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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: I DON`T WAN`T TO MISS A THING
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sunburn galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/06/2004 14:13:16

non è un angelo... ma è bella come se lo fosse. non è buona... non è onesta. è infantile. è la donna per lui
 
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GOLDEN PLATINUM
- Capitolo 1° -


GUARDA LA LUNA, ASCOLTA IL TUO CUORE, PRENDI IL TUO TEMPO E TROVA IL TUO AMORE

Ci sono due parole concrete e semplicissime per descrivere come mi sento in questo momento, quocendo sotto il sole di settembre. Malissimo e benissimo.
Male perché la scuola è ricominciata e mi toccherà sorbirmi i professori, i miei compagni che mi faranno la paternale perché non ho cercato nessuno di loro, i miei genitori su come vado a scuola, mia sorella che rompe con i ragazzi e ovviamente tutti i guai che anche quest’anno lo squadra di basket mi riserverà. Sigh… beh, credo che dovrò cercare da qualche parte una ragazza disposta a diventare una manager che mi dia una mano. Sarò anche Ayako dal ventaglio punitore, ma da sola senza ne Akagi ne Kogure che hanno finito il liceo e sono finiti all’università, come diavolo faccio a prendermi cura delle nuove reclute che credo che saranno veramente tante, e dei veterani? Mitsui… attaccabrighe numero uno che è anche in classe con me perché è stato bocciato… Rukawa… attaccabrighe numero due in ritorno dalla nazionale juniores… il super attaccabrighe Sakuragi uscito da poco dalla clinica con tutte le ossa a posto per mia sfortuna… e naturalmente Ryochan… altro attaccabrighe per eccellenza nonché neo capitano… e la cosa mi preoccupa non poco. In generale la prospettiva di ricominciare mi fa venire un gran mal di testa.
Bene invece perché, oltre al fatto che quest’anno sono una anziana e comando io, non essendo andata in nessun posto con la mia famiglia, mi stavo veramente scocciando di rimanere da sola a casa senza far nulla. E poi la squadra mi è mancata moltissimo! Mi sono vista qualche volta con Akagi e Kogure… rare volte faceva la sua silenziosa e scontrosa comparsa anche Mitsui… ma non è la stessa cosa senza gli altri tre. E poi… è tutta l’estate che non ho notizie di Ryochan… lui ha passato i tre mesi estivi dalla madre in America… all’inizio mi telefonava quasi tutti i giorni, ma poi ha smesso e non so perché. Mi è arrivata una minuscola cartolina scritta formalmente. Questo mi ha un po’ incuriosita. Insomma… niente ‘Ayakuccia mia bella mi manchi ’ o ‘qualcuno ti sta importunando?!’ Niente di niente. Non è da lui… bah… forse il troppo caldo gli ha dato alla testa.
Continuo a camminare con la testa tra le nuvole, che non è assolutamente da me, anche dopo essere entrata nel cortile della scuola. Guardo l’edificio sbuffando. Incrocio anche gli sguardi di qualche mi amica e rispondo con un cenno del capo o un sorriso… la manager dello Shohoku ha sempre un sorriso da donare a tutti! Sento degli urli in lontananza e mi giro. Arrivano quattro moto e si fermano proprio all’entrata. Riconosco quello che guida quella nera… è Hoto… un amico di… ecco, appunto. Dietro il gigante fa capolino la faccia scocciata di Hisashi Mitsui. Scende imprecando e urlando a tutti di non portarlo mai più a scuola con la moto e andando a quella velocità. Più serio aggiunge anche… ‘se mi vedesse l’egregio allenatore Anzai chissà che penserebbe ’. Si, lui non è cambiato per nulla ne di aspetto ne di carattere. Non mi meraviglierei se, nel portafoglio, invece che la foto di una ragazza avesse quella del mister. Il ragazzo mi si avvicina con una faccia da cane bastonato… ma io sorrido ancora.
- per la serie ‘non facciamoci notare?
- non dire nulla Ayako… mi hanno preso con la forza. E mia madre che gli ha anche fatti entrare tutta cinguettante… - si slaccia la giacca con rabbia.
- deve essere una donna temeraria…
- mi ha partorito… lo è eccome…
Cammina alla svelta e non riesco a tenergli il passo ma lui pare non curarsene. Non gli piace molto la compagnia dopo quello che gli è successo l’anno scorso. Anche io decido di lascialo in pace e ritorno alla mia andatura. Ma di nuovo qualcosa coglie la mia attenzione, gli schiamazzi di tutta la stirpe femminile della scuola. E anche qualche maschietto ma tralascio abilmente. Sospiro… ma chi volete che sia arrivato? Lui… Iceman… il bello e duro… il sogno erotico di tutte le ragazze… beh, anche il mio alle medie lo ammetto… ma era una cotta passeggera. Il cigolio di una bici, anche piuttosto malridotta… si deve essere di nuovo impiantato contro qualcosa… mi fa voltare in tempo per schivarlo. Eh già… dormiva il tesorino… e a momenti mi investe! Ma non gli urlo nulla… si è appena di nuovo imbattuto in un palo ed è volato in avanti sbattendo a terra il naso. Si alza dolorante e io, cercando di non ridere, mi avvicino a lui.
- buon giorno Rukawa… - lui continua a massaggiarsi il naso ignorandomi, tipico… anche lui non è cambiato… ha tagliato leggermente i capelli, ci vuole il mio occhio di donna per notarlo, ma la sfrangia sembra più lunga… ora gli copre completamente i bei occhi blu – che c’è? L’allenamento con la nazionale ti ha talmente sfiancato che non riesci a rimetterti in piedi? C’era anche Sendoh se non sbaglio… non ti ha battuto vero?
Mi lancia un occhiataccia, addirittura più truce delle solite, e dopo avermi donato un gentile ‘umpf’ se ne va ignorando le urla del professore perché ha lasciato la bici in pezzi in mezzo al cortile. E due…
- Ayako! - … e tre… - il genio sublime è tornato tra voi plebei!
- complimenti Hanamichi… hai scoperto l’esistenza del vocabolario in clinica?
