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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE VAMPIRE
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: leone5 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/06/2004 17:56:42

aneela williams ha un peso troppo grande nel cuore, e l`unico modo per liberarsene è ucciderlo... read plz!!
 
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TRISTI RICORDI
- Capitolo 1° -

THE VAMPIRE

CAPITOLO 1: TRISTI RICORDI
Il ticchettio monotono dell'orologio aveva scandito da poco la mezzanotte. Il buio pesto non lasciava spazio al minimo rumore. Tutto era silenzioso nel castello. Tutti dormivano.
Tutti, meno uno. Aneela Williams se ne stava distesa sul letto, con l'orlo delle coperte portato alla bocca, coi nervi a fior di pelle, gli occhi spalancati nell'oscuro. Tremava. Il silenzio le aveva sempre dato il nervoso, e questa notte non c'era nemmeno il russare
irregolare del padre. Anche il buio non le era mai piaciuto. Ma non era questo a turbarla. Qualcosa di più terribile, catastrofico, tenebroso, occupava i suoi pensieri. Come un immagine fissa, indelebile nella mente, quella mano che si alzava, come un falco che ssi getta rapido sulla preda, conficcandosi alle spalle di una donna. Sua madre. Il grido laceraante eraa ancora vivido nella testa di Aneela. Quel volto bianco e infossato che senza alcuna pietà succhiava il sangue della vittima come fosse stato acqua. Quel ruggito inumano quando aveva ormai dissanguato la donna. Tuttaa la perfidia di quel Vampiro, ogni notte tormentava Aneela, senza lasciarle pace. Ogni notte, costante, come il ticchettio dell'orologio in cuucina, tornava, coi ssuoi incubi, con le sue ombre, con le sue grida,sspesso con le lacrime della ragazza. Aneelaa respirava a fatica, ansimante. Il suo respiro, come ogni notte, rompevaa il silenzio assoluto. Come quell'urlo, l'urlo dellaa madre, aveva rotto il silenzio profondo di quellaa notte di luna piena. Come il ruggito di quell'essere, ovattato seppur a pochi metri di distaanza, aveva raggiunto le orecchie di una bambinaa che vedevaa morire sua madre per mano di un Vampiro succhiasangue. Quella madre dolce, afffettuosa, sempre preoccupata per i suopi figli, che aveva sempre insegnato l'amore, che aveva sempre insegnato a non uccidere, a non avere paura. Ogni notte Aneela se lo ripeteva. "Non devo avere paura, non devo ricordare queste immagini!". Ma i flash, quasi vivi, come se fosse ancora lì, in quel bosco maledetto, con quei suoni, quel terribile volto, che si avvicinava, come in uno zoom dell'orrore. Quel cuore di una picocla bambbina, che battevaa a mille. Grosse lacrime cominciaarono la loro lunga discesa sulle guance rossee di Aneela. Una così bellaa ragazza, rovinata dalle lacrime che ogni notte, imperterrite, le percorrevano i volto candido. Il penssiero di quella vita così intensa, cossì felice, cossì amorevole, spezzata, forse troppo presto, dalla crudeltà di quel Vampiro. La piccola Aneela se l'era vista morire dissanguata sotto gli occhi la madre. Aveva vissto la morte in faccia, fincchè non era stata salvata dalla luce del sole penetrata timida nel fitto del bosco. Ogni notte rivedeva qquella figura daal volto lattteo, scavato, crudele, avvicinarlese. Ma lei sapeva cosa ddovevaa fare per riuscire a non pensare più a quelle immagini orrende. Ma non poteva farlo. Non ne aveva il coraggio. Appena avrebbe vissto quel volto, arebbe svenuta, lo sapeva. Ma quell'ssere doveva morire. Doveva smetterla di andare in giro ad ammazzare la geente. Già diverssi omicidi erano scivolati via dallaa mente di Aneela, ma quello di sua madre non riusciva a toglierselo dalla testa. O moriva lei, o moriva lui. Ma, scoraggiata com'era, Aneela voleva abbracciare la prima scelta. Anche se sapeva che laa madre non avrebbe mai voluto. E fu con questa immagine, del vampiro che conficca i suoi artigli nella carne della madre, che Aneela si addormentò. Ma nei suoi sogni, al posto della madre c''era lei, che faceva la stessa fine cercando di uccidere quel mostro.

«Aneela, dove hai messo il dentifricio?» urlava la nonna dal bagno, mentre Aneela, gli occhi gonfi e rossi, si accingeva a bere la solita tazza di latte coi biscotti.
Con voce ancora spezzata, Aneela risspose debolmente: «L'ho messo nell'altro bagno!»
«Aneela... - disse la nonna, sentenddo la voce mugola della nipote - ma che cos'è qquesta voce spezzata? Che è successo?»
«Niente nonna, non è successo niente!» rispose Aneela, cercando ddi camuffare la voce.
«Hai pianto ancora stanotte?» sospirò la nonna con voce comprensiva.
Aneela non risspose. Le acrime stavano tornaandd all'azione, ma ormai Aneela riusciva a trattenerle. Aneela sapeva che non ddoveva piangere quellaa notte: solitameente ssi prendeva lo sfogo solo al venerdì e al sabato, perchè i giorni successsivi non andava a scuola. Ma, sapendo del recente omicidio di John Livingall, non en aveva potuto fare a meno. Cercò di lavarsi alla meglio la faccia, ma invano.
Si guardò allo specchio, e com'era ssuuccesso per il sogno della notte prima, alpossto del suo volto ad Aneela parve ddi vedere quello di sua madre. Ma, contrariamente a quanto avrebbe pensato, non le venne da piangere. Anzi, si sentì carica di una nuova determinazione. Lei doveva morire per colpa di un Vampiro? Nossignore! Sarebbe stato lui a soccombere! Come aveva osato uccidere sua madre? Come si permetteva di tormentarla di notte? La cosa non funzionava! Lei, Aneela, era molto superiore a quello lì!
Com'era possibile che una ragazza ddi 18 anni si facesse sconfiggere da un Vampiro? No, non lei! Non Aneela Williams, uno dei cognomi più conosciuti nel mondo dei maghi!

