piton con il viso illuminato da una perfida soddisfazione
-Dopo tutto quello che é capitato non mi stupisco....-
Un mormorio curioso pervase la classe. Cosa poteva essere successo? Hermione,stufa di quelle rivelazioni a metà,di quelle frasi ambigue,alzò la mano.
-Signorina Granger?-
Disse Piton con fredda dolcezza.
-Cos’é successo?-
-Ma guarda...vi dite amici di Weasley e non sapete neanche che cos’é successo? Immagino che voi la gazzetta del profeta non la leggiate,vero? -
Disse con un ghigno sprezzante.
-Vi consiglio di documentarvi un po’-
Hermione stava per ribattere ma Piton la interruppe.
-Adesso basta. Prendete i calderoni e cominciamo!-
Il compito in classe fu più difficile del previsto ma conoscendo Piton tutto ciò era assolutamente normale. Finalmente Harry e Hermione poterono andare al dormitorio per cercare Ron,forse sarebbe sceso per il pranzo ma loro volevano parlargli in privato.
-Secondo te cos’é successo?-
-Non ne ho idea....lo chiederemo a lui....-
Rispose Harry. Mormorarono in fretta la parola d’ordine ed entrarono nella sala comune. Era vuota.
-Forse é nel suo dormitorio...se sta male...-
Provò Hermione e entrambi si precipitarono su per le scale. In effetti il letto di Ron era ancora disfatto ma lui non c’era da nessuna parte.
-Che strano...-
Riscesero nella sala comune e si sedettero su uno dei tanti divanetti sfondati.
-Il professor Piton ha detto di leggere la gazzetta del profeta...mi chiedo che cosa c’entri con Ron....-
Si chiese Hermione,sistemandosi i capelli dietro le orecchie. Harry non rispose perché era confuso quanto lei. In effetti era strano...anche perché né quella mattina né il giorno prima era più arrivata la gazzetta del profeta a scuola e questo coincideva con la “malattia” di Ron.
-Hermione...ti é per caso arrivato un gufo con il giornale?-
-No...mi stavo chiedendo se ci fosse stato un ritardo nelle consegne ma evidentemente...-
-Bhé...qui Ron non c’é. Che sia già sceso a pranzo?-
-Andiamo a vedere...-
Scesero in Sala Grande e si sedettero al solito posto,al tavolo di Grifondoro,speranzosi di scorgere una massa di capelli rossi tra la gente ma non videro nessuno. Notarono però una certa tensione tra la gente presente in sala,non solo al loro tavolo,ma in tutti. Tutti sembravano concentrato su una pagina di giornale strappata e ogni tanto lanciavano occhiate al posto vuoto occupato da Ron. Sembrava che i pezzi di carta portassero il marchio “made Malfoy” perché il ragazzo continuava a girovagare per la sala e consegnarli furtivo in giro,attento a non essere beccato. Sia Harry che Hermione cercarono di cogliere le voci che giravano.
-Ma sarà vero?-
Sentirono sussurrare Seamus a Neville.
-Certo che é vero! se lo dice la gazzetta del profeta...però...-
Esclamò sottovoce Dean,additando una riga dell’articolo. Hermione si avvicinò per dargli un’occhiata.
-Scusate...posso?-
Domandò cortesemente ai ragazzi che annuirono.
-Certo...prendilo pure...tutti hanno il diritto di sapere la verità....-
La ragazza prese tra le mani la pagina di giornale e si avvicinò a Harry in modo che potesse leggerlo anche lui.
A grandi lettere nere appariva il titolo: SCOPERTA TALPA AL MINISTERO
Poi sotto un articolo lungo un paio di paragrafi.