- mi annoiavo… dici che sono caduto in basso?
- tranquillo… più a fondo di così si muore… - non rispondo alle sue imprecazioni e mi giro a guardarlo. Sarà una mia pressione o è più alto? Porta ancora una stampella. Lui nota il mio sguardo e sorride.
- tranquilla… è solo per precauzione. Sono a posto… il dottore ha detto che per sicurezza devo tenerla ancora una settimana. Ha aggiunto che il Giappone non si può permette di perdere un portento come me!
- ha detto proprio così?
- più o meno…
Continuo la mia ricerca di cambiamenti su di lui. A parte il fatto che tiene la giacca abbottonata anche con questo caldo non mi pare cambiato, sta di nuovo cominciando a vantarsi. I suoi ora corti capelli rossi fuoco sono come sempre presenti… ma gli sono cresciuti leggermente e gli tiene su con un po’ di gel. Non gli stanno affatto male. Lo capisco anche da certe occhiatine che le matricole gli riservano. Che anche per lui sia arrivato l’anno delle conquiste? Mi pare una barzelletta… ma si, Hanamichi mi pare più carino… decisamente migliorato.
- come mai mi fissi? – chiede lui distogliendomi dai pensieri.
- eh? – sobbalzo – nulla… io…
- cercava il punto dal quale ti esce il cervello! – tadan! Ecco l’arrivo dell’armata Sakuragi al completo. L’uscita era di Mito, quello moro e anche il più bello dei quattro. Anche se Takamya sarebbe un ottimo pretendente… rido. Ma dietro di loro fa capolino il visetto spaesato e smarrito della piccola Akagi. Si guarda intorno (che sia ancora alla ricerca di Rukawa?) e, con uno scatto felino, si fionda dietro Hanamichi, aggrappandosi alla sua maglia.
- che hai Haruko?
Lei mi guarda piuttosto tesa e, con la sua flebile vocina, risponde: - mi sento agitata… e non so come comportarmi con le matricole. E se ce ne fosse qualcuna di arrogante che da fastidio… io dovrei rimproverarla… ma so di non esserne in grado. Ho troppa paura…
- tranquilla… se sei riuscita ad ammaestrare Hanamichi puoi fare tutto… - dice Okuso.
- e ce ne vuole… - aggiunge Noma. Credo di essermi persa qualcosa… basta guardare con che disinvoltura Haruko si è appiccicata al gigante rosso. Lei gli offre la spalla per appoggiarsi e, nonostante lui non ne abbia bisogno, accetta di buon grado. Mi salutano e se ne vanno per i fatti loro. Ma faccio in tempo a sentire un ‘peso troppo Haruchan?’ ‘non ti preoccupare Hanachan…’ Si, decisamente mi sono persa qualcosa! Guardo desiderosa di spiegazioni Yohei Mito, che se la ridacchia con gli amici.
- durante la terapia Haruko andava sempre a trovarlo e lui, nel sonno, le ha confessato i suoi sentimenti. Non avevo mai visto lei così imbarazzata. Neanche quando Rukawa l’aveva per sbaglio sfiorata, e ti assicuro che era su di giri. E poi nulla. E finita che un giorno lei, invece che starsene come sempre in un angolo della stanza del rossino, gli si è avvicinata e gli ha preso la mano. Niente di che… stanno insieme adesso. Ma non credo che il gorilla lo sappia… come puoi notare Hanamichi è ancora intero… per così dire.
Sono semplicemente esterrefatta. Punto e basta. Non l’avrei mai detto… neanche tra duecento anni. Haruko era completamente persa di Iceman… certo, come tre quarti della popolazione femminile mondiale… ma lei era proprio persa. Il suo campo visivo alle partite di limitava a dove incombeva la presenza di lui. Incredibile… nel frattempo, dopo che la banda di Hanamichi se ne è andata, mi si avvicinano alcune mie compagne e cominciano con i loro discorsi del ritrovarsi. Io fingo di ascoltarle. Sorridi e annuisci… il miglior metodo in assoluto. Poi queste cinque cornacchie cominciano ad indicare il cancello, a sorridere come dementi, ad arrossire e a starnazzare. Eppure Kaede è già passato… (e si è anche già cappottato). Curiosa mi volto anche io per l’ennesima volta. Sopraggiunge un motorino rosso fuoco che si ferma davanti a noi. Il guidatore si toglie gli occhiali da pilota che indossa a posto del regolamentare casco, e faccio subito caso alla divisa della nostra scuola. Strano… non ho mai visto un ragazzo con ricci ribelli tentati di mettere in ordine con una valanga di gel, di uno sfavillante e impeccabile biondo platino. Pelle troppo abbronzata nonostante i lineamenti asiatici, corporatura atletica, i muscoli delle braccia che spuntano dalle maniche arrotolare della maglietta, un sorriso spensierato e provocatorio, un anellino verde al lobo e un paio di accesi occhi verdi. E le mie amiche urlacchiavano per lui?!
- alla buon ora, Ryochan… - dico, mani sui fianchi e gomiti in fuori – si può sapere che hai fatto ai capelli?!
- in America erano tutti biondi… mi sentivo spaesato. Ho aderito anche io alla moda…
- ah… accidenti a te…
- ehi Ayachan… sai che sono cresciuto di cinque centimetri?! – dice orgogliosissimo.
- alla buon ora… dai, parcheggia quel trabiccolo e fila in classe… sei l’ultimo!
- sempre più gentile, mi raccomando…. – se ne va. Io ricomincio a parlare con le miei amiche esasperata. Ma loro mi guardano dubbiose.
- scusa Ayako… ma quello era veramente Miyagi? Dico… Ryota Miyagi?!
- e chi volete che fosse?!
- è solo che… è cambiato… molto.
- eh?!
- è carino forte…
- eh?! – ma stiamo parlando della stessa persona?
- a me pareva carino anche prima – dice un'altra della quale neanche mi ricordo il nome.
- si… ma non così!
- eh?!
- hai finito di dire eh?!
- eh? Ah… scusate.
- allora… anche quest’anno hai intenzione di respingerlo?
- perché me lo chiedi?
- perché ci proveremmo volentieri noi… con Rukawa ci è andata malissimo… magari con lui… è un donnaiolo no?
Lui era un donnaiolo… prima di fare corte serrata alla sottoscritta! – fai pure… per quel che me ne importa… - me ne vado in classe con passo spedito, ignorandole.

