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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: AEGYPTUS
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: artemisia89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 31/07/2004 20:07:34

e` ambientata contemporaneamente nell`antico egitto e in quello dei nostri giorni.leggete!
 
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IL TEMPIO DI NUT
- Capitolo 1° -

Faceva un caldo bestiale, nonostante la sera ormai avanzasse e il giorno, con la sua afa letale, le faceva posto.
Sarah amava e odiava l’Egitto con tutta se stessa.
Abituata sin da piccola a vagare tra le stradine sporche e piene di gente di ogni tipo del Cairo, oppure a ritrovarsi in corridoi oscuri dove l’aria era totalmente impregnata dall’odore di chiuso e di putrefazione.
Abituata a entrare nelle piramidi con la mente, cercando quei tesori per cui era morte la madre.
Abituata a trovare la pace nelle oasi che si presentavano sul loro cammino nel deserto.
Abituata a vestire alla maniera delle donne egiziane.
Sarah era un ebrea nata a Londra, ma da molti anni non rimaneva nella casa londinese per un periodo più lungo di 1 mese. Aveva 17 anni e aveva deciso di lasciare gli studi per continuare a studiare come tirocinante con il padre archeologo, vedeva infatti nel suo futuro solamente una cosa: l’Egitto e ciò che vi stava scritto.
Sarah credeva alla memoria delle cose ed era molto sensibile al tocco degli oggetti e il padre cercava in tutti i modi di farle sviluppare questa rarissima capacità.
E proprio in questo momento, Sarah con le mani appoggiate ad una colonna del tempio segreto della dea Nut, la dea del cielo, stava cercando di fare.
La ragazza, cercava di ricevere i ricordi che la pietra logorata e intarsiata le stava trasmettendo per avere così nella mente potenti deja-vu.
Le cicale cantavano tutt’altro che sommessamente, il cielo era molto limpido e ospitava stelle a centinaia, l’aria era più fresca e il corpo di Sarah era rilassato.
Sarah aveva i capelli neri, lunghi e lisci e i suoi occhi erano azzurri, come quelli della madre, aveva un corpo magro e indossava dei pantaloncini e una giacca leggera per riparasi dalla frescura e un paio di sandali, attaccati alla scollatura del top un paio di occhiali rotondi da lettura.
- Ecco…sta arrivando.
Sarah chiuse gli occhi, il terreno sotto di lei parve tremare leggermente.
- I soliti capogiri…- disse fra se e se.
Sarah staccò le mani dalla colonna, guardò in alto. Questa si ergeva bellissima e splendente nei suoi intarsi appena eseguiti, si voltò e vide un gruppo di sacerdotesse dirigersi dal cortile del tempio verso l’interno, Sarah le seguì, passando vicino ad una grande vasca d’acqua.
Si fermò un attimo e guardò il suo riflesso: era vestita come una novizia, l’abito di lino blu le scendeva dolcemente sul corpo, e la fascia che portava sulla vita era finemente ricamata. I suo occhi erano truccati leggermente con polvere blu e azzurra, l’unica cosa che poteva tradirla era il candido colore della sua pelle.
Comunque si fece avanti, seguendo silenziosamente l’ancor più silenzioso corteo che si lasciava alle spalle il rigoglioso cortile del tempio.
Entrarono in una sala e camminarono fino al muro, finché la superiora si tolse da collo un ciondolo e lo mise in un incastro del muro, poi, con un gesto elegante e disinvolto della mano lo tolse e se lo rimise.
Subito una botola si aprì dal pavimento e in fila per una scesero tutte le ragazze.
Arrivarono ad una sala fiocamente illuminata, con ai lati del lunghi tavoli bassi colmi di ogni sorta di strumento più bizzarro che Sarah avesse mai visto.
Camminarono a lungo, la sala sembrava non finire mai, finché non arrivarono ad uno spazio largo, circolare, illuminato dalla luce della luna che entrava da un foro del soffitto.
Il pavimento era verde e blu, poi si apriva una vasca d’acqua che faceva come da fossato ad un cerchio di pavimento marrone esattamente al centro
Sarah stava giusto per chiedersi come si poteva giungere a quella specie di isolotto quando tutte le ragazze si spostarono mettendola al centro, davanti alla superiora che si avvicinò lentamente a lei.
- Noah, vieni.
Sarah si fece avanti e prese la mano che la superiora le porgeva.
- Entra in acqua, il sacro liquido che dona la vita ti purificherà e ti libererà dalle spoglie umane e ti avvicinerà alla dea che noi adoriamo, a colei che sostiene l’arco del cielo.
Sarah entrò in acqua, le sue vesti galleggiavano, con la fascia che aveva alla vita si raccolse i capelli e guardò la superiora aspettando istruzioni.
L’acqua era calda e i profumi e gli aromi liberati dalle bottiglie poggiate sui tavoli era inebriante.
Il fior di loto era sbocciato.
- Raggiungi l’isolotto da cui Atum, il primo dio del Sole creò ogni cosa, e dormi qui stanotte, al tuo risveglio sarai un’altra persona. Sarai la profetessa di Nut, e la dea ti darà il dono di leggere il futuro attraverso le stelle, sue figlie.
Sarah guardò la superiora e le altre sacerdotesse scomparire nella penombra della stanza, poi nuotò fino all’isolotto e raccogliendo le sue vesti si sistemò accanto al loto che cresceva splendido e chiaro.
Si distese e guardò in alto, il cielo era bellissimo, l’aria era fresca e l’aria era impregnata di un dolce profumo.
- Potrei addormentarmi tranquillamente…
Rimase così immobile, finché non sentì un tintinnio come d’argento.
Sembrava provenire dall’acqua.
Sarah si sporse e guardò la superficie della pozza non scorgendo altro che il suo viso….eppure c’era qualcosa di strano, lo avvertiva.
Anzi, c’era qualcuno.
La bella fascia ricamata non tratteneva i lunghi capelli che liberandosi della stretta toccavano l’acqua. Allora Sarah si avvicinò ancora di più finché non scorse un viso che non era certo il suo.
Qualcuno, che sembrava fatto di acqua stessa(o forse era il gioco di luci che lo rendeva blu?) si erse davanti a lei.
Sarah indietreggiava, quasi spaventata da quello sguardo affascinante che le si parava davanti, sempre più maledettamente vicino.
Finché quest’uomo dalla pelle blu si inginocchiò davanti a lei.
Su quell’isolotto nel tempio sacro della dea che sostiene il cielo un uomo sconosciuto le parlò.
- Chi siete?
- Mi chiamo Noha.
Sarah mentì all’uomo.
- Siete una novizia a quanto vedo.
- … - Sarah abbassò lo sguardo.
- Ma a quanto non vedo non lo siete. Da dove venite.
- Potrei farvi io delle domande, mio signore? Disse la ragazza con tono di sottomissione.
L’uomo acconsentì.
- Voi, chi siete?
- Chi sono non devi saperlo per adesso.
- Perché?
- Non ti hanno insegnato a tacere nel luogo di cui sei originaria?
- La curiosità è una grande virtù e sapere è un mio diritto.
- Certo, ma è anche un mio diritto non risponderti.


