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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: SPARKLING
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: aya-suzuki galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/07/2002 14:01:38

una mia vecchia fic... c`è questa hikaru che va in trasferta con lo shohoku e il kainan... oh, socchi! @.@
 
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SPARKLING
- Capitolo 1° -

Erano passati diversi mesi da quando l’Aiwa batté lo Shohoku alle finali dei campionati nazionali, ed era cominciato un nuovo anno scolastico.
Era una frizzante mattina di maggio, gli uccellini cantavano tranquilli, era un momento davvero magico ed armonioso, quando da una casetta come tante altre spuntò fuori una bici, con sopra una persona molto emozionata che ruppe la quiete del momento.
“Uaaaaaah!!! Finalmente!!!” sbraitava la ragazza, pedalando forsennatamente. –finalmente ho convinto i miei ad andarsene da quella città della fava e a trasferirsi qui a Kanagawa, dove alloggiano alcuni tra i giocatori più forti del Giappone! Giovanile, s’intende… Ho fatto una fatica immensa a scegliere la scuola da frequentare, ma ora ho deciso!!!- .
Frenò di botto in prossimità della fermata del treno, saltò già dalla bici, e corse trascinandola con sé fino al bordo, ad un paio di metri dalle rotaie. Quando arrivò il treno, caricò la bici con molti sforzi, tenendola in piedi per non ingombrare.

“Waaahn… io ho ancora sonno” mugugnò Ryota Miyagi, stiracchiandosi le braccia dietro la testa. “Sei rimasto ancora a guardare la tv fino alle tre di notte?” ridacchiò Ayako. Ryota la guardò, leggermente offeso:”Che c’è da ridere? Io mi guardo programmi culturali!” “Si, “Vita morte e miracoli di Mike Tyson!”. Proprio una cultura” “Uè, c’è cultura e cultura”.
In quel momento i due passavano davanti alla fermata del treno, che si fermò poco distante da loro. Appena le porte si aprirono, una tizia a cavallo di una bici azzurra saltò giù dal treno, ed anche a terra pedalava come una furia. Ayako alzò il dito, urlando:”Occhio alle pozzanghere, si…” “Aahio!” “…scivola.”
La strana ragazza, nella foga dello sfogo, era andata a sbattere contro un albero, causando un silenzio totale. –non è scivolata su una pozzanghera. È andata contro un albero come una folpa…-
“Ehm… tutto bene?” chiese una signora. La ragazza muggì, poi si rialzò a fatica, tirando con sé la bici. “Tutto ok! Ahio.” esclamò, alzando il pollice. Tutti allora tornarono alle loro occupazioni.
La ragazza rimontò in sella alla bici, andando per la sua strada, anche se la bici ora scampanava peggio di un gong.

Arrivò a scuola pochi minuti dopo, saltò giù dalla bici, la infilò di slancio nella rastrelliera per le biciclette, dopodiché si mise con i pugni puntati sui fianchi ad osservare la scuola, con aria compiaciuta. –finalmente mi trovo davanti al liceo Shohoku!-.
Si guardò un po’ intorno, ma non conosceva nessuno, si era trasferita da troppo lontano. All’improvviso una voce alle sue spalle:”Tu sei quella della stazione! Ti sei fatta male? Hai preso una bella stecca!”. La ragazza si voltò, vedendo davanti a lei una ragazza dai lunghi riccioli castani che le sorrideva gentilmente. “Ah, grazie! Tutto bene, sono più forte di quanto sembro!” rispose. La ricciola sorrise, porgendole la mano e dicendo:”Io mi chiamo Ayako!” “Io sono Hikaru Nagi! Mi sono trasferita da poco a Kanagawa!” rispose l’altra stringendole la mano. “E hai scelto lo Shohoku” “Si, perché ho saputo delle prodezze dei giocatori ai campionati, e non vedevo l’ora di conoscerli di persona!” “Bè, ma se cercavi dei campioni perché non sei andata direttamente all’Aiwa? Comunque preparati a schiattare dall’emozione! Si fa per dire. Voglio presentarti la squadra, iniziando da questo tizio qui!” e si voltò. Ma dietro di lei non c’era nessuno. “Ryota!!” Ayako si guardò in giro, con un mezzo sorriso stampato in faccia. Il ragazzo spuntò fuori da un posto non precisato, cinguettando:”Mi hai chiamato, Aya-chan cara?” Ayako guardò Hikaru:”Questo è…” ma non fece in tempo a finire che Hikaru si era fiondata su Miyagi, afferrandogli la mano e sbatacchiandola su e giù, esclamando:”ma tu sei Ryota Miyagi, il playmacker n.1! Che emozione, ho sempre sperato di stringerti la mano!” “Grazie… ma non serve che me la fracassi!! Ahio” disse Ryota con un sorriso sofferente. Hikaru mollò la mano come se fosse stata uno scorpione in fiamme:”Ooh! Scusami!” Quando Ryota si fu rimesso a posto le vertebre della mano Hikaru disse:”Se non sbaglio ora sei tu il capitano dello Shohoku! …Sei in classe con Ayako, vero? Lei è la manager! O sbaglio?”. A questa domanda, la faccia di Ryota divenne rosa shocking, l’espressione alquanto ebete, e disse:”Eh, già-già! La mia Aya-chan!” “Ryota smettila di fare lo scemo!” disse Ayako alzando gli occhi, ma non riuscendo a non sorridere. Hikaru intanto esclamò:”Che bello, quando lo racconterò a Chiaki…!” “Chi è Chiaki?” chiese Ayako “La mia vecchia amica, di Akita!” a dire quella città il suo sguardo si inumidì un po’. “Vieni da Akita? …ti mancano i tuoi vecchi amici, casa, scuola… tutto il tuo ambiente, non è così?” chiese Ryota con un viso comprensivo. Hikaru, senza alzare lo sguardo, disse:”Bè… ammetto di si. - alzò lo sguardo, sorridendo –ma sono io che ho insistito per venire qui! Ho anche trascinato mio fratello via dalla sua scuola, povero Yamato… Ma volevo conoscere i campioni dello Shohoku, quindi ho convinto i miei, e anche Yamato!” “Hai un fratello, e quanti anni ha? Frequenta le superiori anche lui?” chiese Ayako, e Hikaru rispose:”Ha 14 anni, frequenta l’ultimo anno alle medie…!”
La campana però suonò, avvertendo i poveri studentelli di entrare a scuola. “Bè, noi andiamo in classe nostra… ciao Hikaru, ci si vede!” “Ciao!”

In una classe di seconda…
“mmbrf… zzzzzuh?” Hanamichi Sakuragi sobbalzò per la ventesima volta, sul punto di addormentarsi. Ed erano solo alla prima mezz’ora della giornata. –messo bene, proprio…-. Per non addormentarsi si voltò, appoggiò la testa sul banco e rimase lì come un persico a fissare una sua compagna dai capelli scuri.
Haruko Akagi, sentendosi uno sguardo puntato addosso, si voltò piano, vedendo la testa rossa di Hanamichi guardarla. Haruko sorrise, facendo un minuscolo “ciao” con la mano.
Hanamichi gongolò, soddisfatto –tempo due o tre giorni e sarà cotta a puntino, e a quel punto potrò dichiararmi!-. Nell’ultimo periodo le cose con Haruko si stavano girando nel verso giusto, la ragazza ora non pareva interessata più di tanto a Rukawa, mentre dedicava molte più attenzioni ad Hanamichi, più contento che mai.
Un bussare potente distrasse gli studenti dalle loro… distrazioni ^_^
Quando il prof disse:”Avanti”, la porta si aprì, rivelando una ragazza, che entrò con sicurezza nella classe, avvicinandosi al prof, che le sorrise ed esclamò alla classe:”Mi sono scordato di dirvi che da oggi avrete una nuova compagna! Su, presentati!” intimò alla ragazza. “Buongiorno a tutti! Il mio nome è Hikaru Nagi, mi sono trasferita l’altroieri dall’istituto Toyotama, ad Akita. Spero di trovarmi bene in questa nuova scuola, anche perché non conosco praticamente nessuno!”.
Hanamichi strabuzzò gli occhi davanti a quella ragazza: era davvero bella! Aveva lunghi capelli castano chiaro, ma che sotto alcuni riflessi pareva biondo, acconciati in dread, e due grandi occhi color ambra. Era piuttosto bassa, sotto il metro e sessantacinque, ma aveva un corpo snello e ben fatto.
“Avete qualche domanda da fare a Nagi?” chiese il professore. Hanamichi alzò la mano. “Dì, Sakuragi…” “Hai detto che vieni dal Toyotama?” “Si” “Allora conoscerai la squadra di basket! Minami, Kishimoto e gli altri capr… ehm… giocatori!”. Hikaru sorrise, annuendo, e non riuscendo a reprimere l’emozione. Aveva riconosciuto subito quel ragazzo:”Si, e tu invece sei Hanamichi Sakuragi, nevvero?” “Vero!” disse Hanamichi, con un sorriso che partiva da un orecchio e finiva nell’altro. Una ragazza chiese:”Come mai da Akita sei venuta proprio qui?” Hikaru arrossì leggermente, ma disse con la solita sincerità e sicurezza:”Sono venuta per incontrare i campioni dello Shohoku, che hanno battuto Kinori e gli altri!” “E lì conoscerai. Ma ora, per favore, siediti in quel banco lì in fondo, che continuiamo la lezione…” disse il professore, facendo cenno con la mano.