Si, si professore… lo sappiamo. Dobbiamo essere di aiuto alle matricole… dobbiamo essere rispettosi e comportarci da adulti… dobbiamo e dobbiamo… lo so a memoria questo discorso! Dall’altro del mio primo banco mi volto verso l’ultima fila e scorgo Mitsui e Ryochan già nel mondo dei sogni stravaccati sui solo banchi in posizione strategica, dove i professori non li vedono. Però è strano… di solito Ryota per starmi vicino si mette sempre avanti… mah, sarà solo stufo di non riuscire a dormire. Fingo indifferenza e torno ad ascoltate i solito saluti che il professore ci riserva più la presentazione di tutti gli alunni. Quando arriva alla M con l’appello lo vedo farsi rosso dalla rabbia e urlare ai due negli ultimi banchi di essere al mondo. I miei giocatori dello Shohoku si svegliano, alzano la mano e, contemporaneamente, si riaddormentano, suscitando l’ira dell’insegnate e parecchie risatine dei compagni. Queste tre ore si annunciano noiosissime…

Suona la tanto sospirata campanella e a qualcuno dietro di me sfugge un urlo di gioia. Io mi stiracchio e lascio che, come al solito, le mie compagne mi accerchiano per parlare del mi club di basket. Di Rukawa… quando dico che è tornato dal ritiro con la nazionale a una viene un attacco di Kaedite… quasi sviene. Certo che ce né di gente strana al mondo. Lascio che mi trascinino sul tetto a parlare anche se mi pare strano, loro detestano che il vento che c’è lassù gli scombini i capelli. Arrivate a meta scopro il perché di tutto. Il club di basket è riunito qui.
- ehi Ayako.. ma non li trovi tutto bellissimi… intendo quelli della prima squadra…
- eh? – ricomincio.
- guardali bene… c’è Mitsui… che è anche in classe con noi per fortuna… appoggiato alla ringhiera con quel musetto triste e sconsolato… non ti viene voglia di riempirlo di coccole?
- no
- beh… passiamo oltre. Sakuragi… che ero convinta fosse un imbecille e un cesso assurdo.
- è un imbecille te lo assicuro…
- magari lo è anche… ma non ti pare diventato molto più carino?!
- magari solo un po’… - sono costretta ad ammettere.
- già… ma c’è già quella pulce della Akagi che gli è sempre attaccata. Si è svegliata la bimba quando si è accorta di quanto lui sia carino.
- non si basa tutto sull’aspetto ragazze – intervengo scocciata – ti deve piacere anche dentro una persona…
- non credo. E poi… - sospironi… eccolo che arriva – quello che dorme sdraiato a terra… Rukawa… che bollenti spiriti che ci fa venire… siamo tutte in calore per lui… peccato solo che sia impossibile per tutte. Pensa solo la basket… ma è troppo bello per essere vero… non ti pare una statua?!
- non esagerate… - è bello. Punto. Non mi pare il caso di prolungare tanto le cose.
- e poi… - oh, no… - quello seduto (ma non cadrà vero?) sul parapetto… quello che più ci ha stupite… direi proprio che è carinissimo… non come Rukawa certo… ma non ti pare maturato? E poi biondo sta bene… mette in risalto la sua carnagione… e i suoi occhi scuri…
- guardate che gli occhi di Ryochan sono verdi…
- verdi?! – non dovevo dirlo… - e come mai? – mai farvi gli affari vostri?!
- perché suo padre è italiano. Ecco perché ha anche i capelli mossi… e non fa permanenti…
- com’è cariiiino!- strillando - di tutta la scuola c’è solo lui con gli occhi chiari…
- anche Rukawa ce li ha blu… e non so perché – potevo anche starmene zitta. Adesso le ho solo allupate di più.
La porta si apre con un botto e comincio a sperare che non siano RU, KA e WA più tutte le loro centinaia di amiche. Invece si tratta solo di una coppia adulta con una bambina. Lui è un uomo alto e distinto, straniero probabilmente. Lei magrolina e bassa… ma con un viso dolce e un portamento da star. La piccola è dolcissima… lunghi capelli castani pieni di boccoli che tiene raccolti in due codini, occhi vivaci dei quali non distinguo il colore e un abitino tutto fru-fru bianco. Avrà al massimo cinque anni.
