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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: GOODMORNING PEOPLE
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: sirvanhan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/05/2004 16:07:47 (ultimo inserimento: 25/05/04)

io non vi anticipo nulla. vi prego commentate!
 
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CAPITOLO I
- Capitolo 1° -

Ogni artista ha sempre un modello a cui ispirarsi. E' un dato di fatto che esista sempre un predecessore. Anche coloro che sono i più famosi ed i più celebrati, talvolta anche geni, hanno sempre qualcuno a cui fare riferimento. Certo, questo all'inizio della loro carriera: infatti è normale che prima o poi si lasci il proprio nido. Sicuramente io per questo ero ancora un pulcino, o forse ero addirittura ancora nell'uovo.
Mi trovavo in libreria per comprare più libri che potevo. Il mio sogno era quello di scrivere, ma non avevo ancora in mente né cosa, né come. Tutto ciò che riuscivo ad immaginare era quel miscuglio di Woody Allen e varie esperienze personali. Ricorreva tra queste l'esperienza della separazione dei miei genitori.
Si erano separati quando avevo ancora undici anni e, non sto qui a raccontarvi tutti i particolari, ma la separazione in se stessa, l'amante di mia madre e la violenza psicologica che subivo da parte di colei che mi aveva partorito, mi aveva segnato molto.
Ero pessimista nei confronti della vita: non credevo assolutamente nell'esistenza dell'amore, né in quella di Dio. Tutto ciò in cui credevo era il pessimismo totale e me stesso. Nei momenti di maggior abbattimento mi capitava di credere che esistessi solo io nell'universo. Insomma non ero attaccato veramente alla mia vita. Non mi interessava cosa mi sarebbe in futuro, però non volevo morire.
Della morte avevo terrore. Pensavo che mentre i giorni passavano, io invecchiavo e dunque la mia fine si sarebbe avvicinata sempre di più. E poi? Dopo che il mio cuore avrebbe smesso di battere, che ne sarebbe stato di me? Tutto questo mi spaventava, anche perché non credendo in Dio, non potevo pensare che ci sarebbe potuta essere vita dopo la morte. Però in quell'istante mi serviva solo qualche libro.
Faceva molto caldo. Si diceva che era l'estate più calda degli ultimi quarant'anni, circa. Le scuole avevano chiuso da pochi giorni e, non avendo voglia di andare al mare, mi ero ritrovato là. Avevo davanti a me Manzoni, Calvino, Fenoglio e una valanga di autori americani come Fitzgerald o Masters o Salinger, e proprio quando tenevo in mano quest'ultimo, una voce era giunta alle mie orecchie.
"Hello!" era una ragazza. Una ragazzina bionda che non avevo mai visto prima di allora. Comunque avevo risposto al saluto. "Tu stai qui da parecchio!"
"Beh, più o meno!" non sapevo come parlarle. Non credevo di conoscerla, e lei mi parlava così tranquillamente; ero arrossito, sudavo e non parlavo più.
"Vuoi che me ne vada? Resto o me ne vado? Resto?"
"Fai come vuoi"
"Me ne devo andare? Devo restare?"
"Calma, che stai dicendo? Resta, no? Suino cane!" Quell'esclamazione, proprio non so come mi era uscita.
"Che crudele che sei! Sei odioso!"
"Ma che ho detto, che ho fatto?"
"Che è successo?" questo proprio mi aveva lasciato senza parole. "Ho capito! Suino cane ci sarai!" Io a quel punto mi ero rassegnato. "Ma dai scherzo! Suino! Sui-chan!" Ancora mi chiedevo perché avevo detto quella cosa.
"Ma porco cane..." Era questo che avevo tentato di dire, ma forse il caldo mi aveva dato alla testa, e non solo a me.
"Amore!"
"Amore?"
"Tesorino! Sui-chan! My love! Ti amo!"
"Stai delirando?"
"Io? Guarda che io sono la bocca della verità! Si! Evviva Annina!"
"Senti, a proposito di bocche della verità, mi diresti chi sei?"
A quel punto la ragazza aveva attaccato una risata che aveva fatto girare tutti coloro che erano presenti in libreria.
"Si, scusa amore. Sono Annalaura"
"Andrea, piacere"
"E quanti anni hai?"
"Ne ho quattordici" Ne avrei compiuti quindici qualche mese dopo.
"Uh, indovina quanti ne ho io?"
"Cosa indovinare? Quindici?"
"Errato!"
"Tredici?" avevo sbagliato ancora. Ed ero sceso a contare fino a due, uno "Sei ancora in fase embrionale?"
"Idiota, ne hai saltato uno!"
"Sedici?"
"Ma che non sai contare?
"Quattordici!" sta volta avevo fatto centro. Però lei era in realtà più piccola di me, in quanto li aveva appena compiuti gli anni.
"Hai vinto la bambolina! La vuoi bionda o mora?"
"Bionda, come te!"
"Sei di qua tu?"
"Si, certo ovvio! Tu invece non hai l'accento portorecanatese. Sei del Lazio per caso? Tipo romana...?"
"Si, sono di Roma. Ostia"
Il discorso era andato avanti così per un altro quarto d'ora. Senza accorgermene avevo preso una certa confidenza con lei. Però a volte mi faceva veramente paura.
Comunque alla fine me ne ero uscito con "Il mondo di Sofia" in mano e la sera stessa l'avrei cominciato a leggere. Ma non ci riuscivo. Pensavo ancora ad Annalaura e a quanto simpatica era. Il giorno seguente che avrei dovuto fare? Sarei tornato in libreria, oppure no?

CONTINUA...
 
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