“ Oggi é stata arrestata la ‘talpa’ del ministero della magia. Sembra che avesse contatti con il signore oscuro,passandogli informazioni top secret. A detta di Lucius Malfoy,un signore di tutto rispetto che é da sempre un caro amico di Cornelius Caramell,Arthue Weasley é un pericoloso mangiamorte tra i più vicini a Voi-Sapete-Chi. Infatti é stato trovato fuori dal ministero con documenti che,grazie alla prontezza delle guardie magiche,sono potuti tornare al sicuro al ministero. Adesso il signor Weasley,dopo essere stato sotto torchio tutta la notte,é stato trasportato nelle prigioni di Azkaban,in attesa del verdetto dei giudici. Se verrà giudicato colpevole (cosa peraltro quasi certa) verrà condannato al bacio dei dissennatori,ponendo così per sempre fine alla sua pericolosa carriera oscura. Insieme a lui,comunque, anche la moglie Molly Weasley é stata condannata alle prigioni di Azkaban perché,insieme ai figli maggiori,Bill,Charlie,Fred e George Weasley,stava con lui al momento della cattura e sono stati sorpresi ad aiutarlo con quei documenti. Inoltre,soprattutto i figli,hanno opposto una fiera resistenza alla cattura,scagliando maledizioni orcovolanti,schiantesimi e quant’altro. La loro sorte non si sa ancora perché Albus Silente,preside della rinomata scuola di Hogwarts ha preso le loro difese. Questo ci fa presupporre che....”

Harry alzò il capo,pallidissimo. Lui e Hermione si guardarono negli occhi increduli e spaventati. Il signor Weasley un mangiamorte? Il bacio dei dissennatori?
-N...non ci credo...-
Mormorò Hermione con voce spezzata.
-Non...come possono accusarlo così?-
-Ecco perché non arrivavano più i giornali! Silente deve aver loro vietato di entrare a scuola! Aveva paura della reazione dei compagni nei riguardi di...-
-RON!!-
Esclamarono all’unisono,precipitandosi fuori dalla Sala Grande.
-Dobbiamo trovare Silente! lui sa dov’é,ci scommetto!-
Suggerì Harry,correndo a perdifiato su per la scalinata di marmo e andando a sbattere proprio contro il loro preside che stava scendendo per il banchetto.
-Oh...salve ragazzi....-
Disse stranamente cupo.
-Preside noi...-
-Lo so. O meglio,immagino il motivo per cui siate qui...Andate davanti al mio ufficio e dite “Cioccorane al latte”. il mio studio si aprirà subito-
Sorrise con amarezza.
-Ha bisogno di due amici come voi....-
-Preside,é lei che ha sospeso le consegne della gazzetta del profeta?-
Domandò d’impulso Hermione.
-Si...ma vedo che non é servito a molto....ora andate,su...-
E li superò dirigendosi verso la Sala.
I due ragazzi si precipitarono nella stanza del preside e dopo aver detto la parola d’ordine,entrarono tutti trafelati. E lo videro. Seduto rigidamente su una sedia,con lo sguardo fisso sul pavimento. I capelli rossi,scarmigliati,ricadevano sul viso più pallido che mai,sugli occhi gonfi e rossi. Non si voltò neanche a guardarli.
-R..Ron....-
Provò Hermione,muovendosi con incertezza verso di lui. Il ragazzo voltò appena la testa, il viso illuminato da un sorriso amaro,senza allegria.
-E così lo avete saputo,eh?-
Disse con una nota di disperazione nella voce.
-Oh Ron...-
Hermione gli si inginocchiò davanti,preoccupata.
-Non sai quanto ci dispiace...-
-Non possono farlo!-
Disse Harry a gran voce.
-Vedrai che Silente li tirerà fuori tutti quanti!-
Ron scosse dolorosamente la testa.
-No Harry.....L’Hanno già fatto...-
Un silenzio di ghiaccio piombò sulla stanza,mentre quella fredda realtà rimbalzava loro dentro,lacerando l’anima. Ron chinò la testa e Hermione d’istinto lo abbracciò. Calde e silenziose lacrime cominciarono a rigare il volto del ragazzo. Tremava...di rabbia,dolore,solitudine...Hermione si strinse di più a lui,mentre Harry gli mise una mano sulla spalla.
