torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: UN CALORE IMMENSO...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: iorichan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/07/2004 18:53:58

dp il pov di sanzo, ecco quello di goku, molto meno deprimente! commenti, mi raccomando, pasto x il mio cervellino in disuso!!!!! ^*^
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   

- Capitolo 1° -

Ok, allora… Pov (si chiama così?!?) di Goku. Ho già fatto quello di Sanzo, ma questo sarà meno drammatico, lo giuro!!! Dopotutto non posso essere troppo dura con la mia scimmietta preferita!! Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono e commentano o che leggono e basta!

UN CALORE IMMENSO…

Corro.
Corro a perdifiato sotto la pioggia battente, che adesso si sta un po attenuando,
testa china, occhi socchiusi per il gelo.
Non so dove sto andando.
Mi sto dirigendo alla cieca attraverso un fitto bosco,
una foresta composta da alberi alti e continui;
un senso di oppressione mi stringe la gola, dagli occhi scendono calde lacrime che mi bagnano le guance già fradice.
Come al solito, dopotutto.
Cosa faccio quando mi sento triste? Piango!
Cosa faccio quando non mi sento in grado di compiere qualcosa? Piango!
Cosa faccio quando mi rimproverano? Piango!
Ed adesso mi sento come se queste tre condizioni si fossero radunate tutte in una sola volta,
stringendomi un nodo intorno al collo,
permettendomi di respirare il meno possibile.
Perché devo essere così distruttivo?
Ma, in fondo, è la pura verità.
Mi sento afflitto a causa delle solite urla di Sanzo verso di me.
Mi sento infelice perché non sono in grado di aiutare la persona che più amo al mondo, perché
mi resta impossibile compiacerla.
Anche se a volte è solo colpa sua.
E poi mi sento addolorato perché, come ogni volta che c’è la pioggia, il mio sole di cattivo umore si è scaricato su di me, ferendomi come mai è successo.
“Sei una scimmia. Per me sei solo un peso, accidenti ai Sanbustushin. Perché non te ne ritorni da dove sei venuto?”.
Parole taglienti, troppo orribili da dire,
troppo dure da ricevere. Ma lui non si fa scrupoli.
Mi va bene tutto: “stupida scimmia”, ”baka saru”, “idiota ingordo”…
Sono frasi di routine con cui, ormai, ho imparato a convivere, accettandole senza dargli troppo peso.
Ma il suo tono, questa volta, era diverso…
Più acido del solito.
Era palese che quelle parole erano indirizzate dritte al mio cuore, vomitate in modo così crudele da sembrare apposta per colpire in un punto preciso.
Mi volevi fare soffrire? Ci sei riuscito. Contento?
Te l’ho anche dimostrato.
Non ho retto ai tuoi insulti e sono uscito da quella specie di catapecchia che avevate trovato come riparo, incamminandomi sotto le molte gocce che scendevano dal cielo verso un luogo sconosciuto persino alla mia mente.
Volevo solo allontanarmi da lui e dal suo odio,
che mi aveva gettato addosso con foga incredibile.
Corro, avanti a me non vedo più nulla, ormai ho chiuso gli occhi per allontanare la sua immagine di poco fa.
E, come era prevedibile, nella mia fuga senza luce incontro un ostacolo.
Un albero.
Vi sbatto violentemente la spalla, urlo dal dolore e spalanco immediatamente le palpebre sgranando gli occhi.
Dolore.
Mi porto una mano sul punto ammaccato: la ritiro, non posso muoverlo.
Forse fratturato.
Accidenti a me e alla mia stupidità di scimmia!
Mi guardo intorno. Adesso, anche se volessi tornare da lui e dagli altri, non potrei…
Non so più dove sono, ho perso l’orientamento, mi sento sperduto.
Scorgo una piccola caverna vicina. Entro e mi accoccolo in un angolo.
Non posso stringermi le ginocchia al petto, mi fa male la spalla, così mi accontento di reggermi il braccio della ferita.
Un freddo mi penetra nelle ossa, mi fa rammentare la mia prigionia sul monta Kakazan, prima che lui venisse a liberarmi.
Allora non sapevo come fosse veramente, lo avevo visto immobile di fronte alla mia prigione con una malinconia addosso che poteva addirittura essere palpabile, un giovane monaco dall’aspetto altero e fiero, ma anche arrogante.
Mi tese la mano, ed io mi ci appigliai come un bambino che ha bisogno di rassicurazioni…
E infatti io ne avevo un disperato bisogno.
Volevo sentire il calore di qualcuno penetrarmi nelle ossa, scacciare quella solitudine che mi aveva avvolto per secoli, volevo sentirmi amato come una persona vera… Volevo sentirmi vivo.
E quella era stata la prima impressione che mi aveva fatto,
avevo idea che, con lui, avrei potuto sentirmi finalmente felice.
Ma se avessi saputo cosa mi aspettava, lo avrei seguito ugualmente?
So la risposta, adoro essere masochista: Certo!
Perché se anche lui mi fa soffrire insensibilmente ogni giorno che passa, anche se mi fa pesare tutte le volte ogni piccolo errore che compio io lo adoro e lo venero, lo considero il sole, e non a torto.
Crede che faccia le cose con leggerezza.
Mai!
Se lo ho chiamato così un motivo ci sarà!
Adoro la sua chioma bionda, che risplende quasi di luce propria,
i suoi occhi ametista che non fanno altro che sondarmi inquisitori,
la sua bocca, su cui mai una volta ho veduto un sorriso…
Forse è per la mia presenza.
E’ per me che non sorride mai, perché gli do troppi grattacapi.
Me ne dispiace, perciò se me ne andassi potrei finalmente fare sorgere sulle sue labbra quell’allegria che mai gli ho permesso di mostrare anche agli altri.
Farei qualunque cosa pur di farlo stare bene, anche ritornare nella mia grotta, dove tutto è cominciato.
Quando mi guidò fuori dalle tenebre mi disse che lo avevo chiamato. Non mi ricordo di averlo fatto.
Però mi ricordo distintamente che nella mia testa aleggiava un nome senza corpo,
una presenza che non avrei assolutamente dovuto dimenticare ma che avevo obliato come ogni cosa passata.
Forse era lui?
Non posso dirlo con certezza ma, quando lo osservai in tutta la sua interezza attraverso le zanne che mi dividevano dal mondo esterno ebbi un senso di nostalgia.
Ancora oggi queste riflessioni mi tornano in mente…
In che modo lui avesse avvertito la mia voce, non potrei dirlo, ma gliene sono immensamente grato…
Rabbrividisco inconsciamente e appoggio la testa alla parete della caverna.
Comincio a stare male, la testa mi gira, perdo lentamente conoscenza.
Poi una luce accecante…