Il giovedì mattina a scuola non fu affatto piacevole: Ingrid continuava a prenderla in giro, dicendo che aveva paura dei Vampiri. E aveva anche ragione di dirlo, dato che nella lezione di Difesa dalle Arti Oscure del professor Scalterr, non solo il ssuo molliccio si eraa trasformato in quel Vampiro e lei si era messa a piangere, ma era anche scappata dalla classe quando Scalterr aveva faatto l'imitazione pratica di un vampiro. Il punto era che solo lei sapeva come era morta sua madre, so lei sapeva chi era il colpevole di tutti quegli omicidi, e il sol pensiero le metteva i birvidi.
Al suono della campanella aveva trovato il suo ragazzo, Elyador, che camminava mano nella mano con Hay Lin, la sua migliore amica. Elyador si era giustificato dicendo che lui e Hay Lin restavaano ccomunque amici e che amava solo lei. Hay Lin era mortificata, ma si vedeva che era una cosa innocente. Ma la determinazione e la fierezza date ad Aneela da quello specchio non se n'erano ancora andate, e Aneela si era arrabbiata tantissimo con Elyador, che quando però fece uscire un mazzo di cento rose rosse tutte per lei, venne subito perdonato con un bacio, sotto gli apllausi compiaciuti di hay Lin.
La mattinata continuò sempre più serena: Ingrid era stata messa in punizione per un brutto incantesimo fatto su uno più piccolo, Elyador era sempre più dolce con Aneela e Hay Lin ssi comportava da ottima migliore amica. Ma Aneela non si era illusa. Ancora era vivida nella sua mente l'immagine del Vampiro che assassinava sua madre, ma la prendeva con meno tristezza quella mattina. Solo due persone sapevano del vampiro e di come era morta la madre di Aneela: Elyador e Hay Lin.

«Aneela - chiamò Hay Lin - ma tu sei riuscita a fare la riccerca su lupi mannari? Scalterr mi sembra pazzo: ci ha dato tre metrio di pergamena di ricerca! Io ho scritto in grossa scrittura tutto ciò che sapevo ma non hho superato i due metri!».
«Veramente - rispose Aneela, mezza imbarazzata, sia per la sfuriata di poco prima che per il fatto che era evidentemente più brava di Hay Lin - io ho fatto tre metri e mezzo... ».
Hay Lin era sbigottita. In realtà, Aneela aveva fatto quasi quattro metri, e in scrittura piccola per giunta. Ma non si voleva gasare troppo, e quindi aveva preferito lasciare le cose così.
«Vorrei sapere come faI!» esclamò Hay Lin.
«Heheheheheheh... - rise Aneela - se vuoi puoi venire a studiare da me qualche volta, così ti spiego come faccio, anche se è molto semplice...»
«Daccordo! Quando posso venire?»
«Anche oggi se vuoi!»
«Ragazze... - fluttuò la voce melmosa di Lairon, il professore di pozioni - cosa ci fate ancora qui in corridoio? Non dovete forse andare nell'aula di Trasfigurazione? 5 punti in meno, a testa, alla vostra casa!».
«Ma è ingiusto!» esclamò Hay Lin appena girato l'angolo.
«Hai ragione! 10 punti in meno perchè siamo in ritardo di cinque minuti!» replicò Aneela.
Arrivate aall'aula di Trasfigurazione, raccontarono tutto alla professoressa VanNecker. che assegnèò loro altri 10 punti per due, per altro semplicissimi, incantesimi riusciti.

Il sole era gia sulla linea dell'orizzonte quando una massa di studenti e professori uscì mdal grande portone principale, avviandosi verso le proprie case, alcuni sulla scopa, altri a piedi, i più grandi con il Teletrasporto. Elyador, Aneela e Hay Lin uscirono insieme e tagliarono per una zona erbosa, con faggi semispogli quà e là. Il panorama era bellissimo: il sole, rosso fuoco, si stagliava all'orizzonte, il cielo limpido, roseo, gli alberi dal fusto bluetto e dalle foglie rossastre si innalzavano nel cielo, in cui gia si intravedeva uno squarcio di luna. Ma all'improvvisso, un volto, bianco, scavato, criminale: il Vampiro, con la sua veste nera, si trovava davanti ad Aneela. Un grido lacerante, come di vetro infranto, fece sussultare Elyador e Hay Lin.
«Aneela! - urlò Elyador - che succede?»
«Il...Il Vampiro è qui...»
«Ma che dici - rispose Hay Lin, preoccupata - lo sai che i vampiri ci sono solo nelle notti di luna piena e questa è...»
«Una sera di luna piena» interruppe Elyador.
«Si, è di ouna piena, ma non è una notte!»
«Gia...sarà stata solo immaginazione, Aneela! Avanti, alzati!» disse Elyador in tono tranquillizzante, tendendo la mano ad Aneela. Ma Aneela l'aveva visto, anche se era preoccupata per la visione. Quando Elyador aveva affermato che quella era una notte di luna piena, sui suoi occhi era comparsa una nuvola di terrore. Un'ansia calma e orribile.
Ma Aneela non ci aveva fatto molto caso: era troppo terrorizzata dalla visione. Così reale, così inguardabile...
E i tre si misero in marcia verso casa.
TO BE CONTINUED....





 
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