Appena suonò la campana che annunciava la pausa pranzo, Haruko si avvicinò alla nuova compagna, e le disse:”Ciao Hikaru, io mi chiamo Haruko! Spero diventeremo amiche!” “Si, lo spero anche io!” sorrise Hikaru. Haruko ci pensò un attimo, poi si batté un pugno sul palmo della mano e disse:”Senti, vuoi che ti accompagno a fare il giro della scuola?”. Hikaru fu entusiasta dell’idea:”Sarebbe fantastico! Grazie, Haruko”.
Dopo averle mostrato il refettorio, la sala teatro, la sala riunioni, tutte le svariate disposizioni delle aule, arrivarono all’ultimo posto…
“…e questa è la palestra. Io ci vengo molto spesso, a parte il fatto che l’ex capitano era mio fratello e ormai sono attaccata alla squadra, ma sono anche un’appassionata!” “Takenori Akagi è tuo fratello? Uao…” commentò Hikaru, sorpresa.
In campo c’era qualche ragazzo con indosso ancora la divisa scolastica, che faceva qualche tiro libero, one-on-one o semplicemente dei palleggi. “Quella è la squadra!” esclamò Hikaru, entrando in campo, alzando una mano ed urlando:”Salve a tutti, è un immenso piacere vedervi da vicino!!!” tutti si voltarono. “Ah, ciao Hikaru” disse Miyagi “Ehilà, capitano!” sorrise la ragazza. “Ehi Ryota, ma conosci Nagi?” esclamò Sakuragi “Si…” “Sono in classe con Sakuragi… Ooh! Ma tu sei Rukawa!” si avvicinò al moro che si teneva a cauta distanza. “Posso stringerti la mano? Sei davvero bravo!” disse Hikaru, porgendogli la mano. Rukawa guardò la mano della ragazza, poi lei. Infine disse:”No”, si voltò ed iniziò a palleggiare. “Uh? Non sapevo che fossi così maleducato!!” urlò Hikaru, decisamente poco contenta di ciò. “Che ci vuoi fare, è un orso!” disse Mitsui, alzando le spalle. Hikaru si voltò:”Ehi! Ma tu sei Hisashi Mitsui!… Ma non eri del terzo anno?” A quelle parole il viso di Mitsui sbiancò, assumendo una lieve sfumatura verdastra, e non disse nulla. Ryota si avvicinò cauto, dicendo alla ragazza:”Ehm… è il mio nuovo compagno di classe…” “Ah…” mormorò Hikaru, recependo il messaggio.
“Ma tu… chi sei?” chiese Mitsui, superando il momento di vergogna. “Non mi sono presentata?? Oh, scusate! Mi chiamo Hikaru Nagi, e frequento il secondo anno, sezione H! Mi sono trasferita da Akita l’altroieri e … frequentavo il Toyotama. A proposito, Kinori e gli altri vi mandano i loro saluti!”

“Com’è che chiami Kishimoto per nome? Anche in classe l’ hai fatto…” chiese Hanamichi. Hikaru sobbalzò, si batté una pacca sulla fronte ed esclamò:”Ah, già! Non ve l’ ho detto, e non si poteva capire dato che abbiamo il cognome diverso… Bè, Kinori Kishimoto è mio cugino!”. … “Ah… che bello. E come mai ci mandano i saluti?” chiese Ryota. “Bè, l’anno scorso siete stati dei degni avversari, avete giocato una bella partita! Il Toyotama è una squadra forte, nel caso non l’abbiate notato! E anche se non sembra sono dei bravi ragazzi!… Minami ha anche dato una pomata per l’occhio a Rukawa!” “Si, dopo che me l’ ha preso a gomitate per bene!” sbottò Rukawa. “Ma se parli così bene della squadra vuol dire che ci eri affezionata, dopotutto c’era anche tuo cugino!” disse Mitsui “Come mai te ne sei andata?” Hikaru abbassò leggermente lo sguardo:”Perché volevo conoscere…” ma Ryota la interruppe:”Dai, Hikaru! Questo non è un buon motivo per lasciare la scuola, gli amici… Anche stamattina parevi un po’ triste quando hai parlato di Akita! C’è un altro motivo!”. Hikaru arrossì:”Bè… è che… vabbè, non ha senso tenerlo nascosto. Io sono stata tutto l’anno scorso con Tsuyoshi Minami, e ci siamo lasciati in modo brutto, non potevo sopportare più la tensione che c’era tra noi, e Kinori poi non sapeva più con chi stare, se con sua cugina alla quale è legato da quando era un ammasso di pannolini o col suo migliore amico… quindi ho convinto i miei a trasferirsi.” “Ma… Minami era del terzo anno, ora sarà all’università! O è stato bocciato?” “No, è stato promosso, ma… Ora è diventato… come dire… un secondo allenatore della squadra! Veniva sempre a scuola, insieme a mio cugino (è all’università con lui) e… insomma, si è capito. E non ho più voglia di parlarne!”.
Dopo un minuto di silenzio, Hanamichi disse:”Ed è stato brutto lasciare il proprio ragazzo, no?”. Hikaru lo guardò e sorrise:”Si, anche perché per me Minami era molto importante! Ma ora è acqua passata, l’ ho dimenticato!” “Si vede!” sorrise Haruko. E tutto ritornò a posto, anche perché le lezioni ricominciarono.

Passò qualche settimana dall’arrivo di Hikaru, che si inserì perfettamente, e divenne amica di tutta la squadra, ed andava particolarmente d’accordo con Ayako…
“Vieni a vederci all’allenamento anche oggi?” chiese la manager un giorno. “Si, ovviamente, perché?” “Tu vieni sempre! Sei una vera appassionata di basket! Non posso credere che andavi veramente a tutte le partite della tua squadra!” “Certo! Mi facevo fare il permesso dai miei genitori, e Kinori ci metteva una buona parola ^_^! Ma perché me lo chiedi?” “Sei davvero appassionata, già… e anche informata…!” “Si, certo, ma perché dici queste cose?” chiese Hikaru, che non capiva cosa volesse dire l’amica. Ayako si voltò verso Hikaru, raggiante:”Perché vorrei chiederti se vuoi diventare la seconda manager della squadra! Mi servirebbe proprio un aiuto con quei mostri!”.
Hikaru era esterrefatta. “Certo!!!” esultò infine, saltellando come una bambina.

“Ragazzi, venite qui prima di iniziare! Devo dirvi una cosa!” disse Ryota, prima che iniziasse l’allenamento. Tutti si avvicinarono, chiedendosi cosa avesse da dir loro il capitano.
“Tenetevi forte! Ho da darvi una bella notizia, almeno per me è bella, per voi non so… Bè, la settimana prossima si va in trasferta a far un paio di partite amichevoli!” “Davvero?” esclamarono tutti, sorpresi. “Si, andiamo con un pullman fino a Yokohama, per scontrarci con un paio di squadre del luogo. Ah, dimenticavo: viene anche il Kainan.”
Gelo totale.
“Il Kainan? L’allevamento di scimmie urlatrici? Non è possibile!” strillò Hanamichi, buttandosi a terra. “Dai, non sarà così terribile!” disse Yasuda. “Yasu, io ti ammazzo!!”
Ayako ed Hikaru, in piedi accanto ai ragazzi, ascoltavano. “Oh, con il Kainan! Adesso che non ci sono più Maki, Takasago e Mutou, non temiamo nulla! Bè, c’è solo da stare attenti a Kyota e Jin, che è il nuovo capitano… Hikaru ma mi stai ascoltando?” esclamò Ayako, rivolta all’amica. Hikaru però la ascoltava un secondo si e dieci no, era piuttosto… presa. Aveva gli occhi a stella, e boccheggiava:”Il Kainan… il Kainan… in trasferta con il Kainan… Ehi, Miyagi!” urlò poi, rivolta al capitano. “Dimmi” “Vengono anche le due adorabili manager, vero?” “Quali adorabili manager?” chiese Mitsui. “Ma noi, idiota!” “Bè, certo!!!” disse Ryota, con un sorriso a quattrocentonovanta denti. “Evvai! In trasferta con il Kainan! Stipata in un hotel con ventiquattro campioni!!!” esultò la ragazza con le dread, correndo da tutte le parti. “Come fai ad essere contenta? Respirerai l’aria in cui ha scoreggiato Kyota!!” esclamò Hanamichi. Tutti lo guardarono schifati. “Sakuragi, sei ributtante. E poi, se è per questo respiriamo anche l’aria in cui scoreggi tu.” disse Ayako.

Il giorno della partenza venne presto. La mattina, alle sette, erano già tutti davanti alla scuola, con la loro borsona da viaggio zeppa di roba, che chiacchieravano pigramente, o dormivano in piedi (tra cui l’intramontabile Ru). “Ehi, ecco il pullman” disse Hikaru, guardando in fondo alla strada.
Il vecchio mezzo grigio tempesta si fermò sbuffando davanti a loro, spalancando le porte. “Su, salite” intimò l’autista, scocciato. Lo Shohoku allora prese in mano le proprie borse, trascinandole su per i tre gradini del pullman. Arrivati, dato che il pullman era vuoto, tutti si fondarono sui posti dietro [^___^ eh… ND Aya], per poi sistemare le borse sugli spazi sopra i sedili.
“Non sono mai passata per il Kainan, ora vedrò finalmente dove sta..!” disse Ayako, sedendosi vicino ad Hikaru. “Ed io finalmente vedrò i campioni del Kainan da vicino!” disse Hikaru, stringendosi le mani. “Bè, ma guarda che metà dei “campioni” se n’è andata. È rimasto solo Jin!” disse Sakuragi dal sedile dietro. “Ehm… anche Kyota…” disse Shiozaki, guadagnandosi solo un’aggressione da parte del buon Sakuragi.
All’improvviso il pullman si fermò. Hikaru, deglutendo rumorosamente, montò sopra Ayako per avvicinarsi al finestrino e vedere un po’ l’Istituto Kainan. “Ooh! Che grande! E tutti questi alberi poi… davvero pittoresco!” commentò. L’autista suonò un colpo di clacson, dato che i giocatori del Kainan non erano fuori. Dopo due secondi, ecco che dal portone della scuola uscì una dozzina di ragazzi in corsa, con il borsone che sbatacchiava loro addosso, compromettendo la velocità della cosa. Dalle finestre, notò Hikaru, c’erano diversi studenti che salutavano i giocatori. “Erano in ritardo… che figura della fava!!” sghignazzò Ayako, facendo ridere anche Hikaru, che dopo che Ayako aveva pescato il walkman dalla sua borsetta, si mise ginocchioni verso il sedile, chiacchierando con Sakuragi e Miyagi, che stavano dietro di lei. Intanto il Kainan era salito e si era messo a sedere. Hikaru ogni tanto lanciava un’occhiata ad Ayako, ed alla settima volta notò che si era addormentata.