Cosa…?
Sento una voce familiare…
Da quanto sono addormentato qui?
Secondi? Minuti? Ore?
Adesso non importa più.
Odo un richiamo, un dolce suono, qualcuno che invoca il mio nome…
La voce del mio sole.
Perché è venuto a cercarmi?
Per sgridarmi, picchiarmi con l’harisen e chiamarmi stupida scimmia, mi sembra ovvio!
-Sa…-
Non riesco a parlare, ho paura di quello che mi dirà non appena scoprirà il mio nascondiglio.
Poi mi faccio coraggio.
-Sanzo-
-Goku, sei qui?- si affaccia alla caverna, la voce leggermente tremante.
Mi ha chiamato per nome?
-Si…-
Non mi muovo, non potrei, attendo con ansia che lui mi venga incontro.
E così avviene.
Lui entra e si ferma davanti a me, si mette in ginocchio e mi osserva.
Io scosto il capo di lato, non posso reggere il suo sguardo.
-Allora eri qui! Ma ti rendi conto di quanto ci hai fatto preoccupare?-
La voce è dura, pacata.
Delusione.
Una delusione cocente mi invade l’animo.
Credevo, anzi speravo con tutto il cuore, che appena mi avesse trovato mi avrebbe chiesto come stavo.
Ma perché devo crearmi simili illusioni, che poi saranno sempre irrimediabilmente infrante?
Beh, almeno ha detto che si sono preoccupati.
-Scusa… Volevo tornare, ma poi ho perso la strada-
-Tse, tipico di una scimmia-
BASTA! Smettila di chiamarmi scimmia, smettila di trattarmi come un animale, anche io ho dei sentimenti come tutti. Vorrei urlare, scappare da questo posto, ma non posso con la spalla che mi ritrovo.
-Basta…- un sussurro.
-Eh? Alza la voce, baka saru…-
-BASTA!- uno strillo acuto.
-…-
-Non… Non voglio che mi chiami scimmia. Sono un demone, ma questo non ti dà diritto di trattarmi come mi tratti…- Bravo, sono riuscito ad esternare i miei sentimenti. Però potevo risparmiarmi di gridare istericamente come un pazzo.
Così gli sto solo dando una conferma alle sue aspettative.
-Hai ragione…-
Alzo lo sguardo verso di lui.
-Mi dispiace, sono stato molto in pensiero per te! Non dovevi farmi questo, scappare così…!-
Non capisco, da quando Sanzo è così dolce?
Mi mette una mano sulla spalla, quella colpita. Caccio un urlo strozzato, e compio un movimento brusco che non fa altro che peggiorare la situazione.
Mi guarda senza capire.
-Ho sbattuto la spalla- dico con imbarazzo. Ok, adesso penserà che sono solo uno stupido bambino frignone che non sa fare nulla!
Lui mi toglie il mantello e la maglia, esamina l’ematoma che si è formato con aria da esperto medico e poi…
Ma cosa fa?
Mi posa un piccolo bacio a fior di pelle, con tenerezza.
Mi mordo il labbro inferiore per la piccola fitta che mi ha attraversato, poi punto le iridi nei suoi occhi viola, ricolmi di affetto infinito che mai avrei creduto di scorgervi.
-Ma Sanz…- non finisco la frase, perché lui mi posa dolcemente un dito sulle labbra, facendo segno di tacere; l’espressione è ora morbida, non acerba come poco prima.
Percorre il mio labbro inferiore con un dito lungo e affusolato, per poi passare su quello superiore fino a terminare sulla punta del mento.
Non so più che dire, le mie guance si colorano di un rosso acceso, sposto il volto verso il basso; e lui, con un movimento fluido e repentino, ma non tanto da farmi del male, me lo rialza.
