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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Tokyo Mew Mew
Titolo Fanfic: CHI È QUEL GATTO?
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: byakko galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 08/07/2004 12:00:21

strawberry sarà ossessionata dall`identità nascosta del misterioso gatto che sempre arriva in suo soccorso.
 
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CHI È QUEL GATTO?
- Capitolo 1° -

Che bello scrivere fic, quando ho un’idea devo per forza buttarla giù se no non dormo la notte ( infatti è già da un po’ che ho gli orari rovesciati). Mio fratello mi ha dato della pazza, come molti altri ma c’è ancora qualcuno che mi sostiene, grazie sere-chan.

-CHI E’ QUEL GATTO ?-

La notte era già scesa sulla città ancora sveglia per via delle luci che la illuminavano tutta. Tra di esse si scorge una piccola figura impaurita, una graziosa gattina con un grande fiocco rosa sulla coda, che scappava spaventata, probabilmente inseguita da qualcuno. In lontananza si sentivano abbaiare dei cani ed il rumore si avvicinava velocemente.
Gatta: Porcamiseria mi è successo di nuovo. E per giunta per colpa di un’iguana. CHE SCHIFO. Ma questa volta quello lì mi sente, io non ce la faccio più ad andare avanti così. Ma ora devo pensare solo a scappare, se quei cani mi prendono è la fine per me.
E continuò a correre più veloce di prima ma, svoltando l’angolo, si accorse di essere incappata in un vicolo cieco.
Gatta: E adesso? La mia vita non può finire in un modo così stupido.
Purtroppo per lei, mentre pensava i suoi inseguitori la raggiunsero (è sfigata nda).
Cani: Finalmente ti abbiamo presa. Ora riusciremo a liberare il mondo dalla tua presenza. Così la finirai di andare in giro a baciare il primo che incontri. Eh eh eh.
Presa dalla paura, l’unica cosa che riuscì a fare fu chiudere gli occhi e coprirsi il muso con le zampe. Ma prima che i suoi aggressori la catturassero, sentì un’altra presenza davanti a lei. Che fosse arrivato lui? Finalmente era venuto ad aiutarla. Un altro gatto grigio si ergeva davanti a lei e puntava con i suoi occhi azzurri i cani, rimasti nel frattempo sorpresi dall’evento. Con un veloce balzo li colpì agli occhi impedendogli la vista per un tempo necessario per riuscire a fuggire.
Gatto: Presto, corri, ora che possiamo. Seguimi.
Gatta: S-Sì.
Non ci pensò due volte a seguirlo poiché era sicura che l’avrebbe aiutata ad uscire da quella situazione. E così fu, velocemente la guidò verso un luogo più sicuro, arrivando fino ad un parco.
Gatto: non ci hanno seguiti.
Gatta: G-Grazie.
Ma quasi non riuscì a finire la frase che lui le diede un bacio. In quel momento il corpo della gattina iniziò ad emanare una forte luce rosea e si trasformò in…Strawberry, un’umana un po’ particolare. Appena si riprese e si ricompose volle ringraziare il suo piccolo amico che, come al solito, era già sparito.
S: Ecco, lo ha fatto di nuovo. Mai una volta che riesca a parlargli o a ringraziarlo come si deve. Non conosco neanche il suo nome.
E con questi pensieri in testa tornò a casa. Fortunatamente non era tanto tardi e così si evitò la sgridata giornaliera dai suoi genitori. Arrivata in camera si gettò sul letto, stremata dalla giornata movimentata e continuando a pensare a quel gatto.
S: Ormai è già da un po’ di tempo che mi trasformo e lui c’è sempre, fin dalla prima volta, quando sono in pericolo o ho bisogno di aiuto arriva sempre in mio soccorso. Chissà come fa ad arrivare sempre al momento giusto. E poi, i suoi occhi, credo di averli già visti da qualche parte ma non mi ricordo dove. Bhà, è inutile pensarci adesso, sono troppo stanca. Vedremo domani.
Poi si addormentò sognando il suo amico felino, con le mille domande che portava con sé.