-Quelli non l’hanno ascoltato. Lo hanno ucciso senza neanche aspettare delle prove più concrete!- Singhiozzò il rosso,sotto lo sguardo desolato dei suoi amici.
-T..tua madre? i tuoi fratelli?-
Domandò titubante Harry.
-Tutti ad Azkaban...Silente sta facendo il possibile ma...-
La voce gli si spezzò nuovamente,mentre altre lacrime cadevano sulla spalla di Hermione.
-Io...io non...Mi spiace...-
Si scostò bruscamente da Hermione,asciugandosi gli occhi.
-Ron...noi..noi siamo con te!-
Disse coraggiosamente la ragazza,non sapendo quali parole usare per cercare di consolare l’amico. Lui li guardò con occhi grati.
-lo so ragazzi...lo so...-
-Dimmi...Ginny come...-
-Mia sorella é andata a casa,Percy ha detto che si sarebbe occupato di lei per questo periodo. Poveretta,é sconvolta. Hanno chiamato anche me...ma...-
Si interruppe,guardando gli amici.
-Io non riuscirei a stare lontano da Hogwarts....credo che starei...ancora peggio di così...se é possibile...-
-Tornerai a lezioni?-
Chiese Harry in un soffio.
-Si. Non posso...non voglio stare da solo...-
-Ma Ron...-
Cercò di ribattere Hermione,pensando alle montagne di pregiudizi dei compagni e alle loro reazioni. Lui le sorrise con tristezza.
-Non devi preoccuparti per me...io...io ce la farò....-
-Ma come puoi affrontare così di petto tutto e subito? Ron quelli la sotto non capiscono nulla del tuo dolore! Loro credono alle stronzate che scrive la Gazzetta del profeta! Ti...ti massacreranno!-
esplose l’amica,mentre il cuore le traboccava di emozioni dolorose ma conosciute.
Il rgazzo non rispose,si limitò ad alzarsi e raggiungere la porta. Harry lo seguì,invitando anche Hermione a farlo. La ragazza fu un po’ titubante all’inizio ma poi seguì gli amici. Per tutto il tragitto fino alla sala grande non si scambiarono una parola,avvolti da quella solitudine che neanche la loro amicizia poteva spazzar via. Quell’amarezza dell’anima che annebbiava gli occhi e la mente, che rendeva vulnerabile il cuore. Sia Harry che Hermione erano preoccupati per il loro amico,che certo non si meritava tutto questo. Ma in fondo,chi si meritava le disgrazie? Cosa aveva fatto Harry per perdere i genitori così presto? E il signor Weasley,che colpe aveva per meritarsi una fine tanto orrenda,peggiore della morte? E Ron,Ron,che cosa aveva commesso per essere privato in un colpo solo di tutti i fratelli,del padre e della madre? C’erano tanti perché ma nessuna risposta. Immersi in questi pensieri arrivarono davanti alla porta della Salagrande. Ron respirò a fondo e spinse il portone di legno che lo divideva dalla realtà. Il tempo sembrò raggelarsi. Quando entrarono tutti smisero di mangiare e puntarono gli occhi su di loro,specialmente sul primo della fila. Anche gli insegnanti sembravano stupiti di vederli. I compagni seguirono Ron,Harry e Hermione con lo sguardo,finché non si furono seduti e ebbero cominciato a mangiare. Poi cominciò a levarsi quel mormorio,quei bisbiglii ripetuti che non possono non far pensare a dei pettegolezzi. Alcuni li indicavano,altri si limitavano ad un cupo silenzio e c’era anche qualcuno che sogghignava.
-Come possono comportarsi così?-
Sibilò Hermione rabbiosa,osservando Dean e Seamus che si bisbigliavano all’orecchio e li squadravano.
-Come possono prendersi così gioco del dolore di una persona?-
Ron però sembrava non farci caso. Stava chino sul piato,cincischiano con le patate e lo stufato.