Hikaru sentì qualcuno da dietro che le sollevò una dread, mentre lei era ancora girata a parlare con Hanamichi. Si voltò di scatto, notando che un ragazzo dai capelli neri lunghi si era girato verso dietro, e sporto verso di lei per esaminarle la pettinatura. “Ehi, tu! Che c’è da guardare?” chiese Hikaru. Il ragazzo alzò il viso verso di lei, ghignando. “Salve! Belle dread, sono vere?” “No, sono di polistirolo!”. Il ragazzo sbuffò:”Cretina, io intendevo che sono fatte al naturale, non lavandosi i capelli per una vita e mezza, o se te li ha fatti il parrucchiere!”. Hikaru sorrise:”Scusa. No, non sono vere, me le ha fatte il parrucchiere! Scherzi, non voglio i pidocchi in testa, che poi per tenermi pulita devo lavarmi a secco con lo shampoo per cani!”. Il ragazzo fece un cenno con la testa, per poi tornare a sedersi. –hm… ma quello l’ ho già visto… Ehi!! Ma è Nobunaga Kyota! Ora frequenta il secondo anno… Caspita, è così visto da vicino, allora! Non è così brutto come sembra!- poi si interruppe, sentendo che il ragazzo che stava seduto accanto a Kyota gli disse:”Ma che c’è, ti vuoi fare i dread pure te? Non ti ci vedo, Nobunaga!”. –e questo che parla chi è?- si chiese Hikaru, sbirciando attraverso il buco tra i due sedili davanti. Ma non vide più di tanto, solamente un quinto di testa dai capelli neri corti ed il profilo drittissimo di un naso. -bah…- Hikaru sbuffò, appoggiandosi allo schienale. Poi rifletté:- però… bella voce! Chissà chi è… non ho mai visto i giocatori del Kainan da vicino, figurarsi se lo riconosco vedendo solo un naso e tre capelli!-. Poi si girò verso il corridoio e si addormentò [akuna matata!ND Aya].

“Hikaru, svegliati! Dai, Hikaru… Svegliati, siamo arrivati!” qualcuno scrollava Hikaru, per svegliarla. La ragazza aprì gli occhi, che dovette richiudere subito dato che le tende del finestrino davanti a sé erano scostate, e un lucore abbagliante quasi la accecò. “Non era così luminoso quando siamo partiti…” “Ci credo, siamo partiti alle sette e ora sono le undici e mezza!” disse chi l’aveva svegliato. “Hm… sei tu, Mitsui?” chiese Hikaru, alzandosi a sedere e stiracchiandosi. “No, sono Jhon Lennon. Su, muoviti, che gli altri stanno uscendo. Ti prendo la borsa…” e Mitsui si sporse su Hikaru per afferrare i borsone che pendeva sulle loro teste. Hikaru si guardò in giro mentre prendeva la borsa che le porgeva Mitsui, dicendo:”Ma… sono tutti usciti! Non mi hanno nemmeno aspettato!” “Veramente stai guardando il sedile di Ayako. Lei è uscita, è andata al bagno. Sbrigati, dai!!” urlò infine. Hikaru scattò in piedi e lo seguì fino a fuori.
Si trovavano nel parcheggio di una stazione di servizio, alla periferia della città. “Quella è Yokohama!” disse Hikaru. “Già. Senti, devi andare al bagno? Perché tra un minuto prendiamo ed andiamo in albergo!” “Come? Ma non ci portano fin lì?” chiese Hikaru. Mitsui scosse la testa:”Eh, no. Dobbiamo andare a piedi fino all’albergo. Ma non preoccuparti, non è lontano!” “Ehi, che fate lì voi due? Muovetevi, ci incamminiamo!” disse Rukawa, passando loro accanto mentre seguiva il gruppo. “Si!” disse la ragazza, andando verso gli altri seguita da Mitsui. In quel momento iniziò a piovere. “D’oh!” urlarono tutti. [^_^’’’ eh, è per alleggerire! ND Aya]. Hikaru si tirò il cappuccio della maglia che teneva sotto la tuta dello Shohoku per proteggersi i dread dall’acqua.
Poi si guardò un ancora intorno: non riusciva ancora a capacitarsi di essere fuggita da quella scuola di pazzi schizofrenici e di essere abitante di Kanagawa, vicina di casa con lo Shohoku, il Kainan… lo Shoyo, il Ryonan! Era tra campioni del calibro di Rukawa, Kyota, Miyagi…
“E quello?” disse piano, ma con sorpresa. Vide un ragazzo alto che non aveva visto prima, in pullman. Indossava naturalmente la tuta con la K gigante del Kainan. Le cose che Hikaru notò subito in lui erano l’altezza fuori dal comune, le spalle larghe nonostante il fisico magro, le gambe strepitose che non finivano più, il sedere da esposizione che si sarebbe notato anche a duecento chilometri dato che le braghe della tuta gli stavano incollate addosso a causa della pioggia, e gli occhi, grandi, limpidi e di un colore indecifrabile [non ho ancora capito se Jin ha gli occhi verdi o castani!! ND Aya]. Restò affascinata ad osservare quel ragazzo, così bello ed affascinante [si è capito che mi piace Jin? ND Aya]. Poi, notando anche il naso dritto come un fuso, che sembrava creato col righello e i capelli corti, neri e folti, riconobbe il ragazzo che sedeva vicino a Kyota, e riconobbe anche chi era. –quello è Soichiro Jin! Ora è il capitano del Kainan! Ah, non avevo notato alle partite che era talmente stupendo…!-. Jin stava camminando accanto a Kyota, che gli parlava in stile macchinetta, e ogni tanto gli veniva data una risposta. Il capitano del Kainan si passò una mano tra i capelli, facendo cadere un sacco di acqua. Sospirò. Anche se pioveva c’era il sole, che brillava dietro la testa di Jin, facendo riflesso su tutta l’acqua che il ragazzo aveva in faccia e tra i capelli, facendolo sembrare un dio o una specie di meraviglioso alieno. Jin sospirò di nuovo, voltandosi verso Kyota.
Anche Hikaru sospirò. Era rimasta abbacinata da quel ragazzo, così bello e lontano, le pareva una specie di figura irraggiungibile, sentiva che lei non avrebbe nemmeno potuto parlare con il mitico capitano del Kainan. Anche alla sua vecchia scuola conoscevano i suoi micidiali tiri da tre: quando il Kainan giocò contro il Sannoh al campionato nazionale, erano andati anche lei, Kishimoto e Minami, e tutti e tre rimasero impressionati dalla precisione e dalla naturalezza col quale Jin segnava un tiro da fuori area, perfino quella testa di porfido di Minami. Anche se il Kainan perse quell’incontro, tutti notarono il talento di Jin e della squadra.
Arrivarono all’albergo in meno di un quarto d’ora, e subito tutti andarono verso le proprie stanze.
Hikaru appoggiò il suo borsone sul letto della camera che divideva con Ayako. “Hai dormito, eh? Quasi per tre ore di seguito!” esclamò sorridendo Ayako mentre si tirava giù la cerniera della giacca. “Eh… avevo sonno!” disse Hikaru, ancora sconvolta dalla visione di Jin. Ayako le fece l’occhiolino, dicendo:”Dopo ti farò un interrogatorio, Hikaru! Mi sei sospetta… ma ora mi devo fare una doccia!” e detto questo pescò dalla borsa un cambio d’abiti e di chiuse in bagno.
Hikaru si sedette sul letto, ma era ancora stanca, e cadde di schiena contro la borsa, che scivolò dal letto, facendo cadere anche Hikaru, che fece un considerabile fracasso. “Ahiooo!” ululò. “Qualche problema?” chiese Ayako dal bagno. “No, non è nulla… sbrigati, che devo lavarmi anche io!” “Mi spiace moltissimo, credimi, ma sono lenta a fare queste cose, ed ho paura che per una settimanella dovrai abituarti ai miei ritmi…!” disse Ayako.
Hikaru si alzò in piedi, si stiracchio un po’, poi si avvicinò alla porta e si affacciò sul corridoio. “Ehi, sei in quella stanza allora!” disse qualcuno. Hikaru si voltò nella direzione da cui proveniva la voce, e vide che, a tre porte di distanza, stava affacciato dalla porta della sua camera Nobunaga Kyota. “Ehilà, Kyota!” sorrise Hikaru, salutando con la mano. “Sei nuova dello Shohoku? E come mai sei con la squadra?” “Sono la nuova seconda manager!” rispose Hikaru. “Com’è che ti chiami?” “Hikaru Nagi, frequento il secondo anno come te. A proposito, sei davvero bravo, devo farti i miei complimenti!”. A queste parole, Kyota andò in brodo di giuggiole, dicendo:”Ehe, mi si conosce in tutto il Giappone!!!” “Non pomparti troppo, scimmione! E così siete qui anche voi…!” “Si, ma…” Kyota non fece in tempo a finire, che qualcuno da dentro la stanza lo chiamò:”Ehi, Nobunaga! Vieni a mettere via le tue cianfrusaglie! Non capisco perché le hai buttate sul mio letto dato che ne hai uno tuo! –ma è Jin!- pensò Hikaru, arrossendo senza volerlo. Kyota, per sua sfortuna lo notò. Ghignò maliziosamente, fece per dire qualcosa ma Jin uscì dalla porta, con indosso i pantaloni e basta [vorrei essere io lì *_*!!! ND Aya], ed esclamò verso Kyota:”Allora, muoviamo il deretano o si dorme?”. Poi notò la presenza di Hikaru dall’altra parte del corridoio. Lei lo fissava senza espressione e senza dire nulla. “Ah, salve! Non avevo visto che c’eri anche tu! Scusami” disse Jin, sorridendo. Poi guardò Kyota, irrigidendo l’espressione e sbottando:”Dai muoviti, che devo disfarmi anche io la borsa.” e rientrò nella stanza. Kyota mormorò:”Si… pignolo!” , poi guardò Hikaru, ghignando, con uno sguardo che stava a dire:”Dopo ti faccio un bell’interrogatorio!”, per poi rientrare.
-e sono due… ma si nota così tanto? Si nota cosa, poi? Che sono affascinata da Jin per caso?… ho paura di si. – pensò Hikaru, per poi arrossire e sorridere, mettendosi le mani sulle guance.
Quando rientrò in stanza, Ayako non era ancora uscita, quindi si arrese, capendo che non avrebbe fatto la doccia prima dell’ora di pranzo, quindi andò sul terrazzo, affacciandosi. La vista era sulla periferia, dove le case e i palazzi si diradavano, facendo intravedere una campagna disabitata. Sentì degli schiamazzi da sotto di sé, abbassò lo sguardo, e vide che erano solo due stupidi gabbiani che si contendevano un pesce. “Bah…” Hikaru rientrò. Si scaraventò sul letto, fissando il vuoto. Istintivamente le si parò nel cervello l’immagine del Jin a petto nudo che aveva visto un paio di minuti prima. “Ayako! Quanto ci metti?” esclamò, per non pensare a Jin, che in fondo era solo un ragazzo come tanti, e non capiva perché le inceppava così la mente.
“Un attimo, Hikaruccia! Aspetta, aspetta! Ah! AAAAH! L’ACQUA È BOLLENTEEEEE!!!” ululò la ragazza nel bagno. Hikaru scattò in piedi, presa di sprovvista da quell’urlo bestiale. “Ayako?…” mormorò. “Ah, ah! No, è stato per un attimo… ma santo cielo, sembrava olio bollente… Ho finito però! Un momento e ti lascio il bagno.” Infatti dopo una decina di secondi Ayako uscì dal bagno, con indosso dei jeans ed una maglietta, e si stava strofinando i capelli bagnati con un asciugamano. “Allora? Come va?” chiese. Hikaru sgranò gli occhi, poi fece spallucce:”Va bene…!” Ayako ammiccò, sorridendo maliziosamente:”dai, dai… non fare l’evasiva! Sai benissimo di cosa parlo! Sei piuttosto svagata per essere la solita Hikaru Nagi! Cosa ti è successo?” Hikaru scoppiò a ridere:”Ma sei strana! Sai leggere nel pensiero? Nello sguardo? Nelle onde astrali? Bah… bè, ok. Non ti posso nascondere niente, quindi… Hai presente Jin?” disse questo gesticolando e grattandosi la testa svariate volte. Ayako sbatté le palpebre:”Soichiro Jin? Certo che l’ ho presente! Ricordo ancora quel tiro che ha fatto contro di noi l’anno scorso…” aggiunse, mettendosi una mano sul mento. Hikaru arrossì, sorrise e disse:”Bè… io penso sia molto carino!”. Ayako sogghignò:”Intenti carino, educato e candido, o cosa?” “Quello che hai detto, ma è anche uno strafico!” disse Hikaru, facendo uno sberleffo. Ayako le batté il cinque, poi esclamò:”Ehi, Hika! Non hai cattivo gusto, eh?” “Puoi dirlo forte! Ma che non ti senta, che è a tre porte di distanza!” sorrise Hikaru, facendo sghignazzare Ayako, che si ricompose e disse:”Su, infatuata! Andiamo già, che è ora di pranzo!” e scesero in sala ristorante.

