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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: LE RAGIONI DELLA VENDETTA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: mercutia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/08/2004 17:50:21

sangoxmiroku... il resto è spiegato nell`intro
 
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LE RAGIONI DELLA VENDETTA
- Capitolo 1° -

Carissimissime Lucy e Bril, sicuramente voi non lo sapete, ma oggi, 15 agosto, non si festeggia solo Ferragosto, ma anche un evento molto particolare: è il vostro metà compleanno!!! Per chi non abbia mai visto o letto Rossana, si intende per metà compleanno il giorno che viene a metà tra due compleanni: ebbene bimbe mie oggi è il vostro, 20 giorni dopo quello di Bril e 20 giorni prima di quello di Lucy!!! Eh eh, solo io potevo pensare ad una cosa simile.
Ebbene, per vostra disgrazia, ho deciso di farvi un regalino, nella speranza che vi sia almeno un po’ gradito: siccome dopo la lettura del numero 38 di Inu Yasha (corrispondente alla famosa e ancora inedita in Italia puntata 118 dell’anime) mi sono messa a fantasticare ancor più di prima su Sango e Miroku, la mia coppieta adorata, ho deciso di fare un piccolo esperimento. Volevo mettermi alla prova per vedere se mi riesce (e in quanto tempo) scrivere una fan fict autoconclusiva. Questo qua di sotto è il risultato… ci ho messo più del previsto, ma questo anche a causa dei moltissimi impegni di questi giorni… e se avessi avuto più tempo probabilmente mi sarebbe venuta meglio… infatti non è all’altezza dell’idea originale che avevo… vi dovrete accontentare, in fondo l’ho detto, è solo un esperimento!
Ah, scusatemi se ve la pubblico solo ora che sono quasi le 18, ma oggi mi sono svegliata tardino… siccome ho fatto le 5:30 questa notte.. eh eh eh!!!
Non ho altro da dirvi, se non un buon metà compleanno e che vi voglio bene!!! ^_____^

