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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Il Signore degli Anelli (The lord of the rings)
Titolo Fanfic: NAMÁRIË
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: tindomerel galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/08/2004 22:36:13

se le parole che abbiamo nel cuore possono alleviare la sofferenza, canterò per te, mio sposo addormentato.
 
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IN UNA TERRA LONTANA...
- Capitolo 1° -

"Estel, Estel" ella aveva gridato, nella folle illusione che il loro amore potesse rimanere imprigionato nel suo dolce nome.
"Estel, Estel" mentre gli prendeva la mano e la baciava tristemente.
Aragorn, Elessar, Gemma Elfica, suo sposo si addormentò fra le sue braccia, recando in sé la bellezza e la maestà del Tempi Remoti, ultima roccaforte della potenza e della maestà della sua stirpe.
La Stella del Vespro rimirava silenziosa il suo volto sereno, lacrime di stelle lasciavano per sempre il suo scrigno di ricordo.
Il suo sposo addormentato aquisiva bellezza e regalità, man mano che le fatiche e gli affanni di una lunga esistenza tormentata cancellavano le proprie tracce e scivolavano via, piano.
La Stella del Vespro, invece, si spense. La luce di Eärendil che sempre aveva brillato sul suo capo si affievoliva, lasciandola muta e fredda. Accarezzò quel volto e lo baciò teneramente, fissando sulla labbra aride il sapore del loro amore sempre verde, ora divenuto solamente un ricordo.
Un ricordo.

Namárië, Estel. Addio, Estel
Mornie i falmalinnar imbe met! il buio sovrasta le onde spumeggianti che ci separano!

Ar lumbulë undulávë ilyë tier! tutti i sentieri sono profondamente immersi nell'ombra!

Sulle sue gote d'infante indifferente la Terza Era del Mondo aveva lasciato leggera una traccia e tra le sue braccia la Quarta Era aveva trovato i natali.
Tra le sue dita, pallide come la fredda luna d'argento, molte vite e molti giorni erano scivolati piano, trasportati e allontanati dalle limpide acque del tempo degli elfi, dell'interminabile esistenza della sua stirpe.
Immortale ed eterea ella aveva vissuto, circondata dalle argentee stelle della notte e con gli occhi pieni di profonda saggezza.
E ora fra le sue braccia giaceva addormentato dell'ultimo sonno il suo re, l'uomo per il quale era disposta a morire.
Ma ancora una volta Arwen Undòmiel si avvieva verso l'abbandono; l'ultima nave era salpava dai Rifugi Oscuri, diretta a Valinor, aveva detto addio alle Bianche Torri. E l'aveva lasciata volente o nolente su quelle sponde, ad attendere il compimento del suo triste destino.
Ancora e ancora baciò il suo re, immoto, dormiente.

Namárië, Estel. Addio Estel
Oialë tielyanna hir caita nunya amaurëa eternamente sul tuo cammino si distende la mia aurora

Il suo volto chiaro e sereno le diceva addio per sempre.

Laurië lantar lassi súrinen -cantò dolcemente- Yéni vinotime ve rámar aldaron!
Simili ad oro cadono le foglie al vento, lunghi innumerevoli anni come le ali degli alberi!

Eressëa tindómerel, hiruvalyë mallë elda Valinóreva
Solitaria figlia del crepuscolo, troverai la strada delle stelle di Valinor

"Namárië" sussurrò.

E Arwen Undòmiel partì, lasciando tutto ciò che amava, ma non la vita.
Il destino aveva serbato per lei ancora un barlume di vita solo perchè potesse perdere tutto ciò che di caro aveva al mondo.
E aveva perso Elessar, il suo unico amore. Nulla contava ormai.
Nella Terra di Mezzo dimorò, passeggiando sotto gli alberi che avvizzivano, mentre la dolce Laurelindórinan, la Valle dell'Oro Cantante, terra di Celebrian sua madre e di Nimrodel la bella, svaniva corrosa dall'inesorabile sfiorire del tutto.
I canti della sua gente più non risuonavano fra i mellorn d'argento.
Le stelle compivano il loro giro, ma più non risplendevano sul capo della Dama, giacchè un velo di cupa malinconia offuscava la sua bellezza.
Era fredda, come una notte d'inverno che cala senza una stella. Nei suoi occhi non c'era più luce.
L'estate seguì la primavera e l'autunno la primavera,. Sopraggiunse l'inverno per innumerevoli anni.
Alla fine, in una notte d'inverno, mentre camminava a piedi nudi sull'erba, mentre le foglie dei mellorn cadevano leggiadre tutt'intorno, lo sentì. Era stanca per il lungo vagare, sola ed inconsolabile, come l'ombra di un ricordo o un sogno ormai sfumato.
Ella si diresse sul Cerin Amroth, leggera e silenziosa, per l'ultimo atto di un'esistenza impressa nell'abisso del suo sguardo.
Ivi si sedette, circodata dal giallo elanor e dalla pallida niphrenil, sull'erba ormai sbiadita della remota terra dei Galadhrim, mentre quel profumo mai svanito l'avvolgeva.
Sospirò e poggiò il capo su un guanciale di sollievo e chiuse gli occhi, rammentando sospiri di eternità che erano perduti.
E una voce, amorevole e calda, come il sole primaverile di Imladris le giunse all'orecchio, per l'ultimo addio.

-Arwen vanimelda, Namárië- sussurrato in un'altra Era, in un remoto tempo.
"Estel" sospirò e si addormentò.
Le foglie dorate ricoprirono il sogno di un amore sempre verde, la Terra degli elfi avvolse quell'esile figura fra le sue amorevoli braccia. Il Cerin Amroth sempre sarà la verde tomba della Stella del Vespro, ultimo ricordo dei Tempi andati.
 
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