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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: DREAM WORLD
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: chiary galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/08/2004 13:54:42 (ultimo inserimento: 25/01/06)

il mio primo romanzo fantasy..............
 
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INCONTRO SOTTO LA PIOGGIA
- Capitolo 1° -

Prologo

Caro lettore, che ti appresti a leggere questo libro, colgo l'occasione per ringraziarti dell'acquisto, sperando che il libro ti piaccia. L' ho scritto con lo scopo di permettere ai lettori di fare un viaggio. Un viaggio lungo un sogno, che vi conduca nel mondo creato dalla fantasia di una ragazza di 18 anni, un luogo dove vivere tante storie diverse, visitare posti lontani restando comodamente seduti sui vostri divani, o dovunque leggerete questo libro. Quando il sogno finirà, spero che ti resterà qualcosa, una scheggia di vetro colorato nel profondo del tuo animo.


Capitolo 1 Pag.1

Incontro sotto la pioggia

Pioggia, la pioggia fredda le cadeva sui capelli biondi, impietosa, non si fermava nemmeno per un' attimo, piccole e grandi pozzanghere si andavano formando sulla strada ma Luna non si muoveva.

"Mostro! Non voglio più vederti!" le ultime parole che sua madre le aveva gridato in preda alla follia le riecheggiavano nella mente. Tutto il suo mondo andava frantumandosi attorno a lei e non poteva far nulla per impedirlo. Un mese fa, tornando da una delle solite gite domenicali in campagna, la loro macchina era stata investita in pieno da un camion, suo padre era morto e sua madre era rimasta ferita gravemente, la cosa incredibile, era che lei non si era fatta nulla. Nonostante i sedili posteriori fossero stati completamente distrutti, lei era incolume, lo avevano chiamato "miracolo", ma Luna sapeva che non era così; non poteva essere così fortunata e non era la prima volta che una cosa del genere accadeva. Luna non aveva mai visto il colore del suo sangue, a volte pensava che, se si fosse soffermata a osservarlo, avrebbe scoperto che il suo colore non era rosso, ma bensì bianco o forse non lo possedeva del tutto. Sua madre era sempre stata una donna fragile, ansiosa e spesso nervosa che si appoggiava completamente al marito, una volta mancatole il suo sostegno, il suo sistema nervoso, già duramente provato, era crollato definitivamente.

Da un giorno all'altro Luna si era ritrovata sola, non voleva vivere con i suoi zii, gli unici parenti che avesse, il fratello di suo padre era un dirigente d'azienda, non amava i bambini e non aveva figli, inoltre aveva sempre criticato sua madre. Non voleva accettare la pietà di nessuno, tanto meno quella di una persona che non si era mai curata della sua famiglia. La villetta famigliare dove viveva era di proprietà dei suoi genitori, ora era sua, avrebbe trovato un lavoro e in qualche modo se la sarebbe cavata. Questi pensieri ottimistici alleviavano un po' la sua disperazione, concedendole un po' di speranza.


Pag.2

Lentamente si avviò per la strada di casa, non si accorse però che una figura scura la stava seguendo, nascosta nell'ombra dei giardini pubblici, che si susseguivano verso la sua casa. Davanti all'uscio trovò un piccolo gattino nero, fradicio di pioggia, miagolava flebilmente fissandola con grandi occhi verdi. Era simile a lei, pensò Luna: bagnato, infreddolito e solo. Quella strana somiglianza la fece sorridere, si chinò a raccogliere il piccolo animale e lo portò in casa, l'improvvisa sensazione di vuoto che la avvolse una volta entrata, l'avrebbe spinta a fuggire nuovamente, se non fosse stato per il piccolo nuovo amico. Posò delicatamente il gattino sul tavolo, prese un' asciugamano e cominciò ad asciugarlo lentamente, mentre pensava a un nome da dargli. " Dunque, cosa ne pensi di Nero? No, troppo scontato... Vorrà dire che ci penserò un po' e poi ti saprò dire, va bene?" era strano come la sola presenza di una compagnia l'avesse tirata su di morale. Lo sguardo le corse al telefono e alla spia lampeggiante della segreteria, qualcuno aveva chiamato. " Ciao, sono Lew, sei in casa? Va tutto bene? Tra poco vengo lì!" Luna sospirò, almeno non sarebbe stata sola, ma domani? E dopo?