-Ron,forse é meglio che andiamo via...-
Suggerì Harry,speranzoso.
-No...non importa...-
Mormorò piattamente lui,posando le posate sul tavolo,consapevole del fatto che non sarebbe riuscito ad ingoiare un solo boccone.
-Ron.....-
Finito il pranzo tutti cominciarono ad avviarsi verso le rispettive classi,continuando a parlare dell’articolo sulla gazzetta. Nessuno sembrava preoccuparsi se quello che fosse scritto fosse vero o no ma del resto,come aveva sperimentato Harry alcuni anni prima,bastava che La gazzetta del profeta criticasse qualcuno che quella persona diventava subito una isolata.
-Cos’abbiamo ora?-
Domandò Ron,cercando di ignorare dei corvonero che gli lancoiavano occhiate sospettose.
-Adesso abbiamo...Cura delle creature magiche!-
-O,bene....-
Rispose distrattamente il rosso,osservandosi i piedi.
-Ma se non te la senti Ron...-
Cominciò Hermione.
-Vengo!-
-Guarda guarda che incontriamo!-
Biascicò una voce sprezzante alle loro spalle. Draco Malfoy.
-Vattene Malfoy!-
Disse Harry con veemenza. Il biondo sorrise strafottente.
-Oh,e così adesso ci mettiamo a dare ordini Potter? Attento,potresti finire come il padre del caaro lenticchia!-
-Gira sui tacchi,altrimenti una bella maledizione orcovolante non te la toglie nessuno!-
Ribatté Hermione,parandosi di fronte a Ron,che sembrava stranamente attratto dal pavimento.
-Cosa c’é,Lenticchia? Non ti é piaciuto lo scherzetto di mio padre? Non male eh? Davvero un colpo di genio accusare la tua famiglia,proprio la tua che ha sempre odiato le arti oscure,di essere dei mangiamorte!Ma,d’altra parte,credo proprio che te lo meritassi,feccia siete e feccia rimarrete,il vostro posto non può essere altro che tra i topi di Azkaban,tra tutti i falliti,come tuo padre...-
Malfoy non terminò la frase. Un pugno ben piazzato gli era arrivato dritto sotto al mento,facendolo cadere a terra. Ron si ergeva su di lui in tutta la sua statura,ansante.Gli occhi non erano più spenti ma illuminati da un odio bruciante,proveniente dal profondo dell’anima.
-Mio padre non era un fallito!-
Disse,scandendo bene le parole.
-Malfoy! Weasley!Che state combinando?-
Esclamò la professoressa McGranitt,mettendosi tra i due litiganti.
-Weasley mi ha picchiato Professoressa-
L’insegnante gli lanciò un’occhiata raggelante e si rivolse a Ron.
-Perché l’ha menato,signor Weasley?-
-Ha insultato la mia famiglia!-
Si difese il rosso con veemenza.
-Tu non hai più una famiglia Weasley!-
Ribatté Malfoy,rialzandosi. La McGranitt si sforzò di non mollargli un ceffone.
-Malfoy,fila a lezione!E che non senta più parole del genere dette così a cuor leggero! Dieci punti in meno a serpeverde!-
Harry Ron e Hermione osservarono il volto un pochino meno soddisfatto di Malfoy.
-E dieci in meno anche a grifondoro!-
Terminò la professoressa.
-Cosa? Ma non é giusto!-
Ribatté Furioso Harry.
-Malfoy ha detto cose terribili e...-
-Malfoy é già stato punito. Niente e dico niente vi può permettere di picchiare un compagno! E adesso tutti in classe! Subito!-
La donna si confuse tra la folla vociante e sparì.
-é davvero ingiusto...-
Mormorò Hermione sconfortata.
