I CAPITOLO
- Capitolo 1° -
Il QUADRO
Questa ff è iscrivibile, temporicamente parlando, dopo l'arrivo di Miroku ma prima del secondo scontro con Sesshomaru, la temporizzazione è molto importante (dopo scoprirete il perchè ^_^)
-Uff! Quand'è che ci fermiamo? Io ho sonno e sono stanco.-
-Sta buono, marmocchio. Ci fermeremo se e quando troveremo un posto buono per dormire-
-La volete finire, tutti e due?-
Shippo, Inu Yasha, Kagome e Miroku avanzavano nella sera, ormai era abbastanza buio, e non sembrava che ci fosse un posto adatto a piantare un campo, solo alberi e rocce.
-Allora, Inu Yasha, dov'è questa scorciatoia famosa che passa per le montagne?-
-E' qui vicino.-
-Dove? Io vedo solo alberi, rocce e qualche torrente!-
-Temo che il signorino Inu Yasha abbia , come dire, perso i suoi punti di riferimento...-
-Stà zitto, vecchio Myoga! So benissimo dove ci troviamo!-
-E dove, di grazia?-
-Emmm...-
Kagome si fermò -Fantastico! Siamo persi per le montagne, e per giunta senza viveri! L'ultimo pacchetto di patatine se l'è sbafato Miroku!-
Tutti si voltarono a guardare il giovane monaco.
-Avevo fame!- Disse quello, come per scusarsi.
-Aspettate!- A lanciare questo grido era stato Shippo, il giovane youkai di volpe disse -Sento un odore umano! Forse c'è un villaggio, da queste parti!-
-Così in cima alle montagne, non credo proprio!- Replicò lo sbafatore a tradimento.
-Ha ragione il moccioso, lo sento anch'io, quell'odore-
-Bé, proviamo ad andarci, magari ci daranno qualcosa per mangiare e un posto per dormire!- Commentò Kagome -Forse tu non sei stanco, Inu Yasha, ma io si, e vorrei riposare, prima che tu ritrovi la tua famosa scorciatoia...-
A dire la verità anche lo stomaco del mezzo-demone lanciava brontolii preoccupanti.
-Va bene, andiamoci-
Seguendo l'olfatto dei due, arrivarono a una parete rocciosa molto in pendenza dove una stretta cengia di roccia conduceva a quella che sembrava una grotta, sotto gli ultimi raggi raggi del sole in tramonto una donna stava dipingendo qualcosa.
-L'odore umano è il suo- Commentò Inu Yasha.
-Andiamo, forse ci darà qualcosa da mangiare...-
-Ma se ti sei appena sbafato il nostro ultimo pacchetto di...-
-Allora, andiamo si o no?!-
Andarono, ma si erano appena incamminati lungo lo stretto sentiero di roccia che la giovane donna disse : -Siete i benvenuti stranieri- Senza smettere di dipingere e con voce molto dolce. Rassicurati i nostri giunsero vicino alla donna di spalle, la prima cosa che notarono fu che aveva i capelli biondi (cosa davvero molto rara, nel Giappone dell'epoca sengoku!), eppure, nonostante i capelli e il volto dai tratti occidentali, vestiva un kimono riccamente decorato con fantasie rosa, verdi e bianche, molto tenui e delicate; il quadro che stava dipingendo rappresentava il paesaggio montano che avevano lì davanti. Eppure c'è qualcosa che non mi convince, nel quadro...Pensò Inu Yasha, non proprio una sensazione, ma come se mancasse qualcosa...
-Io sono Kagome, loro sono Inu Yasha, Shippo e Miroku, siamo in viaggio e ci siamo persi...-
-Non ci siamo persi!!-
-Si, come vuoi, Inu Yasha, ci siamo presi un istante per contemplare il mondo e abbiamo tanto contemplato che non capiamo più dove siamo...-
-Ma io ti...-
-A cuccia!-
SBONG!
La donna rise piano -Benvenuti, io sono Ametista, pittrice, e vivo qui- Più o meno tutti pensarono che aveva un nome molto strano, ma il vecchio Myoga rizzò le antenne (^_^) -Se volete mangiare qualcosa, c'è del cibo dentro, io devo finire il mio quadro prima che cambi troppo la luce-
-Be, è ospitale-
I nostri eroi erano seduti all'interno della grotta a mangiare, e l'emanatore di questa sentenza era Miroku.
-Sarà- Commentò il vecchio pulce Myoga -ma io credo di aver capito chi è la nostra ospite...-
Tutti smisero di ingurgitare spaghetti e lo fissarono.
-E chi?- Disse Inu Yasha -E' sicuramente umana ed è innucua- (a quanto sono riuscita a capire, per Inu Yasha tutti gli umani sono innocui...In quanto tali!NdAr)
-Se è quella che penso dev'essere la Siribilla...-
-Cioè?-
-La suo ignoranza mi spaventa, signorino, comunque, il soprannome di Siribilla (*) le è stato dato per una particolare caratteristica dei suoi quadri...-
-E quale?-
-La Siribilla dipinge i suoi quadri molto attinenti al vero ma in cui tutte le cose...-
-Avete mangiato bene?-
Il vecchio Myoga tacque e andò a nascondersi tra i capelli di Inu Yasha.
-Si, molto bene!La ringraziamo molto- Rispose Kagome, che tra tutti era l'unica a ricordarsi le buone maniere.
-Credo che stanotte sarà meglio che vi fermiate a dormire qua, domani potrete partire. Ah, già che ci sono vi darò qualche provvista, credo di aver capito che siete senza...-
-Lei è davvero molto gentile.-
-Oh, no! E' solo che mi capita di rado di avere ospiti...-
-Allora, Myoga, cos'hanno di particolare i quadri della Siribilla?- Chiese Kagome.