Sul pianerottolo incontrarono Sakuragi e Miyagi, che erano compagni di stanza, e stavano scendendo pure loro. “Ciao, ragazzi!” esclamò Hikaru, correndo loro incontro seguita da Ayako. “Ciao! In quale camera siete, che non vi abbiamo visto in giro?” chiese Hanamichi, ma Miyagi disse:”Tu non le hai viste, microcefalo! Io si, sono nella stanza 35! Sapete “aggiunse, rivolto ad Ayako ed Hikaru “Voi probabilmente non ci avete visti, ma siamo nella 40!” “Io si che vi ho visti!” disse Ayako sorridendo. Più che altro sorrideva a Ryota, al quale si allagarono gli occhi. Hikaru fece un occhiolino d’intesa a Sakuragi, che contraccambiò, ed in punta di piedi fuggirono già per le scale, lasciando lì i due. Le esclamazioni da parte di Ayako si sarebbero udite fino ad Akita, ma i due fuggiaschi le ignorarono, arrivando fino alla saletta già al pian terreno, dove stava tutta la comitiva in attesa che venisse servito il pranzo.
“Ehi, Hanamichi!” disse Hikaru, alzando gli occhi verso il rossino, che la guardò, dicendo:”Dimmi” “Ma, sta tiritera tra Ayako e Miyagi andrà avanti ancora per molto?” “Ah, boh! Ryochan è dalla prima che batte il martello, ma il chiodo non vuole piantarsi!” “Bella metafora!” “Grazie”. “Idiota. Dovresti preoccuparti della tua scempiaggine dilagante invece dei problemi altrui!” disse una voce. “Ehi, volpazza, nessuno ha chiesto il tuo parere! Chiudi quella ciabatta!” “Tzè”. Hikaru guardò Rukawa, accigliata:”Ma è sempre così buzzurro?” “E non hai visto niente! Dovresti vedere quanto è buzzurro quando finisco di pestarlo a morte!” dice Hanamichi, ridendo sguaiatamente. “Ribadisco: idiota.” Ripeté Rukawa, guardando altrove schifato, alché Hanamichi iniziò ad urlargli contro, inseguendolo per tutto l’albergo. Hikaru rimase ad osservarli per qualche secondo, poi si sedette sul divano, sospirando. Qualcuno però gli si sedette accanto, ridendo come dire “ti ho beccato”. Hikaru si voltò, vedendo Nobunaga Kyota seduto accanto a lei, appoggiato allo schienale e con un piede sul ginocchio. Rideva ad occhi chiusi, quando l’ultima risata si smorzò, si voltò verso la ragazza, che lo guardava sorpresa. “Che hai da guardarmi così” chiese lui, mettendosi a sedere composto (per quanto riusciva) “Allora! Così stanno le cose eh?” “Che cose?” “Su, su, non fare la gnorri! Ho notato la faccia che avevi quando ha parlato e si è fatto vedere…” qui si guardò alle spalle, facendo segno verso Jin, che stava discutendo con un compagno di squadra. Hikaru qui arrossì violentemente, farfugliando:”N… non è vero! Hai avuto un’impressione!” “L’impressione che tu sia –come dire- cotta. Ma non ti preoccupare, non glielo dico! Sono un bravo ragazzo, sai, ti puoi fidare!” “Ah si?” disse Hikaru, poco convinta “Mi sembri un po’ pettegolo per essere affidabile…” “Ma qui sta il bello! Dai, ti aiuto! Mi sono stufato di vedere Jin single!” Hikaru fece un sacco di gesti per suggerirli di abbassare il tono, e Kyota capì al volo. “D’accordo, allora?” sussurrò poi il giocatore del Kainan. Hikaru ci pensò su: se si offriva voleva dire che aveva qualche idea, e poi non sembrava un cattivo ragazzo. Lo guardò di sottecchi: anche lui la stava guardando, aveva un sorrisone stampato in faccia e gli occhi spallazzati, sembrava ansioso di cominciare la “missione Jin”. “Ok, mi hai convinto. Accetto il tuo aiuto, e spero di fare bene…” “Fai benissimo, Nagi! Ho già un’idea!” “Quale?”. Mentre Hikaru chiedeva spiegazioni a Kyota, una donna venne fuori dalla sala ristorante, dicendo:”Sei i signori vogliono accomodarsi in ristorante, il pranzo è servito…” per poi scomparire dietro le tende della cucina. “Lo scoprirai più avanti, ora vado a mangiare! Ho una fame che non ci vedo più!” esclamò Kyota, alzandosi di scatto e correndo in cucina con un sorriso da un orecchio all’altro, ma senza dimenticare di acchiappare Jin per un gomito e trascinarselo dietro. Hikaru si sentì un po’ arrossire: perché si era fidata di Kyota? Tutti dicevano che era un’imbecille senza cervello! Eppure a lei sembrava così volenteroso ed affidabile… ed ormai il gioco era fatto.
Una mano le prese la testa, scotendogliela leggermente, ed una voce disse:”Oh, oh! Ma che fa la nostra Hikaru, prima mi dice che gli piace un ragazzo, poi la vedo confabulare con un altro!” “Ayako!… Dai, lasciami la testa…”. Ayako sghignazzò, levando la mano dal capo dell’amica, e dicendo: “Non ti preoccupare, penso che sia perché gli hai chiesto un aiuto, no? Anche se sinceramente non mi sarei andata a fidare di Kyota…” “Io invece mi fido! Ed ora entriamo, che ho fame!”. Detto questo, le due ragazze entrarono nel ristorante, vedendo che al grande tavolo dove stavano sedute le due squadre c’erano solo due posti liberi, a lato di… Jin. Al suo fianco c’era Kyota che, non facendosi vedere dal suo capitano, fece un occhiolino di complicità ad Hikaru, che pensò –grazie Dio di avermelo fatto incontrare!-, per poi andare con noncuranza a sedersi vicino a Jin. Ayako le si sedette accanto, comportandosi normalmente, senza fare occhiatine ad Hikaru o gomitate sceme [cosa che a me succede sempre… strasob! ND Aya].

Hikaru cominciò a tracannare tutto quello che le veniva servito, ogni tanto Jin le lanciava un’occhiata tra l’affascinato e il divertito, per poi tornare a mangiare. Kyota stava stranamente silenzioso, e fissava con sguardo assorto la stampa sulla parete di fronte. Non scordandosi di mangiare, naturalmente!
Hikaru intanto si sentiva piuttosto emozionata a stare seduta vicino a Jin. Non capiva però perché si sentiva così, non era mai stata in quello stato solo perché pensava che un ragazzo fosse bellissimo e basta. Dopotutto non ci aveva mai parlato una volta una! Con Tsuyoshi era diverso: nei primi 2 mesi erano solo amici, e POI si misero insieme, quindi non era mai stata particolarmente tesa a stare con lui.
“Scusa!”. Scusa cosa? “Scusami! Com’è che ti chiami?! MI passeresti il sale?”. Hikaru si voltò di scatto verso Jin, sbattendogli anche un mazzo di dread in faccia. Jin rimase fermò in quella posizione, con gli occhi chiusi e il dito alzato. “Scusami, non volevo!” esclamò Hikaru, rendendosi conto della gaffe. Jin aprì gli occhi e sorrise:”Non fa nulla. Volevo solo chiederti se mi passi il sale, è lì in fondo e non ci arrivo.” Hikaru annuì in fretta ed acchiappò la saliera, che stava a mezzo metro da loro. Quando gliela mise in mano, lui disse:”Mi chiamo Soichiro Jin! Molto piacere!” sorridendo. Hikaru, ancora con la mano sulla saliera, allargò la presa a tutta la mano di Jin, sorridendo e dicendo:”Io sono Hikaru Nagi!”