La mattina presto del giorno seguente, al Caffè Mew Mew, Strawberry arrivò molto agitata, più arrabbiata che altro. Salì di corsa le scale e bussò alla porta della camera che si trova in quel piano.
S: Ryan, sei sveglio? (se non lo era ora lo hai svegliato tu nda) Posso entrare?
Cosa che fece lo stesso senza aspettare una risposta (almeno ha avuto la decenza di chiederlo nda). Appena entrata lo spettacolo che le si offriva era molto imbarazzante: Ryan era in boxer davanti a lei (sbav sbav ^__^ nda). Arrosì e gli urlò dietro.
S: Cosa stai facendo? Vestiti >////<. Ti sembra il modo di andare in giro?
R: Veramente io mi sono appena svegliato. E poi non mi sembra di averti dato il permesso di entrare, se non mi sbaglio.
S: ho capito, ma copriti >/////////<.
I due erano imbarazzatissimi ma mentre lui si cambiava lei, che non riuscì a trattenersi dal guardarlo (e brava Strawberry, vedo che non ti schifi ^__^ nda), notò due cose: 1) che aveva un corpo da favola (sbav sbav X 2 nda); 2) che questo presentava dei piccoli graffi e lividi (che non è quello che sembra -_- nda). Quando ebbe finito di vestirsi ( lei continuava a restare nella camera, eh eh nda), incuriosita, chiese la causa di quei segni.
S: Scusami, come ti sei fatto quei graffi?
R: ma brava, vedo che hai sbirciato.
S: Stupido, non rompere e vedi di rispondere alla mia domanda.
R: Una piccola lite per salvare un’amica ma ormai ci sono abituato.
S: Abituato?
R: ma tu non dovevi chiedermi qualcosa? Se ti sei svegliata così presto ed hai fatto irruzione nella mia camera allora deve essere qualcosa di davvero importante.
S: “Vedo che ha cambiato discorso, probabilmente non vuole parlarne. Vabbè, tanto non è un problema mio.” Ah, è vero. Si tratta della mia trasformazione in gatto. NON NE POSSO PIU’. Anche ieri mi è capitato e sono pure stata inseguita da dei cani. Se non ci fosse stato il mio angelo protettore non se ce l’avrei fatta. E come se non bastasse non posso neanche baciare Mark (ma questo non dovrebbe essere un problema nda). Non so se riuscirò a resistere ancora a lungo.
R: Bè, non è colpa mia se ti piace andare in giro a baciare animaletti. Con ieri saranno già undici volte.
S: dodici per l’esattezza e non è un hobby, sono tutti incidenti o per necessità, in qualche modo dovrò pur tornare normale. Non riesci proprio a trovare una soluzione?
R: Ci posso provare. Non ho ancora avuto tempo di studiare il fenomeno. Avevo altro da fare, sai com’è.
S: Ecco, bravo, allora mettiti all’opera. Tu mi hai messa in questo guaio e tu me ne tirerai fuori.
R: D’accordo ma non scaldarti, mi ci vorrà del tempo. Tu nel frattempo vedi di fare più attenzione.
S: Ti ho già detto che non è colpa mia, STUPIDO.
E così dicendo se ne andò sbattendo la porta, non sopportava quel suo modo di fare. La vita comunque continuava come sempre: al mattino la scuola, al pomeriggio il lavoro al caffè, le battaglie contro i chimeri e poi finalmente a casa. Erano passati solo tre giorni da quando aveva fatto quella richiesta a Ryan e non c’erano ancora stati sviluppi sulla faccenda. Chissà perché le arrivò uno strano pensiero in testa.
