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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: GLACIAL EYE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sassa89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/07/2004 14:06:52

new york, un killer chiamato angel of death miete vittime senza pietà, ma se qlk le insegnasse il valore della vita e dell`amore? anke fantasy-horror
 
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THE ANGEL OF DEATH TRAVEL FAST
- Capitolo 1° -

Salve a tt!!! Questa è la seconda ficci ke metto nel sito,la prima è "The Four Elements" (Oh, pubblicità occulta..NdTutti No, ma cosa state dicendo?NdMe con faccia da finto angioletto). Questa storia è 1 storia un po' strana, ma spero ke vi piaccia lo stesso...
Buona Lettura...

L’uomo cadde a terra ansimando, si guardò in dietro tastandosi la ferita al petto, un paio di centimetri più in basso e sarebbe morto, o era molto fortunato o non era stato un caso perché sapeva bene che l’Angelo della Morte non sbagliava mai. Tentò di rialzarsi, ma il dolore al petto lo fece cadere nuovamente sull’asfalto, si voltò faccia in su e vide che lei lo aveva raggiunto. L’espressione sul suo viso era raggelante, ma la sua bellezza era innegabile, sembrava quasi ultraterrena, ora capiva perché la chiamavano “Angelo”. Aveva lunghi capelli neri come il volo dei corvi, pelle candida come la luna e morbida come petali di rosa, labbra perfette che sembravano non chiedere altro che di essere baciate, corpo scultoreo fasciato perfettamente da un completo di pelle nera, ma la cosa più bella erano gli occhi, aveva occhi di un azzurro così intenso da sembrare di ghiaccio.
-Non uccidermi... ti prego... ti scongiuro.- la supplicò l’uomo tentando di mettersi in ginocchio. Lei però non gli rispose, alzò la mano che impugnava la pistola e gliela puntò contro.
-No... ti prego... no!!!- provò nuovamente l’uomo tremando. La ragazza premette il grilletto ignorando le suppliche dell’uomo come si ignora un fastidioso insetto e lo colpì a pochi centimetri dal cuore. Quello urlò in modo atroce e ricadette a terra mentre il sangue fluiva velocemente dalla nuova ferita.
-Perché non mi uccidi subito? Perché... mi tieni in vita?- chiese lui mentre la ragazza lo bloccava all’asfalto mettendogli un piede sul collo.
-Mi è stato ordinato di farti soffrire prima di ucciderti.- rispose allora lei con voce apatica.
-Lasciami andare... ti scongiuro... me ne andrò... nessuno saprà che sono ancora vivo...- la pregò ancora l’uomo riuscendo a malapena a respirare. La ragazza non si degnò di dargli risposta, ma premette un'altra volta il grilletto colpendolo dritto al cuore.

«Ancora un altro terribile delitto è stato portato a termine ieri notte dall’Angelo della Morte, la vittima questa volta è un famoso uomo d’affari, Michael Wrong, che aveva dichiarato bancarotta in seguito a una serie di investimenti sbagliati, come sempre sulla scena del crimine non sono state ritrovate impronte o altri indizi che possano fornire alla polizia qualche traccia su l’assassino che anche questa volta ha lasciato la sua firma sul cadavere. C’è chi ipotizza a un regolamento di conti, ma le vittime che sono state trovate fino ad adesso, siamo a quota cinque, non avevano alcun legame fra di loro né a lavoro né in altri frangenti e ora passiamo alla Borsa...»
L’uomo spense il televisore e con un sorriso compiaciuto dipinto in volto si avvicinò alla ragazza seduta sulla poltrona di pelle.
-Hai fatto un ottimo lavoro.- mormorò passando una mano tra i suoi lunghi capelli neri.
-Grazie.- rispose quella con espressione immutata. Il sorriso dell’uomo si allargò e, dopo aver posato un bacio sulla fronte della ragazza, si allontanò da lei dirigendosi nel suo laboratorio. Posò la mano destra sul rivelatore di impronte e, mentre la voce metallica lo informava che il suo accesso era consentito, si guardò allo specchio appeso alla parete. Un uomo di circa quarant’anni dagli occhi verde acqua, i capelli biondi e i lineamenti decisi rispose al suo sguardo soddisfatto per poi sparire dentro l’asettica stanza da laboratorio.