Il pomeriggio del giorno dopo, un’ora prima di iniziare gli allenamenti, Hikaru scese da sola già in giardino, fino all’aiuola che aveva notato dalla finestra della sua camera.
Arrivata, si stese sul rettangolo d’erba, incredibilmente fresca e profumata, e si mise a sonnecchiare.
TONF.
Un leggero tonfo (appunto) attirò la sua attenzione. A pochi metri da lei, stava una rivista. Hikaru guardò in alto, vedendo che una delle finestre del piano di sopra erano aperte. –dev’essere caduta da lì…-. Si guardò un po’ intorno, quindi gattonò fino alla rivista e la raccolse, portandosela sull’aiuola per darci un’occhiata. Era una rivista di basket, e pareva anche molto interessante.
Dopo qualche minuto, sentì dei passi avvicinarsi, ed una voce esclamare:”Ehi, salve Nagi! Vedo che hai raccattato l’oggetto perduto!”. –Jin! È Jin!- pensò Hikaru, facendo cadere la rivista per la sorpresa. Poi la raccolse subito e si alzò in piedi, dicendo:”Scusa Jin, non sapevo che era tua! Ma ho visto che era di basket, non ho resistito e ci ho dato un’occhiata!”. Jin sorrise, dicendo:”Non preoccuparti! A parte che è di Kyota, non sentirti in colpa solo perché l’ hai sfogliata!”. –Kyota…- Hikaru alzò lo sguardo per un istante, ma bastò a vedere mezza testa di Kyota dalla finestra da dove era caduta la rivista, una testa che ammiccava e sorrideva soddisfatta. La ragazza sorrise, scotendo la testa –che matto! Bè, meno male che ha avuto quest’idea!- “Che c’è da sorridere, Nagi?” chiese Jin, sorridendo a sua volta. Hikaru fece una finta espressione imbronciata:”E basta chiamarmi Nagi! Chiamami pure Hikaru!” “D’accordo… Hikaru! Ma tu chiamami Soichiro!”. –che caaaarrroooo! Posso chiamarlo Soichiro! Adoro questo nome mi piace da impazzire! Come lui d’altronde…- “Ok! Senti…” Hikaru guardò l’orologio che teneva al polso “Gli allenamenti cominceranno tra più di mezz’ora, giusto?” “Giusto” “Bè, ti andrebbe di accompagnarmi in quella pasticceria dall’altra parte della strada? Sai, mi è venuta fame, e visto che sei qui… allora?”. Jin alzò le spalle:”Perché no? A me andrebbe ma non ho i soldi con me!” “Ah, lascia, offro io!” “Ma fammi il piacere!” “Te lo faccio offrendoti una pastina! Dai, Soichiro! Non fare il difficile ed accetta!” “Bè, ma n… Ok, hai vinto!”. Hikaru fece un sorriso birichino, agitando l’indice:”Eh, non fa mai fastidio una merenda gratis, eh?” “Dai, non farmi sentire in colpa…” ridacchiò Jin, seguendo Hikaru verso il locale.
Kyota, che aveva osservato tutta la scena come se fosse stato a teatro, pensò soddisfatto –il genio Nobunaga colpisce ancora! Che idea geniale la mia! Non mi stupirò mai abbastanza della mia genialità…-

“Allora… raccontami un po’ di te, come hai iniziato la carriera di “basketman”?” chiese Hikaru rompendo in due il bignè che teneva in mano, e pensando –ecco che sono tornata la sfacciata di sempre. Meno male, mi preoccupavo a vedermi così inceppata nei rapporti sociali… Quant’è bello!- i suoi pensieri da un paio di giorni cadevano sempre lì. “Bè, gioco dalle medie, nel ruolo di centrale… ma non ero decisamente eccellente, vedi anche tu che sono piuttosto mingherlino…” “…mingherlino come Uozumi del Ryonan! Dai Soichiro, non dire cavolate!” “…comunque non potevo certamente essere un centro migliore di Takasago! Però poi mi sono impuntato a fare i tiri da tre…” “Ah, allora è vero quello che mi hanno detto! Sei una crapa di marmo!” Jin arrossì:”Non esattamente” ed entrambi si misero a ridacchiare.
Hikaru era felicissima di essere in quel posto con lui, ed era felice anche di essere seduta in un tavolino piccolo cosicché ce l’aveva di fronte e poteva ammirarlo finché non diventata cieca. Era sempre più convinta che non aveva mai visto nessuno di tanto bello. Però lo pensava anche quando era innamorata pazza di Minami. Si rese conto di ciò:- oh no. Non dirmi che mi innamoro! Bè… ma Soichiro è così splendido… potrei stare a guardarlo ed ascoltare la sua voce fino a domani mattina…- “Sei distratta, eh?”. Hikaru sobbalzò sentendo quel mezzo rimprovero. Si accorse che Jin la stava guardando leggermente seccato. “Scusami! Cosa dicevi?” esclamò, imbarazzatissima. Jin sospirò, sorrise poi disse:”Stavo solo chiedendo se ti senti col tuo ragazzo durante questa trasferta!” “Io non ho il ragazzo…” mormorò Hikaru. “Ah, no?” Gli occhi di Jin divennero ancora più grandi per lo stupore. “Eh, no. Ce l’avevo ma… non era la mia mezza mela, evidentemente…” –ma ora lo ringrazio più che mai perché se non mi avesse lasciato non sarei venuta a Kanagawa e non avrei conosciuto te- aggiunse mentalmente.
Restarono per alcuni secondi in silenzio, mangiando e bevendo. “Soichiro…” “Che c’è?” Jin alzò lo sguardo dal suo dolce, incontrando la testa di Hikaru, che guardava la sua tazza di the. “Tu pensi che io sia… carina?”. Jin fu preso piuttosto alla sprovvista da quella domanda. Poi però sorrise e disse sinceramente:”Si, molto!” Hikaru si sciolse in un sorriso: anche lui pensava che era carina! Ma avrebbe potuto pensarlo di tante ragazze… “Perché me lo chiedi?” le chiese all’improvviso il ragazzo. Hikaru alzò di scatto lo sguardo verso di lui, esclamando:”Bè, il mio ex mi aveva lasciato… pensavo di essere troppo brutta!”. Ovviamente sapeva che non era quello il motivo, ma una verifica non faceva male, e poi voleva sapere cosa pensava Soichiro del suo aspetto. Jin scoppiò a ridere, dicendo:”Non preoccuparti Hikaru! Nessun’idiota ti mollerebbe per il tuo aspetto?” “Bè, che ne sai! Magari non gli piacevano le mie dread!” sorrise Hikaru, riacquistando tutta la baldanza.


Il giorno dopo si tenne la prima partita amichevole, tra le due squadre di Yokohama, lo Shikegumi e lo Tsunoki. Lo Shohoku arrivò nella palestra dello Shikegumi, dove trovò la squadra del Kainan, in seconda fila. Subito Ryota fece segno alla squadra di andare in prima fila, e tutti lo seguirono. “Ehilà! La partita deve ancora cominciare?” disse Ryota sedendosi in un sedile, seguito da Hanamichi che iniziò a sbracciarsi per impedire la visuale a Kyota che stava dietro di lui. “Già, manca un minuto, siete arrivati in tempo…” rispose Jin. Hikaru era riuscita ad accaparrarsi il posto davanti a Jin, e nell’attesa si mise a chiacchierare con Ayako.
La partita iniziò, e lo Tsunoki dominava alla grande. “Sono bravi!2 commentò a voce alta Hikaru, e sentì Jin dietro di lei dire:”Già. Il merito è di quel pivot! è robusto, ma allo stesso tempo molto agile e veloce.” “Anche il playmacker mi sembra che si dia da fare…!” notò Mitsui aggrottando le sopracciglia. “Eh, ma il capitano lo batterà di sicuro!” esclamò Hanamichi, dando un pacchettone sulle spalle di Ryota, che cadde in avanti, esclamando:”Non fare il leccapiedi, Hana!” “Ma non sono leccapiedi! È Kyota il leccapiedi qui!” “Non è vero, andicappato!” abbaiò Nobuscimmia, al che Rossoscimmia ribatté: “Scommettiamo?” “Hn! Ehi, Nagi!” esclamò Kyota a Hikaru, che disse:”Che… che c’è?” “Vieni qui, devo menare con comodo Sakuragi!”. Hikaru capì che quello era un altro aiuto da parte sua, perché lei era seduta vicino ad Hana, e Kyota vicino a Jin. “Si, si va… vedetevela con comodo!” disse lei, stando al gioco e salendo al posto di Kyota, che si lasciò cadere sul sedile di Hikaru, aizzandosi subito contro Hanamichi. Hikaru osservò che doveva ancora ringraziare Ryota per il giorno prima… bè, l’avrebbe ringraziato dopo anche per quell’ultimo gesto di bontà. “Cosa ne pensi di questa partita? Per te chi vincerà?” chiese Jin, senza staccare gli occhi dal campo da gioco. “Bè, mi pare scontato: lo Tsunoki!” rispose la ragazza, voltandosi a guardarlo. Vedeva nel suo volto un’espressione assorta e sorridente mentre guardava quella partita. Sembrava che lo interessasse sul serio, e da questo Hikaru capì che a Jin il basket piaceva molto, considerando anche che dopo che Takato l’aveva respinto dalla squadra, lui ci rimase da cani ed iniziò, testardo come un caprone, ad allenarsi per conto suo, deciso a dimostrare al coach e alla squadra di che pasta era fatto. –Devo riuscire a confessagli cosa provo entro questa settimana, sennò sarà difficile trovarlo per dirglielo dopo…- pensò Hikaru, assorta. Quello non le pareva il momento.
Durante tutta la partita, i due ragazzi chiacchierarono, facendo considerazioni e prendendo in giro i giocatori in campo.
Quando la partita finì e tutti uscirono dal palazzetto, Hikaru si avvicinò con noncuranza a Kyota, bisbigliandogli:”Ehi, grazie Nobu! Sei un mito!” “Penso di avere finito il mio compito di Cupido, Nagi. Ora Jin ti ha notato e conosciuto, e tutto sta a te! Buona fortuna!” “Grazie! Non ti ringrazierò mai abbastanza!” “Corri meno! Devi ancora concludere!” “Spero di riuscire a parlargliene…” “Ci riuscirai!”