S: “Se non mi trasformassi più in una gatta potrei non rivedere più quel gatto. Che strano, perché mi interesso a lui? Forse perché lo vorrei ringraziare, mi aiuta sempre quando ne ho bisogno. Ma perché? Forse gli piaccio, come gattina sono piuttosto graziosa (troppi forse e troppi perché, ma in fondo la vita è così nda). E’ deciso, dato che domani non ho niente da fare e Mark non c’è, inizierò la sua ricerca. Troverò quel gatto”.
Ed infatti, il giorno dopo, che era domenica e quindi aveva molto tempo libero, cominciò a chiedere informazioni in giro senza, purtroppo, avere molto successo. Ma non si fece scoraggiare e là dove aveva fallito con gli umani vi sarebbe riuscita con i felini dato che grazie ai suoi poteri poteva comunicare con essi anche se manteneva il suo aspetto normale, non era consigliato andare in giro in forma felina visto quello che le era successo. Anche se inizialmente non ebbe molta fortuna, verso fine giornata trovò un gatto maculato che gentilmente si offrì di darle informazioni, anche se non erano molto precise.
Gatto: sì, l’ho visto spesso girare qui intorno. Era sempre intento a fissare una graziosa gattina. So che ultimamente ha avuto parecchi problemi per difenderla. Qualche giorno fa è stato attaccato da dei cani. Ma era già successo. La sua fama di difensore di quella micina lo precede e molti l’hanno presa in antipatia per il suo strano comportamento quindi ha molti nemici.
S: quanto mi dispiace per lui. Sai per caso il suo nome?
Gatto: No, non sono mai riuscito a parlare con lui, se la svigna sempre e non lo vedi per più di dieci minuti consecutivi.
S: Sai dove posso trovarlo allora?
Gatto: No, è uno straniero qui da noi. E’ apparso per la prima volta con l’arrivo di quella micetta. Una volta ho provato a seguirlo, per curiosità, ma fu investito da una luce blu e poi scomparve. Rimasi piuttosto sorpreso.
S: non sai dirmi nient’altro su di lui?
Gatto: mi dispiace ma questo è tutto quello che so. Posso darti un consiglio se vuoi, trova la gattina e troverai lui. Dove c’è lei c’è anche lui.
S: Ti ringrazio molto per il consiglio e per la tua disponibilità. Se mai avessi dei problemi vieni a cercarmi, non ti rifiuterò di certo il mio aiuto. Ciao.
L’idea data dal gatto non era male, avrebbe potuto fargli una bella trappola con lei come esca. Una volta catturato non avrebbe avuto più via di scampo. Ma il giorno seguente non ebbe modo di mettere in atto il suo piano, dato che Ryan le rovinò tutto.
R: Vorrei chiederti di venire con me in montagna. Tramite le mie ricerche ho scoperto che tramite una piccola cura di alcune erbe l’effetto della trasformazione dovrebbe svanire.
S: Ah…capisco.
R: Quanto entusiasmo. Ed io che mi sono impegnato così tanto per fare il più presto possibile. Bel ringraziamento.
S: S-Sì sì, grazie. Quando andiamo?
R: Subito così ci togliamo il pensiero ed eliminiamo un altro problema.
S: OK.
R: “Che strano, dovrebbe essere felcissima, al settimo cielo dato che perderà questa sua brutta condizione. Sarà forse successo qualcosa?”.
S: “Uffa, non riuscirò mai a scoprire chi è quel gatto. La cosa mi rode”.


