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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: AGOSTO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: mociovileda galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/07/2004 17:51:30

agosto, ti affaci su un cuore malato, le cinqur di sera ed è già buio pesto, l`inverno d`agosto.
 
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AUTOCONCLUSIVA
- Capitolo 1° -

AGOSTO



Piove.
Fuori dalla finestra,
piove.
Sulle cime degli alberi,
piove.
Sull’assetato manto erboso,
piove.

Piove.

Piove anche su di me.
Piove sui miei occhi,
socchiusi.
Piove sulla mia pelle,
fredda.
Piove sulle mie labbra,
secche.

Piove.

Piove anche su di me,
sebbene io resti comunque asciutta.
Piove anche su di me,
sebbene io rimanga comunque secca.
Piove anche su di me,
ma il mio arido non annega ancora.

Piove
.
.
.
.
.
.
.
.


Piove anche sul mio cuore, ma nonostante ciò, questo mio stupido cuore rimane vuoto; né caldo né
freddo, ma meramente asciutto.

Piove.

Posso sentire l’odore dell’erba bagnata filtrare dalla finestra aperta, trasportato da un vento carico di elettricità. La quiete prima della tempesta.
Ricordo che Lei adorava questo odore.
Ricordo che Lei adorava questo tempo.
Ricordo che Lei adorava il brivido sottile che si insinua sotto l’epidermide durante i temporali estivi.
Ricordo…
Ricordo che Lei adorava i temporali.
Il cielo grigio, affollato di nubi e saturo di tensione; che verdeggia ad ovest.
Le cime degli alberi che tremano al rumore dei primi tuoni, che in lontananza squarciano l’assordante silenzio.
Vibrano.
Sanno già ciò che accadrà da lì a breve, oppure …
Oppure non lo sanno ancora, e proprio per questo tremano.
Forse anch’io sapevo ciò che sarebbe accaduto, forse, lo sapevo già….
Ecco perché a me i temporali non sono mai piaciuti.
Ma a Lei,
ricordo che a Lei piacevano.
Ricordo che li adorava. Ma non si limitava a guardarli, consumandoli dietro un fragile diaframma di vetro. Lei li viveva. Ricordo che Lei li viveva, coi piedi immersi nell’acqua marina, fino alle caviglie; mentre la macchia blu giocava con l’orlo della sua veste leggera. Voltava poi gli occhi al cielo, ebbra di elettricità, vibrante ad ogni scarica, ad ogni tuono. Ricordo che adorava giocare con i lampi, correre con le saette, urlare coi tuoni contro il cielo; sempre coi piedi affogati nell’acqua salata, quasi a sfidare quel sottile gioco. Quasi ad invitare il cielo ad unirsi in quel gioco. Quasi a supplicare il cielo di far parte anche Lei di quel gioco.
Forse è per questo che odio i temporali.
Ricordo che le correvo dietro, fermandomi poi sulla spiaggia appena umida; e seguendo, ora solo con lo sguardo il suo gioco.
Odio i temporali.
Li odio perché mi fanno paura. Perché a Lei non facevano paura. Ricordo che, in quei momenti odiavo anche Lei. Non si voltava mai guardarmi, forse non si accorgeva neanche di me, della mia presenza, della mia esistenza di fronte al sadico spettacolo che andava a cominciare. Forse non sentiva neanche i miei richiami
“Mamma …”
la mia voce
“… Mamma …”
la mia supplica
“… Mamma, dai … andiamo a casa …”
il mio grido
“MAMMA!”

Forse la mia voce non l’ha mai raggiunta. D’altronde chi gioca non guarda chi non gioca, d’altronde chi gioca non ha occhi che per il gioco.
Ricordo che la vidi inghiottita da quella trapunta blu,
poi

“MAMMAAAAAA!!!”




nulla
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Piove

Avrei dovuto giocare anch’io, forse è per questo che odio i temporali.
Da allora, anche se piove, il mio cuore è arido.

BOOM

Ecco il primo tuono, è solo in lontananza ma il solo averlo avvertito fisiologicamente è stato sufficiente a farmi tremare, portando istintivamente le mani alle orecchie. Sufficiente a riportarmi violentemente a questa lucida follia.

“Lana!”