Il suono del campanello la distolse dalle sue congetture, aprì sorridendo la porta a Lew. Si conoscevano da tre anni ormai, ed erano praticamente una coppia, anche se, ancora non si erano detti nulla di preciso. Un ragazzo alto e snello entrò in casa, sbatté le palpebre sugli occhi dorati e si passò una mano fra i capelli biondo-castani. In passato per via dello strano colore dei suoi occhi il ragazzo, veniva preso in giro e isolato dagli altri. C'erano anche stati alcuni tentativi di maltrattamento, ma Lew sapeva il fatto suo, e conciava per le feste quanti lo disturbavano; però, rimaneva sempre da solo, senza un' amico : Luna si era avvicinata a lui e in breve erano diventati inseparabili. " Ciao, come stai?" le domandò preoccupato, Luna, felice di poter parlare con qualcuno, gli raccontò tutto ciò che era successo fino al quel momento. Lew la ascoltò con attenzione e poi le chiese se aveva qualche idea su come andare avanti. Luna desiderava finire la scuola, trovarsi un lavoro e mantenersi, ma come? Avrebbe dovuto trovare un lavoro part-time. Tutti quei discorsi le sembravano parlare di un futuro lontanissimo, eppure erano il suo domani. Le scorrevano nella mente idee e pensieri sconnessi, come le luci delle auto che si riflettevano sui vetri delle finestre. " va tutto bene?" le chiese Lew, " Guarda che non devi sforzarti. Qualche volta, puoi anche lamentarti" a quelle parole, il grosso groppo che sentiva sul cuore si sciolse e cominciò a piangere. Finora si era trattenuta inconsapevolmente, adesso, mentre singhiozzava aggrappata a Lew, si sentiva liberata da un grande peso. Dopo essersi sfogata per bene, si rese conto che era tardissimo e il ragazzo dovette salutarla e scappare via. Luna, spossata dagli avvenimenti del giorno si accasciò sul pavimento, il gatto le si acciambellò fra le braccia, e senza accorgersene, la ragazza si addormentò.

Fu svegliata bruscamente dallo squillo imperioso del telefono, ancora assonnata, non riuscì a rispondere in tempo e si inserì la segreteria telefonica. Una voce maschile e metallica si diffuse nell'etere " Pronto, sono Steven," Luna non lo conosceva, scattò in piedi e si affannò a raggiungere l'apparecchio " Pronto, sono Luna" "Ah, allora, c'è qualcuno! Vorrei parlare con i tuoi genitori, non importa quale." "Sicuramente non l' ha saputo; ma mio padre è morto il mese scorso e mia madre è ricoverata in un' ospedale psichiatrico."
Il tono della voce di Luna avrebbe voluto essere distaccato, eppure in essa c'era un lieve sarcasmo.
Pag.3

