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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: SE SOFFRENDO POTRO` AMARTI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: byakko galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/07/2004 17:30:29 (ultimo inserimento: 25/08/04)

come reagirà sanzo all`improvvisa crescita di goku?
 
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DEVO DIVENTARE PIU` FORTE
- Capitolo 1° -


Finalmente, la mia prima fic di Saiyuki. Sarà già una settimana che ci penso e ci ripenso, non ce la facevo più e così ho deciso di iniziare a buttarla giù. Forse non sarà un gran chè però volevo lo srtesso iniziarla, in qualche modo. Spero di poterla continuare al più presto. Voi intanto mandatemi commenti o suggerimenti, io sono aperta a tutto.


Ormai erano passati già diversi mesi dalla loro partenza per quel viaggio verso ovest. Continuavano lentamente ad avanzare per raggiungere la loro meta ma non senza aver riportato gravi ferite nel cuore che ad ogni metro percorso si facevano sentire sempre più forti che non lasciavano tregua, però nessuno voleva darlo a vedere, non volevano dar segno di debolezza per il loro orgoglio e per loro stessi. E così le passavano una dietro l’altra normalmente, quasi noiose.
Goku: Maledetto pervertito di un kappa, ridammi subito quel nikuman prima che te la faccia pagare molto cara.
Gojyo: come hai osato chiamarmi stupida scimmi?
Goku: hai sentito benissimo, la verità fa male vero?
Gojyo: Questa è la volta che ti faccio fuori scimmia.
SDENG-SDENG
Sanzo: State zitti prima che vi ammazzi >______<
Sanzo li aveva violentemente colpiti con il suo fidato harisen per farli tacere ed i due si zittiro massaggiandosi la parte colpita avendo timore di una nuova sfuriata.
Gojyo: “ maledetto bonzo corrotto, se avessi in mano quel ventaglio sai dove glielo metterei?”
Goku si era stranamente zittito dopo quel colpo, non un lamento era uscito dalla sua bocca ne una protesta e questo comportamento non era da lui, cosa che notarono tutti, dato che erano sempre molto sensibili alle variazioni d’umore del ragazzino. Hakkai era il più preoccupato tra i tre e, guardando avanti a se, capì il perché di quel fastidioso silenzio.
Hakkai: Che nuvoloni. Presto arriverà un brutto temporale, temo. Fortunatamente stiamo per arrivare ad un villaggio dove sicuramente troveremo rifugio per la notte.
Il mezzo demone capì immediatamente il motivo di quel comportamento. L’ultima volta era stato di nuovo trattato malamente per colpa della sua testardaggine ed era da allora che aveva iniziato ad essere meno rumoroso, anche se aveva comunque continuato a mantenere al sua allegria. Non voleva disturbare il bonzo per non creargli fastidi, dato che la pioggia lo rendeva irascibile e scorbutico più del normale. Ogni volta era la stessa storia, si sarebbe rinchiuso nella sua stanza solo con i suoi ricordi, i suoi tormenti e le sue ferite. Il demone dagli occhi dorati non sopportava quella situazione, vederlo in quello stato. Non voleva lasciarlo da solo e così continuava ad andare da lui in quelle notti ma ogni volta veniva malamente scacciato.
Goku: “Forse preferisce così, gli sono solo di disturbo. Così potrei diventare anch’io causa dei suoi problemi ed io non voglio che questo accada. Non voglio che il mio sole sia sempre oscurato e che io possa diventare una di quelle nuvole scure che lo rendono triste. Meglio lasciarlo stare per un po’.”
Si mise a fissare il cielo ancora azzurro per trovare una soluzione al problema diversa da quella che aveva sempre utilizzato e che non si accertava come valida. Come doveva comportarsi ora verso il suo maestro? Ma nel frattempo proprio la causa dei suoi pensieri lo fissava di sfuggita dallo specchietto laterale della jeep notando la lontananza del suo sguardo colmo di tristezza che tanto non gli si addiceva.
Sanzo: “Che stupido, si preoccupa sempre troppo. E’ proprio un bambino.”
Arrivarono finalmente al villaggio e si diressero verso la locanda di questo. Regnava uno strano silenzio che nessuno riuscì ad interpretare. Ma non era niente di buono.
Cosa sarebbe successo? Ormai erano preparati ad ogni evenienza, o quasi.
Sanzo: Quattro stanze singole.
Loc: Mi dispiace ma sono rimaste solo due singole ed una matrimoniale.
Sanzo: Vanno bene lo stesso. Ora decidiamo per la distribuzione delle camere.
Goku: Io vorrei stare in una camera singola.
I tre si girarono a guardarlo con aria interrogativa ed ovviamente confusi dalla sua insolita richiesta dato che, di solito, voleva dormire con il bonzo. Ci fu un attimo di interminabile silenzio in cui tutti pensavano alla stessa cosa e cioè a quanto fosse strano oggi il ragazzino.
Hakkai: Per me non ci sono problemi, vorrà dire che per questa notte terrò compagnia a Gojyo, vero? ^__^
Gojyo: Certo, basta che resti dalla tua parte del letto, lo sai come la penso a riguardo.
Hakkai: Cercherò di tenerlo a mente ^_____^ !!!
Sanzo: Dato che non ci sono obbiezioni eccoti la chiave.
Goku: Grazie. Ora però vorrei andare a dormire, sono piuttosto stanco e non vedo l’ora di coricarmi. Buonanotte.
E così dicendo si girò ed andò in silenzio verso la sua camera. Adesso la cosa stava iniziando a diventare grave e complicata. Goku che salta la cena, era sicuramente malato, non potevano esserci altri motivi. Il moro, preoccupato, lo seguì per accertarsi del suo stato di salute.
Hakkai: Goku, stai bene? C’è forse qualcosa che non va?
Goku: No, non preoccuparti. E’ solo che sono davvero molto stanco, con un po’ di riposo mi passerà tutto.
Hakkai: Va bene, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami.
Il ragazzo annuì con un flebile sorriso e poi entrò nella stanza. Così hakkai tornò di sotto per la cena.
Gojyo: Allora, ti ha detto niente?
Hakkai: Solo che è stanco e che vuole riposare, anche se non mi convince, sono sicuro che abbia qualcosa ma che non voglia parlarne.
Gojyo: la penso come te. Hei bonzo, non gli avrai per caso fatto qualcosa?
Sanzo: Tsk. Non rompere, se non vuole dirci niente fatti suoi.
Gojyo: Si si, come no.
Il monaco era preoccupato ma non voleva darlo a vedere, non poteva e comunque non era molto convinto delle sue emozioni.