Sussulto. È Lui. Mi sta di nuovo tirando i capelli per riportarmi alla realtà.

“Ah … Che, che c’è?!”

“Razza di cretina, “che c’è?!” mi chiedi?!!!E’ da più di un ora che guardi come una bambina autistica fuori dalla finestra!Ti ho cronometrata, cosa credi?Un ora e undici minuti di fissaggio del più completo nulla!!!!Tu non sei normale…”

Le sue parole mi investono come un fiume in piena, come al solito…

“Ah, davvero?”
“Davvero!”

Incrocia le braccia al petto, esplicitando un tono volutamente più seccato.

“Ah … bhe … scusa”

“Scusa?SCUSA!?Ma porc … ti, ti sembra il caso di chiedere scusa per una sciocchezza del genere?!Per Dio, insomma, non puoi sempre chiedere scusa ogni volta che qualcuno ti fa notare qualcosa!”

“Bhe … ecco …”
Come al solito si è alterato, si infiamma per niente.
“E non farfugliare, non sai rispondere a tono quando qualcuno ti aggredisce?!! Dovrebbe essere naturale! E’ istintivo: se ti attaccano rispondi! Non hai un istinto di sopravvivenza?”


Estremo e affrettato, come le sue conclusioni del resto.

SBAM


Piove
.
.
.
.

La sbatte violentemente. Scatto ritta, tesa come una corda che sta per spezzarsi.
Forse è stato solo il vento.
Forse è stato solo il temporale.
Forse non è stata la tensione che da sempre scorre tra me e Kyo a farla sbattere.
Forse non è stato il fastidio che proverbialmente gli arreco a farla sbattere.
Forse è solo frutto dell’illusione emanata dall’atmosfera satura di elettricità.

Odio i temporali

Io sono scattata come una molla. Lui non si è mosso di un millimetro. È rimasto fermo e il suo sguardo non ha indugiato altrove, quasi a volermi scarnificare, a scansionarmi per leggermi dentro.

Ma non è questo quello che voglio.

“Oddio … la porta”

Mi alzo e la chiudo. Sto tremando.
Merda.
Se se ne è accorto io … merda!

Non è questo quello che cerco.

“… Kyo …”

Non è comprensione ciò che voglio.

“Non tutti sono forti come te…”

E’ appena un sussurro, occultato dall’orchestrare dei tuoni, ora più vicini. Ma è pur sempre un sussurro.
Ha le pupille ristrette.
Ecco l’ho fatto ancora.
L’ho infastidito di nuovo.
Perché tra tutte le parole che potrei dire, scelgo sempre quelle sbagliate.

“Cosa?! Credi sia una questione di forza Lana!”

“Ecco … io … non, non intendevo questo”

Si avvicina

“Insomma io …”

Merda!E’ vicino.

“Cosa …”

Retrocedo contro la porta.

FLASH

Un altro lampo.

BOOM

Un altro tuono.
E il rumore sordo della sua mano contro il legno.
Mi ha incastrato.
Io odio i temporali.

“Credi che sia una questione di forza?!”

Forse

“No … bhe …”

è stata solo una mia impressione

“Non intendevo questo …”

ma

“Volevo semplicemente dire …”

il lampo che ho visto nei suoi occhi dorati

“… che io non riesco a fare come te …”

Abbasso lo sguardo.

“Non riesco a rispondere a tono …”

Forse

“… come …”

era

“… te.”

Forse era …
Forse erano i suoi sentimenti che volevano farsi sentire più chiaramente.
Forse era il suo disprezzo che trasmutava in tensione dorata.
O forse …
Forse è solo il temporale.


BOOM
Un altro tuono.
I vetri e gli infissi tremano all’aria percossa dal temporale; e, di rimando, tremo anch’io.
Forse per l’aria fattasi più fredda.
Forse per l’atmosfera fattasi elettrica.
O forse …
Forse è solo Lui.
Forse è la troppa vicinanza.
Forse dipende dal fatto che posso sentire il suo respiro.
Forse è il fatto che posso sentire il legno scricchiolare, contorcersi, sotto la pressione della sua mano.
O forse…
Forse è solo il temporale.

Mi fissa.
Mi guarda storto.
Inclina il capo verso destra, ma non vede la morte che mi ha iniettato nelle vene.