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Una notte come tutte le altre. Il piccolo falò acceso da ore ardeva davanti a lei illuminandole il volto con bagliori irregolari. C’era una calma nell’aria che ora le loro avventure quotidiane sembravano cose così lontane e fuori luogo: tutte quelle lotte, il sangue, le persone perse, le centinaia di cadaveri che avevano purtroppo trovato sul loro cammino, la malvagità dei loro nemici, la paura negli occhi di troppa gente… sembrava incomprensibile quella notte. La luna era quasi piena e illuminava l’atmosfera di un colore freddo e che aveva un non so che di incantevole: la terra arida lì attorno assumeva un altro aspetto, quasi di un paesaggio fatato.
Nel cuore di Sango non c’era più spazio per contemplare tanta pace, però. Non era riuscita a chiudere occhio, perciò aveva deciso di abbandonare la coperta che le faceva da letto quella notte, per mettersi accanto al falò a giocherellare con i pezzetti di legno che lo alimentavano. Ne prese uno, lo sollevò e osservò mentre dall’alto la fiamma che lo aveva attaccato scendeva consumandolo. Era lei quel bastoncino… che ne sarebbe rimasto di lei se quel desiderio di vendetta avesse continuato a bruciarle dentro così forte, logorandola?
Un pesante fruscio di fianco a lei la distolse dai suoi pensieri <Domani ci attende un lungo cammino, ti converrebbe riposare> disse Miroku, appena sedutosi <Non ci riesco… non ho sonno>. Passò un po’ di tempo, nessuno dei due parlò, poi il bonzo si appoggiò sulle mani messe dietro e si fermò a guardare il cielo <Il tuo dolore è ancora vivido, quindi capisco che sia normale che tu ti ci possa ancora tormentare, ma così facendo finirai per perdere la lucidità> <Non è solo questo> Sango, dopo aver osservato il compagno un po’ stupita di sentirlo parlare tanto seriamente, aveva riappoggiato il mento alle ginocchia, che abbracciava tenendole strette al petto <Cos’è che ci spinge avanti ogni giorno? Senso di giustizia o solo odio smisurato e sete di vendetta? Cosa ci distingue in certi momenti dal nostro nemico?> <Che noi non lo facciamo mai per scelta o ancor peggio per puro piacere sadico> <Non dico questo, ma mi rendo conto che spesso a guidarmi è cieca ira… una sensazione talmente forte che non so nemmeno se la morte di Naraku potrà quietare, mi capisci?> Miroku si risollevò e si mise a guardare la ragazza <Ho capito quello che vuoi dire… la morte di Naraku impedirà solo altri spargimenti di sangue, ma ciò che abbiamo sofferto, quello che a causa sua abbiamo già perso non lo avremo più indietro. La morte di quel maledetto non rimetterà le cose a posto, ma ci darà la possibilità di avere un nuovo inizio, non ti pare? Finchè c’è lui, nessuno di noi può sperare di vivere serenamente, quindi che a spingerci contro di lui sia ira, voglia di vendetta o odio poco importa, è qualcosa che dobbiamo a noi stessi, per la nostra sopravvivenza, non credi?> Sango annuì.
Passarono ancora diversi minuti di silenzio. Alle loro spalle i loro compagni dormivano profondamente, stanchi per il lungo cammino della giornata appena trascorsa. <Oggi quando ci siamo accampati qui, ho visto che poco lontano c’è una fonte termale, che ne dici se andassimo a rilassarci un po’?> Sango gettò uno sguardo pieno di perplessità al proprio compagno <Non pensare che io abbia doppi fini> rispose il bonzo a quell’occhiataccia, avvicinandosi alla ragazza <Lo sai benissimo che quando ho certe intenzioni eseguo all’istante, senza ordire complicati piani…> e così dicendo le palpò il seno con entrambe le mani.
I due ragazzi s’incamminarono verso il laghetto illuminati dalla luce lunare: nonostante la guancia sinistra in fiamme di Miroku, Sango alla fine si era fidata di lui. Ma ora iniziavano i problemi: Sango pensava che intorno al laghetto ci sarebbero stati alberi o rocce dietro cui avrebbe potuto difendere le sue nudità dagli sguardi famelici del suo accompagnatore, invece notò con grande disappunto che la zona era completamente spoglia, non spuntava nemmeno un albero da quella terra arida e le rocce che formavano e circondavano la fonte non erano abbastanza alte da fornire ripari da occhi indiscreti. Il bonzo, mentre Sango si era fermata a riflettere sul da farsi, si era già spogliato ed era entrato in acqua producendo un lungo sospiro di piacere e aspettando poi che la ragazza facesse altrettanto. Vedendo che lei rimaneva ferma e tutt’altro che decisa a togliersi gli abiti di dosso, il monaco disse <Se il problema sono io, mi giro dall’altra parte> Sango arrossì e replicò <Non è solo quello… il problema persisterebbe anche una volta entrata in acqua… con quelle tue manacce…> <Mh… ti fidi davvero poco di me!> disse Miroku, che poi assunse un’espressione terribilmente seria, quanto dolce <Dai, fidati per questa volta, voglio solo che tu ti rilassi un po’, farò il bravo> ma dal volto di Sango non scompariva lo sguardo perplesso e dubbioso <Se vuoi starò tutto il tempo con le mani fuori dall’acqua… ben in vista> e così dicendo le sollevò entrambe all’altezza della testa <Posso davvero fidarmi?> Miroku annuì e poco dopo girò le spalle alla ragazza, appena lei gli fece cenno di girarsi in modo che potesse svestirsi.
Il rumore del risciacquo dell’acqua fece capire a Miroku che anche Sango era entrata in acqua, quindi si girò. Ora lei era lì di fronte a lui, si era raccolta in alto i capelli in modo da non bagnarli e tra il vapore dell’acqua e il suggestivo riflesso cristallino della luna era davvero incantevole, tanto che lui si bloccò un attimo a fissarla a bocca aperta. <Si sta divinamente> disse poi lei socchiudendo gli occhi trovando posto a sedere su una roccia che le permetteva di tenere fuori dall’acqua la testa e un po’ le spalle <Tra di noi tu sei quella più severa con se stessa… penso di poter contare sulle dita di una mano le volte che ti ho visto sorridere da quando ti conosco… dovresti imparare a rilassarti un po’ di più> <Non è facile, già ero seria prima che… insomma, ora sono di sicuro peggiorata> <Il brutto è che io proprio non riesco a vederti con quelle espressioni tristi e pensierose che hai spesso… ed è per questo che poi sono costretto a prendere provvedimenti> disse il monaco facendo poi con le mani il gesto di chi palpa <Quindi lo faresti per me… davvero gentile da parte tua!