-Non abbassare mai lo sguardo, Goku…- parole delicate, che mi fanno passare un brivido lungo la spina dorsale. Non ho mai visto questo lato del carattere del mio bonzo corrotto, ma devo dire che, ad un primo assaggio, mi piace da matti e mi ci potrei anche abituare…
Anche se so che non durerà molto. Sicuramente è un raptus di follia che lo ha artigliato per qualche momento, e tra pochi secondi tirerà fuori l’harisen e comincerà a picchiarmi.
Spero di no.
E il mio sogno si esaudisce, infatti Sanzo rimane com’è,
poggia la mano che prima aveva sul mento sulla mia gota più scura di una tonalità
e mi sussurra:
-Sai che bisogna guardare in faccia le persona quando ti parlano?-
Vorrei replicare che ne sono pienamente consapevole, ma per la seconda volta, nel giro di poco tempo, non sono in grado di spiegarmi:
Sanzo si è avvicinato al mio volto e con leggerezza ha posato le sue calde labbra sulle mie.
Passione.
Una passione accecante mi invade l’animo, sento la sua lingua farsi spazio tra nella mia bocca, fino a che io non gli lascio libero accesso,
le guance ancora più imporporate di prima.
Le nostre due lingue iniziano una coinvolgente lotta senza esclusione di colpi,
si accarezzano sfiorandosi celermente, ballando un carosello senza fine.
Mi sento bene, libero finalmente appagato dalle sensazioni che un piccolo contatto come quello mi possa donare.
Mi faccio più ardito e oso mettere una mano tra la bionda chioma del mio sole,
gli accarezzo i capelli arrotolandomi ciocche gialle intorno alle dita
cingendogli il collo con le braccia.
Rimaniamo così, finalmente uniti per molto tempo,
finché le nostre riserve di ossigeno non hanno bisogno di una sosta, e allora mi stacco riluttante dalla fonte del mio desiderio.
Comunque guardo ovunque all’infuori che nella sua direzione.
Lo so, è stato lui che ha dato vita a quel contatto così intimo ma non mi sento sicuro di quello che poi potrebbe riversarsi su di me; si sa, da quel monaco c’è sempre da prenderle.
Mi sento sollevare di nuovo la testa.
-Ma allora non ci siamo capiti! Forse devo essere più persuasivo…- e così dicendo mi bacia di nuovo, e stavolta sono più reattivo, prendo qualche iniziativa per non deluderlo.
Quando ci sciogliamo ancora, ho la tentazione di compiere lo stesso movimento, e sarei curioso di vedere si mi potrebbe “persuadere” ancora una volta, ma faccio come mi ha detto, non voglio rischiare di farlo arrabbiare.
Osservo le sue iridi violette che mi scrutano,
ma senza ostilità e freddezza come fa di solito, con un sentimento nuovo mai provato.
Vorrei spiegarmi, capire cosa ci sta succedendo, apro la bocca per sussurrare ma lui mi precede.
-Lo so, ti senti strano. E’ quello che provo anche io. Ma non preoccuparti, vedrò di spiegarti quando torneremo alla casupola, dopo averti curato-
Ma forse non c’è bisogno, forse ho già capito che quello che nutro nei suoi confronti è
-Amore…- bisbiglio e lui mi guarda senza capire. Mi spiego.
-Ti amo, io ho capito che significa sentirsi protetti e adorati-
Annuisce, poi fa una più unica che rara:
mi mostra uno dei suoi sorrisi.
Uno molto leggero, sia chiaro, non di quelli che io elargisco con tanta facilità,
ma solo quel gesto mi rendo incredibilmente felice.
Gli butto le braccia al collo, incurante del dolore e della spalla, che ha ripreso a pulsare, e quasi grido:
-Allora non è vero che sei sempre triste a causa mia…-