Nonostante la persona dall'altra parte del ricevitore non le avesse fatto nulla, Luna provava per questi un'avversione spontanea. " Capisco, allora lo chiedo direttamente a te. Tempo fa ho prestato ai tuoi un' oggetto molto importante e, ora lo rivorrei indietro." Il tono di voce dell'uomo era pacato, freddo. Luna sentì un rumore e si girò verso il tavolo: il gattino aveva tutto il pelo aizzato, le unghie piantate nel tavolo e soffiava furiosamente. " Mi spiace, ma non ne so nulla. Mi può dire di cosa si tratta?" " Una pietra azzurra, piccola e di forma triangolare." " Non ho mai visto nulla di simile a casa mia, ma proverò a cercare!" " Ti ringrazio, tra qualche giorno passerò da casa tua per riprenderla." Appena appoggiato il telefono, Luna venne colta da un improvvisa curiosità di trovare l'oggetto che il misterioso interlocutore le aveva chiesto. Entrò nella camera dei suoi genitori, la macchietta nera del gattino la seguì e, miagolando, le indicò con una zampina un grande armadio a muro, dove erano riposti i vestiti invernali. Anche se non sapeva cosa la spingeva a seguire i consigli dell'animale, Luna l' aprì e cominciò a rovistare fra i vestiti, tra i cassetti, negli scrigni ma non trovò nulla che corrispondesse alla descrizione dell'uomo misterioso. Si rivolse allora, sconsolata verso Nero, questi appoggiò una zampa sul terzo cassetto della cassettiera gialla . " Ma se ci ho già guardato!" sbuffò Luna, il gatto scosse la testa, come a dire "guarda meglio!" La ragazza riaprì il cassetto; era vuoto poi, ebbe un'intuizione, l'aveva visto fare in molti film, perché non provarci? Corse a prendere un cacciavite e con quello, divelse la superficie di legno, vi era infatti una piccola cavità, al cui interno, Luna vide un grosso e vecchio libro assieme a una pietra azzurra di forma triangolare. Estrasse i due oggetti e li esaminò: la pietra non sembrava niente di speciale, una semplice acquamarina, il libro attirò la sua attenzione, era rilegato in pelle e vi erano ricamate delle piume d'argento. L'aprì, all'interno vi erano delle scritte, in una lingua che Luna non aveva mia visto, cominciò a sfogliarlo e si accorse ben presto di essere in grado di leggerlo perfettamente.

Ora che ci rifletteva meglio, si ricordò che, quando era piccola, sua madre le aveva insegnato a leggere quella lingua, il volume che teneva tra le mani, altro non era che.... Un libro di incantesimi!! Cosa ci faceva un oggetto del genere a casa sua? Perché era stato nascosto in un luogo simile? Mentre lo leggeva, sentì qualcosa nascerle nel petto, come se quello, fosse ciò di cui aveva sempre avuto bisogno. Come in trance, chiuse gli occhi e poi pronunciò la parola " Accettazione!", quando li riaprì si trovò avvolta da un vortice d'acqua e nell'aria volteggiavano leggere, piume bianche. Accecata da quella visione, perse i sensi.

Fu risvegliata da una voce insistente, che le ripeteva " Svegliati, presto, per amor del cielo!" Luna si alzò di scatto, ma nella penombra della camera, non vide altro che il gatto, "Meno male, cominciavo a preoccuparmi, alzati e vestiti, dobbiamo andarcene subito!" A sbraitare era proprio il piccolo felino! Luna rimase senza parole, pensò di gridare, spalancò la bocca e poi la richiuse " Si può sapere cosa stai facendo? Avrai tempo dopo per sbalordirti! Forza, tra non molto cominceranno ad arrivare!" Qualcosa, nell'urgenza del suo tono di voce, la convinse ad alzarsi e a vestirsi " prendi il libro e la pietra, andiamo: è già qui!" esclamò guardando fuori dalla finestra, Luna scorse un uomo grande e grosso; indossava una tunica e un mantello neri, che si confondevano nell'oscurità della notte.

Pag.4

Luna seguì il gatto che le faceva strada, Nero si fermò davanti al ripostiglio delle scope
"Apri!" le ordinò imperiosamente, lei spinse la porta in avanti incapace di obiettare qualcosa. Il ripostiglio era piccolo e angusti, come l'ultima volta che l'aveva visto, il gatto addentò il grande tappeto rosa che copriva il pavimento, tirò con forza e sotto di esso, rivelò la presenza di una botola, di cui Luna ignorava l'esistenza. Non aveva bisogno di chiedere più nulla, aprì la porta e cominciò a scendere le scale buie che vi erano al di sotto.






 
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