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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: S1 D.X. LA PORTA DEI DEMONI
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: kaorim1987 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 10/07/2004 17:46:05

storia personale scritta alcuni anni fa!
 
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THE DEAD STREET
- Capitolo 1° -

S1 DX
Space 1, d’IGNAZIA CLARA VIRONE, kaorim 1987.

I personaggi di questa storia sono tutti maggiorenni (quasi tutti!) e in ogni modo non si tratta di persone realmente esistenti, bensì di semplici personaggi inventati dalla sottoscritta. Chiunque dovesse usare questa storia o modificarla, mi avvisi a questo in dirizzo e-mail: ignaziaclara@inwind.it oppure a ale.virone@wooow.it .


SPACE 1 D.X.: LA PORTA DEI DEMONI (DOOR OF THE DEMONS)
CAPITOLO 01: The dead street.
Quartiere Città d’Almond, Roma 2035.
Maril si era svegliata in ritardo per andare a scuola e in tutta fretta andò nello studio del padre per cercare le chiavi del motorio della sorella Kagura. Cercò nei cassetti della scrivania, sopra il tavolo e persino nell’archivio ma non le trovò.
-Dove diavolo sono quelle chiavi Karura!- urlò alla sorella, la quale era in cucina.
-Hai guardato nei cassetti?-
-Non ci sono!-
-Allora sono all’entrata, guardaci bene!- disse Karura uscendo dal corridoio e con un cenno salutò la sorella, che finalmente aveva trovato le dannate chiavi.
La ragazza uscì e percorse la strada, salì sul motorino e partì. Quando arrivò a scuola era già in ritardo di 20 minuti e il professore la riproverò facendola stare fuori tutta l’ora.
-Maledetto professor Nogami!Imbecille!- urlò la ragazza dietro la porta dell’aula e scocciata si appoggiò al muro del corridoio.
Passarono alcuni minuti di silenzio nei quali lei giocherellò con una ciocca di capelli, quando la sua attenzione fu attratta dalla presenza di Roberto Takahashi.
-Che fai qui in corridoio?- chiese il ragazzo.
- Non sono affari tuoi Takahashi! Lasciami in pace. Rispose lei in modo brusco.
- Da dove arriva tutto questo fuoco?- lui si avvicinò e la prese per mano.
-Che fai?-
-Ti ricordi della mia proposta?-
-Lo sia già quale fu la mia risposta! Te lo ripeto non voglio essere la tua ragazza! Ora lasciami stare!-
-Non mi arrendo! Lo sai che non puoi dirmi di no!- Takahashi cominciò ad innervosirsi.
-Sei uno stupido! Non mi metterò mai con un teppista come te!-.
Roberto le prese i polsi e la spinse contro il muro in maniera violenta.
-Non usare quel linguaggio con me!-
In quel momento passò uno dei professori che vedendo il ragazzo molestare Maril, lo punì portandolo in presidenza.
Nelle ore successive mari, rientrata in classe, dopo l’ora di letteratura di Nogami, si confidò con l’amica Miriam, raccontandole dell’accaduto:
-Devi stare attenta a Takahashi, sai che è un teppista! Perché non lo dici a tuo padre che t’infastidisce?- disse Miriam durante l’intervallo delle 11: 15.
-È affare mio!-
Maril aveva un carattere testardo, voleva affrontare i problemi da solo, senza l’aiuto di nessuno. Questa volta però si era cacciata in un grosso guaio: Roberto le aveva messo gli occhi addosso e per averla, l’aveva ricattata.
Miriam, preoccupata, rimproverò l’amica: - ti farà del male, Maril!
-Non voglio che mio padre s’impicci! Ultimamente non facciamo altro che litigare. Se non ci fosse Kagura a calmarci!-
-Dillo a lei allora!-
Disse Miriam rientrando in classe al suono della fine dell’intervallo.
Maril la seguì e non le rispose, sarebbe stato inutile dire a Karura del problema di Roberto, lei certamente lo avrebbe spifferato al padre.

Suonò la campanella e gli studenti del liceo San Matteo uscirono per tornare alle loro case. Maril salutò Miriam e percorrendo la strada, arrivò dall’altro lato, dove aveva parcheggiato lo scooter volante. Sulla moto vide seduto con aria truce Roberto.
-Scendi dalla mia moto!-
-Io e te dobbiamo finire un discorso. Quel maledetto del professore d’arte ci ha interrotti, ma ora potremmo continuare indisturbati.- Roberto scese dal veicolo e si avvicinò alla ragazza sfiorandole con le dita la guancia.
-Non toccarmi, dannato!-
-Sai che quando fai così diventi più carina! A proposito… guardo cosa ho in mano!- il ragazzo agitò davanti al viso di Maril un paio di chiavi.
-Ma… quelle…- balbettò incredula.
- Sono proprio le chiavi del tuo motorino. L’ho prese nel corridoio, quando mi sono avvicinato a te.-.
-Dammi!- Maril si avventò contro Roberto, il quale la evitò.
-Te lo puoi scordare!-
Roberto salì sul motorino e le disse – Sali… parleremo in un luogo più appartato!-.
Maril non avendo alternative, salì con Roberto. Dopo qualche minuto arrivarono nella DEAD STREET, la strada morta. Era chiamata così perché in quel luogo 15 anni prima erano morte in un’esplosione un sacco di persone. Ora era un quartiere malfamato nel quale avvenivano di notte delle sparatorie tra skaters.
-Perchè proprio nella dead street?- chiese Maril.
-Non c’è un motivo particolare… adesso parliamo!- tagliò corto lui.
- Ti ho già detto che non voglio essere la tua ragazza!-
- Perché no? Se ho fatto ricatti o altro… era solo per averti dannazione!- disse imprecando.
- Adesso che mi vuoi fare? Prova a toccarmi e urlo!- disse lei allontanandosi di scatto, vedendolo avvicinare.
-Stronza!-lui l’afferrò e la buttò a terra – il quartiere è deserto! Se poi ti sentisse qualcuno urlare, pensi che ti verrebbe ad aiutare in questo posto di merda degli skaters!-
Maril provò a rialzarsi per scappare, ma durante la caduta si era fatta male alla caviglia. Roberto le afferrò il braccio dicendo –non ti farò nulla… ma se rifiuti ancora… finirai male stupida!-
-Bastardo!-
Lui innervosito le diede uno schiaffo.



 
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