Non ci volle molto in moto. Arrivarono in una piccola abitazione in mezzo al bosco. Posate alcune cose i due andarono alla ricerca delle erbe medicamentose. Ad un certo punto la loro attenzione fu catturata del rombo di un’esplosione. Subito accorsero a vedere cosa fosse successo. Un chimero governato da Ghish.
G: Ha ha, ti ho trovata gattina mia. Ora non riuscirai più a scapparmi e noto che oggi sei da sola (povero Ryan, non ti considerano nda).
S: E da quando sarei tua. E poi tu non molli proprio mai! MEWBERRY METAMORFOSI.
E dopo essersi trasformata ingaggiò il combattimento con il mostro. Ma questo si
dimostrò più forte del previsto e si fece anche sentire la mancanze delle sue compagne. Fu atterrata e quando sembrò senza vie di fuga ecco che arriva il gatto grigio a distrarre l’avversario così che lei riuscisse a colpirlo con il suo colpo speciale ed a sconfiggerlo. Non ebbe il tempo di esultare per la vittoria che Ghish le apparve davanti agli occhi cogliendola di sorpresa e prendendola tra le sue braccia la portò ad una certa quota.
S: Ghish, che fai?
G: mi hai di nuovo sconfitto ma questa volta voglio un piccolo indennizzo per I danni subiti.
E così dicendo la baciò con la consecutiva trasformazione di lei in gatto che, agitandosi, cadde. Nel frattempo l’alieno era sparito nel cielo. Preoccupato, il gatto dagli occhi azzurri le si avvicinò per accertarsi delle condizioni fisiche della gatta dopo la caduta.
Gatto: Come stai? (domanda stupida nda)
S: tutto a posto, mi fa solo un po’ male la zampa. Probabilmente ho battuto durante la caduta.
Gatto: Aspetta, vado a cercare qualcuno che ti aiuti.
Quindi corse via sparendo tra la boscaglia. Subito dopo apparve Ryan che velocemente si avvicinò a lei.
R: Strawberry tutto bene?
S: Non è nulla di grave.
R: Ti porto subito a casa per medicarti.
S: Grazie. “Chissà come mai tutta questa apprensione. In fondo la ferita non è ridotta così male, anche se brucia parecchio. Forse avrei anche potuto camminare”.
Arrivati all’abitazione la stese sul letto e poi cercò medicinali ed erbe.
R: sarebbe meglio se ti trasformassi, così riuscirei a curarti meglio.
S: C-Cioè…vuoi dire che…^////^
R: Esatto, dovrai baciarmi.
S: CHE COSAAAAAA!!!!!
R: Non ti agitare, non è mica la fine del mondo e poi è solo per il tuo bene. Anche a me non attira l’idea di baciare un gatto.
Ci fu un leggero battibecco ma poi Ryan prese l’iniziativa e baciò la gattina che si trasformò tra le sue braccia. Ovviamente lei fiu molto sorpresa del suo comportamento mentre il ragazzo non aspettava altro (eh eh nda).
R: Visto? Non era difficile.
S: Hei, nessuno ti aveva ancora dato il permesso di farlo.
R: Così siamo pari. Adesso stai calma che ti curo.
E così fece, si distese e lasciò fare al ragazzo.
S: potrei farti alcune domande?
R: Certo, dimmi.
S: Dove sei sparito durante il combattimento? Sei arrivato con me ma poi non ti ho più visto.
R: Sono stato sbalzato contro un albero per via dello spostamento d’aria causato dall’attacco del chiaro e questo mi ha un po’ stordito.
S: Come hai fatto a trovarmi?
R: Mi ha indicato la via un gatto, probabilmente quel tuo amichetto.
S: Chissà perché mi ha seguita fino a qui.
R: sarà innamorato.
S: Spiritoso, però potrebbe anche essere, so così poco di lui.
R: Sembra quasi che ti piaccia.
S: Ma non dire stronzate. E’ un gatto mentre io sono un umano. Però penso che se fosse un ragazzo sarebbe proprio un bell’esemplare. Comunque sono solo in debito con lui perché mi viene sempre ad aiutare. Potresti prendere esempio sai? E non cambiare discorso, ho ancora una domanda da farti, come ti sei procurato quei graffi?
R: Una lite contro dei bulli. Penso che anche loro abbiano dei segni piuttosto evidenti, anche più dei miei. Li ho proprio conciati per le feste. Che figuraccia hanno fatto, ah ah. Ok, la tua gamba è a posto, adesso devi riposare. Io intanto finisco di cercare quelle erbe. Al tuo risveglio sarà tutto pronto.
Quindi se ne andò e la ragazza si mise a dormire pensando ancora a quel gatto. Orami ne era ossessionata. Dormì per qualche ora e al suo risveglio seduto su una sedia di fianco al suo letto profondamente addormentato. Non credeva ai suoi occhi. Guardandolo pensò a quanto assomigliasse ad un angelo quando dormiva, tutto il contrario di quando era sveglio, assomigliava più ad un demonio. Poi decise di svegliarlo.
S: Ryan svegliati.
Ma non ebbe alcuna risposta. Allora utilizzò un metodo sicuro che non avrebbe fallito.
S: Ryan presto, ci attaccano gli alieni.
Alchè il ragazzo si destò di soprassalto cadendo dalla sedia ma capì subito di essere stato preso in giro non appena vide la ragazza ridere di gusto alla vista di quello spettacolo.
R: Bè, cosa c’è da ridere -_-
S: Scusami ma è stato troppo bello, dovevi vedere la tua faccia.
R: Non sono scherzi da fare questi. Mi hai fatto prendere un colpo.
S: Va bene, non lo farò più.
R: Piuttosto, ti ho preparato l’infuso. Ma ti avverti che ha una durata limitata, solo una settimana, poi i geni da gatto riprenderanno il sopravvento. Ne ho fatto una scorta e te ne ho già preparate diverse dosi così non dovrai avere problemi per qualche mese ma spero che sconfiggeremo gli alieni molto prima. Come ti senti? Va un po’ meglio? Riesci a camminare?
S: No, ho ancora la gamba dolorante.
R: Fra poco diventerà buio, ci conviene tornare, anche perché non possiamo stare via molto.
Quindi la prese in braccio e la portò verso la moto, aveva già caricato il resto prima.
S: Hei, ma che fai?
R: Hai detto che non puoi camminare no? ( dov’è che ha preso tutta questa intraprendenza? nda)
S: Sì, è vero, ma non sono pesante?
R: Posso resistere o preferisci che ti trasformi in gatto?
S: No no >////<
R: Allora facilitami il compito stando zitta e buona.