-Hai fatto bene a picchiarlo Ron-
Ma l’amico non rispose. Il volto contratto e il cuore lacerato da quelle parole tanto dolorose e reali. Lui non aveva più una famiglia. Sentì il cuore sul punto di scoppiare e corse via,verso i dormitori. Harry e Hermione non poterono far altro che osservarlo sparire per le scale,mentre sentivano il loro più caro amico,quello allegro e pieno di grinta,scivolar loro tra le dita,lasciando lo spazio ad un ragazzo triste e senza più aspettative. Vista la situazione,non si sarebbero aspettati altro.
-Accidenti,accidenti,accidenti!-
Continuava a borbottare Hermione mentre si avviava insieme a Harry verso la casa di Hagrid.
-Come possono essere tanto ottusi quelli del ministero? Come fanno a non capire che é Lucius Malfoy il delinquente di prima categoria?!-
Harry taceva,stava covando un odio verso tutti i Malfoy più profondo di quanto avesse mai provato.
-Cosa possiamo fare?-
Sospirò tristemente Hermione,osservandosi i piedi.
-L’unica cosa é stare vicino a Ron. Non possiamo fare altro....l’hai sentito vero? Hai sentito che cos’ha detto Ron? Suo padre é ormai senz’anima...una corpo senza vita. E gli altri...-
Il ragazzo si fermò,pensando con amarezza a Fred e George,così allegri e vitali e alla signora Weasley,sempre disponibile e con gli atteggiamenti da mamma protettiva e anche a Charlie e Bill che,seppur non li conoscesse bene,provava per loro un’innata simpatia.
-...gli altri non so che fine faranno- Disse le ultime parole in un soffio perché nei suoi polmoni non c’era più aria. Hermione strinse con forza i libri fino a che le nocche non le diventarono bianche. Cercava di trattenere le lacrime,doveva mostrarsi forte,doveva poter aiutare Ron.... eppure sentiva che gli argini della volontà non bastavano a fermare le lacrime di tristezza.
Stava per lasciarsi andare ai singhiozzi quando una manona le si posò delicatamente sulla spalla. I due ragazzi si voltarono e videro una barba nera e cespugliosa dalla quale facevano capolino due occhi neri e velati.
-Avete saputo vero?-
Domandò Hagrid con voce roca. Non lo vedevano così abbattuto da quando avevano condannato ingiustamente Fierobecco.
-Io...non ci posso ancora credere...Arthur,il mio amico é...-
Non finì la frase perché una lacrima gli scivolò giù dall’occhio destro e gli rotolò su una guancia.
-Oh Hagrid.....-
-Mi sembra tutto così strano....oh ma se avessi sotto mano quei...quei....-
Esclamò infuriato il gigante,scaraventando un pugno all’aria. Il resto della classe si avvicinò al professore in attesa della lezione. Erano arrivati dopo Harry e Hermione perché si erano fermati a discutere l’articolo della gazzetta del profeta nell’atrio della scuola. L’omone sembrò uscire da un torpore e si rivolse agli studenti con ferma autorità.
-Seguitemi e fate piano. Oggi studieremo i mostri del lago e,dato che sono piuttosto nervosetti in questo periodo,vi prego di fare esattamente ciò che vi dico! Questo...-
Scoccò un’occhiata a Malfoy.
-....Per evitare spiacevoli incidenti....-
Senza aggiungere altro si avviò verso il lago,seguito a ruota dalle classi fattesi improvvisamente silenziose.

L’acqua gocciolava dal soffitto di pietra,producendo un lieve rumore che rimbombava per i corridoio freddi della prigione di Azkaban. Nonostante non fosse una giornata particolarmente fredda,nelle celle si sentivano tremolii di freddo e battiti di denti. I volti scarni dei prigionieri erano abbandonati sul torace,mentre gli occhi vuoti fissavano punti imprecisi del pavimento. I dissennatori fluttuavano nei corridoi,osservando le celle da sotto il cappuccio. Uno di essi si soffermò su una proprio all’imboccatura del primo corridoio,dov’erano rinchiusi tre ragazzi. I loro scarmigliati capelli rossi ricadevano sui visi spenti e sugli occhi chiusi. Il più grande doveva avere circa vent’anni,mentre gli altri due appena diciassette. Il dissennatore li osservò,voglioso di succhiare loro l’anima. Ma fluttuò via non appena si accertò ch’erano tranquilli. Fred sollevò il volto in cerca del gemello,appoggiato mollemente al muro,pallido come un lenzuolo.