-E ora salgono sul palco i fantastici GlacialEye.- il presentatore dall’aria annoiata scese dal palco con un salto mentre su tutto il locale scendeva l’oscurità più nera insieme a un silenzio trepidante. D’un tratto il suono malinconico di una chitarra frantumò il silenzio di vetro... una voce dolce si diffuse nel pub... la luce prese nuovamente possesso sull’ombra...
-Open your heart...
...choose the light...
...remove the dark inside you...-
Le parole si perdevano nelle menti degli ascoltatori, la loro attenzione era rivolta solo al suono ammaliante della voce del ragazzo che troneggiava sul palco, cantava ad occhi chiusi nascondendo le sue meravigliose iridi grigie, i capelli neri tagliati secondo la moda newyorkese ricadevano sulla fronte imperlata di sudore, il ritmo della canzone era diventato più caotico e la sua voce seguiva la musica con una facilità impressionante, la facilità che caratterizzava l’autore. La musica iniziò a rallentare, la batteria e la tastiera avevano abbandonato la melodia, solo il triste suono della chitarra seguiva il canto del ragazzo ma anche questa andò sempre più scemando fino a quando non si spense, la voce continuò da sola per alcuni secondi, fino a quando il ragazzo non fu inghiottito nuovamente dall’oscurità. Gli spettatori scoppiarono in scroscio di applausi urlando e scalpitando per avere un bis, ma, quando le luci tornarono ad illuminare il locale, il palco era deserto e il solito presentatore dall’aria annoiata stava per annunciare il gruppo successivo.

Non capiva cosa le passasse per la testa, non aveva mai disubbidito ad un ordine, non era mai uscita senza uno specifico permesso eppure ora si trovava lì, l’edificio di cemento dove passava le sue giornate era alle sue spalle e il mondo intero si apriva davanti ai suoi occhi. Iniziò a camminare nella via affollata, molti dei passanti non badavano nemmeno alla sua presenza, quasi tutti procedevano a passo svelto senza osare neanche alzare gli occhi dalla strada. Una bambina cadde in una pozzanghera iniziando a piangere, la madre la aiutò a rialzarsi e insieme ricominciarono a percorrere la loro strada. Si chiese se tutta quella fretta fosse dovuta a lei, al fatto che aveva ucciso così tanti uomini, se era così non dovevano preoccuparsi, loro non erano nel suo mirino, i suoi bersagli sapevano già di essere morti ancor prima che lei entrasse in azione. D’un tratto qualcosa attirò la sua attenzione, un grido soffocato proveniente da un vicolo oscuro sulla sua destra che nessun altro pareva aver sentito o a cui, molto più probabilmente, nessun altro aveva dato importanza. Si fermò, indecisa sul da farsi, i suoi occhi color del ghiaccio saettarono verso il buio del vicolo da cui provenivano ancora gemiti strozzati. Ricominciò a camminare a passo spedito verso il vicolo e, entratavi, si confuse perfettamente con l’oscurità che dominava dentro di esso. C’era un uomo sopra una donna, aveva un coltello in mano e lo puntava alla gola della poveretta mentre con l’altra le bloccava la bocca. I suoi occhi glaciali osservavano la scena impassibili, si chinò estraendo un coltello a doppio taglio con il manico nero dai suoi stivali e iniziò ad avvicinarsi ai due.
-Lasci subito quella donna!!!-
Si fermò guardando l’entrata del vicolo da dove era appena sopraggiunto un ragazzo. Si ritirò nuovamente nell’oscurità, lui non sembrava averla scorta e tanto bastava. Lo osservò in silenzio mentre con passo deciso si avvicinava all’altro uomo e lo disarmava per poi buttarlo contro il muro opposto del vicolo. La donna scappò via in lacrime senza nemmeno ringraziare il suo salvatore. La ragazza rimise a posto il coltello, ma quando si rialzò si trovò il ragazzo a pochi centimetri dal viso. Aveva uno strano sorriso dipinto in volto, non poteva avere più di diciotto anni, anche se era piuttosto alto e i suoi lineamenti erano decisi i suoi occhi grigi lo tradivano.
-E tu chi sei?- chiese con voce maliziosa. La ragazza tentò di scartarlo e di uscire dal vicolo, ma lui le si parò nuovamente davanti chiudendole la via di uscita.
-Andiamo, dimmi il tuo nome.- insistette sorridendo.
-No.- rispose lei con voce apatica guardandolo dritto negli occhi.
-Finalmente ti ho trovata.-
Si voltò di scatto dando le spalle al ragazzo e abbassando lo sguardo a terra, la sua piccola avventura era appena terminata. L’uomo si avvicinò a lei prendendola per un polso e iniziando a trascinarla via sotto gli occhi attoniti del ragazzo che però non stette con le mani in mano e li recuperò mettendo una mano sulla spalla dell’uomo per fermarlo. Quello si girò verso di lui guardandolo con sguardo omicida e facendo un cenno alla ragazza. Gli occhi grigi del ragazzo slittarono verso di lei, ma non ebbe nemmeno il tempo di vederla che aveva già perso i sensi.