e intanto strofino la mia guancia contro la sua, un piccolo animaletto in cerca di conforto e protezione.
-Chi ti ha detto questa cavolata?- domanda con tono calmo, senza fare niente per districarsi.
-… Ho pensato che potesse essere per via di tutto quello che combino, no?!?-
Si stacca a fatica e punta il suo sguardo su di me.
-Non dire sciocchezze, tu sei colui che mi ha donato la felicità. La mia scimmietta petulante che non fa altro che chiedere da mangiare, sempre con il mio nome in bocca… Forse non te lo ho mai detto, ma mi piace il modo in cui mi chiami-
Piego la testa da una lato.
-Non sembri Sanzo… Non è che sei un impostore?- chiedo puerilmente.
-No, non preoccuparti- si incupisce –ti ho mostrato troppe volte la parte del mio “io” che più odio-
Mi arrischio e poggio il palmo su una sua diafana guancia, mormoro
-Non è vero! E poi tu rimani sempre il mio Sanzo…-
Posa la sua mano sulla mia, poi si alza e mi trascina in piedi, facendo forza su quello stesso arto; infine si gira e mi fa segno di salire.
-Eh? Sulle tue spalle?- sono incredulo, anzi letteralmente attonito.
Mai avrei sperato nelle mie più fervide immaginazioni che un bonzo di alto rango come lui avrebbe potuto abbassarsi a prendere in collo una scimmia profana come me.
Ma lui annuisce una seconda volta, ed io obbedisco.
I nostri corpi si incastrano perfettamente mentre si sforza di avanzare in mezzo alla selva, le mie vesti strette nel pugno chiuso: la pioggia è cessata e una sera limpida e piena di stelle si fa avanti, lasciando spazio ad una luna pallida e tonda.
-Sanzo, posso camminare da solo- esclamo vedendo qualche goccia di sudore cadere sulla sua fronte; gliela detergo con una mano, cogliendo l’occasione per accarezzargli la testa con desiderio represso.
Mi sono accorto di volere qualcosa di più da lui,
qualcosa che oltrepassa di gran lunga un semplice bacio, ed ho quasi paura delle mie sensazioni.
-No, scimmia, ce la faccio-
Continua ad avanzare fino a che non arriviamo in vista della baracca, allora mi faccio coraggio e in un soffio gli parlo all’orecchio.
-Sanzo?-
-Nh…?-
-Quando potremo… facciamo l’amore insieme?-
Lui si ferma di scatto, dando il colpo decisivo al mal di schiena ormai prominente, e sorride ancora però stavolta più un’increspatura di labbra.
-Certo scimmietta, quando potremo!-
Riprende a camminare ed io mi sento felice come mai lo sono stato in vita mia.
Per un attimo avevo creduto di essere piombato in un mondo senza sole, senza luce, dove il caldo era stato soffocato da una cappa di grigiore e solitudine.
Mi ero sentito smarrito, come se mi fossi privato di ciò che di più prezioso avessi avuto al mondo.
Ma adesso, mentre mi trovo tra le braccia del mio sole, del mio salvatore… del mio amante, mi sento bene e di nuovo il calore che avevo perso per quell’infausto lasso di tempo è tornato a farsi sentire, più forte di prima.
Mi sento completamente avvolto da questa aura calda, che mi fa sorridere e penso che tra qualche tempo, forse, sarò tutt’uno con la mia luce, e questo mi fa tingere le guance del colore del tramonto ma mi fa anche sentire soddisfatto.
Finalmente, quel calore che bramavo si è rivelato in tutta la sua amena bellezza, ed io non posso fare altro che amarlo ricambiandolo.