-George...-
Provò a chiamarlo ma il ragazzo non gli rispose. Anche il ventenne alzò lo sguardo,posandolo sui fratellini.
-Come sta?-
Chiese in un sussurro roco. Fred strisciò carponi verso George,gli posò una mano sulla fronte ma la ritrasse subito dopo,scuotendo la testa.
-La febbre non gli si é abbassata....sta male,Charlie...-
Aveva note di disperazione nella voce. Anche il più grande si avvicinò al malato,scostandogli la manica della camicia già a brandelli. Un taglio piuttosto profondo gli percorreva tutta la spalla e sanguinava copiosamente. Era il ricordo della lotta contro le guardie del ministero.
-Si é infettata...Se il sangue non smette di uscire...-
Lasciò la frase sospesa a metà,mentre un alone di disperazione si diffondeva nei cuori dei fratelli,come una macchia d’olio. George aprì leggermente gli occhi,cercando di mettere a fuoco i volti dei ragazzi.
-George.....-
-..Ho...ho sete...-
Balbettò incerto,non sicuro di riuscire ad articolare una frase intera. Fred si afffrrettò a portargli la brocca dell’acqua,ormai quasi vuota. L’avevano posizionata sotto il gocciolio continuo della cella ma la quantità non era neanche lontanamente sufficiente per soddisfare il malato. Il gemello bevve a lunghe sorsate,aiutato da Charlie che lo sosteneva da dietro,poi si abbandonò di nuovo contro il muro.
-Fred...-
Disse ad occhi chiusi,con un mezzo sorriso sulle labbra.
-...secondo te come stanno andando le partite di Quidditch?-
Il fratello rimase di stucco.
-Secondo me...le stiamo vincendo tutte....-
-..eh eh...Angelina sarà contenta...perché Angelina sta bene,vero?-
-..C..Certo che s..sta bene! Scommetto che starà massacrando gli altri con gli allenamenti....-
-...non...non ci avrà dimenticato,vero?-
stavolta la voce tradiva la preoccupazione.
-Ma che vai a pensare!Siamo i migliori battitori di questi anni!-
-...Se mi ha dimenticato...io..io come...se si é messa con qualcun’altro...-
-George,non si metterà mai con qualcun’altro! Lei ti aspetterà! Dovesse aspettare cent’anni! te l’ha promesso,vero?-
-...Si...La mia dolce Angelina...devo...devo tornare da lei...devo andarmene di qui...-
Cercò di mettersi seduto ma ilgemello lo rispinse gentilmente giù.
-Non ora fratellino...non é ancora il momento...dovrai attendere ancora un poco...-
-An..Ange...-
Poi il ragazzo chiuse gli occhi,cadendo di nuovo nel buio. Charlie sospirò.
-Delira...-
Fred non rispose. Vedere il gemello stare così male lo uccideva,era come vedere morire se stesso.
-Dobbiamo andarcene Charlie....-
Mormorò a fior di labbra.
-Spero che Silente faccia in fretta...da soli non ce la possiamo fare....-
-Ma non possiamo più aspettare! Guarda George! Quanto credi che possa ancora resistere?!-
Sbraitò Fred in preda all’angoscia più nera,trovando la forza di balzare in piedi. Charlie scosse la testa.
-Senti...é brutto da dire ma non credo che ce la far...-
Non terminò la frase perché Fred gli si era appeso al colleto di ciò che restava della camicia,scuotendolo violentemente.