“…”

“… ehm …”

Mi sfugge un verso isterico.
Cristo! Perché non mi riesce di essere una persona normale quando sono con Lui?!
Perché mi odio così tanto quando sono con Lui?!
Perché vorrei solo fuggire quando sono con Lui?!

Perché non è che io voglia fuggire da Lui,
Io
Forse…

Piove
.
.
.
.

Io forse voglio solo fuggire dalla mia inadeguatezza, quando sono con Lui.
O forse …
Forse è solo il temporale.


“Tu …”

“Cosa?”

“Tu … sei proprio STRANA!”

Lo dice con un’innocenza disarmante, corrucciando i suoi pozzi dorati.
Già …
io…

“Ah …”

per Lui …

“B … Bene”

sono solo …

“Ehm …”

… strana
Del resto io non cerco comprensione.

“ARRRRRRRRRG!!!!”

Si volta dall’altra parte, mettendosi le mani nella vaporosa chioma corvina, divincolandosi come un animale in gabbia; mentre mi scosto di poco dalla porta, facendo perno su un equilibrio instabile.

“Kyo…”

“Che c’è adesso?!”

Si volta.
È davvero infastidito.

“Ah … scusa …”


Ops…
Merda!
Serro i pugni, tendo le braccia piegando le mani a martello e affianco i piedi. Posso sentire l’elettricità percorrermi la spina dorsale.
Stupida
Stupida
STUPIDA

“Tu ……… Possibile che sia proprio così STRANA?!!!!!!!!!!”


Ecco che la sua tempia destra è nuovamente dominata da un familiare tic nervoso.
Stupida

“Ogni volta ti devi scusare?!”

Abbasso lo sguardo.
Stupida

“Che cos’è? Una sorta di deformazione autodifensiva?!”

Stupida

“Ti scusi senza neanche sapere perché, tanto ti è naturale il farlo!!!!”

Stupida

“CHE DIAVOLO! E’ forse uno stupido modo per ovviare ai problemi?!!!!”

Stupida

FLASH

BOOM

Un altro lampo, un altro tuono, il temporale è vicinissimo.
Mi sento avvampare, serro i pugni con più forza, fisso la punta delle mie scarpe.
Nient’altro.

“EHI!”

Non ti avvicinare.

“LANA!”

Non ti avvicinare.

“DANNAZIONE VUOI RISPONDERE?!”

Ti prego
Ti prego
Ti prego
Non ti avvicinare!
Sento il rumore concitato dei suoi passi avvicinarsi e, di scatto, mi appoggio pesantemente alla porta, teatro di questo psicodramma, sentendola vibrare al rimbombo dei tuoni e sentendomi tremare alla forza della sua presa.
Si ferma, ma solo il suo passo, non il suo cuore.
Il mio, invece, ha smesso di battere da molto. Si è fermato nel blu di un Agosto lontano dieci anni.

Silenzio

Anche se fuori piove,
anche se fuori tuona,
nel mio cuore c’è solo un assordante silenzio.
Posso sentire il suo sguardo su di me, posso sentire come lo infastidisca il mio respiro soffocato, il mio tremare convulso, il rumore del legno sotto il peso delle mie scarpe.
Ma sento solo il suo disprezzo,
il mio disprezzo,
il disprezzo che credo di avvertire,
non il suo cuore.
Quello non l’ho mai sentito ….


Piove
.
.
.
.


“ dannazione!!! Rispondi per una volta! Cos’è?! Non sai che dire?! Non hai proprio un minimo di amor proprio, di orgoglio da difendere?!”

Amor proprio?

“ALLORA?! Cavolo smettila di startene lì!”

Orgoglio?

“DANNAZIONE REAGISCI RAZZA DI STUPIDA!”

io non sono come te

“RISPONDIMI!FAMMI CAPIRE CHE SENTI LA MIA VOCE!”

io non sento più alcuna voce

“LANA!”

non sono come te

“LANA!!”

altrimenti

“REAGISCI!”

non mi odierei

“LANA!”

così tanto

“MUOVITI!”

.
.
.
.
piove


E’ sopra di noi. Il temporale è sopra di noi.


“Io non sono come te ….”

