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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: COME SAREBBE DOVUTO FINIRE
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...), Shounen Ai
Autore: mad-murder galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 13/06/2004 22:38:18

è come mi sarebbe piaciuto che finisse il 5°libro della rowling(dannata!). se vi va leggetela...e commentate: sirius black non morirà...
 
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- Capitolo 1° -

Sirius venne colpito in pieno petto dall’incantesimo scagliato da Bellatrix e cadde all’indietro nel telo. Lupin prese Harry per un braccio, il ragazzo si stava dimenando per andare dal suo padrino –Lasciami! Lasciami voglio andare da lui!- gli urlava contro, ma l’ex professore non lo lasciava. Allora gli diede una forte gomitata nello stomaco, era disperato, doveva andare da Sirius, a tutti i costi!
Si fiondò nella camera, sollevò il telo e Sirius era lì steso supino, la bacchetta spezzata ed accanto al corpo apparentemente svenuto. Harry gli prese il polso e poi gridò –E’ ancora vivo! E’ ancora vivo!-
Lupin sussultò, non poteva crederci, se avesse fermato il ragazzo a quest’ora Sirius era ancora lì e vivo per di più. L’ex professore corse verso Harry, che cercava inutilmente di svegliare il suo padrino; -Alzati.- disse al ragazzo, prese Sirius sulle spalle e corsero via.

Qualche settimana dopo l’incidente avvenuto al Ministero della Magia, Lupin venne convocato a Hogwarts da Silente.
-Credo che lei sappia già il motivo per cui io l’ ho convocata- disse Silente con la sua solita voce calma. Stranamente i presidi ritratti nei quadri erano arzilli e molti passavano da un quadro all’altro confabulando fra loro. –No, professore- rispose Lupin. –Si tratta del signor Black- proseguì Silente –Cosa gli è successo? Dov’è ora? Come sta?- domandò l’ex professore, nella sua voce si percepiva una vena di preoccupazione. Ma Silente continuò tranquillo –Come saprà, il signor Black è stato ferito durante il duello contro Lord Voldemort e alcuni suoi seguaci; per fortuna è ancora vivo, ma in questo momento si trova in uno stato, come lo chiamano i Babbani, di coma-. –Cosa vuol dire?- chiese Lupin, ora la preoccupazione stava salendo a mille; -vuol dire-s’interruppe –che ora sta dormendo- disse Silente, anche la sua voce ora sembrava diversa dal solito, era anch’egli preoccupato. –Ma si sveglierà?- chiese l’uomo. Silente si alzò dalla poltrona sulla quale era seduto; girò attorno alla stanza, fermandosi davanti alla finestra –Forse si…o…forse no-. Lupin sussultò, dagli occhi cominciarono a uscire lacrime, si appoggiò coi gomiti sulle gambe e si nascose il viso con le mani.
Silente gli si avvicinò e gli accarezzò la testa –Non è morto, Remus, sta solo dormendo e per svegliarsi avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile- disse il Preside in tono rassicurante, -D-di aiuto?- domandò l’ex professore di Difesa Contro le Atri Oscure –certamente- disse Silente –del suo, di Harry, della famiglia Weasley. Di tutti- concluse Silente.
-Ne è sicuro?- domandò l’uomo, che si asciugò le lacrime con la sua malandata tunica. –Sicuro- rispose Silente, che camminava per la stanza, fermandosi qua e là per a sbirciare fuori la finestra –Ma il signor Black avrà bisogno soprattutto del suo aiuto- continuò il Preside
-Del mio?- chiese perplesso Lupin –Si…d’altronde sappiamo entrambi fino a che punto lei è disposto ad aiutarlo- rispose l’anziano Preside, ammiccando leggermente l’occhio destro. Lupin rimase stupito e le sue guance si colorirono di un leggero rosso.

A fino visita, Lupin scese le scale che portavano all’uscita, e quando l’ebbe oltrepassata, si ritrovò circondato da tutti i membri dell’Ordine della Fenice; tra questi c’erano anche Harry, Ron e Hermione, che erano visibilmente preoccupati.
-Allora?- chiese impaziente la signora Weasley, tutti guardarono l’ex professore che dovette raccontare quello che gli aveva detto Silente.
-Quindi c’è la probabilità che Sirius non si svegli più- disse Ron a fine discorso. –Ron!- bisbigliò Hermione al suo orecchio pestandogli un piede, -non vedi che Lupin è sconvolto? Abbi un po’ più di tatto…almeno per una volta!- concluse la ragazza. Sull’Ordine era caduto un silenzio imbarazzato, nessuno sapeva cosa dire, erano rimasti tutti stupiti dell’accaduto. Harry sembrava più preoccupato di tutti, e lo era! Il suo padrino era in stato vegetativo e forse ci sarebbe rimasto per sempre! Non ci poteva credere, dentro di sé una voce gli diceva forse stai solo sognando! Ma la raltà è diversa dai sogni e lui lo sapeva. Per questo in cuor suo decise che avrebbe fatto qualsiasi cosa per Sirius.
Il gruppo tornò in Grimmauld Place numero dodici, la base segreta dell’Ordine della Fenice, nonché la casa della madre di Sirius.
I tre ragazzi speravano che ad aspettarli ci fosse Sirius, pronto ad accoglierli, ma non fu così. La casa era dserta, si sentivano solo i rumori sordi di Kreacher, l’elfo domestico di casa Black.
-Bene- disse Moody –è tempo di andare, devo svolgere importanti faccende-proseguì il vecchio; -Oh…certo va pure- gli disse la signora Weasley.
Man mano che il tempo passava altri membri dell’Ordine se ne andarono, rimasero solo i Weasley, Hermione, Harry e Lupin. –Io vado a preparare la cena- disse Molly avviandosi alla cucina. I tre ragazzi rimasero nel salone, nessuno di loro sembrava volesse parlare; dopo poco Hermione ruppe il silenzio –Harry, mi dispiace-. –Già non avrei dovuto dire quelle cose proprio quando Lupin aveva finito di parlare- fece eco Ron. –No ragazzi, non dovete preoccuparvi, ma le scuse non dovete farle a me- rispose il ragazzo; -E allora a chi dovremmo farle?- chiese perplesso Ron, -Ma a Lupin, stupido! Chi poteva essere se non lui?- disse Hermione innervosita per la stupida domanda fatta dal suo amico. I tre stavano per girarsi e andare dal loro professore preferito, ma non lo trovarono seduto dov’era. Infatti stava salendo le scale che portavano al piano di sopra. –Dove sta andando?- chiese Harry incuriosito, -Non lo so, ma è meglio seguirlo- rispose la ragazza.
Il professore continuò a camminare lungo il corridoio dove, alle pareti, erano appese le teste degli elfi domestici antenati di Kreacher.
I tre amici la stavano seguendo a pochi passi, quando Lupin si fermò di colpo; i poveri ragazzi, che non l’avevano previsto, inciamparono su se stessi; -Ehi!?!- bisbigliò Ron che era in fondo alla fila ed era stato l’ultimo a prendere la botta. –Lupin si è fermato! E’ fermo davanti ad una camera!- ma non riesco a vedere…- s’interruppe. –a vedere cosa? Hermione? Cosa non riesci a vedere?- chiese Harry che si stava preoccupando. Stava per parlare, quando le parole gli morirono in gola, dagl’occhi dell’ex professore uscivano lacrime a volontà, non riusciva a capire, perché stava piangendo? –Ma che sta facendo?- chiese Ron che non aveva capito ancora niente; i tre si avvicinarono piano all’uomo, sembrava come ipnotizzato da qualcosa, qualcosa che si trovava in quella stanza. Harry si sporse per vedere all’interno della camera e ciò che vide sembrò fermargli il cuore per un istante: nella stanza c’era Fierobecco l’ippogrifo e nel letto affianco c’era Sirius! Aveva mezzo corpo coperto da un candido lenzuolo, era vestito di bianco e inoltre sembrava che qualcuno gli avesse anche accorciato i capelli. Era bello come un angelo bianco addormentato; il suo viso era fresco e riposato. Hermione non riuscì a trattenere le lacrime ed anche Ron era rimasto stupito. Harry avrebbe voluto andare dal suo padrino e cercare di svegliarlo, ma sapeva che era inutile.
-La cena è pronta- disse piano Ginny. Tutti si girarono di scatto, ma nessuno parlò. –Oh…si,..arriviamo- disse poi Lupin asciugandosi il volto.
A cena erano tutti molto silenziosi, poi la signora Weasley disse –Avete visto Sirius?-. Tutti la guardarono come se avesse detto di aver visto un fantasma. –Ma come non l’avete visto?- e’ nella stanza di Fierobecco- disse Molly. Il silenzio cadde sui tre amici, loro lo avevano visto ma non avevano avuto il coraggio di dirlo. –Si Molly, l’ ho visto- disse malinconico Lupin. –Anche io l’ ho visto- disse Hermione. –L’ ho trovato questa mattina, quando dovevo dare da mangiare all’Ippogrifo e…- fece per continuare, ma suo marito la interruppe con un cenno della mano, era un argomento troppo delicato da trattare in quel momento.
I giorni passavano in fretta e tutti i giorni Harry trascorreva la maggior parte del tempo a “parlare” con Sirius.
Anche Ron e Hermione trascorrevano un po’ di tempo nella sua stanza. Tutti gli parlavano di cose che avrebbero potuto farlo tornare in su. Solo Lupin sembrava non voler parlare, se ne stava tutto il giorno seduto in salone, non parlava più con nessuno.
Ormai era arrivato il primo luglio e Sirius non dava segni di miglioramenti.
Alla sera, si riunirono per cenare, Kreacher entrò dalla porta, -Kreacher ha visto il padrone. Kreacher è contento per il padrone.- entrò nella cucina e si sedette su uno sgabello in un angolo della camera. Poi aggiunse –Kreacher è contento perché il padrone sta morendo-.
-Non sta morendo!- urlò Harry infuriato per le parole dell’elfo domestico, -Sta zitto!- disse Ron innervosito, Hermione voleva zittirli ma questa volta Kreacher aveva torto marcio.
-Ma come, non siete contenti? Finalmente il padrone potrà andare dalla padrona- non ebbe il tempo di finire la frase che George gli aveva tirato addosso una caramella viola, centrandolo in bocca. L’elfo la ingoiò e dopo qualche secondo svenne. –Cosa gli avete fatto?- gridò Hermione a Fred e George, che ridevano mentre si avvicinavano a Kreacher –Nulla Hermione, ha solo ingoiato una delle nostre invenzioni- rispose Fred. Il gemello prese l’elfo svenuto e lo mise nel buco della credenza dove si nascondeva per dormire. Tutti rimasero silenziosi, l’intervento di Kreacher aveva fatto perdere la voglia di parlare perfino a Harry.
-Harry, io vado un po’ da Sirius- disse Hermione, -Aspetta!- la richiamò il ragazzo, e fece segno a Ron di avvicinarsi.
-Non sei tu che devi parlarci- disse Harry, -E chi dovrebbe farlo?- chiese Hermione un po’ perplessa –Tutti gli parlano- continuò; -Qui ti sbagli, c’è una persona che non ha mai parlato con Sirius.- disse il loro amico –Chi?- fece Ron –Ma Lupin no? Non gli ha mai parlato da quando siamo tornati a Grimmauld Place- rispose Harry. –Già!…e allora?- disse il ragazzo dai capelli rossi. –Sentite- disse Harry abbassando la voce –Se Lupin parlasse con Sirius, c’è la possibilità che lui si svegli!- esclamò il ragazzo a bassa voce per non farsi sentire dagli altri che stavano tornando nelle rispettive stanze. –Tu credi?- chiese uno dei ragazzi, -Certo Ron- disse Hermione –Lupin e Sirius sono amici dai tempi della scuola. Se non può svegliarlo lui, chi può?- concluse la ragazza. -Esatto Hermione, dobbiamo fare in modo che Lupin parli con Sirius-.
I tre seguirono il professore fino alla sua stanza, poi prima che aprisse la porta Lupin disse –Coraggio ragazzi, cosa dovete dirmi?-; i tre amici uscirono da dietro l’angolo e l’unico a parlare fu Harry –Dobbiamo parlarle, professore- disse –E di cosa?- chiese l’ex professore, -Del vostro comportamento- rispose deciso il ragazzo. L’uomo fissò i tre ragazzi e poi disse –Va bene, ma siate brevi, sono stanco.-
Lupin aprì la porta della sua stanza e fece cenno a Harry e gli altri di precederlo. Ron si piazzò subito sull’unica poltrona che c’era, mentre gli altri due rimasero in piedi, al centro della stanza.
-Allora! Su sentiamo- disse l’ex prof chiudendo la porta. –Ci stavamo chiedendo, come mai lei è l’unico a non trascorrere almeno un minuto con Sirius- cominciò Hermione, -Esatto, perché lei è l’unico che non ci ha mai parlato?- continuò Harry. Lupin non rispose subito, si sedette sul letto, lo sguardo fisso nel vuoto, poi parlò –Forse non avete ancora capito ma…- si fermò –Ma cosa?- chiese Ron; -…ma Sirius…non si sveglierà- concluse.
I tre rimasero increduli davanti a quell’affermazione; i due ragazzi non avevano più nulla da dire, l’unico che ancora non sembrava essersi arreso era Harry –Come può già tirare le conclusioni? Non ci ha neanche provato!- disse innervosito il ragazzo. –Tu non capisci…- disse Lupin, ma venne interrotto –No, io capisco benissimo! E’ lei che non vuole capire- gridò Harry, -Lei è l’unico che può salvarlo! Ci provi!-, -Ma..- replicò l’ex professore, -CI PROVI!- gridò ancora il ragazzo. L’uomo si alzò dal letto, si avvicinò a Harry e poi disse –Va bene, ci provo-.
Erano le dieci passate, il corridoio era vuoto, o quasi, nell’ombra si vedevano solo quattro sagome nere: erano Harry, Ron, Hermione e Lupin.
I quattro si appostarono davanti alla camera di Sirius e Ron aprì piano la porta per non far rumore. Entrarono, dalla finestra filtrava la luce della luna, che dava a tutta la stanza uno strano effetto niveo.
Il professore rimase per un paio di secondi sull’uscio della porta, poi entrò e la chiuse. –Noi la lasciamo professore- disse Harry quando la porta fu chiusa. –Si, così potrà parlare tranquillo- concluse Hermione. I tre fecero finta di uscire e si nascosero in un angolo, con addosso il Mantello dell’Invisibilità.
Lupin girò un po’ per la stanza, si avvicinò piano al letto e si sedette. Se ne stava lì in silenzio, non sapeva proprio da dove cominciare. –Sirius- disse l’uomo dopo un paio di minuti, -Se tu fossi sveglio, avrei da dirti molte cose, cose che in tutto questo tempo non sono riuscito a dirti per la mia mancanza di coraggio- si fermò un momento, per lui era difficile parlare.
-Ti ho sempre causato problemi, soprattutto quella volta…


-…E Grifondoro segna!- urlò il cronista dagli spalti. –Ecco che Dubois lancia un bolide …ma!..il bolide è impazzito!- il bolide tirato perse il controllo, probabilmente perché era stato manomesso. –Potter scansa il bolide! Ma perde il Boccino!- gridò il cronista. –Il bolide matto colpisce uno ad uno i giocatori, sia di Corvonero sia di Grifondoro!-. Sirius stava sorvolando il campo ad un’altezza parallela agli spalti e non si era accorto ancora di nulla. –Il bolide continua a colpire! Scende e…e prende in pieno Black!- urlò. Sirius venne colpito dal bolide e venne buttato giù dalla scopa, andando a finire nell’impalcatura degli spalti.
Madama Bumb fischiò; i giocatori scesero a terra e scapparono agli spogliatoi perché il bolide continuava a dare la caccia a chiunque gli capitasse. –Immobilus!- gridò Madama Bumb; il bolide si fermò e cadde di peso a terra.
La donna corse verso Sirius, svenuto, -Portatelo in infermeria!- urlò; James , Remus e Peter stavano correndo verso di lui ma la professoressa Mc Grannit li fermò –No ragazzi, lo andrete a trovare in infermeria-. –Ma professoressa…- cercò di dire
James, -No Potter, va a cambiarti e voi tornate al dormitorio- disse indicando Remus e Peter. I tre obbedirono di malavoglia.
Il giorno dopo, durante l’ora di Trasfigurazione, due ragazze chiesero –Come sta Black, professoressa?-. La prof distolse lo sguardo dalla lavagna e lo portò verso le due ragazze, -Black…non sta molto bene, quindi riceverà cure adeguate al San Mungo- rispose la Mc Grannit. Molte ragazze che si trovavano in aula saltarono dalla sedia e le due che avevano fatto la domanda si misero a piangere.
Anche durante l’ora di pranzo, nella Sala Grande, l’unico argomento trattato era Sirius. Tutto il Grifondoro era preoccupato ma soprattutto i tre Malandrini; -Dobbiamo andare a trovarlo prima che venga trasferito- disse James, -Ma come? Il pomeriggio abbiamo le lezioni e poi non ci fanno entrare.- chiese Remus –Possiamo usare il mio mantello!- esclamò il ragazzo –Stanotte- continuò –ci andremo stanotte, uno alla volta-. I tre si misero d’accordo, sarebbero andati prima James e Peter, poi Remus.
Verso le undici e mezzo, James e Peter indossarono il Mantello dell’Invisibilità e uscirono dalla Sala Comune. Lupin rimase seduto su una poltrona ad aspettare. I due ragazzi tornarono a mezzanotte, e diedero il cambio al loro amico. Remus attraversò piano la scuola deserta, guardando di qua e di là se c’era qualche prefetto. Arrivò all’infermeria ma quando entrò non sentì neanche un rumore. Si sfilò il mantello e chiamò il suo amico sottovoce –Sirius! Sono Remus!-. Ma non ci fu risposta. Il ragazzo percorse la camera, tutte le tende erano tirate, tranne una al lato destro, dove filtrava la luce lunare. Remus si avvicinò piano e vide, una volta arrivato, Sirius, fasciato sulla fronte e sul petto. Si sedette sul letto e rimase per qualche minuto a guardare il suo amico addormentato. Gli prese la mano e lo baciò dolcemente sulle labbra; in quel momento tutti i sentimenti che Remus provava per il suo amico gli esplosero dentro, sentiva il suo calore, l’amicizia che provava per Sirius si era lentamente trasformata in amore, aveva appena scoperto di amarlo davvero tanto, tanto che avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Non avrebbe voluto, ma si alzò e disse –Buonanotte, Felpato-, si rimise il Mantello e uscì. Dalla camera si levò una risatina isterica che però Remus non sentì.
I giorni passarono e Sirius venne trasferito al San Mungo. Due giorni prima del suo ritorno, i Malandrini stavano tornando nel dormitorio, ma videro gran parte dei Grifondoro ammucchiati attorno alla bacheca. I tre si avvicinarono e ciò che Remus vide lo scioccò. Nella bacheca c’era un foglio con una foto; in alto c’era scritto in grande e stampatello:
<<LUPIN E BLACK,
CHE RELAZIONE C’E’
FRA LORO?>>

Sotto c’era una foto che ritraeva Remus seduto sul letto d’infermeria mentre baciava Sirius addormentato.
Molti Grifondoro si girarono verso il ragazzo inorriditi. James e Peter stavano per parlargli ma scappò di corsa nel dormitorio maschile. Chiuse la porta e si buttò sul letto. Dopo poco entrò piano James, camminò verso Remus, che si sedette. –Cos’è successo, Remus?- chiese al suo amico, che senza rispondere, lo abbracciò colmo di tristezza.
Arrivò la domenica e finalmente tornò Sirius. Appena entrato venne accolto da poche ragazze, rispetto a quante se ne era aspettate lui.
Erano molto tese e questa tensione si vedeva sul loro viso; -Cosa avete?- chiese perplesso Sirius; nessuna delle ragazze rispose ma una gli porse un foglio; guardò attentamente il foglio e poi esclamò –No! Non è possibile!-.
Il ragazzo si fiondò su per le scale, fino al dipinto della Signora Grassa. Entrò nella Sala Comune, dove James e Peter stavano studiando. –Che cos’è questo?!- gridò Sirius sbattendo il foglio davanti a James. –Ehm…è una lunga storia- disse imbarazzato; -Allora?!- gridò ancora più forte il ragazzo. –Chiedilo a Remus!- gridò l’amico in risposta.
Il Malandrino uscì dalla Sala Comune e girò in lungo e in largo tutta la scuola, ma di Remus non c’era traccia. Quando tutte le speranze svanirono, il ragazzo stava tornando alla Sala Comune, ma proprio al piano del ritratto della Signora Grassa, Sirius vide un gruppo di ragazze ammucchiate intorno a qualcosa. Sembrava che lo stessero pestando. Una del gruppo, vedendo arrivare il ragazzo, urlò –Sta arrivando Sirius!-.
Il gruppo si sparpagliò e le ragazze si dileguarono. Sirius guardò con sgomento la cosa che quelle ragazze stavano pestando; era proprio Remus! Aveva un occhio nero ed era coperto di graffi. –S…Sirius!- esclamò il ragazzo col filo di voce che gli rimaneva a causa dei calci ricevuti. L’amico non badò alle ferite e, prendendolo per il bavero della camicia, lo sbattè contro il muro –Perché lo hai fatto?!- urlava –Perché?! Perché mi hai messo in ridicolo davanti a tutti? PERCHE’?!- ma Remus non rispondeva. –Almeno dimmi chi è stato!?!- gli urlò ancora. Ma prima che potesse rispondere si levò ancora quella risatina isterica. Sirius si girò di scatto e vide Piton che distribuiva i fogli della foto agli studenti che passavano –Perfetto!- esclamò il ragazzo, che se ne tornò a passo deciso nella Sala Comune, lasciando l’amico da solo.
I giorni passavano ed ogni volta che Remus incrociava lo sguardo accusatorio di Sirius, l’unica cosa che riusciva a fare era scappare o guardare in basso. Ogni sera il ragazzo si struggeva per trovare una soluzione; una di queste si sedette sul letto, era molto tardi, aveva lo sguardo fisso nel vuoto. All’improvviso balzò dal letto, aveva trovato una soluzione.
Quella stessa mattina, Remus si recò nel corridoio dove Piton distribuiva i fogli prima di ogni lezione. –Ora basta, Piton!- disse in tono deciso, facendosi strada tra il gruppo di studenti, -Non ce la faccio più, quindi ho deciso di confessare!- continuò. Il Serpeverde non capiva cosa voleva dire e faceva finta di non sentire.
-Sono qui- disse il ragazzo –per dirvi tutto su ciò che è accaduto quella sera in infermeria-.
Tutte le persone che si trovavano lì prestarono attenzione. –Tutto?- domandò una ragazza in prima fila; -Si- le rispose Remus. Si schiarì piano la voce, poi disse –Io…sono stato pagato da Piton per baciare Sirius!-.
Piton sgranò gli occhi –Sta…sta mentendo!- urlò. Si sentirono dei mormorii e Remus capì che stavano esprimendo giudizi –E’ inutile che neghi! Ormai ho confessato e tutti lo sapranno!-.
Una ragazza che si trovava in fondo al cerchio urlò –Sei spregevole, Piton! Come hai potuto tu invece accettare, Lupin?!-; il Serpeverde si girava e si rigirava su se stesso mentre urla e insulti si alzavano su di loro. –Avete ragione, e mi assumerò ogni responsabilità!- disse lanciando dei galeoni ai piedi del suo compagno di scuola. –Da oggi in poi nessuno ti crederà Piton- disse un ragazzo.
Piano piano, tutti i ragazzi se ne andarono, rivolgendo a Remus rimproveri come “Non pensavo che tu fossi così, Lupin” o come “Non ci riprovare!”; ma a lui non importava, avrebbe fatto qualsiasi cosa per il suo amico, o meglio, per il suo amato.
Alla sera Remus si avvicinò a Sirius, che dormiva nel suo letto. Con la bacchetta in mano, disse piano –Oblivion-. Al viso preoccupato che aveva l’amico, si sostituì un viso calmo e sereno. Con quell’incantesimo il ragazzo aveva cancellato i ricordi di quella brutta settimana. Tornò nel suo letto, si mise le coperte e aspettò che facesse giorno, piangendo.

Dagl’occhi di Lupin uscirono due piccole lacrime, -S..scusa- disse. Si alzò da dove era seduto, prese un fazzoletto dalla tasca e si asciugò gli occhi, guardando la notte attraverso la finestra della camera.
-Quella volta, sono stato uno stupido a maltrattarti- disse Sirius. Lupin si girò di scatto; il suo amico era sveglio e lo guardava sorridente.
Harry, Ron e Hermione, che si erano appisolati, trasalirono nell’udire la voce del padrino del loro amico. Il ragazzo stava per alzarsi ma l’amica lo fermò.
Lupin corse verso l’amico e lo abbracciò, -Come…come ti sei ricordato?- chiese l’uomo colmo di gioia, -Mentre lo raccontavi ho sentito tornarmi alla mente tutti quei ricordi… ed anche la vita è tornata.- rispose l’amico. –Mi sei mancato- disse Sirius e lo baciò. Fu un bacio profondo, non come quello che Remus gli aveva dato in infermeria.
Ron spalancò la bocca sbalordito, ma venne tappata dalle mani di Harry e Hermione, anche loro stavano piangendo di gioia. Sirius si era svegliato grazie all’aiuto della persona che amava, e benché fosse un uomo, questo non turbava Harry, perché sapeva che così sarebbe stato felice e lui voleva solo il bene per il suo padrino.



 
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