CADO...MI RIALZO...CADO E POI MI RIALZO DI NUOVO. - Capitolo 1° -
Cado…mi rialzo…cado e poi mi rialzo di nuovo.
Sembro una bambina che cammina per la prima volta, barcollo, inciampo, cado. Il fisioterapista rimane lì a guardarmi, appena accenno a cadere si avvicina e mette le mani intorno al mio corpo, non mi ferma, mi lascia provare ma se cado mi prende saldamente. Ha le mani grandi, le braccia muscolose, quando mi prende sento un calore pervadermi il corpo, subito lo scosto e ricomincio da capo. Lui non si arrabbia, mi guarda e ride…mi da una rabbia! E’ così calmo, non la sopporto la sua calma. Non capisco perché ride…ma mi da fastidio, sembra un ragazzo con cui mi sono scontrata in una partita…continuavo a spingere con la palla in mano per penetrare nell’area, lui non si spostava di un millimetro. Mi rubava tutte le volte la palla e partiva in contropiede, tutte le sante volte io gli correvo dietro e cercavo di rubargli la palla con scarsi risultati, o fallivo completamente o facevo fallo. Lui dalla linea dei tiri liberi mi guardò e disse ridendo con aria di sfida: “Che testa dura, mi piace il tuo stile! Non avrò pietà, ritieniti sfidata!”
Quella faccia è la stessa del fisioterapista, ma non capisco perché faccia così…perché mai dovrebbe sfidarmi? Perché mi deve provocare? Non capisco...l’unica cosa che capisco è che se penso al basket sento di nuovo il dolore dei ricordi, sento ancora più male, è in quei momenti che mi chiedo – riuscirò mai a ricordare senza soffrire? –
Andai avanti per molti giorni a farmi queste domande senza però trovare alcuna risposta, intanto continuavo a cadere, rialzarmi, cadere e poi rialzarmi di nuovo e poi:
Ancora__________________ancora.
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