“CHE DIAMINE DICI! OGNI VOLTA CON QUESTA STORIA! PER AVERE UN PO’ DI INIZIATIVA NON è NECESSARIO ESSERE ME!”

“io non sono in grado di replicare con la tua foga,
io non riesco a prender fuoco con la tua passione,
IO NON RIESCO A LOTTARE PER ME STESSA
A COMBATTERE PER ME STESSA
IO SONO STRANA E NON RIESCO A ESSERE DIVERSA DA COME SONO!”

“MA SEI SCEMA?!! STAI DICENDO CHE SE QUALCUNO DI DA UNO SCHIAFFO, NON SOLO NON REGISCI, MA SPERI QUASI CHE PROSEGUA?! È QUESTO CHE STAI DICENDO?!!!!”

“COS’è ?!L’IDEA CHE NON TUTTI SI ACCETTINO CON ALLUCINANTE SFINIMENTO O SIANO VOTATI ALLA PROPRIA CRESCITA TI SCONCERTA?!”

“COSA?! CHE DIAVOLO DICI?!”

“ESISTONO ANCHE PERSONE CHE VEDONO NEL DOLORE IL SOLO MODO PER ESPIARE, PER OVVIARE ALLA PROPRIA ESISTENZA!”

“Che …”

“COME SI PUò DIFENDERE QUALCOSA CHE SI ODIA?!”

“Eh …”

“Alla fine se non ti feriscono gli altri ti ferisci da solo.
Alla fine,
se non ti fai ferire dagli altri finisci per ferirti fatalmente da solo…”

“… cosa …”

“Il sadismo del carnefice e l’autocommiserazione della vittima …”






arido
da quando il mio cuore è diventato così secco?

Piove,
l’acqua cade
il suo cuore cade
mi frana addosso
e io
io non so come salvarlo.
Nemmeno la sua morsa violenta riesce a toccarmi.
Piove,
e nel mio cuore echeggia solo il suono di vetri infranti.
Sicuramente avrei dovuto giocare anch’io…

Piove
.
.
.
.
.
.
.
.
.


“Bene”

Un ghigno. Alzo lo sguardo stancamente. La ragione è ormai esausta, sfinita, sfiatata, nauseata dalle grida rivolte ad un cuore che non sente più nulla; e anche lei, ora, non vuole vedere, sentire più
nulla.
Un ghigno. La sua bocca è stretta in una strana smorfia.

“Bhe … se ti odi così tanto …”

Si avvicina.

“… se ti disprezzi così tanto …”

E io

“… stringi bene i denti …”

sono davvero stanca.




L’aria stagnante, carica di umidità, si muove. La sua mano corre veloce. Taglia come una lama lo spazio. Il suo palmo si distende come la coda di un pavone. Si irrigidisce calando come una scure.
Ben venga.
Ciò che non uccide fortifica, ma io spero che, questa volta, mi uccida davvero.
Faccia pure male. Mi hanno ferita di più le sue parole affilate, i suoi rasoi epidermici, i suoi sguardi saturi di disprezzo.
È stato sempre così. Il nostro rapporto, se tale può definirsi, è sempre stato violento. Sadico come l’innocente gioco di un gattino, che ferisce senza sapere di far sanguinare.
Ma, a me, è sempre andato bene così,
quindi,
anche adesso,
va bene così.
Piove
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.



cosa?
Il tempo sembra essersi fermato. La sua mano sembra essersi fermata. Spalanco gli occhi, incredula, e solo ora mi accorgo d’essermi scostata.
Quando stava per colpirmi,
quando la falce stava finendo la sua discesa,
io
mi sono
scostata.

“Puff…”

Ride. Mi è sembrato che per un’attimo le sue dita mi sfiorassero la gota. Senza ferirmi.
Alzo istintivamente gli occhi, bramando chissà quale risposta.
E lo vedo.

Sta sorridendo.
Sorride. Le labbra morbidamente allungate in un sorriso. Nasconde gli occhi sotto la folta frangia e riportando il braccio, ora rilassato, lungo il fianco incontra per un attimo il mio.


“S-T-U-P-I-D-A!”

“Ehhhhh????????? C .. come pre .. prego?”

“AH AH AH! Te l’avevo detto che eri solo una cretina! AH AH AH!”