Nel frattempo Goku si era disteso sul letto con mille pensieri che gli volteggiavano nella mente. Non voleva vedere di nuovo Sanzo in quelle condizioni sapendo di non poter far nulla per alleviare i suoi dolori. Si sentiva solo senza il suo sole e sentiva freddo. Piccoli brividi gli percorrevano la schiena. Poi un ticchettio e sul vetro della sua stanza iniziarono a scontrarsi alcune piccole gocce. Pioggia. Perché rendeva così triste il suo adorato sole? Ricordi passati, sofferenze, dolori tornavano a farsi sentire solo con la visione di quelle piccole gocce. Perché? Che cosa gli era successo per poterlo traumatizzare in questo modo anche a distanza di così tanti anni? Cosa poteva renderlo così? Troppe domande e nessuna risposta. Lui voleva sapere, voleva capire ma in quel momento non ci riusciva. Si mise anche lui ad osservare la pioggia per poter vedere qualcosa, come se ella potesse parlargli e spiegare il perché, dare risposte ai suoi quesiti. Ma la sua speranza fu vana. Solo gocce e tenebre. Passò diverse ore ad osservare fuori dalla finestra ed a pensare. Ormai era notte inoltrata. Non sentiva rumori provenire dalle altre stanze. Tutti dormivano, li aveva distintamente passare circa un’ora prima. In quel silenzio la sua mente lo riportò alla figura del monaco.
Goku: “Sanzo…di sicuro è ancora sveglio a scrutare la pioggia che cade, appoggiato alla finestra, con la sigaretta accesa e lo sguardo triste perso nel vuoto. Che scena disgustosa. Mi sono stancato di andare lì, tutte le volte, a porgli la mia mano, la mia felicità, la mia vita ed essere malamente mandato via, sgridato o picchiato. Perché anche io devo soffrire e non per mio volere. Credo di aver già patito abbastanza. Anche se nessuno se ne ricorda mai quel periodo è impresso a fuoco nella mia mente, io c’ero, sono stato imprigionato in quella grotta fredda per 500 anni. Credono che io non sappia cosa significhi soffrire? Credo di aver già patito abbastanza no? Perché devo sempre occuparmi io della felicità degli altri. ADESSO BASTA.”
Si alzò di scatto mentre quelle parole gli rimbombavano ancora nella mente. Rabbia, frustrazione, ira, erano questi i sentimenti che lo avvolgevano nel buio di quella stanza. Poi chiuse gli occhi e prese a fare profondi respiri per calmarsi avendo preso coscienza di quello che aveva appena pensato.
Goku: “Ma cosa sto dicendo, queste non sono parole adatte ad uscire dalla mia bocca. Lui è il mio sole, colui che mi ha liberato da quelle catene che mi tenevano rinchiuso nella solitudine che mi opprimeva e io ne accetto tutto, anche questi momenti. Ma non posso continuare a tenermi dentro tutto, a volte mi fa bene sfogarmi. Non vorrei crollare davanti a lui.”
Quella stanza era troppo vuota, troppo silenziosa per lui. Decise quindi di uscire, anche se grandi gocce continuavano a cadere dal cielo. Forse la pioggia lo avrebbe tranquillizzato, calmato anche se poteva sembrare strano. Con passo felpato uscì dalla sua stanza ed attraversò il corridoio cercando di non farsi sentire. Però si fermò ad osservare una porta chiusa per qualche secondo, poi riprese a camminare ed uscire dalla locanda.