Si erano messi a dormire sui tatami, gentilmente concesi loro da Ametista, Miroku e Shippo già dormivano di grosso, e la loro ospite aveva detto che voleva cominciare un nuovo quadro, quella notte, così lei e Inu Yasha potevano riprendere la conversazione interrotta.- Non sarà come quel pittore che abbiamo afrontato un pò di tempo fa, spero...-
-Oh, no. Il signorino Inu Yasha ha ragione, in questo, in lei non c'è nulla di demoniaco, anzi...Però ha, come dire, capacita particolari...-
-Vieni al sodo.-
-Insomma, nei suoi quadri lei dipinge tutto in modo molto veritiero... Come sarà tra un mese esatto!(*)-
-Eeeh?!?-
-Vi faccio un esempio, nel suo quadro più famoso dipinge un campo di battaglia, solo che in quel campo, all'epoca del dipinto, la battaglia non era ancora avvenuta! Avverrà soltanto 30 giorni dopo; in quel quadro, inoltre, si vede il famoso generale Hiroshi (nome completamente inventato!NdAr) morto con una freccia nell'occhio, come avverrà puntualmente in quella battaglia.In un altro dipinto...- All'improvviso, Inu Yasha capì cosa non andava nel quadro che stava dipingendo: mancava un picco! Pensò che, date la capacità divinatorie di Ametista era probabile che da lì a 30 giorni quello franasse.
-Basta! Abbiamo capito. Comunque, non è pericolosa.-
-Assolutamente no, signorino. La Siribilla usa le sue doti divinatorie in modo molto tranquillo, limitandosi a "immaginare", se mi è concesso usare questo termine non propriamente esatto, il futuro, senza tentare in nessun modo di interferire in esso-
-Allora andiamo a dormire, domani dobbiamo continuare a contemplare il mondo, sperando di riuscire a ritìrovare il nostro cammino interiore...-
-Kagome!!!-
-A Cuccia! (SBONG!!!), Buonanotte a tutti.-
Il giorno dopo splendeva il sole, Ametista-Siribilla stava dando qualche informazione a Kagome sulla strada più breve per uscire dalle montagne -...Quando avrai visto la roccia a forma di aquila, gira a destra e costeggia il monte, troverai il sentiero.-
-Grazie, Ametista.-
-Di nulla. A proposito, dov'è il ragazzo che era con te, ho una cosa che vorrei dargli...-
-Inu Yasha? é andato di là -Disse, indicando una roccia sporgente sopra di loro -Credo stia tentando di ritrovare l'orientamento...-
-Grazie-Repplicò la Siribilla, avviandosi.
-Che vuoi?-
-Solo darti questo piccolo quadro, l'ho fatto stanotte, rappresenta te e quella ragazza.-
-Kagome?-
-Si, lei-
Nel dire questo Ametista tiro fuori dalla manica del chimono un quadro poco più grande della copertina di un libro di medie dimensioni (20per30 ca NdAr).
Inu Yasha lo prese e gli getto un'occhiata indifferente, poi impallidì e gettò un urlo.
Kagome salì di corsa fino alla roccia dove si trovavano Ametista e Inu Yasha. La Siribilla era già scesa dall'altra parte, ma il mezzo-demone era ancora lì e la sua espressione preuccupò molto Kagome, per usare un eufemismo: aveva visto Inu Yasha arrabbiato, preoccupato, stanco, depresso, ferito e, raramente, gentile.
Ma ora era terrorizzato.
Aveva l'espressione di qualcuno che stava rimirando il suo peggiore incubo: era pallido, con gli occhi sgranati e la bocca contorta in una smorfia di terrore, stringeva tra le mani un piccolo quadro e sembrava questo la causa del suo shock.
-Inu Yasha...-Disse, avvicinandosi.
-No!- Esclamò, nascondendo immediatamente il quadro nella manica del suo kuniginu -Stai lontana!-
-Ma...-
-Via, ho detto!- Detto questo si lanciò giù dalla roccia, sparendo nella foresta (per fortuna nella direzione giusta).
Kagome corse giù.
-Cos'è successo?-Chiese Miroku.
-Non lo so!-
-Non proccupatevi, vi raggiungerà sul sentiero.-Era stata la Siribilla a parlare, si era rimessa a dipingere sul davanti della grotta, più tardi Kagome si pentì di non averle chiesto cosa ci fosse in quel quadro, ma sul momento era troppo preoccupata per Inu Yasha.
-Noi andiamo subito.-Esclamò, con tono talmente perentorio che nessuno osò discutere.
La Siribilla stava guardando la strana compagnia, una ragazza che spingeva a mano, ma velocemente, una bici, il giovane monaco e il piccolo demone-volpe, il suo sguardo si soffermò in particolar modo sulla ragazza, ed era malinconico e profondamente triste.
Sospirò, prendendo in mano un pennello più piccolo e cominciando a stendere un velo di verde tenue sul prato del dipinto.
Sul suo volto gentile mancava il solito, dolce, sorriso.
*L'idea non è mia, viene dal libro "La compagnia dei Celestini" di Stefano Benni, uno dei miei autori preferiti
( ^_^ lo dico per non essere accusata di plagio, il personagio appartiene a lui!), lì la Siribilla dipinge di anno in anno, io ho abbreviato i tempi, mi serve ai fini della storia...
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kagomina - Voto:
Bellissimaaaaaaa!!!!!!!! e troppo bella!!!!!!!!! Ciaooooooo!!!!!!!!!!!!!!