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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: COME UN FIGLIO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: tindomerel galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/08/2004 17:59:09

i pensieri di harry, i pensieri di silente quando tutto sembra perduto...
 
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BANCHETTO NELLA SALA GRANDE
- Capitolo 1° -

Capitolo 1°
-Come un figlio-

Luna si allontanò, e mentre la seguiva con lo sguardo Harry ebbe la sensazione che quel terribile senso di oppressione allo stomaco fosse un po' diminuito.

Seguì il consiglio di Ron e si diresse verso la Sala Grande, che come al solito era gremita di studenti.
Cercò di appiattirsi contro il muro per non farsi notare, ma centinaia di paia di occhi indiscreti seguirono il suo incedere indeciso, lungo il tavolo dei Grifondoro. Poco distante notò Ron e Hermione. Avevano tenuto un posto riservato per lui, in mezzo a loro. Si sedette lentamente, e rispose esitante ai sorrisi radiosi degli amici.
"Harry..sei venuto!" disse Hermione raggiante.
"Non potevo mancare al banchetto d'addio" rispose con un sorriso amaro.
In effetti proprio non avrebbe voluto andarci, ma parlare con Luna gli aveva fatto scattare qualcosa dentro. Si sentiva un po' più leggero, il peso del rimorso era stato in qualche modo alleviato. O forse era lì per puro masochismo.
Le tavolate erano imbandite con ogni genere immaginabile di dolci: gelati di ogni gusto, torte al rabarbaro con crema particcera e al mirtillo, pasticcini al miele e dolci di riso e quant'altro.
"Ottima decisione, amico" lo incoraggiò Ron "dai, mangia qualcosa!"
Harry non aveva voglia di mangiare, ma assaggiò comunque un po' di torta alla melassa, la sua preferita. Si accorse in un istante che gli studenti di tutte e quattro le case lo osservavano attentamente, ma i loro sguardi, escludendo quelli dei Serpeverde, non erano ostili o dubbiosi. Erano curiosi, trionfanti, comprensivi...
Harry guardò verso il tavolo delle autorità. Non vedeva Silente dal loro ultimo colloquio. Appariva tranquillo, mentre osservava attentamente il soffitto della Sala Grande, che quella sera rifletteva un cielo limpido trapunto di stelle.

Silente sorrideva tranquillo, mentre gli studenti banchettavano. Ma il suo sguardo dietro le lenti a mezzaluna, era stanco e preoccupato. Si potrebbe dire che fosse malinconico. Sentiva la responsabilità sulle sue spalle pesare come non mai. Pensò a tutte le persone che non era riuscito a salvare, alle catastrofi che, se avesse voluto, avrebbe potuto evitare.
Nel suo cuore stanco e tormentato, c'era posto persino per Tom Riddle, caduto vittima del proprio rancore.
Silente si chiese se non avesse mai davvero potuto evitare tutto questo...se fosse stato più comprensivo...se solo avesse immaginato.
Ma ora tutto questo non doveva avere posto nei suoi pensieri. Si sentiva in colpa perchè tutto ciò che aveva stabilito era andato in fumo. Sirius...la sua risata simile ad un latrato lo ossessionava. "Ti chiedo perdono" non poteva fare altro che chiedere perdono a lui...e a Harry. A quel povero ragazzo era stata sottratta anche l'ultima ombra felice di quell'oscuro passato. Un figlio, questo era Harry per lui. L'unico figlio che avesse mai avuto, perchè in qualche modo aveva vegliato sulla sua infanzia, lo aveva cresciuto sotto la sua ala protettrice. Ma non era stato capace di sottrarlo a quell'inferno.
"Lily e James avevano fiducia in te... e avrebbero avuto fiducia in Harry"
L'errore di un vecchio: pretendere di controllare ogni cosa da solo, soffocare ogni emozione che potesse mettere in pericolo gli altri, prendere sulle sue spalle tutte le responsabilità...provare a chiudere quell'anima tormentata in una teca di vetro, in un involucro di ignoranza e pace. Aveva lasciato che l'amore addormentasse la sua determinazione. Era un uomo debole perchè nonostante tutto nulla gli importava, finquando avesse potuto proteggere Harry e ciò che aveva di più caro. Fino alla fine.
Ma sapeva che non avrebbe più potuto proteggerlo, che avrebbe dovuto lasciare che camminasse con le sue gambe.
Per una frazione di secondo desiderò che non fosse accaduto nulla e gli anni si saggezza scivolarono via da lui, inutili, abbandonati.

Harry osservò a lungo il preside. Pensò a cosa ci si aspettava da lui. Pensò al suo crudele destino, che rischiava di mettere in pericolo coloro che amava. Non si sentiva in grado di adempiere al suo compito. Cieco odio e profonda tristezza lottavano nel suo cuore. Niente era più lo stesso, perchè ogni traccia del passato era stata risucchiata via. Aveva ancora la speranza, aveva ancora bisogno di sentirsi utile, di mettersi alla prova, di cancellare ogni sua colpa. Se non fosse stato per lui, Sirius sarebbe stato ancora vivo.
"E' morto da eroe...sul campo di battaglia...come avrebbe voluto morire"
Coloro che amava avevano sacrificato la vita perchè si adempissse quell'infausto destino. Erano morti per lui. Lo avevano lasciato solo, in balia degli eventi.
Coloro che amava morivano per il suo bene. Avrebbe perso ogni ombra di felicità? a cosa serviva vivere con questa orribile consapevolezza?

Silente si accorse di uno sguardo indagatore. Si voltò. Non pensava che sarebbe venuto. Non credeva che potesse succedere. Sapeva che niente sarebbe stato lo stesso. Guardò quel ragazzo e si accorse di vedere un uomo, vecchio, vissuto e provato quanto lui.

Harry aveva bisogno di sentire la fiducia di un padre, ma non aveva niente ormai.
Dopo tutto quello che aveva passato, dopo tutto il rancore che aveva provato, si accorse di non avere neanche la possibilità di sentire su di sè il calore e l'affetto di un genitore. Non poteva farsi consolare da una madre affettuosa, perchè la sua non c'era più. Non poteva chiede consiglio ad un padre forte e saggio, perchè il suo papà era morto. Dopo tutto quello che aveva affrontato, si sentiva forte, eppure indifeso come un bambino.
"E' fiero di me?" chiese stupidamente, con il pensiero, a Silente.

Quasi avesse percepito quella domanda in fondo a quegli occhi spenti e rassegnati, Silente alzò il calice. "Sì, figliolo...sono fiero di te!" e bevve alla sua salute.
 
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