“Ehi …. Ma … ma io ……. Ecco”

“Bla bla bla –io mi odio-, bla bla bla –non sono come te-, bla bla bla –non so difendermi-
cazzate cazzate –il sadomismo-, IDIOTA!”

“Credo che tu voglia dire –sadomasochismo-…”

“BHA! Non tergiversare!”

Punta l’indice verso di me.

“Ti ho visto sai?! Ti sei spostata!AH AH AH! Stavo per schiaffeggiarti e tu ti sei spostata!”

“Come?”

“Ciò significa che non volevi! Vale a dire ti sei difesa, in un modo piuttosto bizzarro, non c’è che dire, ma comunque ti sei difesa! AH AH AH ho vinto io!”

“Ma … io …… cosa …”

“Avevi detto che odiandoti non avresti mai potuto reagire all’attacco di qualcun altro e invece hai reagito, questo vuol dire che io avevo ragione e tu torto!”

“C come?”

“Lo sapevo che tutti replicano quando sono attaccati, è semplice, no?!”

“Che diavolo stai dicendo?”

“RAZZA DI CRETINAPSICOLABILE! NON RICORDI NEMMENO LE CAVOLATE CHE PROPINI?! TU AVEVI DETTO DI NON DIFENDRTI, NON PER MANCANZA DI INIZIATIVA, MA PER UNA TUA STUPIDA SCELTA. IO INVECE HO DIMOSTRATO CHE, ANCHE SE MOLTO SOPITO, UN BRICIOLO DI ISTINTO DELL’AUTOCONSERVAZIONE CE L’HAI ANCORA! Quindi la smetterai di andare in giro a dire che vuoi che ti feriscano!”

“ODDIO …… ma cosa cavolo è successo? dove sono stata nell’ultima mezzora?”

“Veramente non sei mai stata troppo presente in tutto questo discorso, ma come sempre del resto. Comunque …”

Si avvicina.

“IO HO VINTO E TU HAI PERSO!”

Conclusione semplice e devastante, come Lui del resto.
E davvero, ora, non so cosa dire.


“CI SEI RIMASTA VERO? LO SAPEVO! CON ME NON LA SPUNTERAI MAI, FICCATELO BENE IN TESTA!”

E afferra la mia testa, cingendola col braccio destro, costringendomi a inchinarmi, mentre con l’altra mano mi scompiglia i capelli.

“Cosa? … io … come … come è possibile?! AHIO, ehi mi fai male … ti prego ti prego smettila”

“VISTO?! Anche ora dimostri di tenerci alla tua pellaccia!”

Mi libera dalla presa.
Crollo sulle ginocchia.
Non ci capisco più niente. Si allontana verso la porta, e credo stia ancora abbaiando per la sua vittoria, mentre raccolgo con uno scopino quello che rimane di me. Si ferma. Mi volto, aspettandomi ormai qualunque bizzarria, tipo un balletto aborigeno in un gonnellino di paglia, portandomi quindi le mani alla testa più per assicurarmi che questa rimanga ben ancorata al collo che per riordinare i capelli.
Inizia.


“Comunque …
rassegnati pure…
ma voglio essere solo io quello che ti ferirà.
Non permetterò a nessun altro di farlo.
Se c’è una persona che può ferirti,
quella voglio e posso essere solo io.”



Detto questo
chiude la porta.

Il temporale è passato.
Decisamente io odio i temporali.

Ma forse
forse
ora
.
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.
.
Piove
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.
.



La tenda celeste inizia a volteggiare leggera sotto il soffio dell’aria fresca della sera.
Il cielo inizia a verdeggiare, mentre l’alta erba della collina fruscia come la sottana di un’indaffarata governante.
Le fronde degli alberi, a nord, riecheggiano del rumore di una verde cascata.
L’acqua salata inizia a incresparsi, sotto lo sguardo di un alto cielo estivo.
Da lontano le nubi si divertono a lampeggiare.


Piove
.
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.
.

Sulla spiaggia immacolata, l’esile sagoma di una bambina assesta il grigio orizzonte.


Piove
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.
.



Dentro a brune mura, alcune figure si agitano, come orchestrate da un elettrico direttore.