Il pomeriggio del giorno dopo si tenne la partita Kainan contro Tsunoki, e Hikaru, prima che iniziasse, andò a salutare Kyota e Jin e ad augurare loro buona fortuna. Poi salì di corsa sugli spalti, dove raggiunse Ayako, prendendo posto tra lei e Mitsui. Quando le due formazioni entrarono in campo, Hikaru osservò Jin: sembrava piuttosto tranquillo nonostante il girono prima fosse rimasto impressionato dalla squadra avversaria che stracciò lo Shikegumi. Forse lo fissava troppo insistentemente, perché Mitsui le diede una leggera gomitata, ammiccandole e sussurrando:”Affascinata dal numero 4 bianco?” –di chi parla?- si chiese Hikaru. Forse di Soichiro, mezza cretina? Le ricordò la sua simpatica coscienza. A questo punto Hikaru arrossì violentemente, scotendo la testa con vigore. “Hai la carnagione chiara, Hikaru. Stai diventando rossa come la testa di Sakuragi, quindi la risposta alla mia domanda è si. Eh, si, eh si!” Ayako si inclinò verso di loro, bisbigliando:””Ehi, Hika. Mi sa che è meglio che lo ammetti al mondo, sei facile da decifrare!” “No, non lo dico in giro. Spero però che tu, Mitchi caro, manterrai il segreto!” rispose Hikaru, voltandosi verso Mitsui, che annuì sorridendo.
La partita era piuttosto equilibrata, però il Kainan era in vantaggio di 4 punti. “E il merito è di Jin e Kyota. Gli altri sono tutte matricole, non combinano più di tanto, anche se promettono bene se sono titolari di una squadra come il Kainan…” commentò Ryota. “Jin è un ottimo capitano, non l’avrei mai creduto! L’anno scorso mi pareva così composto, non mi dava l’idea di un leader! Invece mi ha sorpreso!” disse Mitsui aggrottando ancora le sopracciglia. Hikaru intatto sospirava a tutta birra –com’è bello il mio Soichiro, com’è bravo il mio Soichiro, com’è ganzo il mio Soichiro, com’è dolce il mio Soichiro…- e non serve continuare.
Quando il capitano dei bianchi segnò un ennesimo canestro da tre, lo Shohoku e quella parte dei tifosi Kainan che era riuscito a venire lì per fare il tifo batterono selvaggiamente le mani. “Ma perché stiamo applaudendo il Kainan?” chiese Rukawa, e Ryota gli rispose:”Bè, loro sono nostri concittadini! Ora che siamo contro quelli di Yokohama, penso che dovremmo tifare anche per loro!”. Hikaru così aveva anche una scusa per applaudire Jin, e anche il suo nuovo amico Nobu.
Finita la partita (79 a 74 per il Kainan), lo Shohoku uscì dalla palestra, e quando il Kainan uscì, fece loro i complimenti, per poi incamminarsi verso l’albergo per la cena.
Hikaru andò da Kyota, gli prese la testa e ci strofinò il pugno sopra, dicendo:”E bravo Nobuscimmia!”, fino a che Kyota smise di ridacchiare ed urlò:”Basta, mi fai male!!!” Hikaru allora lo mollò, sorridendo. Poi andò da Jin, prendendolo a braccetto, e con la mano libera dargli delle pacchette sul braccio, dicendo:”Bravo, Soichiro! Sei un ottimo capitano!” Jin sorrise radioso:”Grazie!”

Mezz’ora dopo, nelle camere dell’albergo…
“Stasera tocca a me lavarmi per prima…” disse Hikaru levandosi la felpa, allora Ayako si stese sul suo letto, dicendo:”Giusto.” Poi guardò l’amica maliziosamente:”Hm… è stato bravo Jin oggi, eh?” Hikaru la guardò, arrossata e sorridente raggiante:”Lui è il migliore!!! Devo trovare il coraggio di dirgli quello che provo entro il ritorno, devo solo aspettare l’occasione giusta…” “Bè, devi affrettarti Hika, perché partiamo fra tre giorni!” Hikaru la guardò sconsolata:”Lo so! Ma devo riuscire a beccarlo in un momento propizio!” ed entrò in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Quando finì di lavarsi si accorse di aver dimenticato il cambio d’abiti sul letto, quindi si arrotolò un asciugamano intorno al corpo ed uscì, ma non trovò più Ayako, bensì Hanamichi, che stava seduto sul suo letto e sfogliava un fumetto. Quando si accorse di Hikaru, alzò lo sguardo ed iniziò a boccheggiare. Hikaru vedendolo rimase un attimo sorpresa, poi si rese conto di aver indosso solo l’asciugamano, ed anche piuttosto corto (non avendo trovato nulla di più coprente), mollò un urlo da far invidia ai babbuini della giungla nera [non sono sicura che ci siano babbuini nella giungla però… fa lo stesso, non è importante ^_^’ ND Aya] e si richiuse in bagno. Poi urlò:”Che fai qui dentro, maniaco???”. Sentì Hanamichi battere un colpetto sulla porta, dicendo:”Non sono qui per spiare te, ci mancherebbe io sono fedele ad Harukina cara! Ma… dai esci, che ti spiego!” “Tu però passami il cambio che c’è sul mio letto” “Intendi quel completo mutandine-reggiseno rosso fuoco?” “Mmmmgggbbblsssi. E anche i pantaloni e la maglietta… per favore.” Hanamichi li prese e li passò nello spiraglio che lei aveva aperto dalla porta. In un minuto fu pronta ed uscì, fulminando Hanamichi con lo sguardo, e tuonando:”Spero che tu abbia una scusa plausibile!!!” “Si, ce l’ho! Vedi, Ayako ha fatto una chiacchierata a quattrocchi con Ryota, e… è venuto fuori che lo contraccambia ! » “E tu hai spiato?” “Bè, più o meno. Comunque io ho pensato di lasciar loro il campo libero, si sono spostati fino al letto di Ryochan!” Hikaru spallazzò gli occhi:”Vuoi dire che stanno…” “No, stanno solo pomiciando. Almeno credo! Insomma non volevo bighellonare per i corridoi come un vagabondo, quindi sono venuto a trovarti, ma NON SAPEVO CHE TU STESSI FACENDO LA DOCCIA!”. Hikaru gli batté le mani sulle spalle, dicendo:”Su, su! Sei perdonato, se non l’ hai fatto apposta! Ti credo, Hana…” “Grazie! Sai, posso sembrare di tutto, ma non sono un maniaco!” “Lo so”.
Hikaru era molto sorpresa per quella situazione: era successo tutto così in fretta! Ayako amava Ryota e non gliel’aveva detto! Ma perché? Forse l’aveva scoperto da poco ed aveva subito fatto il passo… “…e bravo Ryota…” mormorò, sorridendo, Hanamichi esclamò:”Puoi dirlo due volte!”

Il “torneo” [chiamiamolo così ND Aya] proseguì bene per le squadre di Kanagawa: lo Shohoku batté lo Tsunoki di un solo punto, ma pur sempre il punto che regalò loro la vittoria. Inoltre vinse anche con lo Shikegumi, che non era una quadra eccezionale. Purtroppo perse contro il Kainan [d’oh! ND Aya], di due punti, ma perse.
Kyota era tutto tronfio e non perdeva l’occasione di sfottere Sakuragi, che in tutta risposta attaccava rissa.
Così facendo siamo arrivati all’ultimo giorno di trasferta.
Quell’ultima mattina, dopo colazione (alle 11.00), Ryota comunicò alla squadra:”Ragazzi, oggi di fa la siesta! Il torneo è finito e noi possiamo svagarci un po’.” “Evvai!” “Dove andiamo?” chiese Yasuda. “Mi sono già organizzato con i ragazzi del Kainan, abbiamo deciso di andare al mare, vi va l’idea? Non sembra nemmeno che il caldo è passato!” “Ci sono 28 gradi” annunciò Kuwata, consultando il suo mega-orologio con parabolica.
Tutti salirono nelle loro stanze per mettersi il costume, ed Hikaru era un po’ in crisi: Jin l’avrebbe vista in costume. Non che non avesse un bel fisico, ma aveva la pelle tanto chiara, e solo con il bikini addosso sembrava una biscia albina. Ayako intuì il motivo della sua espressione cupa, scoppiò a ridere ed esclamò:”Ma dai, Hika! Non avrai quella faccia per la paura che il tuo bello ti veda seminuda! Ma se sei bellissima, non preoccuparti! Avessi io il tuo fisico!” Hikaru preferì non commentare quest’ultima affermazione.
Ayako, arrivate in camera, prese subito il suo costume dal cassetto e si chiuse in bagno. Hikaru invece si impantanò per una stupidaggine: aveva in mano due costumi, e non sapeva quale scegliere. Il bikini violetto lucido che la faceva sentire di una bellezza mozzafiato, o il sobrio due pezzi sportivo grigio a bande bianche? Bel dilemma! [ueh… ND Aya]. Quando Ayako uscì dal bagno mandando la porta a sbattere contro la cassettiera, decise che era ora di sbrigarsi. Ma prima guardò Ayako, ed esclamò:”Cacchio, Ayako! Stai da dea!!!” Ayako arrossì e disse:”Trovi? Non sembro troppo sfacciata?” “Bè, non è una tunica da frate, ma stai benissimo!”. Infatti Ayako indossava un bikini blu notte con i bordi giallo fluorescente, e le stava davvero bene. Hikaru disse:”Dai, su con la vita! Mi metto il bikini anche io così ci vergogneremo insieme!” Ayako rise e disse:”Allora ok”
Hikaru andò in bagno e in un minuto fu pronta. Sapeva che il costume che si era messa esigeva una gran sicurezza di sé per indossarlo, ma se stava bene non doveva farsi problemi, ed in effetti non stava affatto male. Magari avrebbe potuto fare colpo su Jin!
Mentre le due amiche scendevano nella saletta con il vestito da mare sopra i costumi e il telo nello zaino, Hikaru pensava –Ora che ci penso! [^_^ ND Aya] Questa è l’occasione per vedere Jin in –praticamente- mutande!!! Che bello, chissà quant’è ulteriormente bono! [o^.^o Jin sei un figo!!! ND Aya & Hikaru]-
Arrivate in saletta, Hikaru vede subito Jin davanti all’imboccatura delle scale: una maglia attillata verde e dei bermuda azzurri che Hikaru realizzò essere il costume. Da urlo! [UAAAAAAAAAAHH!!! ^.^ ND Aya]
Andarono alla fermata dell’autobus e presero quello che passava per la spiaggia. Mezz’ora dopo erano già sulla sabbia a cercare un posto dove piantare l’ombrellone [capite, il noleggio ombrellone non è gratis! Anche se non capisco che fanno in 24 con UN ombrellone… ND Aya] ma soprattutto dove piantare loro ventiquattro [appunto ND Aya].
Lo trovarono, ed in quattro e quattr’otto si levarono i capi di vestiario inutili e mi misero a correre verso il mare. La spiaggia, nonostante il periodo, era zeppa di gente perché era domenica. Hikaru ed Ayako si sentivano perfettamente a loro agio anche se erano le uniche ragazze insieme a 22 ragazzi. Arrivati sul bagnasciuga, Kyota, Jin, Hana e Ryota si scambiarono un’occhiata. Bastò per accordarsi sul prendere di peso Hikaru e di gettarla fra le onde. “Aaaaaah!!!! Annego!” ululò Hikaru, anche se sapeva nuotare benissimo. Quando emerse, vide una scenetta singolare: Hanamichi che esclamò:”Ed ora Ayako!” e Ryota che le si parava davanti:”Toccate Aya-chan e vi sbrano!!!”. A questo punto tutti raggiunsero Hikaru in acqua, iniziando a fare un gran chiasso e sollevamento d’acqua. Sarebbero stati capaci di simulare un maremoto da quanto strillavano. Approfittando della confusione, Jin si avvicinò ad Hikaru, schizzandola d’acqua e sorridendo come un’idiota. “Scemo!” esclamò sorridendo Hikaru, e gli saltò addosso, tenendogli la testa sott’acqua.Lui in tutta risposta se la trascinò dietro. Quando riemerse, vide che anche in ragazzo era in piedi, voltato dall’altra parte e tirando manate d’acqua a Kyota, che appena vide Hikaru che li guardava, finse si essere stato toccato da una medusa, ed urlando si allontanò. Hikaru esclamò:”Ehi! Mi volti le spalle? Adesso ti faccio vedere io!” e detto questo gli saltò addosso, aggrappandosi alla sua schiena e facendo finta di strangolarlo, come lui faceva finta di morire soffocato. Nella foga, Hikaru si sporse troppo in avanti, facendo cadere entrambi in acqua.
Passarono così una buona ora, fino a che venne ora di mangiare, e tutta la combriccola riemerse dalle profondità abissali per andare al bar della spiaggia a prendersi un hamburger.
Hikaru quel giorno cercò di stare il più possibile (e il più indirettamente) in compagnia di Jin, e ci riuscì. Ma la ragazza cercava l’occasione di dichiararsi, che però non arrivò.
Stava pensando a questo quando si trovò davanti agli occhi un grosso toast al formaggio. “Vuoi?” disse chi glielo porgeva, Jin. Il toast era ancora integro, (peccato) e Hikaru ne morse un pezzo, pensando –ma perché prima di offrirlo non ne aveva preso un morso??? Accidenti!!! Magari penserà che probabilmente mi fa schifo mordere un toast sbocconcellato… si, di solito si, ma da lui no!!!- .
Un’ora dopo, mentre scendevano nuovamente sulla spiaggia per concedersi un oretta si tintarella, Kyota si affiancò ad Hikaru, mordicchiando il suo ghiacciolo. Quando la finì, sorrise ad Hikaru, e disse:”Ehi, Nagi! Stai andando alla grande! Devi darmi lezioni!” “Non penso tu voglia conquistare una fanciulla utilizzando metodi da ragazza, Nobu!” “Giusto. Comunque complimenti! Continua così! E datti una mossa, che domani si torna a casa!” “E lo so! Ma troverò un’occasione per parlarci!” urlò Hikaru, amareggiata. Ma non ci pensò più quando si stese sul telo male per rotolarsi al sole come una lucertola, sperando di abbronzarsi almeno un pochettino.