- Ryota! – urla la donna – ma che fai lì? Scendi subito… e se poi cadi?!
Lui si gira e fa una faccia sconvolta – mamma! Papà! Achan! Ma che ci face qui?! Come mai siete insieme?
Sento sussurrargli ‘tua madre me la presenti? È libera stasera?’. L’uscita era di Mitsui che si è anche beccato un pugno sul naso. Ryota si avvicina alla sua famiglia, che era un incognita anche per me, e prende in braccio la piccola… come si chiama? Achan… starà per Ai, credo.
- che c’è di così urgente? – chiede con una ciocca di capelli della piccola tra le mani. Lei sorride abbracciandolo.
- torno oggi stesso a casa mia, in America – dice la donna sorridendo e abbracciando i due figli. Lui la guarda sconsolato.
- di già? Ma mi avevi promesso…
- non fare storie come al solito. Lo sai che mio marito mi aspetta. E ho un altro figlio piccolo a cui badare…
- si, lo so… - mi pare rattristato. Da quel che ne so io i suoi sono divorziati da parecchi anni – e tu papà?
- vado via per due mesi per lavoro.
- di nuovo? Ma…
- niente ma… Ai resta con te.
- ah… ok – sorride alla sorellina – ce la spasseremo come al solito, vero?!
Lei gli si aggrappa di più addosso, ma poi si fa mettere giù. La vedo avvicinarsi a Mitsui. Lo guarda seria e lo fa abbassare.
- tu cattivo… - dice, puntandogli il ditino contro – però sei sorridi carino! Sorridi come Ryochan! Sorridi!
E Hisashi, dopo un attimo di titubanza, lo fa. Gli esce un sorriso tiratissimo ma la piccola sembra felice. Gli fa un giro attorno e poi va da Sakuragi. Gli tira i pantaloni già cadenti.
- Hanachan… hai ancora bua?
- ciao Achan… sto benone! Io sono un dio… sono un fenomeno… sono un…
- idiota…
- torna a dormire tu! Sono un grande… il re dei rimbalzi, non lo dimenticare.
- tu sei un po’ scemo sai? – dice la piccola alzando un sopracciglio – ma però sembri la mia Barbye… e quindi bello! – guarda Haruko e le sorride – tu sei la sua mamma?
- veramente… non proprio… io sono…
- mamma! Mamma!
- Ai, la vuoi smettere! Non è sua madre, per il diavolo! – dice il padre.
- lasciala in pace papà. Hanachan ci è abituato…
- ma che razza di amici hai, Ryota? Con quei capelli… ehi… Ai, lascia in pace quel ragazzo che dorme! Ai! –dice la madre.
O porca… se la piccola lo sveglia Kaede la ammazza… lei gli si avvicina cauta e gli salta sullo stomaco. Rukawa apre un occhio dubbioso e si trova davanti a due occhioni che lo guardano incantati…
- Ryochan… me lo regali?! – chiede al fratello, riferendosi a Kaede.
- non è un giocattolo Achan…
Torna a guardarlo. E sorride felice – mi fai volare?
Mi viene quasi da ridere. Lui non sopporta le femmine… figurarsi se sono delle bambine. Eppure… fa una cosa che credo ricorderò per tutta la vita. Si alza in piedi con fatica. E accenna qualcosa che io chiamo sorriso… alza un lato della bocca… e prende in braccio Ai, volteggiandola. Solo dopo pochi minuti, quando la piccola dice che le gira la testa la mette giù. Poi crolla anche lui, sia per il giramenti che per il sonno. Ai torna trotterellante dal fratello che saluta i genitori con un sorriso spento. Portano loro a casa Ai. Oggi è stata una giornata strana… non solo ho conosciuto tutta la sua famiglia e ho capito che, nonostante lui sorrida sempre, c’è qualcosa che gli rode dentro, ma anche un lato di Rukawa che non mi sarei mai aspettata. Peccato solo che questo non ha fatto che aumentare la sua già fama… ora RU, KA, WA e tutto il fan club saranno ancora più agguerrite. Vedendo i ragazzi andare via li inseguo anche io. Devo parlare con Ryota.