Quel calore immenso e, per me, immensamente unico…!

*OWARI*

Allora, finita anche questa! Ho da completare ancora due storie, aggiungendo dei cap, ma prima di farlo…!!! Cioè, quando mi verrà l’ispirazione!!! ^^””””
Poi devo fare i Pov di Hakkai e Gojyo (uno dei quali triste, mooolto triste! Ormai dovreste saperlo che mi piace il tragico!).
Sanzo: … **
Qualcosa che non va, Sanzo?!?
Sanzo: Qualcosa che non va? QUALCOSA CHE NON VA????? **
Non urlare!!! Hai qualche rimostranza?
Sanzo: Non-voglio-andare-a-letto-con-la-scimmia!!!!!!
Ma non sei mai contento!
Sanzo: Ci credo, prima mi fai schiattare, poi questo!
Forza, a te Goku è piaciuta?
Goku: A me si! Mi piacciono tutte quelle in cui vado con Sanzo!!! ^/////////^
Dolce!!!!! AMORE MIO *ç*! *Ricomponendosi* Ok, visto Sanzo? Critico!
Sanzo: Scimmia, io ti ammazzooooo!!!!! *E giù con l’harisen!!!*
Goku: Ahia! Sanzo, mi fai male! ç____ç
Non me lo ammaccare, povero il mio Gokucciolo, che mi serve ancora!
Beh, ringrazio moltissimo chi legge queste storie e chi le commenta, in particolare:
*LORUSGRA
*MAHOCHAN
*NOA90
*ANNACHAN
*CLEOCHAN
*RUKICHAN
E altri che non mi ricordo! Xdono!!!!! ^^
One big kiss, continuate a seguirmi, la vostra Iori! ^*^


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: