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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Saiyuki
Titolo Fanfic: LA STRADA PIU` DOLCE...
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: iorichan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/06/2004 12:18:37

breve fic generata in un momento d pazzia... cmq se vi va commentate! ^^ mooooolto tiste!
 
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- Capitolo 1° -

Allora allora… nuova fic, ma stavolta (x la gioia di tutti sicuramente!) molto, ma molto corta! Cmq ci sarà la sorpresa finale…!!!!! Un piccolo pensiero di Sanzo, a cui (se ne avrò voglia) forse seguiranno quelli degli altri (x la cronaca, nessuno di questi pensieri o situazioni sarebbero collegati! Se no nn tornerebbe nulla!!!!)… Buona lettura. One kiss by Iori ^*^.

LA STRADA PIU’ DOLCE…

Sono immobile in una stanza d’albergo. Fa freddo.
Piccole goccioline picchiettano dolcemente sul vetro della finestra che mi sta davanti
scivolando sulla lastra trasparente con una danza frenetica, trasportando di nuovo il mio cuore ai soliti cupi ricordi.
Ma adesso ho ben altro per la testa.
Mi volto in direzione del letto, al centro della stanza: tu sei steso lì, immobile e pallido, una visione eterea e duratura che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Sangue…
Quello stesso sangue che poco tempo prima ho visto uscire dalla ferita che ti ha provocato quel maledettissimo demone, trapassandoti da parte a parte.
E così è successo anche al mio cuore.
Anche in esso, appena la terra ti ha accolto tra le sue braccia, inanime ed esangue, si è aperto un profondo squarcio che mai si rimarginerà del tutto;
ogni colpo che quella creatura abominevole ti riservava erano per me piccole ma dolorose stilettate, che arrivavano nei più profondi recessi della mia anima, facendomi fremere di dolore e frustrazione.
Poi un colpo. E quell’orrore se n’è andato insieme al suo atroce corpo.
Ma ormai la sua vendetta era compiuta, infine era riuscito a ricambiare l’onta subita dalla sua tribù che avevamo sterminato pochi giorni fa strappandoti brutalmente alla vita, ferendoti a morte, privandoci di uno dei nostri compagni.
Infatti io lo so, lo so che non sei più tra noi, non sono certo uno stolto.
Lo avverto dal gelo della tua fronte mentre ti accarezzo lentamente la frangia. Ma ho voluto comunque portarti in questa camera, non so perché;
forse per prolungare la mia agonia.
Mi piace farmi del male, in questo senso.
Ti passo una mano tra i capelli mori come in una carezza leggera, spostandoti dalle palpebre socchiuse alcuni ciuffi ribelli che non ne vogliono sapere di stare al proprio posto, avvertendo sotto il mio tocco la tua capigliatura come seta pregiata che mi scorre tra le dita…
I tuoi occhi. Mi fermo impietrito, e un’improvviso pensiero che mi fa stare male mi attraversa la mente: non potrò più vedere quei pozzi dorati fissi su di me.
Ogni volta che avevi fame, che mi volevi chiedere qualcosa o che, semplicemente, volevi dimostrare l’affetto che provavi nei miei confronti rivolgevi verso di me quelle pozze ambrate in cui annegavo, perdendomi in un mare di sentimenti.
Adoravo quelle gemme, o per meglio dire le adoro ancora, poiché il loro ricordo vivrà in me per sempre,
riportato a galla dalla luce solare che ogni mattina mi invade con il suo calore.
Secondo te, io ero il sole.
Ti sbagliasti quel giorno che lo decidesti, è più che ovvio.
Come può una persona scostante e fredda come me essere paragonata alla luce quasi accecante del sole?
Da quando ti avevo salvato dal monte Kakazan non avevi fatto altro che descrivermi come una luce bellissima, eleggendomi tuo sole e amandomi tacitamente sempre, in ogni momento.
Ed io?
Ti avevo mai detto qualcosa, io?
La risposta è semplice e dolorosa: no!
Mi ero lasciato cullare dalle tue lodi, che mai una volta venivano pronunciate, dato che conoscevi il mio carattere, ma che erano comunque presenti in tutti i gesti che facevi, in tutte le parole che dicevi, impresse come a fuco sul tuo volto dall’espressione perennemente serena….
Con il polpastrello dell’indice destro passo con delicatezza sulla pelle dell’occhio e serro per sempre quei preziosi gioielli.
Poi faccio la sessa cosa con il naso,
passo in rassegna i tuoi tratto facciali seguendo la linea dello zigomo fino alla bocca, soffermandomi sulle labbra pallide e descrivendone il limite.