Corro giù per le scale, rischiando anche di cadere, vedo Hanamichi e Haruko abbracciati davanti alla loro classe e Mito che ridacchia insieme agli inseparabili compagni. Investo Mitsui che si aggrappa al muro per non volare a terra. Mi trucida con lo sguardo e li urlo dietro uno ‘scusa’ veloce. Lo vedo davanti a me che cammina con le mani ficcate in tasca con passo lento, saluta Rukawa che entra nella sua classe, senza ricevere risposta. Gli cade qualcosa dalla tasca e io lo prendo. È un blocchetto con dentro delle foto tessere. Saranno una quindicina. Tutte foto di ragazze straniere.
- Ryochan! – lo blocco tirandolo per la maglietta. Lui si volta – ti è caduto…
- ah… grazie.
- chi sono tutte quelle?
- erano le mie ragazze in America. Non sono fatto per la castità… - eh? Eh? Eh?! Oddio… non ci posso credere… e perché cavolo mi sento tradita? Mica stavamo assieme… a poi a me di lui non frega nulla… spero. Miyako, mia sorella, sostiene che sono io ad essere persa di lui, ma naturalmente non sono d’accordo. Lei ha visto troppi film romantici. Ryota continua a guardarmi con un sorrisino ironico che non mi piace per nulla. Poi si sente chiamare e toglie gli occhi da me. Ehi… chi è che lo chiama Ryo?! Gli si avvicina una ragazza non molto alta, molto probabilmente non asiatica, dai corti capelli chiari e occhi grigi, abbronzantissima e non poco truccata. Non indossa la divisa… e mi pare più grande. E… no, non lo voglio vedere. Corro in bagno.