Ma la sera venne, ed Hikaru non aveva ancora concluso nulla. Dopocena andò con gli altri nella sala tv dell’albergo a vedere un film in cassetta. Dopo un’ora già non reggeva più, e con la scusa di andare in gabinetto, uscì dalla sala, dirigendosi alla reception. Chiese all’uomo che stava dietro il bancone:”Scusi, potrei avere quel pallone che tenete sempre lì nell’angoletto…?” “Mi spiace, signorina. L’ ho già dato ad un vostro amico un’ora fa, prima che iniziasse il film. Magari riesce a trovarlo, ha detto che andava a fare due tiri al campetto” “Quale campetto?” “Nel campetto accanto al bar, quello che sta dall’altra parte della strada!” “Grazie” Hikaru, detto questo, uscì dall’albergo, per raggiungere il cosiddetto “amico” del campetto.
Arrivato, vide un ragazzo alto e magro, con indosso una tuta nera, che eseguiva un perfetto canestro da tre. –Jin?- pensò Hikaru, più speranzosa che mai. Il ragazzo, sentendo la presenza di Hikaru si voltò. La scarsa illuminazione del lampione parò davanti ad Hikaru la figura di Mitsui. Mancò poco che la ragazza non si buttasse urlando al di là della siepe. Ma quando sentì la dolce voce di Jin esclamare:”Ciao, Hikaru! Che ci fai qui?” sospirò di sollievo e di felicità –finalmente ho l’occasione di confessargli cosa provo!-. Disse:”Bè, veramente non lo so di preciso… ti da fastidio se ti guardo?” “No, figurati!” il volto di Jin era piuttosto assonnato, ma lo stesso continuò a tirare a canestro. Hikaru si sedette circa a metà campo, osservando Jin muoversi. Si vedeva che era un po’ impallato per via del sonno. Infatti, un paio di minuti dopo, Jin si voltò e camminò verso Hikaru, sbadigliando:”Hawn… Ho un sonno che crepo!” e si sedette accanto a lei, fissando il vuoto con la testa che ogni tanto gli si abbassava. Hikaru era sottoterra –che sfiga bieca! Non riuscirò a comunicare per nulla se ‘sto qua è mezzo addormentato! Fa fatica a tenere gli occhi aperti!-. ma i suoi pensieri furono interrotti dal bofonchio del ragazzo: “Hikaru… Non so se riesco ad arrivare sveglio fino alla camera… mi è venuto un tal sonno così… all’improvviso…” ed appoggiò la testa alla spalla di Hikaru, che si sentì andare in fiamme. “Scusa…” mormorò lui “Non… non importa” rispose lei, talmente emozionata da non riuscire a parlare. Aveva già toccato Jin, tipo quel giorno in spiaggia, ma mai si era sentita così pelle-a-pelle col ragazzo. Pochi secondi dopo sente il lieve russare del ragazzo, ed Hikaru fa un sorriso rassegnato, scotendo la testa. Poi si sofferma ad osservare il viso di Jin. –è così dolce mentre dorme… non si direbbe nemmeno che sia un ragazzo di 17 anni! Sembra… un bambino delle elementari!-. Ma ancora una volta i bofonchi di Jin la distrassero dai suoi pensieri, il ragazzo stava parlando nel sonno. “Hikaru…”. Lei sorrise, stando al gioco, e mormorò piano:”Dimmi” “Hnn….” mormorò Jin, arricciando per un secondo il naso. Poi disse qualcos’altro:”…ti amo…”. Hikaru restò zitta, immobile ed incredula per un lunghissimo istante, poi disse, al culmine dello stupore:”COME???”. Jin, in tutta risposta si strusciò un po’ sulla sua spalla, il suo respiro lieve sul collo della ragazza. Hikaru sentì un lunghissimo brivido correrle giù per la schiena, e restò comunque immobile, assimilando ogni istante di quella situazione. Intanto rifletteva: se Jin aveva detto che l’amava mentre dormiva, forse corrispondeva a verità dato che mentre si dorme la verità viene a galla [è una spiegazione un po’ contorta, ma se ci si pensa è + o – così ND Aya]. E se magari non stava dormendo e stava solo facendo lo scemo? …-No, no! Soichiro non è un maniaco!!! Mi vergogno solo di averlo pensato!-. La voce di Jin continuava a rimbombarle in testa. “Ti amo anch’io, Soichiro…”

“Nagi! Nagi sei… si sei qui. Ti abbiamo cercato ovunque!” Hikaru si voltò, vedendo ai bordi del campo Hanamichi, e a pochi metri da lui Kyota che lo raggiungeva. Hanamichi la guardava con gli occhi a palla, che boccheggiava. Hikaru stava per dire qualcosa quando Hanamichi si esibì in un urlo da far cadere i grattacieli:”AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH! OPPORCAVACCAAAAAAAAAAAA!!!! Hikaru con Jin! Oh, dio! Che state facendo????” Kyota per fortuna intervenne:”Ma fatti prete Sakuragi! Non vedi che Jin sta dormendo? Anzi, è sveglio!”. Infatti Jin, mugugnando, si era rimesso a sedere, e si strofinava i pugni sugli occhi [che cuci! o^.^o ND Aya] “Hn… che ci fate qui ragazzi?” chiese. Prima che Sakuragi potesse dire qualcosa, Kyota lo trascinò via, ed Hikaru disse:”Ti sei addormentato! Eri davvero stanco!… Parlavi anche nel sonno!” “Davvero? Non sapevo di parlare nel sonno! E cosa ho detto?” “Bè… non l’ ho capito bene…” “Ah. Bè, scusami Hikaru, ho un sonno che non ti dico… vado in camera a farmi un pisolo.” “Anche io, sono le undici e mezza, e domani mattina dobbiamo partire!” “Allora andiamo! …Hawn… Penso che il film sia finito no?” “Credo proprio.”
Dieci minuti dopo erano già nel corridoio che dava alle loro stanze. “Allora buonanotte, Soichiro!” disse Hikaru. Erano davanti alla porta di lei e di Ayako, e si stavano dando la buonanotte. “Bè… Buonanotte, Hikaru…” mormorò Jin in risposta, facendo per voltarsi, ma si fermò a guardare Hikaru. “Che c’è?” chiese lei. “Scusami…” “Per cosa?” “Per questo…” e detto questo, Jin le mise una mano sulla nuca, la tirò piano a sé e le dette un bacio leggero sulle labbra, tanto delicatamente che sembrava avesse paura che si rompesse. Hikaru era senza fiato, sentiva il cuore batterle a milleduecento. Quando si staccarono, Jin aveva un’espressione imbarazzata e mortificata, girò i tacchi e nel giro di un nanosecondo si chiudeva già la porta della sua stanza alle spalle.
Hikaru rimase lì ferma, imbambolata. Si sfiorò la bocca con due dita: se le sentiva incandescenti. Soichiro l’aveva baciata! Era stato tutto così infinitamente bello… Ma allora l’amava davvero!
Con il cuore impigliato tra le corde vocali per la felicità, Hikaru entrò nella sua stanza, intenzionata a non dire nulla ad Ayako, voleva chiarire prima con Jin. Ayako comunque già dormiva.