“E’ sparita di nuovo … questa proprio non ci voleva”

“Ogni volta che piove la Signorina sparisce, è una bambina davvero …. strana”

“Non dire idiozie! È strana come potrebbe essere strana una bambina che da appena sei mesi ha perso la madre. È un comportamento normale, almeno se rapportato a ciò che ha passato”

“Ma allora è vero quello che si vocifera in giro: che la signorina ha assistito al suicidio della madre e …”
“Basta così! Finiscila di spettegolare e inizia a cercarla, dobbiamo trovarla prima che rientri il padrone!”

“D’accordo”



Piove
.
.
.
.
.
.
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.
.



“Signorina!”

Dall’erbosa pendenza di una collina, una figura cinta in pesanti merletti, scende con ansia verso la spiaggia.

“Signorina! Signorina Lana … Per fortuna Vi ho trovata …”

Il soffice rumore del mare accompagna il suo canto.

“Signorina, ma cosa fate qui? Presto, non Vi siete accorta che piove? Avanti rientrate, altrimenti Vi bagnerete!”

“io …”

“Signorina, Vi prego, non resti qui, potrebbe ammalarsi …”

“… aspetto …”

“Come?”

“… Io aspetto …”

“Ma … che dite?! Oddio, non sarete già febbricitante? Misericordia!”

“… sto aspettando …”

“Come? State aspettando?”

“…Sì …
…io aspetto…
…la pioggia…”

“Voi …”

Il rumore della pioggia, fine, leggera, anestetizzante, sembra addormentare i sensi.

“… aspettate la pioggia?
Ma … sta già piovendo”

“Sì,
piove fuori dalle finestre,
piove sulle cime degli alberi,
piove sull’assetato manto erboso,
piove anche su di me,
piove sui miei occhi,
piove sulla mia pelle,
piove sulle mie labbra,
piove anche su di me,
sebbene io resti comunque asciutta,
piove anche su di me,
sebbene io rimanga comunque secca,
ma questa pioggia non mi asciuga l’arido.
Per questo
io
aspetto.
Perché la pioggia mi anneghi l’arido”
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NdaL:{AAAAAAAAARGHHHHH!!!!!!!!!!! Madonna con le cime di repa che folleggiamento, che storia malata!Ma che me so fumata stasera, ma piuttosto:”Ma quanto ero fatta ieri sera?!!!!”(se avete capito la presente citazione avete tutta la mia comprensione per chi condivide una mente paraplegica come la mia; sennò guardatevi “Fatti, strafatti e strafiche” per capì in che universo malato abito). Comunque hola a todos amogos, sono Il Cavalier Condorelli, per la finanza, ma visto che qualcuno è stato più veloce di questo bradipo, per voi sfortunati MOCIOVILEDA.
Premetto che i miei complimenti vanno a chi è arrivato qui infondo, le mie condoglianze a chi a compreso questo vaneggiamento e il mio “arrivederci all’inferno” a chi vedendo la mole è scappato, furbacchione!Ai tanti, per non dire tutti che hanno vomitato dopo, durante e prima della lettura la mia comprensione,( tranquilli è normale, succede a me pure quando guardo “Vivere”, con tutto il rispetto parlando – si sa le denunce sono sempre in agguato -). Ma quanto siamo prolissi direte, oppure ma quanto rompiamo i maroni, ad ogni modo la direzione Vi ringrazia di cuore, vi amoooooooo sorcini, e se nun ve dispiace potete lasciarmi un commentino da qualche parte, anche nei bagni degli autogrill, non mi formalizzo; tanto per far capire al mio psicanalista che anch’io ho degli amici……conoscenti……persone che pago per stare con me, va bene!
Baciamo le mani spupazzotti! }

Ops, non ho detto la cosa per cui ho messo l’Nda, l’unica inerente la storia malata: tanto per capisse, la mamma di Lana si è suicidata in mare mentre la pupetta era presente. Che sfiga a ragazzì, sei peggio di Candy Candy.
Sono troppo malata gente, meglio che mi metto quella bella camicia che si lega dietro, con le maniche lunghe lunghe. Infermiera è il momento degli psicofarmaci,presto!!!!!
Ragà ve saluto sul serio, felici?
Addiooooooooooooooooooooooooooooooooooo
…oppure no…

Ossequi Cavalier Condorelli,
è sempre un piacere.

 
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