Guardo la mia immagine nello specchio e non vedo che una bambina… che si è convita a farsi fare la permanente dalla bellissima sorella maggiore solo per sembrare quello che in realtà non è. Una donna matura. Ne avrò anche le fattezze, anche se io non le vedo, sarò alta… sarò atletica… ma continuo ad andare in giro con abiti sportivi. Non ho un completo bello e femminile… o provocante come quello di quella ragazza. In me non ho nulla di particolare… e fatico anche a mettermi del lucidalabbra. Invece lei… lei aveva tutto perfetto. Probabilmente aveva anche la biancheria firmata. E lo ha baciato. C’era anche la sua foto tra quelle del libretto di Ryochan… lo ha baciato… e lui ha risposto con trasporto… davanti a me. E in quel bacio c’era tutto a parte l’innocenza. In più quella donna… avrà avuto più di vent’anni. Ryochan sta con una universitaria straniera… magnifico. E io sto piangendo. Mi sento talmente stupida…

- pss… ehi Ayachan… pss… passa quel foglio!
- no! Molla quella presa… Ryochan… molla scemo!
- dai… ti supplico… non so nulla… il prof è girato… se me lo passi non se ne accorge nessuno… ti prego! Non puoi avermi sulla coscienza!
Sbuffo e, senza farmi vedere, gli lancio il mio compito in classe. Mi rivolge uno sguardo colmo di gratitudine e mi viene quasi da ridere.

Dopo le lezioni gli corro dietro, prima di tornare a casa, e per strada lo blocco.
- immagino tu non abbia aperto un libro quest’estate?!
- è talmente evidente?
- si. Che hai fatto? Spero almeno tu ti sia divertito con la tua universitaria…
- si chiama Laila… ha vent’anni e lavora come fotografa per giornali di moda… ma alcune volte c’è anche il suo viso in copertina. Non dirmi che non l’ hai mai vista?!
- spiacente… io non leggo playboy… - pessima uscita? Tsk… posso fare di meglio. Ma lui si blocca puntando i piedi. Toglie le mani dalle tasche e comincia a gesticolare. Fa sempre così quando è arrabbiato.
- possibile che non ti vada mai bene nulla?! Quando ero la tua ombra ero troppo oppressivo. Al telefono quando ero in america dici che ti manco e che non dovevo lasciarti sola. Torno e di nuovo mi fai la voce cinica e mi tratti come un moccioso. Conosci Leila e le dai della porno star… che altro non ti va bene? Il fatto che quando mi ficca la lingua in gola mi spalma tutto il rossetto in faccia?! Che altro c’è Ayako?! Deve ritornare tutto come prima? beh… forse a te andava bene… ma a me no! Sono stufo di soffrire per tutti i tuoi rifiuti… sono stufo dei matrimoni di mio padre… sono stufo che il dottore dice che Ai ha il cuore troppo piccolo… sono stufo di beccare mia madre a letto con dei miei coetanei… e… e adesso faccio quello che mi dici sempre. Sparisco… emigro… mi dileguo! Addio!
È corso via… non so assolutamente a che pensare… il mio cervello pensa che non aveva di nuovo stirato i pantaloni… ma che scema… io sono una deficiente! Non mi sono mai accorta di nulla. E poi… pensare al mio Ryochan e quella insieme… stop! Il MIO?! sto dando i numeri… forse è vero che sono solo una infantile egoista. Non era lui il bambino… ero io. Adesso che posso fare? Mi odio…

Entro in casa e mi tolgo le scarpe, lanciandole rudemente dentro l’armadio. Dico un breve ‘sono tornata ‘ per far contenti i miei e sparisco in camera mia. Ovviamente non ho mai pace, ed infatti mia sorella entra trionfante con un piatto di biscotti in mano e un sorriso che esprime il suo voler sapere tutto della prima giornata come una dell’ultimo anno. Si siede sul letto e comincia a sgranocchiare un biscotto alla cioccolata.
- allora? Hai rivisto la tua ombra?
Sbuffo – la mia ombra, come lo chiami tu, ora ha la ragazza che è anche più grande di lui, e lo odio - non ammetterò mai le mie colpe, sono troppo orgogliosa. E si, infantile…
- che gli hai fatto questa volta? – mi ha fregata di nuovo. Per Miyako io sono un libro aperto. Le racconto tutto. E immagino che lei mi risponderà con una risata delle sue. Invece mi stupisce, raccontandomi delle famiglia di Ryochan.
- suo padre è un famoso imprenditore a livello multinazionale. Però non è quasi mai a casa. E, da quel che ne so, ogni volta che torna lo fa con una donna diversa. Si è sposato circa quattro volte fino a ora. La prima volta ha avuto una figlia femmina che ora dovrebbe avere circa trent’anni. Ma non si mai viva dal padre e vive con la sua famiglia in Italia, credo. Poi il signor Miyagi si è risposato e ha avuto da una donna americana Hitochan.
- Hitochan? Ma non intenderai Hitonari, quel tuo amico del liceo?
- la mia ombra del liceo.
- quello di cui eri innamorata?
- … si. Quello che poi ha avuto quell’incidente ed è morto. Proprio lui. È il fratellastro della tua di ombra, e ora dovrebbe avere la mia età, ventidue anni. Ma poi i suoi si sono lasciati e lui si è risposato con una giapponese e da lei ha avuto Ryota. Come era solito i due hanno divorziato e la donna è andata a vivere in America. Ryochan invece è rimasto con il padre. Non è finita perché, poco dopo, si è di nuovo sposato con un'altra donna… ma che è morta dando alla luce Ai… la piccolina che hai conosciuto oggi. Lei è stata cresciuta da Ryochan e, di comune accordo, le è stato detto che era figlia della madre di Ryota. Purtroppo però Ai ha una grave malattia al cuore, che è troppo piccolo. Tra una decina di anni dovrà avere un duro intervento chirurgico… tutto dipende se riescono a trovare un donatore entro la data prestabilita. Se no la piccola non potrà vivere oltre i quindici anni. Ecco tutto…
Ryochan… e lui ha sopportato tutto questo… eppure non riesco a fare a meno di immaginarlo tra le braccia di quella fotografa…