> rispose lei dandogli un piccolo colpo in testa <Magari non è un metodo molto ortodosso, ma sempre efficace!> Sango non potè fare a meno di sorridere <Vedi, sei tanto carina quando sorridi così… è davvero un peccato che sia un evento raro> furono le parole di Miroku, prima di immergersi e fare una nuotatina subacquea con la quale si allontanò di qualche metro dalla ragazza. Con la poca luce che la luna donava, lo perse facilmente di vista, attese un po’ e non vedendolo più dopo un po’ chiamò <Maestro> ma non cambiò nulla, l’acqua era ferma, i suoi vapori termali le creavano sopra una spessa coltre grigiastra che non si muoveva <Maestro Miroku?> solo dopo qualche minuto di attesa, quando lei aveva già iniziato a preoccuparsi e si era alzata dalla sua posizione, lui le emerse davanti sorridente. La distanza tra loro era così poca che la cosa imbarazzò presto entrambi <L’avrai capito ormai che tu per me sei una persona speciale> ruppe il silenzio lui quando ormai non sapevano più che fare per sbloccare quella situazione <E non ho dimenticato nemmeno per un attimo quello che è successo sul monte Hakurei… non mi importa che tu continui a negarlo… potrai anche farlo in eterno, so che eri pronta a morire con me…> Sango aveva abbassato lo sguardo, mentre Miroku continuava a fissarla serio <Ricordi il discorso che facevamo prima, su quello che ci spinge a questa lotta continua?> chiese lui. Lei annuì <Mi sono accorto che da un po’ di tempo io combatto anche per te… mi sta a cuore la tua felicità e sono disposto davvero a tutto per impedire a Naraku di continuare a farti soffrire> A quel punto Miroku appoggiò le sue mani ai lati della spalle di Sango e si abbassò, l’avrebbe baciata, ma lei si tirò indietro e tornò a cercare la pietra su cui potersi sedere. Non disse nulla, era evidentemente imbarazzata dalle parole che aveva sentito e non sapeva come reagire. Lui restò fermo dov’era, un po’ deluso, ma in fondo pensava che era meglio così <Vuoi che torniamo su?> propose. Finalmente lei lo guardò di nuovo <No, vorrei stare ancora qui> <Vuoi che me ne vada io allora?> <No no… non volevo dire questo… scusa…> <Non c’è nulla di cui scusarsi. Io sono felice di aver detto quello che sento, mi dispiace solo averti messo in difficoltà…> <No, invece devi scusarmi… non è giusto che io sia sempre così rigida… con me stessa, ma anche con te. Avevo intenzione di intraprendere quest’avventura da sola… perché forse la solitudine mi è più congeniale… ma mi avete tenuta con voi nonostante tutto, mi fate sentire parte di una famiglia, mi date l’affetto che mi è stato tolto tutto in una volta e io non riesco nemmeno a ricambiare… o a capire cos’è che ho dentro… quello che provo per voi… quello che mi lega a te soprattutto… quello che mi ha spinto a desiderare di morire con te quel giorno. L’avrei fatto davvero…> <Lo so> Sango si alzò di nuovo, si avvicinò a Miroku e lo abbracciò appoggiando la testa sul suo petto <Ho avuto paura di perderti, una paura folle di perderti… e solo allora mi sono chiesta il perché> la ragazza strinse l’abbraccio e Miroku la ricambiò. Rimasero fermi così per diversi minuti, stretti, a occhi chiusi <Vorrei poter stare sempre così> sussurrò lei <Allora? E’ così traumatico aprire il cuore ogni tanto? Lasciarsi andare?> <No, fa solo un po’ paura> <Hai paura di me?> Sango sorrise <Sì… e in effetti stare qui così non è per niente sicuro> <Ma hai visto che so anche fare il bravo> <Sì, grazie… mi sento molto meglio> <Ora torniamo dagli altri? Dormirai?> Sango annuì e districò l’abbraccio, lasciando che Miroku si avviasse verso il bordo del laghetto. Lei rimase invece ferma e pensierosa. Il bonzo stava per uscire, si guardò attorno e vide che Sango era ancora là <Beh, che c’è? Non volevi uscire?> <Aspetta> rispose soltanto e dopo un po’ s’incamminò verso di lui. Quando lo raggiunse, lo guardò negli occhi, poi si avvicinò e lo baciò. Fu un gesto tenero, dolce, quasi un ringraziamento per quello che aveva fatto per lei quella notte. Dopo il bacio rimasero fermi a occhi chiusi, le labbra che si sfioravano, i respiri che si mischiavano. Una ciocca di capelli cadde sul volto di Sango e nel rimetterla dietro l’orecchio Miroku la baciò ancora, poi disse <Non eri quella che aveva paura di me tu? Sai vero di esserti messa nei guai da sola?> <Sì> rispose lei baciandolo nuovamente. C’era qualcosa di speciale nell’aria quella notte, o forse erano state le parole di Miroku a creare l’incantesimo che aveva sciolto Sango, ma lei si sentiva come mai prima di allora: aveva aperto il suo cuore, si sentiva solo una donna che aveva bisogno d’amore adesso. <In queste condizioni mi riesce difficile fare il bravo> scherzò il bonzo accarezzando la schiena della ragazza per metà fuori dall’acqua. Sango sorrise, gli passò le mani tra i capelli <E se non volessi più che tu faccia il bravo?>.

Era da poco giunta l’alba, il sole aveva ripreso possesso del cielo e illuminava di nuovo il panorama. La prima a svegliarsi fu Kagome, dopo essersi stiracchiata e aver sbadigliato andò con lo sguardo alla ricerca dei suoi compagni: Shippo e Kirara dormivano raggomitolati insieme, più in là c’era Inu Yasha, poi cercò Sango dove ricordava di averla vista addormentarsi la sera prima, ma non c’era. Girò quindi la testa ed eccola un po’ distante dormire su un fianco, tra le braccia di Miroku. Kagome sgranò gli occhi, poi li stropicciò pensando di aver visto male, ma anche riguardando la scena non cambiava. Si alzò e avvicinò: i due erano accoccolati uno vicino all’altra, stretti in un abbraccio, le mani intrecciate le labbra di Miroku accarezzavano il collo della ragazza e un particolare curioso, i capelli di Sango erano un po’ bagnati.
 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
niobe88 - Voto: 30/06/08 21:32
davvero bella *__*! scritta divinamente, dolce e sentita! Hai descritto benissimo i sentimenti dei due protagonisti.. e la coppia, poi, è unica ^__- complimenti!!!!!
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