Sono dischiuse in un accenno di sorriso.
Quando ti sono corso incontro prendendoti tra le braccia, mi hai detto:
“Adesso è finita Sanzo. Sono stato bene con voi, non credevo che ci saremo lasciati così presto…”
Ho cercato di impedirti di parlare, ma tu sei testardo e quando vuoi fare una cosa arrivi fino in fondo.
“Sai, non ho rimpianti, sono felice. Dopotutto adesso sono tra le braccia della persona che amo…”
Poi non hai detto più nulla, la mano che mi stringeva quasi spasmodicamente la tunica è scivolata verso terra, ciondolando inerte.
Ho urlato, ho inveito, ti ho chiamato stupida scimmia finché la mia gola non ha cominciato a bruciare;
mi sono risparmiato l’harisen.
Dopotutto so quando è il momento di rassegnarsi al destino, per quanto orribile questo possa essere, per quanto ci faccia soffrire…
Evidentemente dovevo proprio meritarmi una bella punizione per tutto quello che il fato mi ha
fatto perdere:
prima la persona che amavo come un padre, poi la mia stupida scimmia…
Ritraggo la mano e poso lo sguardo sul tuo corpo massacrato;
sei a dorso nudo, i pantaloni chiari sporchi di sangue e fango, le braccia piene di lividi e tagli, graffi e ferite profonde che deturpano la tua immagine ed infine ciò che più fa stringere il mio cuore.
Là, proprio in mezzo allo stomaco, si trova il profondo buco fatto dagli artigli di quell’essere…
Ti ho pulito alla meglio, lavando via ogni sorta di impurità per fare si che il taglio non si infettasse, ma non sarebbe servito a niente. Non ti ho nemmeno fatto curare da Hakkai.
Ormai eri già caduto nelle braccia della morte.
Ed io, come un perfetto idiota, ti avevo lasciato andare.
Ma cosa avrei potuto fare?
Se questa è la volontà degli Dei, così vada, io non mi opporrò. Ma non posso fare a meno di provare di fronte a quei biechi individui, che non hanno nessuna considerazione per dei poveri mortali,
un disgusto immane che mai potrò reprimere...
Scruto il tuo corpo, lo sondo come se in esso potessi trovare la risposta alle molteplici domande che affollano la mia mente.
La più ricorrente è:
Perché?
Perché l’unica persona verso cui avevo scoperto provare qualcosa di più del semplice affetto mi è dovuta spirare tra le braccia?
Perché, ancora una volta, è dovuta morire tra queste mani già sporche di altrui sangue?
Non bastava avermi portato via colui che per me era più che un padre, non bastava un dolore così grande per espiare le colpe del mio animo…
Ti accarezzo i fianchi con fare protettivo, rifletto su tutti i momenti passati insieme, su l’ondata di emozioni e sentimenti che sei riuscito a risvegliare in me come una tempesta,
con le tue frasi semplici da bambino, il tuo comportamento puerile, la tua figura da fanciullo ma allo stesso tempo tanto… vecchio!
Quelle poche volte che il tuo volto si scuriva, vi si poteva leggere dentro una grande saggezza e
il peso dei tuoi cinquecento anni si faceva più nitido, più schiacciante.
Ed allora provavo pietà per te, creatura eretica isolata dal mondo a causa della propria natura,
senza una colpa concreta né un animo tanto oscuro da poterla compiere.
Ripenso con amarezza alle nostre sfuriate, a quante volte ti ho chiamato stupida scimmia,
e a quante volte tu ti sia arrabbiato per questo;
posso contarlo sulle dita.
Non dovrei nemmeno alzare la mano, poiché tu non hai mai protestato per questo mio comportamento irascibile.
Per tutte le volte che ti ho sbraitato contro tu non hai mai reagito concretamente,
anche se avresti potuto benissimo farlo con la forza che ti ritrovavi.
Hai continuato ad amarmi in silenzio, godendo solo della nostra vicinanza senza mai chiederti se ci sarebbe potuto essere niente di meglio.
Perché, se forse ti ci fossi fermato un po a pensare,
magari avresti capito che tu ti meritavi nettamente di più, e avresti potuto ottenere qualunque cosa con facilità.
Ma forse ti sto sottovalutando.
Forse avevi già pensato all’eventualità di abbandonare quel tuo piccolo capriccio,
o che io ritengo tale, e lasciare perdere una persona che, come me, non avrebbe mai avuto niente da offrirti se non angoscia e delusione.
E avevi deciso ugualmente di rimanere sulle tue posizioni.
Magari, perché in fondo mi amavi davvero.
Ed io?
E’ già la seconda volta che mi pongo questa domanda, ma in due contesti diversi.