- avanti pelandroni… muovere quei culoni! Si vi vedesse il sempai Akagi adesso vi ammazzerebbe! Che avete fatto in queste vacanze, poltrito?! Mitsui… corri dannazione! Ehi matricole… qui non siamo in un campo per Boy sacut… se volete restare dovete darvi da fare… vi voglio agili e scattanti! Rukawa… alla buon ora… fila a cambiarti! E smettila con quei tuoi riposini pomeridiani! Anche se sei in nazionale non devi stare sugli allori! Muoversi ragazzi! E voi tre… si, voi tre racchie… se vi dicessi che Rukawa è gay la smetterete di rompere agli allenamenti?!
- io non sono…
- silenzio! non siamo qui per contestare! Dobbiamo vincere questo campionato! E tu, novello capitano dei miei scarponi, vedi di stare al passo! Dì qualcosa a questa mandria di deficienti! Si, Sakuragi… sto parlando di te! Dio… ma dove sono capitata…
- ma che hai, Ayako?
- non ho nulla Hanamichi! E non star qui a parlare con me! Corri!
- ma che le hai fatto Ryochan? È furibonda…
- io proprio nulla…
- avete finito di cianciare voi due?! Vi sento benissimo! Dovete dare il buon esempio! Soprattutto tu, Miyagi… ma chi è che ti ha proposto come capitano?!
- veramente sei stata tu… - touché…
- avevo bevuto! – ecco, tipico mio. Quando qualcosa non mi va me la prendo con tutti. Si, decisamente oggi sono suscettibile e insopportabile. Ma che ci posso fare?!
- scusami Ayako… ma non sei troppo dura con loro?
Guardo Haruko accanto a me. No, con lei è meglio se mi do una calmata… se le urlo contro finisce che mi esplode in lacrime… - no, sono una mandria di scansafatiche… devo ammaestrarli per bene! Se non mi comporto così non fanno nulla…
- capisco… è un lavoro duro il tuo…
- ecco qualcuno che mi comprende. Bravissima… e ricordasti che per lare la manager, soprattutto la manager di questi deficienti, bisogna avere i nervi saldi! – che io non ho proprio oggi… ah, capita a proposito di deficienti… ecco… ha appena fatto la sua comparsa la ragazza di Ryochan… ma lo vuole capire che lui non è libero come lui e che si deve allenare?! Già… come se lui si sforzasse di mettere conferma alle mie parole… le permette di baciarlo davanti a tutti, senza un briciolo di pudore. Mi guardo attorno… Mitsui sghignazza con altri… Kaede tira a canestro senza che la scena gli interessi minimamente… e Hanamichi… lui ha una faccia distrutta. Pare quasi che la scena lo rattristi.
- allora io torno al lavoro Ryo… ti amo.
- anche io… - e la bacia.
- Ayako… ma che… - lo anche io Haruko, mi sento una scema… maledizione… no, non anche i singhiozzi… dio, che figura. Mettermi a piangere così davanti a tutti. Che… che bambina… corro via… almeno non devo ancora sopportare gli smeraldi di Ryota su di me… e gli occhi divertiti della sua compagna…

- ma che ha quella lì, Ryo?
- non lo so…
- che mocciosa… non è che è innamorata di te? Guarda che sono gelosa…
- no, non c’è pericolo.
- quanto sei codardo Ryochan…
- che vuoi dire Hanachan?!
- niente di che… è che ti credevo meno coglione… io vado da lei…
- certo che i tuoi amici sono tutti strani… che mocciosi…
- … non sono mocciosi. Se no lo sarei anche io per te, no?
- beh? Ti sei arrabbiato?! Ma che ti importa di quelli…
- quelli sono la mia squadra. E Ayachan è la manager… Ayachan è…