-Sono molto deluso dal tuo comportamento, sai benissimo che senza il mio esplicito permesso non puoi uscire da questa casa!!!- esclamò l’uomo guardando con aria alterata la ragazza seduta di fronte a lui, teneva il viso chinato e le mani intrecciate all’altezza del grembo eppure, per quanto la sua posizione facesse trasparire profondo pentimento, lui sapeva che in realtà i suoi lineamenti erano ancora inespressivi.
-Mi dispiace.- anche la sua voce era apatica e non faceva trasparire alcun sentimento. L’uomo sorrise appena e si sedette al suo fianco accarezzandole dolcemente i capelli.
-Non è vero, piccola mia.- mormorò per nulla risentito. Il trillo del telefono lo riportò bruscamente alla realtà, si alzò dal divano premendo il tasto del vivavoce pronto ad ascoltare chiunque fosse al di là del capo. Una voce ansimante riecheggiò istantaneamente nella stanza, sembrava a dir poco spaventata e quando sentì che l’uomo aveva risposto squittì in modo alquanto fastidioso.
-Sono io... ecco... ho sentito delle morti da lei provocate... io giuro che troverò quei soldi... dammi solo un paio di giorni....- la voce si interruppe per riprendere fiato mentre l’uomo scoppiava in una risata priva di allegria.
-Oh, mi sorprendi, credi davvero che sia una squallida questione di soldi? Tutto questo lo hai voluto tu, lo avete voluto voi. Ricordi cosa mi avete fatto?- ribattè l’uomo con un mezzo sorriso di scherno dipinto sulle labbra.
-Io non volevo!!! Ho provato a dissuadere gli altri, ma... non potevo mettermi contro tutti quanti loro!!!- esclamò l’altro sull’orlo di una crisi di nervi.
-Non è importante, quello che fatto è fatto, giusto? Ora ti consiglio di metterti a correre perché l’Angelo della Morte lavora veloce.- con questa frase l’uomo chiuse la conversazione e, giratosi verso la ragazza, le fece cenno di andare, lei sapeva già cosa doveva fare e sapeva farlo anche molto bene. Quando sentì la porta di metallo dell’appartamento chiudersi alle spalle della ragazza scoppiò in una risata maligna, presto tutti loro sarebbero morti e la sua vendetta compiuta.

Bene, thanx a tt i coraggiosi ke sono arrivati alla fine, lo so ke la storia della vendetta è un pochito banale, ma abbiate pazienza...
Come avrete capito il Titolo della Fic è dovuto sia agli occhi della misteriosa Angel of Death sia al nome del gruppo ke canta quella (penosa) canzone... Non so quando riuscirò ad aggiornarla (l'ispirazione va e viene;-)) ma vi prometto ke se commentere cercherò di fare al più presto...
Ciao Ciao
Ps.Se non lo avete capito dovete commentare, anke solo x dirmi ke fa schifo, please!!!
 
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