La prima era più vaga, riferita al mio rapporto con te, ma questa è diversa. Più intima.
E non so cosa rispondere. Mi sento perso.
All’inizio non avrei avuto esitazioni.
“E’ solo il mio animale e lo tratto come tale!”
Odio l’ipocrisia, ancora più se sono io stesso a farne.
Adesso che ti ho perduto, che non avrò più possibilità per dimostrati l’amore che non ti ho mai dato,
risulterei indeciso…
Il valore delle cose si capisce solo quando queste si perdono.
Ma forse non sono mai stato tanto fermo su una risposta come adesso.
Odio l’ipocrisia, l’ho detto, anche se io stesso sono in grado di praticarla. E molto.
Ma questa volta non sbaglierò.
Ed io?
Io ti amo!
Ti amo, ti ho amato e ti amerò. Sempre.
Da quanto nutro questo sentimento?
Si può riassumere in tre parole. Fin dall’inizio.
Ma per orgoglio e superbia non te l’ho mai rivelato, celando ciò che provavo
verso di te dietro ad un muro di freddezza, annegando le sensazioni più piacevoli in gelate
correnti di rabbia che salivano come ondate in un mare in tempesta.
Ed ora ne sono profondamente afflitto.
Capisco l’importanza della tua presenza solo ora che non ci sei più, che non potrò più vederti.
Ero consapevole che poteva accadere, lo ero sempre stato, ma come uno sciocco mi ero convinto della tua ineguagliabile forza e piano piano avevo accantonato l’idea di potermi separare da te.
Forse perché neanche io avrei voluto.
Adesso capisco che mi sarà difficile, se non impossibile,
prolungare questo cammino, che, con la tua vitale e gioiosa presenza, era diventato meno pesante per tutti.
Soprattutto per me…
Mi alzo e mi dirigo al cassettone dove ho riposto tutta la mia roba.
Uno sguardo distratto mi cade sullo specchio, e scorgo sul mio volto una piccola lacrima che, solitaria, solca la mia guancia.
La asciugo con fare stizzito.
Contento?
Soddisfatto?
Ecco dove mi hai portato, saru ingorda.
Sei riuscito a farmi provare impulsi ormai sopiti da tempo immemorabile, facendo risvegliare in me un accecante desiderio infantile.
Da quanto non piangevo?
Troppo tempo.
Forse non mi ricordo neanche più come si fa!
D’altronde quella goccia caduta prima, di cui mi sono accorto solo per puro caso,
è scivolata via in silenzio, senza che me ne accorgessi…
Ha smesso di piovere.
Non me ne importa.
Armeggio in un cassetto, prendo qualcosa e me la rigiro tra le mani,
contemplandola estasiato.
La strada più dolce…
Nessuno approverebbe ciò che, piano piano, si sta formando nella mia testa.
Mi darebbero del matto, dello stupido…
Non mi importerebbe.
E’ qualcosa che mi frulla nel capo da quando sono tornato qui con il corpo del mio demone stretto tra le braccia.
E forse neanche lui stesso lo vorrebbe.
Ma non mi importa.
Così smetterò di soffrire, lascerò dietro di me questo mondo infame che riceve quello che può e non da nulla in cambio.
Riuscirò a essere felice.
La strada più dolce… La strada più semplice…
Credo che anche tu mi fermeresti se potessi,
mi parleresti con voce dolce fino a farmi desistere dal mio intento.
Ma tu ora non ci sei più.
E questo non lo posso sopportare.
La strada più dolce… La strada più semplice… la strada più comoda…
Mi stendo sul letto accanto al tuo corpo privo di vita,
stringo al mio petto la tua mano fredda mentre con l’altra mi punto qualcosa di metallico alla tempia.
Ripenso per l’ultima volta alla tua immagine, voglio ricordarti con un gran sorriso sulle labbra.
La strada più dolce… La strada più semplice… la strada più comoda… La strada più meschina…
Non mi importa.
Spero solo di essere felice, trovando riposo nella pace eterna.
Ti amo Goku.
Uno sparo. Poi il nulla…
La strada più dolce…

*Owari*

OO Hem… Si?!? Sn rimasta io stessa scioccata per l’effetto che fa vedere scritta la frase “il nulla…” su un foglio. Non sono stata molto clemente con Sanzo, non credete?!? Va be, mi è uscita così… spero che vogliate commentare lo stesso!!!!!! Vorrei inoltre ringraziare tutti quelli che commentano, soprattutto la mia cara LORUSGRA, che mi fa sempre arrossire da quanto elargisce adulazioni con facilità, la mia amica MAHOCHAN, che anche lei in fatto di lodi ne sa fare tante, CLEO, UBI88, NOA90, DI-AMON e altri che ringrazierò x bene + avanti! GRAZIE, CON I VOSTRI COMMENTI MI FATE SENTIRE VIVA!!!!!!!! Be, mi raccomando voglio tanti messaggi al fermo posta. Un bacione grande grande la vostra Iori ^*^.


 
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