La pioggia cadeva sempre più forte ma a lui non dava fastidio. Passeggiò fino al bosco lì vicino per poi arrivare ad un piccolo fiume che scorreva lento anche se fra poco la pioggia lo avrebbe fatto impazzire. Si fermò ad osservarlo preso da tristezza e malinconia.
Goku: Che strano, mi ricorda tanto Sanzo, anche a lui succede la stessa cosa. Ma io che cosa posso fare? Non ho le capacità per bloccare l’acqua che scorre violentemente e che stravolge gli argini del suo animo. Solo lui può curare le ferite del suo cuore. L’unica cosa che posso fare è stargli vicino fino a quando ce ne sarà bisogno…ma forse anche questo potrebbe causargli dei problemi o disturbarlo. La pioggia continuava incessante mentre si mischiava alle sue lacrime che avevano iniziato a scendere copiose dai suoi occhi dorati. Qui poteva farlo poiché nessuno lo avrebbe visto dato che non voleva farsi vedere in un momento di debolezza dagli altri, soprattutto dal monaco. Lui doveva essere forte, per se stesso e anche per il bonzo.
Goku: FORTE, devo diventare più forte così che lui, attraverso di me trovi sicurezza e protezione. Devo imparare a cavarmela da solo, non posso sempre chiedere aiuto, ormai non sono più un bambino. Forse…forse è così che mi considera, un bambino, ed è per questo che non si confida con me, che non mi parla dei suoi problemi, non mi crede all’altezza della situazione. Devo crescere, devo cambiare, anche se sarà dura, anche se dovrò soffrire.
Se soffrendo potrò continuare a stargli vicino,
se soffrendo potrò continuare a renderlo felice,
se soffrendo potrò continuare ad amarlo,
allora voglio patire qualsiasi pena o dolore, in silenzio, poiché lui non dovrà più preoccuparsi di me dato che io non gli causerò più problemi.
E così, bagnato da quelle lacrime del cielo, lui aveva preso una decisione. Anche se sarebbe stato difficile o doloroso lui sarebbe diventato più forte. Prese ad allenarsi sotto la pioggia che incessante cadeva e che lo sosteneva ricordandogli per che cosa stava lottando…per chi stava combattendo.

-CONTINUA-

Nel prossimo capitolo ci dovrebbero essere i pensieri di Sanzo riguardo a tutto, a lui e a Goku. A presto. Byakko.

 
Continua nel capitolo:


 
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