“Ehi, ragazze! Basta poltrire, che si torna all’ovile!” l’urlo di Ryota fece sobbalzare Hikaru, che quasi cadde dal letto. Ayako emerse dal groviglio di coperte, con una faccia da cadavere, muggendo:”Ryochan adorato… io ti massacro i mignoli dei piedi!” [aaah! Copyright!! ND Setsuko – Dai, Set-chan! Siamo amiche! Ti concedo una battuta mia! ND Aya].
Hikaru si alzò a fatica, dirigendosi verso il bagno, ma Ayako, ritrovato all’improvviso tutto il vigore, si fiondò davanti alla porta:”Eh, no! Oggi tocca a me il primo turno, ricordi?” “Hn… ricordo. Su, spicciati!”.
La ragazza con le dread sentì un’altra voce fuori in corridoio che svegliava garbatamente la gente insieme a Ryota.
Si affacciò alla porta, già certa di trovarsi davanti Jin. Infatti. “Buongiorno…” bofonchiò Hikaru, assonnata. Jin, che era in procinto di buttare già la porta di due matricole della sua squadra, si voltò di scatto, sorridendo:”Ehilà! Salve Hikaru!” “Hm” si fissarono a lungo, senza dire nulla, a tutti e due era tornato a mente il bacio della sera prima.
Hikaru all’improvviso fece un sorriso malizioso, Jin sorrise alzando un sopracciglio, le si avvicinò e la coinvolse in un bacio da infarto, appoggiandosi allo stipite della porta.
Quando finirono, si misero fronte a fronte, sorridendo. “Vedi che non ti sei dimenticata!” “Come avrei potuto dimenticarmi del miglior baciatore della terra?” “Meglio del tuo ex?”. Bella domanda. “Sicuro! Il nuovo è sempre il migliore!” ridacchiò la ragazza, prima di dargli un piccolo bacio sull’angolo della bocca prima di rimettersi in posizione eretta, dicendo:”Però ora basta, qualcuno potrebbe vederci!”. L’espressione di Jin non sorrise più:”Che c’è? Ti vergogni di stare con me?”. Hikaru si soffermò un attimo a pensare a quelle ultime tre parola… Era insieme a Soichiro! La sola idea la galvanizzava! Sorrise:”Certo che no, cicci! Come potrei?” lo abbracciò e lo baciò. Poi disse:”Devo solo andare a lavarmi. Se Ayako esce e ci vede baciarci, dico che si nasconderebbe nell’armadio per osservarci meglio. “Invece sono qui, all’aperto!” disse una voce. “Buongiorno Ayako!” sorrise Jin. Hikaru si voltò, vedendo la compagna di stanza che li guardava con un’espressione maliziosa. “Ah! Aya… bè non…” “Non preoccuparti, se non vuoi che si sappia in giro, io sarò muta come una catacomba!” e sorrise. Poi aggiunse:”Però non sono sicura che possa esserlo lui.” Jin e Hikaru guardarono nella direzione che indicava Ayako. In corridoio stava Kyota, con un sorriso che gli tagliava la faccia in due, e disse:”Guarda che io lo so dal primo giorno che siamo qui. E brava Hikaru, ce l’ hai fatta infine a parlare!” “Veramente il primo passo l’ ho fatto io!” sorrise Jin. “Dai, dai. Vi saluto ci vediamo dopo, devo farmi la doccia…!” disse Hikaru, dando un buffetto sul naso a Jin e scomparendo nel bagno.

Un paio d’ore dopo, Kainan e Shohoku erano nella saletta dell’albergo, a consegnare le chiavi delle stanze, e valigie in mano, pronti a partire. “Piacevole soggiorno?” chiese l’uomo del bancone. “Molto, grazie!” sorrise Jin, mettendo sul bancone l’ultima chiave. Poi tutti uscirono. Sarebbero dovuti tornare all’autogrill dell’andata, lì il pullman avrebbe dovuto ritirarli.
“Vuoi che ti porti la valigia? Sembra pesante… ma quanta roba ti sei portata?” Jin si affiancò ad Hikaru, osservando preoccupato il bordone della ragazza. “Non preoccuparti…” Hikaru, ogni volta che guardava Jin, almeno quella mattina, aveva l’istinto di dirgli “ti amo!”, ed anche se sembrava stupido, ogni volta Jin sorrideva e diceva:”Io di più!”
Arrivati all’autogrill, i ragazzi si sedettero sulle panchine del parcheggio, aspettando il solito autobus color tempesta. Nessuno aveva saputo che Jin ed Hikaru stavano insieme, che si comportavano normalmente.
Hana e Nobu raccolsero i soldi per una colletta, poi fecero una corsa fino dentro l’autogrill per fare incetta di patatine e cioccolate, che poi distribuirono in giro. Quando Kyota porse le tre barrette di cioccolata a Hikaru, lei esitò:”Poi diventerò un brufolo ambulante!” “Saresti bellissima lo stesso. Su con la vita, che sennò te la mangio io!” disse Jin, passandole un braccio intorno alla vita. Hikaru lo guardò bieca:”Provaci solo”.
L’autobus arrivò, sbuffando come una ciminiera. Solita corsa per i posti dietro che si preannunciava [io x descrivere ‘sti viaggi in autobus mi baso sulle gite che faccio con la mia classe! ND Aya]. Jin sorrise ad Hikaru, con aria finto battagliera, le afferrò la mano e la guidò fino a dietro, per accaparrarsi i posti appartati migliori [sapete quei posti inabissati, adatti a pomiciare? ND Aya]. Riuscirono a beccarne uno decente, il migliore era riuscito ad acchiapparlo Ryota insieme ad Ayako. Hikaru fece l’occhiolino ad Ayako, che ricambiò. Avevano chiarito insieme il motivo per cui Ayako era andata da Ryota senza confidarsi prima con l’amica: mentre le parlava aveva capito che il sentimento che provava per Ryota, che ultimamente era aumentato, era sciocco tenerselo per sé. Appena Hikaru si era chiusa in bagno, Ayako aveva sfrattato Hanamichi per parlare a Ryota con calma.
Ma venne subito riportata alla realtà dallo sbalzo che ebbe l’autobus appena partì. Hikaru guardò Jin, stava appoggiato allo schienale e fissava il portacenere del sedile davanti. Poi si girò verso di lei, sorridendo:”Posso baciarti o ti vergogni?” “Aspettavo solo un tuo segnale!” ghignò Hikaru, sporgendosi su di lui e baciandolo. “Ah, ma allora i miei sospetti erano fondati!!!” esclamò una voce dietro di loro. Hikaru alzò il viso, vedendo Sakuragi che si sporgeva su di loro, con un’espressione sconvolta dipinta sul viso. Hikaru gli dette un finto pugno sul naso:”Sai che non è bene spiare i fidanzatini?” “Ah, siete anche fidanzatini! Pazzesco, da non crederci…” e si risedette.

Quando l’autobus si fermò davanti all’istituto Kainan, Hikaru guardò Jin addolorata:”Te ne vai già?” “Eh, si… Ciao, Hikaru!” Jin la baciò appassionatamente prima di riprendere la sua borsa e seguire la sua squadra fino ai cancelli della scuola. Hikaru restò incollata al vetro ad osservarlo fino a che non scomparvero dalla sua visuale. Si auto-annunciò che il giorno dopo, finiti gli allenamenti, sarebbe andata al Kainan a trovare il suo Soichiro.
Poi il pullman si fermò allo Shohoku. Scesi, la squadra entrò a scuola un po’ per salutare, poi tornò a casa.
Hikaru, appena arrivò a casa, trovò una MTB nera che non era di casa. Si precipitò dentro per scoprire l’identità dell’ospite.
“Sono a casaaaaa!!” urlò appena entrata. Dal salotto uscì un ragazzo alto in ciabatte. Aveva i capelli lunghi e leggermente riccioluti, tenuti in una coda, e sorrideva. “Ciao cuginetta!” Hikaru lasciò cadere la borsa a terra per lo stupore:”Kinori? KINORIII!!!” urlò e saltò al collo del cugino, ridendo. Dal salotto uscirono anche i genitori di Hikaru e il fratellino, Yamato. “Sei tornata!” dissero abbracciandola. “Com’è andata?” “Bene, bene!” “Raccontami allora, com’è andata!” la invitò Kishimoto, sorridendo. “Ah, Tsuyoshi ti saluta!” “Ma da quando sei qui? Sei venuto in bici!” “Ma no scema, ho passato qui la notte! Sono ospite qui per un po’… dai allora raccontami!” “Ma…” Hikaru guardò i genitori e Yamato. “Non è un problema. Scusate zii, Yamato… io e Hikaru abbiamo tante cose da raccontarci!” ghignò Kishimoto, prendendo Hikaru per le spalle e conducendola nella camera di lei. Quando si chiusero la porta alle spalle Kishimoto la guardò:”Allora? Cosa è successo?” “Eh… è una storia lunga!” Hikaru aveva un sorrisetto beato in faccia. Stava pensando a Soichiro. Al suo Soichiro.
Il suo Soichiro. Le piaceva molto quel termine. –Hikaru Jin… non suona male!-

Fine!!

Aya: aaahhh… la morte mi pervade! Non ho mai scritto una ffc autoconclusiva lunga 21 pagine!
Kyota: i miracoli sono di questo mondo
Aya: non dovresti essere tu a parlare così male di me! Ti ho sempre fatto avere parti belle! Ingrato!
Kyota: giusto, scusa ^_^
Ru: ma io ho proprio una parte inesistente!
Aya: non ti preoccupare! Ho in programma una bella ffc su di te!
Ru: era anche ora!
Jin: hm… a me ne ha dedicate due! Che bello!
Hana: però, sei sveglio!
Jin: sta zitto scimunito!
Aya: insomma, vi è piaciuta?
Jin: a me si ^_^
Aya: amore santo! E a voialtri?
-Silenzio-
Kosh: oh, bè… PIACIUTA è una parola grossa!
Aya: volete dire che fa schifo vero! Lo sapevoooo! Bwaaaaah!!!
-Corre in camera sua sbattendo la porta e piangendo disperata-
Kyota: dite che dovremo scusarci?
-ci pensano su-
Tutti: naa. È forte… capirà!
-Aya intanto osserva dallo spioncino-
Aya: ggr, bastardi!
-esce sbattendo la porta-
Aya: Ru, te la scordi allora la ffc!!!
Ru: bè, tanto alla fine decidi sempre tu!
Aya: NO! Non devi fare così! Mi levate il gusto di tiranneggiare!
Hana: E poi dite che sono io l’idiota!
Aya: -_-‘



 
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