-Non dire una cosa del genere! Maledizione,non può morire! Non può!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Il fratello maggiore se lo staccò gentilmente da dosso,fissandolo nelle iridi scure,iniettate di disperazione.
-Guarda in faccia la realtà....sta male. Ha bisogno di cure che noi non possiamo dargli! Come puoi osare sperare che guarisca?-
-George é il mio gemello!Non può lasciarmi,non può!!!!!!Saremmo come una mela spaccata a metà! Che senso ha una fetta senza quella che la completa?!-
-Fred,George é anche mio fratello! Ma io preferisco affrontare la cruda realtà che rifugiarmi in una mera speranza di vita! Se Silente non trova il modo di tirarci fuori di qui moriremo tutti,chi prima chi dopo! e personalmente preferirei lasciare sto mondo come sta facendo George piuttosto che sentirmi succhiare via l’anima dai dissennatori!-
Stavolta era stato Charlie ad alzare la voce. calò sulla cella un silenzio glaciale,mentre i due fratelli si scrutavano rabbiosi.
-...Non...non litigate.....-
Disse una voce roca alle loro spalle.
-Io...Non so come andrà a finire...non lo so...però....io ce la metterò tutta per arrivare fino alla fine....mai mostrare al nemico i propri punti deboli....-
-George...-

Ron era seduto sul letto che si fissava intensamente le mani. Chissà come stava la sua famiglia...nonostante tutto osava sperare che non stessero troppo male.
- “Usciranno di lì...ce la faranno anche stavolta...”-
Si continuava a ripetere cercando di convincersi.
-Si..ce la faranno....-
E lui? lui in tanto che doveva fare? Come doveva comportarsi?....si sentiva debole,incapace di sopravvivere a tutti gli ostacoli che la vita gli poneva davanti....poi,senza neanche chiedersi come,un ricordo d’infanzia gli si affacciò alle sponde della mente....
“ -Corri Ron! Non dobbiamo arrivare in ritardo!!!!!-
Ululò Fred percorrendo la strada terrosa di corsa,senza aspettare il fratellino più piccolo che gli arrancava alle spalle. Era il primo giorno di scuola di Ron e George e Fred avevano il compito di accudirlo. andavano tutti alla stessa scuola elementare,la Sant’Elena,un edificio vecchiotto diretto da suore piuttosto acide. La peggiore era senz’altro Suor Madlene,la direttrice,che aveva la cattiva abitudine di dare vergate sulle mani agli alunni negligenti. Stranamente,a tutti quelli di famiglie ricche,che potevano contribuire con sostanziosi liquidi alle spese della scuola,non veniva mai torto un capello.
-Ron,giuro che se non muovi quelle gambette ti lascio qui!-
Lo rimbeccò George,cercando di spronarlo a correre più in fretta. Abitavano ad alcuni chilometri dalla scuola e tutte le mattine dovevano partire molto presto per arrivare in orario.
-Inutile affannarsi George...ormai siamo già in ritardo...-
-Uhmmmm...-
Mugugnò il gemello,sentendo già i palmi delle mani bruciare. Poi si fermò di botto,imitato dal fratello e da Ron. George tolse di mano la cartella a l più piuccolo dei Weasley e la passò a Fred,poi si abbassò e disse:
-Salta su Gambecorte! Ti porto io!-
Ron gli sorrise colmo di gratitudine.
-Grazie...-
-Pochi grazie e grazie! la prossima volta cercsa di muoverti! adesso una bella dose di vergate non ce la toglie nessuno!-
ansimò il fratello ricominciando a correre. Poco dopo cominciarono a vedere il profilo della scuola. Si fermarono nel cortile ansanti,cercando di darsi una riordinata. I capelli scarmigliati non ne volevano sapere di stare al proprio posto e le camice erano troppo grandi per dar loro un aspetto signorile. Rassegnati entrarono nella scuola con le cartelle penzolanti dalle spalle e la testa alta. Come previsto trovarono Suor Madlene ad aspettarli,il volto arcigno e pieno di rughe illuminato da cupa soddisfazione. Tra tutti i suoi studenti i Weasley erano quelli che odiava di più. Quella massa di capelli rossi come il fuoco e quegli occhi fieri e pieni d’orgoglio le davano sui nervi. Erano gli sguardi di chi non era disposto a piegarsi a nessuno. Anche quella volta i gemelli stavano ritti davanti a lei,impettiti dall’altezza dei loro otto anni.