- Ayako…
Hanamichi… riconoscerei tra mille la tua voce… che sa essere arrogante e scema… ma anche confortante. Mi volto e scorgo accanto a te la figura minuta della tua piccola Haruko. Lei mi si avvicina e mi abbraccia leggermente… sai, non ho mai avuto una vera amica, con cui confidarmi e che mi consolasse. Certo… l’unico era Ryochan… mi diceva sempre che se c’era qualcosa che mi faceva piangere dovevo andare da lui… scemo, e che vuoi che faccia adesso? Come posso venire da te se sei tu a farmi piangere?!
- piangi pure… io poi sto sempre meglio… - l’abbraccio a mia volta, senza riuscire a darmi quel mio famoso contegno per il quale ho tanto faticato… ma che si sta smaltendo tutto ad un tratto e non me ne importa nulla.
- è per Ryochan e quella donna? – che pretendi che ti risponda, Hanamichi? Che si, ho paura di averlo perso… che sono gelosa? Non sono mai stata sincera neanche con me stessa dei miei sentimenti… ma, forse, è arrivata l’ora anche per me di crescere. Annuisco piano, tirando su con il naso e scostandomi un po’ da Haruko. Mi rialzo in piedi, e cerco di asciugarmi il viso con il gomito. Azzardo anche un sorriso tirato.
- grazie ragazzi, ora sto meglio… davvero… non so neanche che mi sia preso…
- lui non la ama affatto… - mi dice il rossino e capisco che intende dire.
- no, ma non mi importa…
- Ayako… tu… sai che se tu fossi stata più sincera tutto si sarebbe sistemato e nessuno avrebbe sofferto? Sei una egoista!
- lo so… è che… ho paura. Ho paura che per lui sia tutto un gioco.
- sai che non lo è…
- io… credi di essermi innamorata di lui…
- e alla buon ora! – dice, esasperato – finalmente te ne sei accorta. Era talmente evidente…
Ridacchio. Ma poi scorgo la sua figura che si avvicina correndo. E sento di nuovo le lacrime che mi bruciano negli occhi… lancia uno sguardo al rosso che gli risponde con il pollice vero l’alto e porta via con se la piccola Akagi. Rimaniamo noi due soli, come non accadeva da tanto tempo. E mi accorgo di provare solo con lui questa sensazione di quiete… di piacere. Ma Ryochan ha uno sguardo perso e malinconico… e io mi sento impacciatissiama.
- credo… - dice, grattandosi i ricci capelli platino – credo che la lascerò… sono stufo di fingere di star bene in sua compagnia – ride – accidenti a me… proprio non riesco a dimenticarti, Ayachan…
Sorrido anche io – è perché sei un idiota infantile…
- sei cattiva…
- lo so e ne sono fierissima!
- non cambi mai…
- neanche tu…
- è un male?
- su questo ci devo riflettere un po’… - ridiamo ancora insieme… ma ora credo tocchi a me dimostrare i miei sentimenti e fargli capire che non sono più una bambina…
- io non ho vestiti firmati… e detesto truccarmi… e in più sono completamente imbranata nei rapporti di coppia…
- questo lo avevo capito… ma mi va bene… troppo bene… almeno tu non mi costringi a mettermi lo smoking…
- ci puoi giurare… se no anche io dovrei mettere i tacchi alti…
- si… poi mi superi di un metro e novanta…
- ehi… mi stai dando del gorilla?
- ehm… come fai di cognome?
- non Akagi… scemo – ecco le vecchie abitudini. Il mio affezionatissimo ventaglio come sempre è a portata di mano… ed è infallibile – vieni un po’ qui, microbo…
- agli ordini stanga…
Credo di stare arrossendo pesantemente… lo capisco dagli sguardi ironici che mi lancia. Ma lo stesso gli prendo il viso e lo avvicino al mio, posandogli le labbra sulle sue, leggermente. Sorridiamo entrambi a quel contatto… che non mi ero mai accorta di desiderare tanto. Ryochan fa aderire il suo corpo flessuoso e solido sul mio e sento la sua lingua farsi strada tra i miei denti… e io gli lascio via libera per la mia anima. Mi accarezza il palato… e sento che mi piace quello che sta facendo. Rispondo avidamente anche io… dopotutto imparo in fretta… è una delle mie migliori qualità… a parte la modestia. Non ci diciamo nulla sui nostri sentimenti… perché so che tanto per ora non servirebbe. Io lo so che ci tiene a me. E se mai lui vorrà la conferma… anche se con un po’ di fatica ucciderò l’orgoglio e gli dirò schietta che anche io lo amo. E poi credo che lo bacerò così… si, mi piace come programma.

 
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