Non ci volle molto per arrivare al Caffè ma dovevano ancora attraversare il parco. Questa volta Strawberry non fece obbiezioni sul fatto di essere trasportata da Ryan. Era buio e anche se imbarazzante nessuno li avrebbe visti e poi a lei non dava comunque fastidio. Quasi usciti dal parco si trovarono la strada bloccata da alcuni cani piuttosto mal ridotti che Strawberry riconobbe come i suoi ultimi aggressori e che li stavano guardando con ferocia. Ryan rispose loro con uno sguardo minaccioso.
R: Allora, non vi è bastata la lezione dell’ultima volta? Ne volete ancora?
Alchè i cani abbassarono le orecchie ed umilmente se ne andarono via con la coda
tra le gambe.
R: Molto bene, siamo quasi arrivati.
Fece finta di niente ma notò lo sguardo interrogativo syul volto di Strawberry a cui non diede importanza. Entrati nel Caffè posò delicatamente la ragazza sul divano e si dedicò alla sistemazione do alcuni oggetti e boccette. Nel frattempo Strawberry si interrogava sulle vicende appena accadute, perplessa dal comportamento del ragazzo. C’erano troppe cose che combaciavano per non avere dei sospetti e, anche se la cosa le sembrava folle, un pensiero le passò nella testa:
S: “E se Ryan ed il misterioso gatto fossero la stessa persona?” (perspicace la ragazza nda)
Sembrava assurdo ma cosa non lo era nella sua vita. Decise di riordinare le idee che aveva in testa.
S: “punto 1) quando il gatto compare lui improvvisamente sparisce; punto 2) quella storia dei cani non poteva essere una coincidenza; punto 3) hanno gli stessi occhi.”
Solo ora si ricordava dove aveva visto quegli occhi tanto familiari. Non poteva crederci ma i fatti non mentivano. Le mancava solo la conferma finale che solo il ragazzo le poteva dare. Tornato dal laboratorio sotterraneo si sedette vicino a lei per controllarle la gamba e, un po’ intimorita dalla risposta che avrebbe potito ricevere, glielo chiese, solo dopo aver preso un bel respiro per farsi coraggio.
S: Sei Tu?
R: Cosa?
S: Il gatto grigio, sei tu?
R: Perché mi fai questa domanda?
S: Perché è quello che penso. Rispondimi.
R: Ah ah, non dire sciocchezze.
S: Non scherzare. Io sono serissima. Voglio la verità.
Allora, dopo averla guardandola negli occhi, si alzosò posizionandosi davanti a lei.
R: sei proprio sicura di volerlo sapere?
La ragazza annuì in segno di approvazione e così lui iniziò ad emettere una intensa luce azzurra e nello stupore generale si trasformò proprio in quel gatto.
R: Brava, hai scoperto il mio piccolo segreto.
S: Piccolo? Perché me lo hai tenuto nascosto?
R: Non mi è mai capitata l’occasione per raccontartelo.
S: ma non dire idiozie, se è da giorni che parlo solo di questo.
R: E’ vero, volevo farti tribolare un po’. Comunque, non cambia niente no?
S: Ed invece sì, soprattutto dopo quello che mi hai detto. Tutti quei discorsi erano un metodo per affermare i tuoi sentimenti giusto? Tu…sei innamorato di me?
Aveva avuto paura nel pronunciare quelle parole. Nel frattempo Ryan era ornato normale.
R: Sì è vero. Cosè, non posso avere dei sentimenti?
S: è strano sentirti dire queste cose.
R: e tu?
S: heeee!
R: Tu cosa provi?
La domanda la trovò impreparata. Poi ripensò a quel gatto, a cosa aveva fatto per lei, mettendo ordine nei suoi sentimenti e, non sapendo cosa dire, decise di agire dandogli un timido bacio, cosa che spiazzò decisamente il ragazzo.
S: però solo se ti comporti come quando sei un felino.
R: Ci sto.
E questa volta fu lui a baciarla.
-FINE- ^__^

Lo so che non è un gran che però dovevo assolutamente scriverla. Evviva i gatti! Saluti da Byakko ^__^ !!!
 
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