I due si guardarono negli occhi. C’era qualcosa di strano in quell’uomo e Sarah doveva stare attenta.
Rimase ancora per qualche secondo con gli occhi bassi, finché non sentì la limpida risata dell’uomo davanti a lei.
Con l’indice della mano destra, l’uomo le alzò il viso e lo avvicinò al suo. Sentì la pelle della ragazza fremere, sentì il suo corpo tremare.
Sarah chiuse gli occhi, poi li riaprì.
Lo strano ragazzo si era alzato e le tendeva la mano sinistra, la destra era invece puntata al cielo blu.
- Guarda. – le disse.
- Non senti il richiamo del cielo? Percepisci la sua infinità? Come la terra cela i segreti degli uomini, così il cielo raccoglie quelli degli dei. Ma se non vi fosse alcun legame fra di essi, l’equilibrio del mondo crollerebbe, regnerebbe sovrano un Caos maledetto e le nostre divinità guarderebbero dall’alto un mondo lontano abbandonato a se stesso. Proprio per questo esiste la gente come voi, venite chiamate Profetesse, coloro che leggono i segreti, coloro che vengono scelte…gente come te Sarah.
La ragazza sussultò, sentì la stretta del ragazzo accanto a lei farsi più forte, il suo sguardo ancora più penetrante.
Il profumo del loto ancora più sensuale.
- CHI SEI TU CHE…
Le urla della ragazza si persero nel vento profumato ddi fiori d’Oblio.
La risvegliò l’incessante frinire delle cicale e il freddo abbraccio della sabbia millenaria. Si scostò dagli occhi alcune ciocche di capelli e si rialzò di terra pulendosi gli abiti, e controllando che le lenti degli occhiali non avessero subito danni nella caduta.
Poi si voltò verso est, in direzione di Giza.
Verso le Piramidi.
Verso un’alba ancora inesistente.
“Quando il Sole non è in casa, le Stelle giocano a fare le padrone, si accendono e si pavoneggiano tutte, finché non viene la Moglie che le mette tutte in riga.”

Dì ragazzina, lo saprai apprendere ciò che ti insegnerò?
Mostrami il tuo coraggio, e io ti aprirò le porte del buio più intenso.
Diverrai la mia Profetessa.
E diverrai la compagna del Messaggero.
Riuscirete a riunire la Terra ed il Cielo?
Si vedrà, si vedrà.

Sarah, si voltò e senza guardare indietro si perse nelle braccia della notte.




Continua!
Artemisia
 
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