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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L`UNICO SOGNO DI JULIA
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: darkgreene galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/05/2004 22:08:36

il mio obiettivo è colpire al cuore alcuni che scherniscono una persona semplicemente per un sogno
 
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- Capitolo 1° -


Aveva provato a spiegarlo ai suoi genitori, alle sue amiche, al suo migliore amico ma nessuno pareva accettere ciò che lei voleva alla infantile età di quindici anni.
Era tutta colpa sua, del desiderio che covava dentro numerose notti e infiniti giorni, questo pensiero la assillava. Un piccolo essere..
Come sarebbe stato? Lei lo aveva fatto un po’ per amore, un po’ per gioco, un po’ per curiosità, ma ora c’era in gioco qualcosa di più serio.
Sua madre le aveva spiegato con calma tutto ciò che potevano essere le conseguenze della sua decisione, secondo lei troppo affrettata, suo padre le aveva urlato contro proibendole assolutamente di tenerlo.
Quelle luci, la musica, lui che la stringe forte a sé..ormai tutto si confonde nella sua mente.
Il loro amore che li avvolge mentre salgono in camera, non che fosse la prima volta, ma il suo amore per lui la porta a non ricordargli le cosa più importante, evitando il rischio che accadesse ciò che lei desiderava di più.
Le sue amiche la schernivano alle spalle, una cosa che odiava e per cui reagiva spesso molto violentemente, ma ora non aveva neanche la forza di dire “Lo volevo io!”.
Davanti a lui, il suo migliore amico, ormai abbassa la testa, hanno litigato per questo motivo, a lui piaceva lei, ma lei lo considerava solo un carissimo amico.
Flash del corpo di lui riappargono nella mente.
Come avrebbe convinto i suoi a tenere quel piccolo neonato che ora aveva in grembo e che gridava “Lasciatemi vivere!”?
Julia aveva già provato a immaginare come sarebbe stato il suo piccolo bambino: un neonato con la pelle candida e morbida, gli occhi azzurri con sfumature verdi come il padre, i capelli neri pece come lei. Non le piaceva il biondo per un bambino piccolo, almeno non come lo aveva Nicola, il suo fidanzato..ma si..si poteva anche dire marito. Avrebbe sicuramente accettato di sposarla, appena avesse saputo tutto.
Doveva assolutamente parlare con i suoi, dire le proprie ragioni e non chiudersi in casa come ormai faceva da giorni, qundo si era accorda che la pancia stava lievitando a poco a poco… poteva sentire i battiti del cuore del suo bambino..in sé..quello che aveva sempre sognato.
Il campanello, una voce.. è lui!
Non le importava niente di essere struccata, lui le aveva sempre detto che stava meglio. Non le importava di essere in camici da notte…voleva solo vederlo.
Lo abbracciò con tutto l’amore e lui la strinse a sé, davanti lo sguardo contrariato dei genitori di lei che avrebbero voluto sicuramente cacciarlo via di casa per non farlo rientrare più.
Julia invitò il suo amore a salire in camera sua, per discutere, senza nessuno attorno.
Gli spiegò la situazione, era la sua ultima speranza oramai.
Poi un’idea le attraversò la mente: se nessuno voleva accettare il suo desiderio più grande lì, in quel piccolo paese, sarebbero scappati a vivere in un'altra città, dopotutto lui aveva diciotto anni ed era autonomo.
“Andiamocene” disse lui in un tono supplichevole che mai, se non in una situazione disperata, avrebbe usato “Scapperemo lontano da qui ove i miei genitori non potranno trovarci e finalmente..potremo avere nostro figlio..”.
Pronunciando queste parole alzò il viso in lacrime verso lui che le teneva le meni, comprendendo tutto questo.
La baciò. Julia non capì subito se questo bacio era venuto per acconsentire o per abrogare questo progetto, si lasciò comunque abbandonare sul petto di lui.
“Va bene..se è questo che vuoi…” disse a malincuore il ragazzo che, perdendo il padre a una tenera età, non capiva come lei volesse abbandonare i suoi in uno dei periodi più critici della sua vita.
La sua valigia, dei vestiti, i suoi risparmi, tutto ciò che potesse servire alla sopravvivenza e una lettera d’addio per i genitori, in cui sfogava tutta la sua rabbia.:
“Cari Mamma e Papà,
non capisco come facciate voi a essere così crudeli verso il desiderio di vostra figlia e contro un altro essere umano.
Benchè non sia ancora nato, il mio bimbo è già capace di pensare, lo sento.
Seppure non sia registrato all’anagrafe se avessi abortito, sarebbe morto comunque.
Non cercatemi più, sono con Nicola, in una città di cui non vi dirò il nome.
Quando sarò pronta vi telefonerò io, per darvi nostre notizie e non sorprendetevi se non vi farò conoscere il bambino che voi non volevate..
Addio..”…………………………………………………………………………………………………………………………………………………
“Julia?..Julia, stai bene?” disse una voce familiare da sopra di me, sopra il lettino dell’ospedale su cui ero.
Era stato solo uno stupido sogno? Come avrei potuto scappare di casa per andare a vivere da sola con Nicola in un’altra capitale?
Eppure c’era qualcosa che non quadrava..il pianto di un bimbo…
Allora, forse, non era stato solo un sogno…le infermiere, il dottore, lui che mi stringeva la mano. Non stavo sognando.
Nicola teneva in braccio Mattew sorridente verso me, mi commossi, finalmente eravamo..una famiglia..il mio unico vero sogno racchiuso nel cuore












 
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