-Bene bene bene...come mai in ritardo questa volta signorini?-
Chiese con falsa dolcezza che fece rabbrividire Ron. Nonostante il timore che gli incuteva la suora si fece timidamente avanti.
-é stata colpa mia...-
Mormorò,attirando su di se lo sguardo irato della donna che da principio non l’aveva neanche notato.
-E te sei nuovo?-
-...Si...stamattina ho corso poco velocemente e a casa ho fatto i capricci....non é stata colpa loro....-
Fred e George provarono un moto d’affetto per il fratellino. Non era vero che aveva fatto i capricci...la mattina si era svegliato con qualche linea di febbre e avevano fatto tardi perché i genitori avevano perso tempo a discutere se mandarlo o no. Eppure,pur di non ammettere qualche debolezza davanti a quella persona considerata come il “nemico” si inventava cose non vere. Era davvero fiero di far parte dei Weasley.
-Sarà meglio che istruiate vostro fratello!Non si parla mai se non si é interrogati!! Le mani! Tutti quanti!-
-Ma ho detto che é colpa mia!-
-Prima tu Ronald Weasley!-
I gemelli lo guardarono severi. “Non devi piangere! Non darle questa soddisfazione!” Sembravano dire i loro occhi e Ron comprese subito il messaggio. Si strinse forte le labbra e porse le mani. Quando la verga schiocco sui polpastrelli,il posto piùsensibile del corpo,Ron sentì le lacrime salirgli agli occhi ma resistette. E così anche per gli altri colpi che seguirono. Poi il trattamento lo subirono anche Fred e George che mantennero sempre la stessa aria di impettita dignità. Gli occhi orgogliosi che non si staccavano dalla suora,come se le mani che percuoteva non fossero le loro. Dopo che la donna ebbe fatto loro segno di andarsene,i gemelli sorrisero dolcemente a Ron.
-Sei stato bravo! Mai dimostrare debolezze! Lei é come il leone del circo...ti ricordi il circo,vero?-
Ron annuì. Erano andati a vedere gli spettacoli appena una settimana prima e lui era rimasto affascinato dal domatore delle fiere.
-Ebbene,se le dimostri che hai paura quella ti divora in un sol boccone! Mai mostrare i propri punti deboli! Mai e poi Mai!Ricordatelo Ronnie!-
Lui si sentì fiero di se stesso. Non avrebbe mai mostrato i propri punti deboli e i fratelli sarebbero stati contenti di lui!”

Il ragazzo aprì gli occhi svogliatamente. Era disteso sul suo letto a pancia in su,si era addormentato,sognando il suo primo giorno di scuola elementare. Si mise seduto e si guardò le mani. Dov’era stato percosso gli erano rimasti dei calli abbastanza evidenti che erano il monumento alla sua promessa. Mai mostrarsi deboli. Ecco cosa gli avevano insegnato i gemelli. Il rosso prese coraggio e si alzò. Se la vita era il leone lui sarebbe stato come il domatore,non doveva dimostrare paura,altrimenti sarebbe stato perduto. Cominciò a scendere le scale,rincuorato da una nuova forza. Avrebbe mantenuto ancora una volta la sua promessa.
fine primo capitolo
NDA
Rieccomi qui a rompervi le scatole! Okay,il primo capitolo é un po' scemo spero di migliorarmi nei prossimi!(Che non so quando arriveranno!^^) Cmq mi fate un commentino piccolo piccolo x piacere?
 
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